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Autore: LoliBreaker    14/07/2012    3 recensioni
Dialogo tra uno scrittore, un dio e una futanari. Ho lasciato il subconscio fluire liberamente e non mi ritengo responsabile di eventuali effetti collaterali.
Genere: Comico, Demenziale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Quindi, insomma."

"Sì?"

"Beh, ecco, volevo scrivere una storia."

"Brava!"

"Però non avevo la più pallida idea di cosa volessi dire con quella storia."

"Le storie non devono necessariamente avere significato."

"Questo è vero... ma se non la sto scrivendo nè per compiacere nessuno, nè per dire nulla a nessuno, che razza di storia starei scrivendo...?"

"La storia più vera che possa esistere."

"La storia più vera..."

"Per esempio, metti che io sia una ragazzina dagli occhi giganti a letto con un raffreddore."

"Ok."

"E poi muoio."

"Io non piangerei per te."

"Per l'appunto."

"...Continuo a non comprendere."

"A dire il vero non comprendo nemmeno io quel che volevo dire.
Ma è Parola di Dio, e quindi ci credo."

"Ah, Parola di Dio, uh... piuttosto, sei in grado di parlare in modo coerente e senza tirar fuori termini poco comprensibili ogni tre righe?"

"Non credo. Sono fatta così."

"Quindi sei anche tu una femmina. Magnifico."

"Che diavolo pensavi che fossi?"

"Mah, un prodotto dell'immaginazione di Dio. Tipo me."

"Dio è morto."

"Merda."
"Comunque, vuoi fare sesso lesbico con me?"

"Non particolarmente.
Quindi sei una ragazza col pene, immagino."

"Beh sì. E calpesto edifici."

"Uh oh."

"Non sei un edificio, vero?"

"No, sono un essere umano. Perché me lo chiedi?"

"No, niente, pensavo fossi un edificio scolatico."

"Uh uh. Sei più sveglia di quel che pensassi.
Sono una ragazza E un edificio scolastico."

"Mi prendi per il culo?"
"Ah, comunque non è vero che ho un pene."

"Immaginavo."

"Però posso manifestarlo a volere."

"Sapevo anche questo."

"Se posso azzardare, sarai mica tu Dio?"

"Bingo"

"E sei una ragazza. E un edificio scolastico. E sei morta."

"Le cose non si contraddicono tra loro."

"Che razza di sistema logico stai utilizzando?"

"Aristotelico."

"Ti sei contraddetta."

"Merda."

Improvvisamente, la narrazione fece la sua comparsa. Un Dio vivente è apparso!

"Crepa"
"Crepa"

...

"Come dicevo, insomma, trovo che sia fondamentale che Dio sia un edificio scolastico."

"Perché?"

"Perchè così posso far finta di essere un essere umano.
E' fondamentale che io non sia *realmente* un essere umano."

"...E perchè?"

"In tal caso dovrei attribuire a me stessa quel che sto dicendo,
e sarebbe una cosa orrenda e riprovevole."

"Capisco."
"Che dici, ci serve qualcuno che ci faccia da tsukkomi?"

Come dicevo, la narrazione...

"Zitto."
"Zitto."

...

"Ripensandoci, stiamo bene così."

"Ben detto."

"Piuttosto, abbiamo mica un tempo limite? Alla lunga rischiamo di girare in circolo."
"Come cani in calore che si abbracciano."

"Vai tranquilla."

"Kay."
"Devo far qualcosa per le mie analogie, comunque."

"Già, già."

"Tutto bene?"

"Eh?"

"Mi sembri pallida. Stai scomparendo?"

"Probabilmente sei tu che stai scomparendo."

"Oh cazzo, un altro plot twist, non ci voleva."
"Da dove eravamo partiti, comunque?"

"Beh, tu volevi scrivere una storia."

"Esatto, esatto."

"Se chiedi a me, probabilmente scrivere storie non serve a nulla."

"Sono giunta da tempo alla tua stessa conclusione. Eppure, sento di volerne scrivere una comunque..."

"Posa quel teschio."

"Vuoi dire che non posso infilargli il cazzo nell'occhio?"

"No."

"Sigh."
"Voi divinità/edifici scolastici siete tutti così. I veri pervertiti siete voi. Ve la faremo pagare!"

"Tu e quale esercito?"

"Beh, in questo mondo ci siamo solo io e te. Hahahahahahahahahaha!"

"Hahahahahahahahahaha!"

Hahahahahahahahahaha!

...

Ok, sto zitto.

"Bene."
"Comunque, quel che stavo dicendo è..."
"La vita è una vera merda."

"Complimenti, hai scoperto il mio piano di distruzione."

"Ora che farai?"

"Mah, niente.
 Pensavo di farti buttare giù dal tetto della scuola
 dopo un monologo drammatico o qualcosa del genere."

"Quindi ora sono sul tetto di una scuola, dici?"

"Già. Sull'orlo del tetto, per la precisione."

"Credevo fossi tu la creazione della mia mente e non viceversa, comunque."

"Non c'è una vera risposta a quella domanda a dire il vero.
 E' vero che ti ho creato, ed è anche vero che mi hai creato."

"Come l'uovo e la gallina?"

"Vedi che se vuoi capisci?"

"Non mi servono i commenti di un dio da strapazzo come te."
"E poi comunque, non dovresti sparire? Sei morta. L'hai detto tu stessa."
"..."
"Oh, è davvero sparita."
"Probabilmente non c'è mai veramente stata. Haha..."

O forse esiste ancora, da qualche parte. Credo.

"Comunque sia, è assolutamente vero che mi trovo sull'orlo del tetto di una scuola."

Non potevi buttarti sotto un treno o qualcosa del genere? Buttarsi dal tetto della scuola fa troppo weeaboo.

"Ma io sono giapponese."

Continua a illuderti, weeaboo.

"..."
"Scherzavo."

Non buttarti.

"Heh, pensi davvero che ti ascolterò? Solo perchè sei tu a scrivere la mia storia?"

Pensavo fossi tu a narrare la tua, di storia.

"Ammetto di averci provato. Ma non ne ho visto l'utilità. E' inutile. E' tutto inutile..."

Non ho controllo su di te come credi, sai.

"Beh, non ce l'ho neanch'io il controllo, sai. Chiedi a quella che se n'è appena andata chi è in controllo della propria storia."

Non penso che saprebbe rispondere. E' solo un edificio scolastico, d'altronde. Non ha responsabilità di provare quel che afferma.

"Potrei far prima a dire che ogni storia è completamente inutile. Se non è controllata, è decisamente inutile..."

Foss'anche così, io...

"Mi salverai?"

Io...

"Sono me stesso."
"Hehe..."

E mentre quei pantsu a righe blu oscillano al ritmo scandito dal soffiare del vento, verso una direzione incerta, ma sapendo con assoluta certezza che un giorno toccheranno il terreno...
Io cado, verso quello stesso terreno...
Scintille di fuoco si elevano verso l'alto.
Questo tramonto è così bello...
Si riflette sopra ai pantsu a righe blu, creando un effetto cromatico meraviglioso.
E quell'immagine mi accompagnerà per tutta l'eternità, finchè la luna non mi si mostrerà in tutta la sua bellezza.
Senza che io avessi mai saputo che era così bella.
Un milione, due milioni di anni. Prima che sorga la luna.
Un tempo così immenso, e allo stesso tempo così insignificante, non può che riempire questo cuore di una inspiegabile nostalgia. Riguardante solo ed esclusivamente ciò che non è mai stato.
Per esempio, questo tramonto,
mi chiedo se sia mai realmente avvenuto...
  
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