La tua bocca sa di menta.
To Danilo,
I just want to be with
you.
Seduta
lì, in mezzo a tutta quella gente che conoscevo,
sì e no, da due ore,
quell'iniziativa mi era sembrata ridicola.
Non giocavo ad "obbligo o verità" da quando avevo dodici
anni.
Da quando, ecco, di baci se ne davano pochi, ma si cercavano
disperatamente.
Mi ero rifiutata. Non volevo giocarci. Eppure ero lì, che
aspettavo di
conoscere l'obbligo che mi spettava, sperando che Giorgia, la ragazza
che aveva
ideato tutto, non ci andasse troppo pesante.
- Bacia...- aveva esordito pensierosa, mordicchiandosi il
labbro
inferiore. I suoi occhi spaziavano, scrutando silenziosamente i volti
dei
presenti, volti in attesa alcuni, impassibili e annoiati altri. - Ecco,
bacia
lui.- concluse infine, indicando un ragazzo seduto al tavolo accanto al
nostro,
intento a fumare, e a scolarsi la terza birra.
Feci per avvicinarmi, con l'aria di chi, di queste sciocchezze non ne
può
più, ma lui mi fece cenno di fermarmi, io obbedii,
lo guardai scavalcare
il suo amico, che istintivamente abbassò la testa
per non essere colpito
da un braccio, o peggio, da una gamba. In men che non si dica me lo
ritrovai
accanto. Alto, fin troppo per i miei gusti; i pantaloni neri gli
ricadevano in
modo sensuale sui fianchi, slanciando la sua figura esile, la camicia
scura
metteva in risalto l'abbronzatura dorata e gli occhi verdi,
supplicavano delle
scuse, mentre aggraziatamente si chinava su di me, e catturava le mie
labbra
tra le sue.
Era, inizialmente un bacio casto, delicato, di quelli che si danno per
gioco
alla migliore amica, eppure, c'era il bisogno, non solo mio, di
approfondire,
prolungare quel contatto inaspettato. Così, goffamente
schiusi le labbra dando
il permesso, alla sua lingua, di entrare.
Iniziò un lento girotondo, che si spostava da una bocca
all'altra.
La sua aveva il sapore della menta fresca, e della sigaretta che aveva
appena
fumato, e sebbene non mi piacesse l'odore di quella, figuriamoci il
sapore, in
quel momento pensai che, forse, avrei dovuto iniziare a
fumare.
Ero totalmente, incondizionatamente presa dalle sue labbra spesse e
morbide,
che imprigionavano le mie, dalle nostre lingue che ballavano
irrazionalmente la
danza più antica del mondo ; piroette di ansimi spezzati, e
arabesque di saliva
condivisa, che seppur mi avessero sparato, tagliato, bruciato o in
qualsiasi
altro mondo ferito, non avrei avvertito nulla.
Ero
inerme, soggiogata
dal suo sapore, mentre la sua lingua esplorava, esitante, ogni
centimetro della
mia bocca. Le sue mani si erano poggiate delicatamente sul mio viso, e
lì dove
i suoi polpastrelli incontravano la mia pelle avvertivo un piacevole
bruciore,
inconsapevolmente io, avevo alzato le braccia e le stavo avvolgendo
intorno al
suo collo scuro, stropicciando il colletto della camicia color
vinaccia. Le mie
dita sfiorarono inavvertitamente la collanina d'oro che gli cingeva
delicatamente il collo, e che rendeva il suo mento marcato,
dannatamente sexy,
poi si intrecciarono inestricabilmente ai suoi capelli neri. L'impeto
della
passione era sempre più forte, le sue mani avevano
abbandonato il mio viso, e
le sue braccia mi cingevano la vita, mentre sempre più
violentemente, mi
attirava a se. Ed io, che non mi ero mai sentita più sicura
in vita mia, avevo
annullato la distanza tra i nostri corpi, facendomi beffa del pudore.
Poi, però, la voce di Giorgia, come un secchio
d'acqua gelida, spezzava
l'incantesimo.
- Ma non si staccano più?! Il gioco dovrebbe andare avanti.
- mormorò irritata.
E così pian piano, feci scivolare la lingua fuori dalla sua
bocca, e con
ultimo, leggero, invisibile bacio, sulle sue labbra perfette, mi
allontanai da
lui.
Mi sentivo svuotata, sola. Come se alla terra fosse stata tolta la
luna, unico
satellite.
- Fatto.- dissi, risedendomi al mio posto, con un'espressione
impassibile sul
volto mi passai la lingua sulle labbra ancora umide. - Contenta? -
Giorgia sbuffò maggiormente irritata dal mio sarcasmo, tra i
fischi e le risate
soffocate degli altri ragazzi.
Poi spostò l'attenzione su Elena.
Mi aspettavo di vederlo sgattaiolare di nuovo al suo posto, appena
ripreso il
giro, con la testa nelle spalle e un sorrisino compiaciuto sul
volto.
E invece, una volta sedutosi al mio fianco, disse: - Ah, comunque, io
sono
Danilo. Molto piacere. - ed allungò la mano destra verso la
mia.
- Sara. Il piacere è tutto mio. - sorrisi, afferrandogli la
mano. La sua
stretta era delicata, proprio come le sue labbra.
Sorridendomi a sua volta, si allungò sul tavolo per
afferrare il suo pacchetto
di sigarette, portandosene una alla bocca, velocemente
l'accese.
Tirava, e cacciava fuori il fumo, senza aspirare, poi di nuovo, la
sigaretta
alla bocca.
Istintivamente allungai la mano, e gliela sfilai dalle labbra. Lui
voltandosi
verso di me, mi domandò : - Tu fumi?! -
Feci segno di no con la testa, mentre cercavo di tirare alla bell' e
meglio,
per evitare figuracce. Lo imitai, cacciando fuori il fumo, senza
aspirare,
mentre sorridendo maliziosamente, aggiunsi : - Ma qualcosa mi dice che
queste
sono buone. -
E, in men che non si dica, le mie labbra si ritrovarono nuovamente
imprigionate.
Salve a tutti.
Prima One-shot scritta per il contest "Kiss Flash Contest." di S.Slappy.
Non è proprio una fanfiction, è solo un scorcio della mia estate, spero vi piaccia.
C'ho messo me stessa.
Fatemi mi auguri, e mi raccomando, fatevi sentire.
Sissi.