15/07/2012
2 recensioniC’era solo buio intorno a lui prima d’incontrarla.
Mukuchi ni naruhodo suki yo yasashi sa doushitara mieru no
dakishimete motto tsuyoku atataka na mune wo shinjiru yo
sayonara solitia ashita he.
Quella doveva essere una semplice festa di compleanno. La pace dopo la lotta.
Kokoda l’aveva vista così felice, nel Regno dei dolci. Un sorriso un po’ più grande dei soliti, una gioia a malapena contenibile. E con lei era stato felice anche lui.
Era meraviglioso vederla spalancare gli occhi in quella maniera buffa, leccarsi le labbra e arrossire. Meraviglioso riuscire a scorgere ogni espressione, ogni sfaccettatura di quel viso ancora bambino. Magari farlo per sempre.
Ecco, si, quello sarebbe potuto essere il suo prossimo sogno. Di sicuro. Era l’unica cosa che davvero desiderava. Erano stati quei sorrisi che l’aveva aiutato, trascinandolo fuori dal baratro che l’ospitava. Era stata lei il principio, la colla che li aveva uniti e che ancora ci provava. La sua forza, la sua speranza.
Quello doveva essere un semplice giorni di riposo. Nel loro immaginario l’unica cosa da fare era sedersi, afferrare una fetta di torta e parlare. Solo questo. Ridere, magari, guardarsi e ridere ancora, riportare a galla i ricordi e sorridere.
Voleva vederlo, quel sorriso. Peccato non potesse. Peccato che il buio stesse ritornando. Lontano da lei la luce che l’accompagnava spariva, dissolvendosi nel nulla. Sorrise, Kokoda, il nemico negli occhi e la mente annebbiata. Peccato non essere riuscito a parlarle.
Peccato non averglielo detto; Non avergli confessato che l’amava. Che l’ama dal primo momento che l’ha vista.
Si, peccato. Peccato davvero.
C’è solo buio adesso perché l’ha dimenticata.
Ti amo così tanto che non riesco a parlare, come considererai la mia gentilezza?
Abbracciami forte, io credo nel tuo caldo cuore
Addio solitudine, ora e per sempre.