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Autore: Nimel17    14/07/2012    3 recensioni
La fiaba di Raperonzolo è molto conosciuta, ma qualcosa mancava...Rumpelstiltskin. La vera protagonista è comunque Rapunzel.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano due mesi ormai che Rapunzel lavorava a palazzo. Aveva iniziato a considerare Biancaneve un’amica e sapeva di dover prendere una decisione: si sentiva una traditrice, nei confronti della Regina, cui ometteva gli spostamenti della figliastra (anche se non ne era affatto dispiaciuta), verso Biancaneve, cui non aveva detto di essere una spia di Rumpelstiltskin e verso Rumpelstiltskin stesso, sapendo che non gli avrebbe mai consegnato l’amica.
Un giorno Biancaneve le chiese di uscire e di accompagnarla in giardino. Rapunzel la seguì. Intuì che la principessa aveva qualcosa in mente. Probabilmente voleva fuggire. Esitante, le propose di sedersi in una panca di pietra.
“Sapete, principessa, ci vogliono dieci minuti per il cambio della guardia. In dieci minuti potete raggiungere il bosco.”
 Biancaneve la guardò, con gli occhi socchiusi.
“Te l’ha detto Sua Maestà di dirmelo, Rosaspina?”
Lei la guardò in faccia. “Rapunzel. Il mio nome è Rapunzel.”
 L’altra la guardò. Lei continuò a parlare, a bassa voce.
“Ti ho mentito, principessa. Il pagamento del prezzo di Rumpelstiltskin prevedeva che io ti proteggessi e ti spingessi a stringere un patto con lui una volta fuggita.”
“Ma…tu mi hai sempre dissuasa, non hai mai…”
“Lo so. Conosco bene le conseguenze di un patto con lui e hai già sofferto abbastanza nella tua vita. La regina non sa niente dei tuoi piani, non le ho mai mentito ma nemmeno detto tutta la verità. Non potevo più continuare così, almeno adesso sono sincera. Ora scambiamoci i mantelli, così la guardia crederà che io sia te.”
 Fece quasi tutto lei. Biancaneve era troppo sorpresa per muoversi.
“Vai. Se vai adesso, abbiamo una possibilità. Se fallisci, saremo perdute entrambe.”
La principessa le strinse le mani.
“Grazie.”
 Una volta che l’amica scomparve in fondo al sentiero, Rapunzel sospirò. Non sapeva cosa fare. Aspettò un’ora, poi si fece coraggio e andò dalla regina. La trovò che si fissava compiaciuta davanti allo specchio, aggiustandosi i capelli e la parure di rubini.
“Entra, Rosaspina.”
“Mia regina, Biancaneve è scomparsa.”
Ecco, l’aveva detto. La regina si era irrigidita e una densa nube nera iniziò a marciare verso di lei. L’avvolse completamente e le impedì di respirare.
“Sciocca mocciosa! Te la sei lasciata scappare!”
Almeno non credeva l’avesse aiutata. La vista le si oscurò e stava per perdere conoscenza, quando la nebbia si dissolse. Lei iniziò a tossire disperatamente, le gambe tremanti. Si appoggiò al muro per non cadere, ma fu una pessima scelta. La regina la bloccò e, prima che Rapunzel potesse rendersene conto, con un pugnale le aveva fatto una lunga incisione sul petto e con una mano le estrasse il cuore, rosso e pulsante. Per un attimo non sentì niente. Poi il dolore le esplose come uno sparo e lei si portò le mani al petto. La ferita non c’era già più, ma il vuoto dentro di sé non era immaginario. “Vattene, sciocca. E, se oserai rimettere piede nel mio castello…”
 Strinse il cuore con più forza tra le sue dita e Rapunzel cadde a terra, contorcendosi e rannicchiandosi. La regina mollò la presa e il dolore si attenuò. La ragazza poté respirare liberamente, pallida, gli occhi stravolti. Si alzò a fatica e raggiunse la porta, poi cercò di uscire reggendosi stentatamente al muro. Quando fu fuori prese il sentiero che aveva percorso Biancaneve poco prima e, una volta entrata nel bosco, si sedette all’ombra di un albero, inspirando profondamente. La regina le aveva preso il cuore. La regina le aveva preso il cuore. Il suo cuore. “Ma come siamo stati bravi, dearie.”
No. Non lui. Non in quel momento.
“La piccola Biancaneve è venuta da me. Ha stretto un patto. Sei libera.”
Lo guardò. Era chiaramente felice e soddisfatto e per un istante Rapunzel si sentì dispiaciuta al pensiero di separarsi dalla sua strada. Come poteva provare sentimenti anche se era senza cuore? Era stato di compagnia quando lei era sola al palazzo reale ed ora lei non aveva più conoscenze al mondo. Fece per girarsi verso di lui, ma se n’era già andato. Lei si rialzò e riprese a camminare. Per un attimo fu tentata di stipulare un nuovo patto con lui, ma poi si diede della stupida. Quel patto le era costato il cuore. Prese delle more da un cespuglio e iniziò a masticare pensosa. Ora era libera. Non aveva più padroni. Poteva organizzare la sua vita come meglio voleva. Chissà come stava sua madre? La stava cercando? Probabilmente no. Le parole di Rumpelstiltskin le tornarono in mente. Non aveva più magia. Deviò il suo percorso, dirigendosi alla fine del bosco. Poteva, anzi doveva andare al villaggio e cercare un lavoro per sopravvivere.
Ma ora era troppo stanca e la notte stava iniziando a calare. Faceva molto freddo e lei si strinse nel mantello che era stato di Biancaneve. Fu allora che incappò in qualcosa di strano. Era una mantella rossa, molto bella, con un cappuccio sempre scarlatto. A chi poteva appartenere? All’improvviso si sentì un ululato e Rapunzel si guardò intorno, spaventata. Non aveva preso in considerazione i lupi. E quell’ululato era così vicino… Corse senza sapere dove stava andando, sempre reggendo la mantellina tra le mani. Cos’erano quei tonfi così ravvicinati dietro di lei? Si voltò e si coprì la mano con la bocca per frenare un uro. Un lupo, un enorme lupo stava annusando il terreno dove lei si era trovata poco prima. Un rumore e si sarebbe accorto di lei. L’avrebbe sbranata e divorata. Indietreggiò piano, ma non fece abbastanza attenzione a dove metteva i piedi. Pestò un ramo. Il lupo alzò di scatto il suo muso coperto di sangue e i suoi occhi rossi la fissarono famelici. Scoprì le zanne in un ringhio e lei pensò che erano molto, molto lunghe e molto, molto appuntite. Si voltò e inizi a scappare da quella visione infernale, ma non fece che pochi passi che la belva la superò con un balzo e si bloccò davanti a lei, preparandosi ad attaccare. Rapunzel agì senza pensare e gli gettò contro la mantella, per guadagnare tempo. Fece per fuggire, ma vide che la sagoma che la stoffa aveva ricoperto non era più animale. Un braccio sbucava da sotto l’abito ed era senza dubbio umano. Lei si avvicinò esitante e scostò lentamente il panno. Al posto del lupo c’era una ragazza dai lunghi capelli neri e dal bellissimo viso statuario. Chi era? Non poteva che essere un licantropo, ma Rapunzel ne ebbe pietà e le avvolse il mantello sulle spalle. Si inginocchiò al suo fianco e la vegliò, pronta ad esserle d’aiuto quando si fosse svegliata.
  
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