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Autore: watereyes    15/07/2012    9 recensioni
Amu Hinamori è una normale ragazza di quindici anni. La sua vita scorre tranquilla, come un paesino svizzero in quelle palle di vetro con la neve finta. Finchè, come un fulmine a ciel sereno, non arriva qualcuno a dare una scossa a quel paesino perfetto. Un nuovo, misterioso vicino di casa...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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23 - I love you

Capitolo 23 - I love you

 

- Non.. non ce la faccio più! – ansimo, arrancando fino alla porta della stanza. Spalanco la porta e mi tuffo –letteralmente- sul letto, scalciando via quegli strumenti di tortura moderna. È un dato di fatto, purtroppo: la bellezza di una scarpa è inversamente proporzionale alla sua comodità.

Ikuto mi si sdraia accanto e mi tira a sé, stringendomi in una morsa per nulla spiacevole.

- In effetti, è stato un po’ stancante.

- Un po’? Cos’è, la fiera dell’eufemismo? – sbadiglio, riaggomitolandomi contro di lui – Non riesco a credere di essere ancora viva.

- Anch’io sono stanco morto, ad essere sincero – sospira Ikuto fra i miei capelli, chiudendo gli occhi.

Cavolo, lui ha ben più ragioni di essere stanco!

Dopo aver organizzato un viaggio simile, sicuramente non vede l’ora di mettersi il pigiama.

- Oh no! – borbotto.

- Cosa? – chiede lui, aprendo a malapena un occhio – Stavo per addormentarmi..

- Devo mettermi il pigiama – spiego io.

- Ecco, adesso sono molto più sveglio! – esclama Ikuto, spalancando gli occhi e rizzandosi a sedere, improvvisamente attento – Ti aiuto?

- Deficiente. Va’ a prendere il tuo, piuttosto.

Con l’aria di un bambino a cui è ap pena stato rifiutato di aprire i regali sotto l’albero, Ikuto si dirige mogio verso la porta – Non vuoi una mano nemmeno per il pezzo sopra? – azzarda malizioso, la mano sulla maniglia.

La scarpa che gli scaglio contro sembra convincerlo a lasciare la stanza in tutta fretta. Mentre mi sfilo l’abito, mi soffermo a studiarlo. Incredibile, è davvero perfetto, aderisce perfettamente alle mie forme, come se fosse fatto su misura. Come diavolo ha fatto Ikuto a trovarlo?!

Proprio in quel momento, Ikuto fa il suo ingresso trionfale in camera.

Devo veramente stare a descrivervi quanto stava bene con solo il pezzo sotto del pigiama? Non penso.

- Ammazza, quanto sei bono – dico senza pensare, imbambolata. Mi sono pure romanizzata.

- Come? -  Ikuto aggrotta le sopracciglia.

Cosa? L’ho detto a voce alta?

- Ehm, volevo dire.. Dove hai trovato un vestito del genere? È perfetto!

Gli mostro l’indumento, mentre Ikuto sorride compiaciuto prima di rispondere:

- E’ stata Yuki. Quando ha saputo che stavo organizzando questa cosa, ha voluto partecipare a tutti i costi. Ha fatto sia il mio che il tuo vestito, mentre sua madre ci ha procurato i biglietti per l’evento.

Ecco perché Ikuto era mezzo nudo quella volta! Yuki gli stava prendendo le misure! Finalmente svelato l’arcano scoppio a ridere, sollevata.

- E io che pensavo ti avesse messo gli occhi addosso!

- L’avrei pensato anch’io fossi stata al tuo posto. Fumio l’ha fatto veramente però. Ed è meglio che la smetta, e anche presto – esclama, scocciato.

- Oh-oh! Qualcuno qui è geloso? – chiedo, maliziosa.

- Parli di me? E di cosa dovrei essere geloso? Sono perfetto, non puoi non volermi!

Ikuto allarga le braccia per far si che lo possa ammirare meglio.

- Ma senti che presuntuoso! – esclamo, scandalizzata.

Purtroppo non potevo certo dargli torto: era veramente perfetto, accidenti a lui!

Approfitto della sua posa stile “Jack sto volando!” come Rose in Titanic e gli lancio addosso un cuscino, centrandolo in piena faccia.

Ikuto mi guarda scioccato.

- Non avresti dovuto farlo, lo sai vero? – sogghigna, con aria malefica.

Indietreggio, intimorita:

- Su dai.. Era uno scherzo innocente! Non prendertela, suvvia – cerco di persuaderlo, continuando ad indietreggiare fino al letto.

- Troppo tardi – dice, raggiungendomi con un balzo felino e dando inizio ad una feroce guerra di cuscini.

Dieci minuti dopo mi accascio sul letto, distrutta.

- Basta, ti prego!

- Ti arrendi?

- Sì, pietà, per favore!

- Ripeti dopo di me: Ikuto è il ragazzo più bello del mondo e io sono incredibilmente fortunata a stare con lui.

Alzo gli occhi al cielo:

- Ikuto è il ragazzo più bello del mondo e io sono incredibilmente fortunata a stare con lui.

- Fumio è un idiota e non andrò mai e poi mai con lui, nemmeno se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra.

- Fumio è un idiota e non andrò mai e poi mai con lui, nemmeno se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra – ripeto obbediente, sorridendo di fronte alla sua evidente gelosia.

- Haruhi è una ragazza fantastica, Ikuto è liberissimo di fare ciò che vuole con lei.

- Haruhi è una ragazza fantastica, Ikutoè liber… Che cosa?! No, questo non lo dico! – esclamo furente, spingendolo via – E se ci provi ti ammazzo!

- Chi è quella gelosa adesso? – chiede retorico, sorridendo compiaciuto.

Se fossi in piedi pesterei i piedi dalla frustrazione.

Dannazione, mi ha fregata di nuovo!

- Ma quanto sei adorabile quando sei gelosa! Ti mangerei – sussurra, mordendomi una spalla.

Sussulto, sto per rispondere per le rime, quando i morsi si fanno più dolci, trasformandosi in baci.

Mmm.. credo che terrò le lamentele per dopo.

 

Apro gli occhi, intontita.

Sento qualcosa stringermi i fianchi.. ma come cavolo ho fatto a dormire così? Che fastidio!

Mi giro e osservo il viso di Ikuto, che dorme placido e rilassato accanto a me.

È così.. un sacco di cose. Così bello, così intelligente, così.. così.

Insomma, che ne so. Però quando lo vedo e sono con lui sento quella strana sensazione al petto, come se qualcuno avesse il mio cuore in mano e lo stringesse per tenerlo caldo.

Scivolo via dalle sua braccia, cercando di non svegliarlo.

Prendo il telefono e chiamo il sevizio in camera per farci portare la colazione. Nell’attesa vado in bagno e mi guardo allo specchio, stentando a riconoscermi: gli occhi sono enormi e luminosi, sembrano due soli, le gote sono arrossate, gli angoli della bocca sono perennemente all’insù.

Ho un’aria.. felice. Sì, sono felice.

Apro la porta al servizio in camera e lo poggio ai piedi del letto.

In che modo sveglio Ikuto?

La parte malvagia di me sta già pensando che quella forchetta e quel piatto possono essere usati anche in altri modi, non solo per mangiare.. Ma poi alzo lo sguardo e lo vedo così tranquillo e rilassato.

Ripenso a tutta la fatica che deve aver fatto e la cura e l’attenzione perché tutto fosse programmato e restasse segreto.. direi che si merita un risveglio di tutt’altro tipo.

Mi stendo dolcemente sul letto e comincio a posargli una scia di baci lungo il collo, la mandibola, il mento, soffermandomi più a lungo e più dolcemente sulle labbra.

- Mmm.. – mugola lui, sbattendo le palpebre e cercando di mettermi a fuoco – Buongiorno – sorride contro le mie labbra, intrappolandomi in un abbraccio che sa ancora di sonno e sprofondando col viso nel mio collo.

- Dormito bene? – mi chiede, continuando a coccolarmi.

- Meravigliosamente, tu?

- È stato così bello svegliarmi con te fra le mie braccia.. voglio continuare a farlo per tutta la vita.

Rimango paralizzata, incredibilmente felice.

Lo bacio ripetutamente, entusiasta.

- Colazione? – propongo.

 

- Allora, dove andiamo oggi? – chiedo, impaziente.

- Vedrai.. ti piacerà da morire.

Ikuto intreccia la sua mano con la mia e mi conduce per le strade di Roma, fino a che non arriviamo presso un ponte.

Cerco informazioni nei meandri della mia mente.. cosa c’è stato su questo ponte? Sono sicura che Costantino centri qualcosa.. poi vedo un luccichio metallico e ogni nozione storica a farsi benedire: questo è Ponte Milvio! Il ponte degli innamorati!

Mi metto a correre, eccitata: il lampione non c’è più, ma ci sono delle catene cui sono attaccati milioni e milioni di lucchetti.

Li guardo, incantata, nelle loro dimensioni più diverse, nei colori e nelle forme più disparati. Così tanti nomi, così tante storie che restano cristallizzate su questo ponte: Katniss e Peeta, Guglielmo e Margherita, Yuki e Kaname, Emma e Max.. così tante persone, di ogni parte del mondo, così tante storie.. sono tutti venuti a fare un tributo, a sancire la forza del loro sentimento e –c’è chi se ne rende conto e chi meno- a prendersi un impegno.

Perché gettando via la chiave di quel lucchetto, facciamo una promessa: che quell’amore sarà per sempre, indistruttbile, invicibile, inseparabile.

Ci vuole follia e coraggio, tanto coraggio, per fare un simile gesto.

Il cuore mi batte all’impazzata, mentre Ikuto mi raggiunge.

Per un po’ di tempo commentiamo i vari lucchetti e scattiamo foto, mentre penso.

Io sono sicura? Me la sento? Ce la faremo? Non sarà sempre facile stare con lui, non è perfetto: a volte si arrabbierà, sarà infelice e triste.. sarò in grado di ingoiare qualche rospo, di consolarlo? E lui, ci riuscirà, con me? È pronto a farlo? Vuole farlo?

Non resisto più, il mio cervello e il mio cuore stanno per scoppiare.

I- kuto? – lo chiamo, un po’ titubante.

Ikuto mi guarda e mi sorride:

- Dimmi, Amu.

- Ehm.. vorresti farlo anche tu? Vorresti mettere un lucchetto? Con me, intendo.

Piacere, Capitan Ovvio.

Ikuto sorride divertito:

- Non aspettavo altro.

- Bene! – esclamo sollevata – Andiamo a comprarne uno, ho visto che ne vendono lì..

Mi dirigo verso una bancarella, ma Ikuto mi blocca, trattenendomi per il polso:

- Amu.

- Sì?

Lo fisso, con aria interrogativa.

- Non abbiamo bisogno del lucchetto.

- Perché? Non vuoi più farlo? – chiedo, delusa.

- Ma no, sciocca – ride – semplicemente perché ce li abbiamo già.

Tira fuori da sotto alla camicia la collana con la chiave.

La fisso, sorpresa, tastandomi il petto e sentendo l’ormai familiare peso del lucchetto contro lo sterno.

- Per tutto questo tempo..? – sussurro, commossa, gli occhi lucidi.

Ikuto mi sorride, un po’ imbarazzato.

- Attacchiamo il lucchetto: i cristalli catturano la luce, facendolo spiccare fra tutti gli altri.

- È bellissimo – dico, la voce un po’ strozzata.

Ci mettiamo di spalle, entrambi tenendo la chiave fra una delle nostre mani.

- Al tre: uno.. due.. tre!!

Lanciamo con forza la chiave all’indietro.

Mi giro in fretta per seguire l’arco che compie in cielo, prima di precipitare nel Tevere.

Guardo il punto in cui è sparita, inghiottita dai flutti, e mi giro verso Ikuto, che sta ancora guardando l’acqua.

- Ikuto.. – lo chiamo.

Lui si gira a guardarmi, interrogativo.

Lo fisso: sono sicura, lui è perfetto, perfetto per me.

- Ti amo.

 

SPAZIO AUTRICE:

Ehm.. c’è nessuno? *particella di sodio*

Lo so, scusatemi, sono vergognosa, non tenterò nemmeno di giustificarmi.

Almeno, vi è piaciuto? Amu ha fatto un atto di grande coraggio secondo me, non è mica così facile dire “Ti amo”. Quindi, un applauso a lei e uno a Ikuto, che è sempre così.. Ikuto. :D

Avete visto i nomi delle coppie? Ahah, due sono famosi, gli altri due no, ma ci sono anch’io lì dentro sapete? Ho fatto una cosa stile Hitchock u.u

E finalmente si è capito il perché di Ikuto mezzo nudo con Yuki! Piuttosto banale, eh?

Sono soddisfatta, perché credo di essere riuscita a mantenere l’effetto sorpresa anche sulla storia del lucchetto e della chiave.. magari non è vero e c’eravate arrivate, ma nessuno me l’ha scritto nelle recensioni.

Bene, spero che vi sia piaciuto :D

Fatemi sapere che ne pensate, e buone vacanze!!

Io domani vado a N.Y.!!! *balla la conga*

Divertitevi e fate follie e cazzate in sicurezza e serietà ahah (?)

   
 
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