Capitolo 23 - I love you
- Non.. non ce la faccio più! – ansimo, arrancando fino alla
porta della stanza. Spalanco la porta e mi tuffo –letteralmente- sul letto,
scalciando via quegli strumenti di tortura moderna. È un dato di fatto,
purtroppo: la bellezza di una scarpa è inversamente proporzionale alla sua
comodità.
Ikuto mi si sdraia accanto e mi tira a sé, stringendomi in
una morsa per nulla spiacevole.
- In effetti, è stato un po’ stancante.
- Un po’? Cos’è, la fiera dell’eufemismo? – sbadiglio,
riaggomitolandomi contro di lui – Non riesco a credere di essere ancora viva.
- Anch’io sono stanco morto, ad essere sincero – sospira Ikuto
fra i miei capelli, chiudendo gli occhi.
Cavolo, lui ha ben più ragioni di essere stanco!
Dopo aver organizzato un viaggio simile, sicuramente non
vede l’ora di mettersi il pigiama.
- Oh no! – borbotto.
- Cosa? – chiede lui, aprendo a malapena un occhio – Stavo per
addormentarmi..
- Devo mettermi il pigiama – spiego io.
- Ecco, adesso sono molto più sveglio! – esclama Ikuto,
spalancando gli occhi e rizzandosi a sedere, improvvisamente attento – Ti
aiuto?
- Deficiente. Va’ a prendere il tuo, piuttosto.
Con l’aria di un bambino a cui è ap pena stato rifiutato di
aprire i regali sotto l’albero, Ikuto si dirige mogio verso la porta – Non vuoi
una mano nemmeno per il pezzo sopra? – azzarda malizioso, la mano sulla
maniglia.
La scarpa che gli scaglio contro sembra convincerlo a
lasciare la stanza in tutta fretta. Mentre mi sfilo l’abito, mi soffermo a
studiarlo. Incredibile, è davvero perfetto, aderisce perfettamente alle mie
forme, come se fosse fatto su misura. Come diavolo ha fatto Ikuto a trovarlo?!
Proprio in quel momento, Ikuto fa il suo ingresso trionfale
in camera.
Devo veramente stare a descrivervi quanto stava bene con
solo il pezzo sotto del pigiama? Non penso.
- Ammazza, quanto sei bono – dico senza pensare, imbambolata. Mi sono pure
romanizzata.
- Come? - Ikuto aggrotta le sopracciglia.
Cosa? L’ho detto a voce alta?
- Ehm, volevo dire.. Dove hai trovato un vestito del genere? È
perfetto!
Gli mostro l’indumento, mentre Ikuto sorride compiaciuto
prima di rispondere:
- E’ stata Yuki. Quando ha saputo che stavo organizzando
questa cosa, ha voluto partecipare a tutti i costi. Ha fatto sia il mio che il
tuo vestito, mentre sua madre ci ha procurato i biglietti per l’evento.
Ecco perché Ikuto era mezzo nudo quella volta! Yuki gli
stava prendendo le misure! Finalmente svelato l’arcano scoppio a ridere,
sollevata.
- E io che pensavo ti avesse messo gli occhi addosso!
- L’avrei pensato anch’io fossi stata al tuo posto. Fumio l’ha
fatto veramente però. Ed è meglio che la smetta, e anche presto – esclama,
scocciato.
- Oh-oh! Qualcuno qui è geloso? – chiedo, maliziosa.
- Parli di me? E di cosa dovrei essere geloso? Sono perfetto,
non puoi non volermi!
Ikuto allarga le braccia per far si che lo possa ammirare
meglio.
- Ma senti che presuntuoso! – esclamo, scandalizzata.
Purtroppo non potevo certo dargli torto: era veramente
perfetto, accidenti a lui!
Approfitto della sua posa stile “Jack sto volando!” come Rose
in Titanic e gli lancio addosso un cuscino, centrandolo in piena faccia.
Ikuto mi guarda scioccato.
- Non avresti dovuto farlo, lo sai vero? – sogghigna, con aria
malefica.
Indietreggio, intimorita:
- Su dai.. Era uno scherzo innocente! Non prendertela, suvvia –
cerco di persuaderlo, continuando ad indietreggiare fino al letto.
- Troppo tardi – dice, raggiungendomi con un balzo felino e
dando inizio ad una feroce guerra di cuscini.
Dieci minuti dopo mi accascio sul letto, distrutta.
- Basta, ti prego!
- Ti arrendi?
- Sì, pietà, per favore!
- Ripeti dopo di me: Ikuto è il ragazzo più bello del mondo e
io sono incredibilmente fortunata a stare con lui.
Alzo gli occhi al cielo:
- Ikuto è il ragazzo più bello del mondo e io sono
incredibilmente fortunata a stare con lui.
- Fumio è un idiota e non andrò mai e poi mai con lui, nemmeno
se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra.
- Fumio è un idiota e non andrò mai e poi mai con lui, nemmeno
se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra – ripeto obbediente, sorridendo di
fronte alla sua evidente gelosia.
- Haruhi è una ragazza fantastica, Ikuto è liberissimo di fare
ciò che vuole con lei.
- Haruhi è una ragazza fantastica, Ikutoè liber… Che cosa?! No,
questo non lo dico! – esclamo furente, spingendolo via – E se ci provi ti
ammazzo!
- Chi è quella gelosa adesso? – chiede retorico, sorridendo
compiaciuto.
Se fossi in piedi pesterei i piedi dalla frustrazione.
Dannazione, mi ha fregata di nuovo!
- Ma quanto sei adorabile quando sei gelosa! Ti mangerei –
sussurra, mordendomi una spalla.
Sussulto, sto per rispondere per le rime, quando i morsi si
fanno più dolci, trasformandosi in baci.
Mmm.. credo che terrò le lamentele per dopo.
Apro gli occhi, intontita.
Sento qualcosa stringermi i fianchi.. ma come cavolo ho
fatto a dormire così? Che fastidio!
Mi giro e osservo il viso di Ikuto, che dorme placido e
rilassato accanto a me.
È così.. un sacco di cose. Così bello, così intelligente,
così.. così.
Insomma, che ne so. Però quando lo vedo e sono con lui sento
quella strana sensazione al petto, come se qualcuno avesse il mio cuore in mano
e lo stringesse per tenerlo caldo.
Scivolo via dalle sua braccia, cercando di non svegliarlo.
Prendo il telefono e chiamo il sevizio in camera per farci
portare la colazione. Nell’attesa vado in bagno e mi guardo allo specchio,
stentando a riconoscermi: gli occhi sono enormi e luminosi, sembrano due soli,
le gote sono arrossate, gli angoli della bocca sono perennemente all’insù.
Ho un’aria.. felice. Sì, sono felice.
Apro la porta al servizio in camera e lo poggio ai piedi del
letto.
In che modo sveglio Ikuto?
La parte malvagia di me sta già pensando che quella
forchetta e quel piatto possono essere usati anche in altri modi, non solo per
mangiare.. Ma poi alzo lo sguardo e lo vedo così tranquillo e rilassato.
Ripenso a tutta la fatica che deve aver fatto e la cura e l’attenzione
perché tutto fosse programmato e restasse segreto.. direi che si merita un
risveglio di tutt’altro tipo.
Mi stendo dolcemente sul letto e comincio a posargli una
scia di baci lungo il collo, la mandibola, il mento, soffermandomi più a lungo
e più dolcemente sulle labbra.
- Mmm.. – mugola lui, sbattendo le palpebre e cercando di
mettermi a fuoco – Buongiorno – sorride contro le mie labbra, intrappolandomi
in un abbraccio che sa ancora di sonno e sprofondando col viso nel mio collo.
- Dormito bene? – mi chiede, continuando a coccolarmi.
- Meravigliosamente, tu?
- È stato così bello svegliarmi con te fra le mie braccia..
voglio continuare a farlo per tutta la vita.
Rimango paralizzata, incredibilmente felice.
Lo bacio ripetutamente, entusiasta.
- Colazione? – propongo.
- Allora, dove andiamo oggi? – chiedo, impaziente.
- Vedrai.. ti piacerà da morire.
Ikuto intreccia la sua mano con la mia e mi conduce per le
strade di Roma, fino a che non arriviamo presso un ponte.
Cerco informazioni nei meandri della mia mente.. cosa c’è
stato su questo ponte? Sono sicura che Costantino centri qualcosa.. poi vedo un
luccichio metallico e ogni nozione storica a farsi benedire: questo è Ponte
Milvio! Il ponte degli innamorati!
Mi metto a correre, eccitata: il lampione non c’è più, ma ci
sono delle catene cui sono attaccati milioni e milioni di lucchetti.
Li guardo, incantata, nelle loro dimensioni più diverse, nei
colori e nelle forme più disparati. Così tanti nomi, così tante storie che
restano cristallizzate su questo ponte: Katniss e Peeta, Guglielmo e
Margherita, Yuki e Kaname, Emma e Max.. così tante persone, di ogni parte del
mondo, così tante storie.. sono tutti venuti a fare un tributo, a sancire la
forza del loro sentimento e –c’è chi se ne rende conto e chi meno- a prendersi
un impegno.
Perché gettando via la chiave di quel lucchetto, facciamo
una promessa: che quell’amore sarà per sempre, indistruttbile, invicibile,
inseparabile.
Ci vuole follia e coraggio, tanto coraggio, per fare un
simile gesto.
Il cuore mi batte all’impazzata, mentre Ikuto mi raggiunge.
Per un po’ di tempo commentiamo i vari lucchetti e scattiamo
foto, mentre penso.
Io sono sicura? Me la sento? Ce la faremo? Non sarà sempre
facile stare con lui, non è perfetto: a volte si arrabbierà, sarà infelice e
triste.. sarò in grado di ingoiare qualche rospo, di consolarlo? E lui, ci
riuscirà, con me? È pronto a farlo? Vuole
farlo?
Non resisto più, il mio cervello e il mio cuore stanno per
scoppiare.
I- kuto? – lo chiamo, un po’ titubante.
Ikuto mi guarda e mi sorride:
- Dimmi, Amu.
- Ehm.. vorresti farlo anche tu? Vorresti mettere un lucchetto?
Con me, intendo.
Piacere, Capitan Ovvio.
Ikuto sorride divertito:
- Non aspettavo altro.
- Bene! – esclamo sollevata – Andiamo a comprarne uno, ho
visto che ne vendono lì..
Mi dirigo verso una bancarella, ma Ikuto mi blocca,
trattenendomi per il polso:
- Amu.
- Sì?
Lo fisso, con aria interrogativa.
- Non abbiamo bisogno del lucchetto.
- Perché? Non vuoi più farlo? – chiedo, delusa.
- Ma no, sciocca – ride – semplicemente perché ce li abbiamo
già.
Tira fuori da sotto alla camicia la collana con la chiave.
La fisso, sorpresa, tastandomi il petto e sentendo l’ormai
familiare peso del lucchetto contro lo sterno.
- Per tutto questo tempo..? – sussurro, commossa, gli occhi
lucidi.
Ikuto mi sorride, un po’ imbarazzato.
- Attacchiamo il lucchetto: i cristalli catturano la luce,
facendolo spiccare fra tutti gli altri.
- È bellissimo – dico, la voce un po’ strozzata.
Ci mettiamo di spalle, entrambi tenendo la chiave fra una
delle nostre mani.
- Al tre: uno.. due.. tre!!
Lanciamo con forza la chiave all’indietro.
Mi giro in fretta per seguire l’arco che compie in cielo,
prima di precipitare nel Tevere.
Guardo il punto in cui è sparita, inghiottita dai flutti, e
mi giro verso Ikuto, che sta ancora guardando l’acqua.
- Ikuto.. – lo chiamo.
Lui si gira a guardarmi, interrogativo.
Lo fisso: sono sicura, lui è perfetto, perfetto per me.
- Ti amo.
SPAZIO AUTRICE:
Ehm.. c’è nessuno? *particella di sodio*
Lo so, scusatemi, sono vergognosa, non tenterò nemmeno di
giustificarmi.
Almeno, vi è piaciuto? Amu ha fatto un atto di grande
coraggio secondo me, non è mica così facile dire “Ti amo”. Quindi, un applauso a
lei e uno a Ikuto, che è sempre così.. Ikuto. :D
Avete visto i nomi delle coppie? Ahah, due sono famosi, gli
altri due no, ma ci sono anch’io lì dentro sapete? Ho fatto una cosa stile
Hitchock u.u
E finalmente si è capito il perché di Ikuto mezzo nudo con
Yuki! Piuttosto banale, eh?
Sono soddisfatta, perché credo di essere riuscita a
mantenere l’effetto sorpresa anche sulla storia del lucchetto e della chiave..
magari non è vero e c’eravate arrivate, ma nessuno me l’ha scritto nelle
recensioni.
Bene, spero che vi sia piaciuto :D
Fatemi sapere che ne pensate, e buone vacanze!!
Io domani vado a N.Y.!!! *balla la conga*
Divertitevi e fate follie e cazzate in sicurezza e serietà
ahah (?)