Fanfic su artisti musicali > SHINee
Ricorda la storia  |       
Autore: Phanty_Minnie    16/07/2012    5 recensioni
...Per alcuni quindi ero la puttana repressa…per altri ero l’angelo innocente. Io…non ero nessuno dei due...[cap-1]
2min
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi...di nuovo. Allora...premessa, anche qui sono stata a decidere per quasi un mese se pubblicarla o no, alla fine era li buona buona e per l'ennesima volta mi son detta "ma si, proviamo u.u" . Visto che sono una pazza visionaria, anche qui sono partita da un video---> 
http://www.youtube.com/watch?v=8-GQNvCjX6E probabilmente ho visto solo io quello che viene descritto nella prima parte della fic, quindi niente, lo metto giusto come indicazione ^^. Al minuto 0.25 ho notato uno strano movimento del ballerino...e da li è partito tutto...ok, la smetto, spero vi piaccia...vi lascio anche il rallenty (si scrive così? ò.o del video http://www.youtube.com/watch?v=P_hMWucqLW8 . Sarà una 2min ovviamente ^^
Ok, vi lascio alla lettura ^^

Il punto di vista è interamente di Taemin


Avevamo vinto. Noi, gli SHINee, avevamo vinto di nuovo il Music Bank, tutto merito di Lucifer. Non potevo sperare in una canzone migliore per il comeback, ed ogni volta che salivo sul palco per cantarla e ballarla, non sapevo se ridere o piangere di gioia. Ritirammo il premio, la folla era in delirio e lo eravamo anche noi. Improvvisammo tutti insieme una danza pazza, ridendo e scherzando. Ci abbracciavamo, leggendo gli uni negli occhi degli altri la soddisfazione e la stima reciproca per aver raggiunto quell’obiettivo. Io non riuscivo a non saltare, sorridere e scherzare con i miei amici, ormai diventati la mia famiglia. Si alzò un boato generale quando lo studio venne riempito dalle note iniziali di Lucifer e noi, piacevolmente sconcertati ci posizionammo in fila, piegandoci leggermente sulle ginocchia e poggiando le mani su quest’ultime, assumendo tutti la stessa posizione. Sentii una presenza dietro di me, e notai con la coda dell’occhio i ballerini che si erano accostati dietro di noi, ma cercai di non farci caso, non volevo aver paura anche sul palco, anzi era l’unico posto dove ormai mi sentivo tranquillo. Cercai quindi di non pensarci, iniziando a concentrarmi sulle prime note della canzone, fissando l’orizzonte e muovendo istintivamente la testa a tempo di musica…così, ripresi a sorridere. Intonammo la canzone, seguiti da tutte quelle persone che ci incitavano, che ci amavano e che erano contente quanto noi se non di più per la nostra vittoria. Ondeggiavo sulle gambe, guardandomi intorno, seguendo il ritmo, sorridendo fin quando non sentii qualcosa toccarmi un fianco. Successe tutto velocemente, mi irrigidii appena e poco dopo a quel tocco se ne unii un altro, qualcosa che non doveva esserci velocemente mi sbattè sul fondo schiena, in un movimento che risultava osceno al solo pensiero. La voce si perse in gola facendomi saltare qualche strofa…riuscii solo a pensare “per favore…non di nuovo…”. Non sapendo cosa fare mi girai verso Minho con occhi supplichevoli, lui come se potesse sentirmi si girò a guardarmi, proseguendo poi dietro di me, dove quel ballerino riprese a far finta di niente. Lo sguardo di Minho non potrò mai dimenticarlo, era carico d’ira, ira ed incredulità da tenere a bada su un palco durante un’esibizione, ira che in quella situazione poteva solo venir fuori cantando e ballando davanti alla platea. Mi misi dritto facendo finta di nulla, riprendendo come potevo ad incitare il pubblico e a sorridere. Mentre avanzavo sul palco, per un secondo il mio viso si spense, sospirai piano e ricordai tutte le volte che  mi ero sentito sporco, umiliato e privato della mia dignità. Ma forse, prima di continuare sarebbe meglio fare un passo indietro e spiegare come ci sono arrivato a sentirmi così.

Tre anni da quando gli SHINee erano nati, tre anni di cambiamenti. Non starò a raccontarvi di come pian piano siamo diventati una famiglia, o di quanto abbiamo lavorato sodo per essere sempre al meglio, questa volta vi parlerò di come è cambiato il nostro aspetto. Si, il nostro aspetto fisico, e se anche può sembrare un discorso banale, credo sia il motivo principale per il quale mi trovavo in quella situazione. Debuttammo come un gruppo di ragazzi normali, semplici, senza intaccare il nostro aspetto o il nostro essere. Eravamo tutti adolescenti, piccoli, con ancora un corpo ed un aspetto vero e proprio da sviluppare. Il tempo passava, noi iniziammo a farci conoscere e la S.M., la nostra agenzia, iniziò ad investire su di noi. Quando diventi un idol, quando decidi di esserlo, dai carta bianca alla tua agenzia riguardo il tuo aspetto, era sottointeso. Tu lavori per loro, loro decidono per te. Io non l’ho mai visto propriamente come un lavoro ma come una passione, quindi cosa mi importava di come dovevo vestirmi o come dovevo portare i capelli? Quindi passò così il tempo, cambiando look la media di due volte l’anno, fino ad arrivare alla preparazione del comeback, alla rivoluzione di noi stessi per Lucifer. Segnò un passo importante, un cambiamento radicale. Ma fondamentalmente siamo stati noi a cambiare, eravamo cresciuti come è normale che sia, e da bambini iniziammo pian piano a prendere le sembianze di uomini. Fu in quel periodo che iniziarono i miei problemi. Le persone che ci circondavano iniziarono a fare battutine sul mio aspetto, su quanto fossi diventato grazioso, su quanto avessi un corpo esile, su quanto avessi un viso delicato, su quanto quei capelli lunghi mi stessero tremendamente bene, tanto da farmi sembrare…una ragazza. Certo, il mio comportamento non ha aiutato affatto, mi imbarazzavo ogni volta e sorridevo nascondendomi, ma cosa avrei dovuto dire? Anzi, cosa avrei dovuto fare? Il mio aspetto è quello, il corpo anche, i capelli non li ho decisi io…a volte anche se mi costa vergogna dirlo, desideravo con tutto me stesso urlarlo al mondo

“HO UNA COSETTA TRA LE COSCE CHE LE RAGAZZE NON HANNO, QUINDI SMETTETELA! O VOLETE VEDERLO PER ESSERNE SICURI???”.

Ma un tale comportamento non è da me, e come arrivava quel pensiero, subito dopo se ne andava. Iniziai anche a trovarlo divertente ad un certo punto, quando una “collega” disse che ce l’aveva con me perché ero più carino di lei. Andiamo, come potevo prendere seriamente una cosa del genere? Fu quando gli occhi che mi si puntavano addosso divennero strani che iniziai a capire che forse qualcosa non quadrava. La gente può additarti in men che non si dica, e senza accorgermene diventai lo zimbello di turno. Anzi…la puttana della situazione, è così che mi sentivo. Iniziarono con gli sguardi divertiti e i commenti silenziosi. Il primo lo sentii prima di salire sul palco per le prove. Mi girai istintivamente a quella frase:

“Che bel culetto eh?”.

Erano due addetti alle luci, e appena incontrai i loro sguardi scoppiarono a ridere guardandosi. Feci finta di nulla, convincendomi che non si trattasse di me. La seconda volta fu nello Show televisivo…parlavo con il regista, e la sua mano che mi accarezzò i capelli per vederne la lunghezza…non fu propriamente casta. Quella volta scappai, iniziando a credere che fossero tutti impazziti. La terza volta successe prima di uno spettacolo, non so sinceramente quelle due persone che ruolo avessero li dietro le quinte, ma iniziarono un dibattito su quanto fossi “fattibile” se fossi stato una ragazza. Peccato però, che io li sentii, non riuscendo ancora una volta a credere alle mie orecchie, sentendomi imbarazzato e sbagliato. Poi…fu un continuo. Continue battutine, continue risate, continui sguardi perversi…iniziai a pensare che ero circondato da persone con gusti sessuali non propriamente definibili ed in totale crisi ormonale. Anche questa idea fu ben presto però smentita. Stavo attraversando il corridoio dei camerini, incrociai due ballerini, sorrisi per salutarli ed il momento che mi superarono uno mi pizzicò il sedere prima di lasciarci una pacca sopra. Mi si tolse il respiro, mi girai di scatto e li fissai aggrottando le sopracciglia. Fu la risposta di uno di loro a farmi capire veramente come stavano le cose

“E dai Minnie, non fare quella faccia, lo sappiamo che ti piace…”

Scoppiarono a ridere e si allontanarono, lasciandomi con lo sguardo vuoto ed il respiro affannato. Da li capii che per loro, per tutti loro…era solo divertimento. Pensavano mi piacesse farmi trattare così, pensavano che avendo un aspetto del genere mi piacesse passare per la puttanella di turno, per la checca in calore…in quel momento, la mia dignità mi abbandonò lasciandomi in preda alla paura. Si, io avevo paura. Avevo paura di quegli sguardi, di quelle battutine e persino che qualcuno mi toccasse, perché non sapevo come tirarmene fuori. Voi vi chiederete, ed i tuoi amici? I miei amici erano all’oscuro di tutto, non vedevano mai nulla perché ero io che vedevo troppo di quello che succedeva alle mie spalle. Forse avrei potuto parlargliene ma…avevo anche paura stessi esagerando. Chiunque poteva rispondermi: “Non farla più grande di quello che è, sono solo degli scherzi!” e io non avrei potuto dire nulla, perché effettivamente nessuno mi aveva mai messo le mani addosso “in quel senso”. La cosa che mi faceva più male, era l’opposta considerazione che le persone avevano di me. Per alcuni quindi ero la puttana repressa…per altri ero l’angelo innocente. Io…non ero nessuno dei due. Innocente non credo di esserlo mai stato…insomma, è ridicolo no? Come puoi arrivare a 18 anni senza aver mai fatto dei pensieri non propriamente casti? Inizia ad essere proprio un bisogno fisico ad un certo punto, non so se mi spiego. Eppure a quanto pare sembra che una persona come me, vai a capire poi il perché, non possa avere delle…voglie. Ero il bambino innocente, il ballerino fenomenale e il dolcissimo maknae degli SHINee. E’ vero, il mio comportamento spesso risultava infantile, mi divertivo per esempio a fare continui scherzi agli altri del gruppo, non mi arrabbiavo mai ed ero sempre pronto a sorridere. Ma c’era dell’altro, e su quel palco, dopo quello che successe, qualcosa si ruppe dentro di me, ero arrivato al limite della sopportazione, chiedendo così aiuto a Minho senza pensarci. Quando infatti si accorse della scena dopo il mio cercare il suo sguardo, oltre all’ira notai incredulità, e mentre continuavo a cantare, non potevo fare a meno di pensare a quando mi avrebbe chiesto spiegazioni, a come si sarebbe arrabbiato a quel gesto così inaccettabile. Lui con il suo fare protettivo avrebbe fatto succedere il finimondo…ed io tremavo al solo pensiero. Avrei dovuto confidarmi con i miei amici, raccontargli tutto, e forse dopo quell’episodio sul palco non avrebbero potuto pensare che fossero solo scherzi, in quel caso si era andati ben oltre. La cosa che mi spaventava di più però devo essere sincero…era affrontare certi discorsi con loro. Avremmo dovuto toccare in qualche modo l’argomento “sessualità” ed io forse non ero ancora pronto. E qui ritorniamo al discorso dell’essere ingenuo ed innocente. Sono entrato nella SM che ero praticamente un bambino, vivendo gli anni della mia adolescenza a stretto contatto con quattro ragazzi…direi che dire che ad un certo punto iniziai a sentirmi “confuso” è dire poco. Non ho mai disdegnato le ragazze, anzi, ricordo che quando ero a scuola un periodo presi una cotta per una mia compagna di classe, me lei non mi guardava nemmeno, ero considerato una mezza specie di sfigato. Però, nel pieno della mia crisi ormonale…mi sono ritrovato a fare pensieri non propriamente casti sui miei Hyung. Mi vergogno da morire a ripensarci, ma li trovavo tutti tremendamente belli, e fu colpa di Jonghyun se iniziai a fare certi pensieri. Eravamo appena tornati dalle prove e dovevamo sbrigarci a lavarci e prepararci tutti poichè ci aspettavano in radio. L’ultimo che doveva ancora farsi una doccia ero io, e Jong sembrava avesse fatto un patto di sangue col bagno perché non voleva saperne di uscire. Bussai urgente, sapendo di essere in tremendo ritardo. La porta si aprì e la voce di Jong mi raggiunse mentre entravo. Lo trovai concentrato davanti allo specchio

“Scusa ma non riesco a sistemare questi maledettissimi capelli! Tu intanto fatti la doccia o faremo tardi”

Mentre parlava…io involontariamente iniziai ad osservarlo bene. Aveva solo un asciugamano in vita, e le braccia in alto per sistemare i capelli tiravano ogni singolo muscolo. Iniziai a fare pensieri che non dovevo fare, sentendomi avvampare e girare la testa. Qualche brivido mi percorse la schiena e tutto il corpo, facendomi sospirare e socchiudere gli occhi per quel quasi dolce torpidìo, mentre involontariamente mi poggiai con la schiena alla porta. Jong se ne accorse e mi guardò preoccupato

“Min stai bene? Sei rosso in viso, veloce a fare la doccia, non vorrei che ti ammalassi!”

Io annuii lentamente, ma poi pensai al problemino che avevo all’altezza del bacino, e senza dire nulla uscii dal bagno lasciandolo probabilmente interdetto davanti allo specchio. Quella sera mi diedi per malato, non andai alla trasmissione radio e…mi toccai pensando a lui. Poi piansi, piansi tanto perché non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, perché un mio amico entrò a far parte delle mie fantasie più nascoste e questo, mi sembrava tremendamente sbagliato. Mi convinsi infondo che erano solo fantasie, era solo attrazione, era solo una reazione del mio corpo al fatto che vivessi in stretto contatto con quattro ragazzi negli anni in cui il mio corpo necessitava di una ragazza o di un qualcuno accanto. Così, continuando a stamparmi un sorriso in faccia superai anche quella crisi senza parlarne con i miei amici, ma continuando ad “usarli” nelle mie fantasie. Si, è orribile da dire, ma fu proprio quello che successe. L’unica persona che non ha mai fatto parte delle mie fantasie…fu proprio Minho, quindi mi sentii doppiamente imbarazzato quando capitandomi lui di fianco, dovette assistere a quella scena su quel palco. Provavo nei suoi confronti un senso di vergogna immotivato, avevamo un bellissimo rapporto, ci capivamo con un solo sguardo ma certi argomenti…con lui non sono mai riuscito a farli. Fatto sta che finimmo di cantare Lucifer nel migliore dei modi, rimanemmo sul palco per salutare tutti per bene e lentamente ci dirigemmo dietro le quinte. La mia ansia cresceva, l’incubo sarebbe iniziato…

 



Eccoci ç_ç Devo dire che ho trovato molta difficoltà anche a dargli un genere, un pairing e addirittura un titolo, per me avrei messo GENERE: Sclero PAIRING: Arcobaleno TITOLO: La mia mente visionaria...
Okok vi lascio, spero mi facciate sapere cosa ne pensate, ne sarei felicissima ç_ç
Un bacione <3
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Phanty_Minnie