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Autore: LiberTea    15/07/2012    1 recensioni
"Come sempre, si sentì affogare lentamente in quei due specchi smeraldini. Ne era certo, il peccato, l'inferno, il male stesso, dovevano avere quel colore."
[America x SweetDevil!Inghilterra]
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda, afosa notte d'estate.
Sentiva il sudore imperlargli il viso e scendergli lungo il collo, mentre procedeva a grandi passi lungo la strada.
Intorno a lui il silenzio, interrotto solo dal frinire solitario di un grillo in lontananza e dai suoi passi sulla polvere.
D'altronde, non ci si poteva aspettare altro dalle campagne dell'Hampton Shire.
Infine raggiunse la sua meta. 
La stradina polverosa si biforcava in quattro direzioni a perpendicolo di fronte a lui: un incrocio.
Si portò esattamente al centro del crocevia, certo che nessuna auto sarebbe mai passata di lì, in quel posto dimenticato da Dio.
Sorrise, passandosi una mano tra i capelli biondi. Si sistemò gli occhiali sul naso, e strinse la pistola che aveva appesa alla cintura.
 
"Avanti, fatti vedere e facciamola finita una volta per tutte!"
 
Quando il suo stesso grido spezzò il silenzio, un brivido gli percorse la schiena.
Ma non doveva, e non poteva, lasciarsi intimorire.
Mosse alcuni passi, facendo un giro su sè stesso.
Niente. Nessuno.
Che non volesse mostrarsi? No, impossibile.
Quella era un'occasione troppo irrinunciabile per quel mostro come lo era per lui.
Passarono i secondi. I minuti.
L'ansia e la rabbia cominciavano a farsi irrimediabilmente strada in lui.
 
"Dannazione, so che ci sei. Cosa diavolo aspetti?"
 
Questa volta le sue parole furono quasi un sussurro, rivolto forse più a sè stesso che nemmeno all'entità che sapeva essere nascosta da qualche parte nell'ombra, in attesa.
 
All'improvviso, avvertì un soffio di aria gelida sul collo madido di sudore.
Si voltò di scatto. Ancora nulla, se non la campagna desolata.
Stava gicando con lui. Lo stava mettendo alla prova, per vedere quando i suoi nervi sarebbero ceduti all'angoscia che cercava disperatamente di soffocare.
Strinse i pugni, mordendosi l'interno della guancia finchè non avvertì il sapore rugginoso del proprio sangue sulla lingua.
 
"Ti stai divertendo, vero?! Esci allo scoperto, bastardo!", ringhiò senza più riuscire a contenere la rabbia che provava. Non gli andava di giocare al gatto con il topo; anche perchè in quel caso, lui era il topo. E la cosa non gli piaceva per niente.
 
"Cercavi me, Alfred Jones?"
 
Quella volta non fu lui a parlare, bensì una voce alle sue spalle.
Si voltò all'istante, riconoscendola.
Un ragazzo sulla ventina, un poco più basso di lui, dai capelli biondo cenere.
Indossava un elegante smocking nero.
Notò che gli stava sorridendo in modo affabile. 
E, nonostante sapesse l'effetto distruttivo che avrebbe avuto su di lui quel gesto, lo guardò dritto negli occhi.
Quegli occhi verdi, profondi, meravigliosi, tentatori. Così poco umani.
Come sempre, si sentì affogare lentamente in quei due specchi smeraldini. Ne era certo, il peccato, l'inferno, il male stesso, dovevano avere quel colore.
 
Senza pensarci, caricò la pistola che stringeva nella mano destra e la puntò contro di lui.
 
"Proprio tu. Ce ne hai messo di tempo, stavo cominciando ad arrabbiarmi, Arthur."
 
L'altro scrollò le spalle.
 
"Scusami tanto. Ma mi stavo divertendo troppo a vederti girare su te stesso come una trottola."
 
Alfred sorrise. 
 
"Mi fa piacere che tu ti sia fatto quattro risate. Perchè sai, riderai molto meno quando ti rispedirò dritto all'inferno."
 
L'altro finse un'espressione colpita.
 
"Davvero? E sentiamo, vorresti farlo con quel giocattolino che hai in mano?"
 
Fece un cenno con il capo verso la pistola che Alfred teneva ancora saldamente puntata verso di lui.
 
"Questa volta funzionerà."
 
L'altro rise di gusto. 
Poi prese a camminare lentamente intorno a lui come avrebbe fatto un felino con la prorpia preda, mentre veniva costantemente tenuto sotto tiro.
 
"Sei così ripetitivo, Alfred Jones! Lo dici sempre, e non funziona mai! Il paletto di legno, il pugnale d'argento, l'acquasanta, il cricefisso! I tuoi tentativi di distruggermi sono adorabili, dico sul serio."
 
Stava cominciando ad arrabbiarsi. 
Quel bastardo stava seriamente superando ogni limite.
 
"Sei troppo sicuro te."
 
"Senti da che pulpito."
 
Si guardarono per un lungo istante, in cui entrambi calcolarono la propria mossa successiva nonchè quella della persona che avevano di fronte.
 
"Trasformati.", disse Alfred all'improvviso.
 
Arthur inarcò un sopracciglio. "Perchè dovrei?"
 
"Perchè mi risulterebbe più facile uccidere un demone che non un essere umano. Avanti, assumi il tuo vero aspetto: so che muori dalla voglia di farlo."
 
Arthur lo osservò per un istante. Poi sorrise, e si passò una mano dietro il collo.
 
"Mmh, in effetti è piuttosto faticoso mantenere questa forma. D'accordo allora, goditi lo spettacolo Alfred Jones."
 
Alcuni istanti dopo, un rumore di ossa che si spezzano lacerò l'aria in modo straziante.
Alfred sussultò, vedendo la figura davanti a sè piegarsi e contorcersi su sè stessa.
Era una scena disumana, ma Arthur non emise alcun girdo di dolore mentre due grosse ali nere, simili a quelle di un pipistrello, gli uscivano dalla schiena sbrindellando il tessuto della sua giacca, o mentre un paio di cornini appuntiti sembravano perforargli il cranio.
 
Quando la metamorfosi giunse al termine, il demone si rimise dritto in piedi sorridendo come se nulla fosse.
Ora era davvero l'essere che Alfred conosceva. 
I suoi capelli erano passati dal biondo cenere a un rosso brillante, che notò essere simile a quello della camicia che indossava sotto lo smocking. E poi le ali, le corna. Una coda appuntita che fendeva lentamente l'aria. Lunghe unghie nere simili ad artigli. E, quando socchiuse la bocca, rivelò un paio di denti canini affilati e bianchissimi.
Solo gli occhi, quei magnetici occhi verdi, erano sempre gli stessi.
 
Arthur fece un sospiro di sollievo.
 
"Decisamente molto meglio.", mormorò sbattendo leggermente le ali.
 
Alfred sorrise a sua volta. "Bene, ora possiamo combattere alla pari."
 
Il demone scosse la testa. "Noi non saremo mai alla pari, Alfred Jones. Tu sei solo un patetico essere umano, non dimenticarlo."
 
Un nuovo moto d'ira lo pervase. Ne aveva abbastanza.
 
"Chiudi quella bocca e facciamola finita!", gridò per poi premere finalmente il grilletto. 
 
Il boato causato dallo sparo lo stordì, ma non perse di vista il proiettile che repentino sibilò verso la fronte di Arthur.
Ma con immenso orrore notò che questi riuscì, con uno scatto quasi felino, ad afferrarlo al volo prima che lo colpisse.
Un gemito di delusione uscì involontariamente dalla bocca di Alfred.
 
Il demone sorrise sornione. Aprì la bocca, stava certamente per dire qualcosa, per schernire nuovamente l'ingenuità dell'umano che aveva di fronte, ma qualcosa sembrò fargli cambiare idea, perchè quello che emise fu un grido di dolore.
Aprì di scatto la mano in cui ancora stringeva il proiettile: la pelle che vi era entrata in contatto, era annerita come se fosse stata bruciata.
Lo scagliò a terra con violenza, stringendo l'arto leso.
 
"Cosa diavolo è?!", urlò il demone con rabbia mentre un sorriso soddisfatto appariva sulla bocca di Jones.
 
"Ferro consacrato. Evidentemente ho trovato il tuo punto debole, Arthur."
 
L'altro storse la bocca e assottigliò gli occhi. Lo aveva fatto arrabbiare, e parecchio.
 
"Non riuscirai a rispedirmi all'inferno. Non te lo permetterò mai."
 
Alfred, in tutta risposta, caricò nuovamente la pistola.
Un lampo di paura attraversò il viso del demone, che fece un passo indietro.
Ora i ruoli di preda a cacciatore si erano finalmente invertiti.
 
"Bene bene. Non fai tanto lo stronzo quando hai paura, eh?"
 
"Io non ho paura di te.", sibilò il demone.
 
"Dovresti invece.", disse Alfred prima di sparare un secondo colpo.
 
Questa volta, con un possente battito d'ali, Arthur si librò da terra per scansare quel proiettile per lui letale.
Alfred non fece nemmeno in tempo a maledirlo che il demone gli si fiondò addosso, cercando di strappargli l'arma di mano. 
Rovinarono a terra, nella polvere.
 
"Dammi quella pistola!"
 
Un graffio fendette in profondità il braccio sinistro di Alfred.
 
"Scordatelo, bastardo!"
 
Una gomitata colpì Arthur nello sterno.
 
Seguirono calci, pugni, morsi, imprecazioni.
Nessuno dei due avrebbe mai ceduto, perchè il trionfo dell'uno in quello scontro corpo a corpo significava inesorabilmente la morte dell'altro. Entrambi lo sapevano fin troppo bene, ed erano consapevoli di dover usare tutti i loro assi nella manica per uscirne vivi.
 
Alfred era finalmente riuscito a liberarsi dalla presa ferrea del demone e ad invertire la loro posizione, ora era il turno di Arthur di essere bloccato con la schiena nella polvere e il suo nemico mortale addosso, e stava per assestargli un pugno sul naso quando l'altro con un movimento fluido e repentino, tornò a rispedirlo per terra avventandosi su di lui.
Ma Alfred non fece nemmeno in tempo a pensare alla sua prossima mossa.
Perchè accadde qualcosa che mai, in una situazione del genere, si sarebbe pututo aspettare.
Le bocca di Arthur era ora sulla sua. Contro la sua.
Le fredde labbra del demone stavano divorando le sue con bramosia, in quello che era un bacio animalescho e famelico.
Avvertì le sue zanne acuminate affondargli nel labbro inferiore, e poco dopo avvertì un forte sapore di sangue pervadergli la bocca.
Non riusciva a reagire, ad allontanarlo. Era come una droga, lo stava confondendo, inebriando, rendendolo incapace di pensare ad altro se non a quelle maledette labbra, dandogli la sola facoltà di ricambiarle con una passione indecente.
 
E poi tutto finì.
La bocca di Arthur si allontanò improvvisamente, facendolo gemere di disappunto.
E lentamente l'effetto allucinogeno svanì, la mente ciminciò a tornare lucida, a realizzare quello che era accaduto e a ricordare in quale situazione si trovava.
Ma a riportarlo del tutto alla realtà fu il rumore, a pochi centimetri dal suo volto, del cane di un'arma da fuoco che viene armato.
E allora capì.
   
 
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