Vampire
Dopo
essersi dedicato al suo blog, John decretò che era ora di
concedersi una pausa.
Si alzò dalla poltrona, si diresse in cucina e si
preparò un tè.
Appoggiato
a un mobile, stava per portare la tazza alla bocca quando Sherlock,
avendo deciso
di aver voglia di tè, si sollevò dal divano in
salotto e gli si avvicinò.
Cercò
di prendergli la tazza dalle mani, ma John, non disposto a cedere alle
insistenze infantili di Sherlock, la strinse più forte e non
la mosse di un
millimetro dalla sua bocca.
La
tazza, giustamente irritata da quell’infinito strapazzamento,
preferì fare in
modo di cadere e rompersi. Accortisi del danno ormai irrimediabile, i
due
uomini risero. Sherlock pensò che John era buffissimo e desiderabile, con il collo bagnato di un
po’ della bevanda che era
caduta: portò la bocca sul suo collo e lo baciò e
lo leccò. Aveva ancora voglia di
tè.
E la tazza gemella smise il
lutto, a favore dell’euforia che le provocò il
pensiero che, visto il metodo
alternativo di prendere il tè che avevano scoperto, da quel
momento in poi
sarebbe rimasta comodamente a prendere la polvere nel mobile, piuttosto
che
partecipare ai litigi dei due innamorati.