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Autore: itsinthescars    16/07/2012    0 recensioni
"Sempre così andava. Sempre.
Lei si affezionava e gli altri la abbandonavano. Lei si fidava e gli altri la deludevano. E lei non sapeva mai se fosse colpa sua o degli altri. Ma andiamo, chi voleva prendere in giro? Non era mai stata colpa degli altri. Era sempre stata sua, sempre e solo sua. Dopotutto, chi avrebbe mai voluto essere amico di un mostro?"  
Prima fan fiction. abbiate pietà di me.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«I'm just one of those ghosts
Travelling endlessly
Don't need no road
In fact they follow me

And we just go in circles
Now I'm told that this life
And pain is just a simple comprimise
And we can get what we want out of it
»
 
Misguided Ghosts – Paramore

 
 
Beh, su una cosa aveva avuto ragione, Komui voleva parlarle, ma non avrebbe mai immaginato che tre quarti d’ora dopo da quando lei era lì ad aspettarlo insieme a lui ci sarebbe stato anche Allen. Non era pronto a rivederlo. Non sapeva come aveva reagito alla sua scomparsa, e per giunta, non sapeva neanche come avesse reagito al suo ritorno. Se ne stavano lì, fermi ad osservarsi. Gli occhi del ragazzo la scrutavano in lungo e in largo, per assicurarsi che fosse ancora tutta intera. E gli occhi della ragazza facevano lo stesso.
Entrambi erano cresciuti, ma la ragazza rimaneva comunque più bassa di Allen per una decina di centimetri, infatti gli arrivava all’altezza del naso. I capelli le erano cresciuti, e ora le arrivavano al sedere, gli occhi erano esattamente come li ricordava. Rosso intenso. Lo stesso colore del sangue. Arrivato alla stella che come lui, la ragazza aveva sull’occhio sinistro, si bloccò e a stento riuscì a mascherare lo stupore. La stella era diventata completamente nera e anche un po’ più grande di quanto lui ricordasse. Allen invece, era sempre più alto di lei, più robusto di un tempo e con la cicatrice che spiccava sull’occhio sinistro. L’unica cosa che l’aveva lasciata interdetta per un attimo era stato il braccio. Molto diverso da come lo avevo visto l’ultima volta. Certo, Marian gliene aveva parlato dell’evoluzione dell’innocence del ragazzo, ma l’aveva comunque lasciata interdetta.
«Scarlett...» la voce del ragazzo la riportò alla realtà e quando fece una passo avanti rimase letteralmente pietrificata. E se avesse voluto attaccarla? Avrebbe avuto il coraggio di difendersi? Già il fatto che non l’avesse uccisa subito era una cosa buona, ma forse si era salvata solo perché il ragazzo era rimasto scioccato dal suo ritorno.
La ragazza non ebbe comunque il tempo di porsi altri quesiti che si ritrovò tra le braccia dell’albino. La ragazza era scioccata. La stava abbracciando. Questo significava che non la odiava? Che non voleva... ucciderla?
«Scarlett... sei viva, non ci credo, pensavo... pensavo di averti persa per sempre. Stai bene, sei tornata. Io... io, mi dispiace, non ti ho protetto, non so da cosa avrei dovuto proteggerti di preciso, ma avrei dovuto farlo, ti prego, perdonami, è tutta colpa mia. per favore, ti supplico, non te ne andare più... per favore». Disse il ragazzo di getto. Dire che l’esorcista fosse scioccata era poco. Davvero credeva che fosse colpa sua? Quando poi lui era l’unico che non centrava niente?
«Allen… - lo richiamò la giovane, e appena vide che l’albino stava per interromperla lo fermò. – Allen, basta. Non è colpa tua. Non è assolutamente colpa tua» e detto questo, il ragazzo la stritolò di nuovo in un abbraccio.
«siamo in vena di coccole oggi, eh? »
«zitta e fatti abbracciare» fu la risposta invece del giovane esorcista. E la ragazza rise, come non rideva da tempo. La sua era una risata vera. Il caposezione era sconvolto, non aveva mai visto Scarlett comportarsi così e, in fondo, sapeva che non sarebbe durata molto questa  felicità dovuta all’incontro con Allen.
«Scarlett, Lvellie ha saputo che sei qui». s’intromise il caposezione.
«immaginavo. Morivi dalla voglia di chiamarlo, eh? »
«Non sono stato io, è stato avvertito dall’ispettore Howard Link» rispose il caposezione come a volersi scusare.
«ah si, lui, è quello incaricato di seguire Allen, no? » rispose la ragazza mentre contemporaneamente l’albino chiedeva  «Link? E lui come fa a sapere di Scarlett?»
«l’ha vista ieri sera» rispose il caposezione.
«In ogni caso, cosa ha intenzione di fare Lvellie?» chiese la ragazza sviando il discorso su cose più importanti al momento.
«non ne ho idea, davvero». Disse Komui con tono rassegnato.
«Perfetto proprio, dovrò aspettarmi di tutto allora» Allen in tutto questo, non riusciva a capirci niente. Cosa centrava ora Lvellie? Una cosa però la sapeva, se c’era lui di mezzo niente sarebbe stato facile.
«potete andare, a te Scarlett ti farò sapere per la missione» li congedò il caposezione.
«Va bene, andiamo Allen».
I due ragazzi si avviarono. che fame, pensò la ragazza, e lo stomaco, come richiamato dagli stessi pensieri brontolò. L’albino soffocò una ristata.
«hai fame?» la ragazza sorrise imbarazzata. «Un po’» strano, pensò, stava sorridendo. Ed era tutto merito di Allen, l’esorcista le aveva sempre fatto questo effetto “calmante” ma mai così. Si rese conto che l’incontro con lui era la cosa che più la spaventava, e la consapevolezza di averlo superato le aveva tolto un bel peso dal petto.
«beh, sono le sette, se andiamo adesso scommetto che troveremo Jerry che già cucina» la informò l’amico.
«Cosa… cosa è successo mentre… non c’ero?» la ragazza era un po’ titubante, ma sapeva che Allen era l’unica persona a cui avrebbe potuto fare una domanda del genere.
«beh... sono successe un bel po’ di cose, ora abbiamo dei nuovi compagni, Miranda, Chaoji e Timothy,l’innocence di Linalee si è evoluta ed ora è di tipo cristallo, non sono sicuro di aver capito bene cosa significhi ma è come se ora sia nel suo sangue. Anche la mia innocence si è evoluta, ho preso il controllo dell’arca del conte e dentro di me c’è...» l’albino si bloccò, e Scarlett capì subito a cosa si riferiva.
«Lo so già, non c’è bisogno che tu me lo dica, tranquillo» lo rincuorò l’amica. L’espressione di Allen si fece sofferente. «Scarlett, perché te ne sei andata?» la ragazza sapeva che l’Ordine non avrebbe mai ammesso i propri errori e portato avanti chissà quale storia nella quale era lei, di sua spontanea volontà ad abbandonare tutto e sparire per cinque anni. E la faceva imbestialire ancora di più vedere Allen così, convinto che avesse deciso lei. Convinto di avergli provocato tutto quel dolore di proposito. Il ragazzo si era sentito abbandonato. Conosceva Scarlett meglio di quanto conoscesse se stesso e sapere che se ne era andata, così, da un giorno all’altro senza neanche salutarlo o dirgli qualcosa l’aveva fatto sentire tradito. Anche se nel suo cuore sapeva che la ragazza non se ne sarebbe mai andata così, di punto in bianco, senza neanche un valido motivo. E in effetti dopo quella fatidica missione, quando aveva temuto seriamente di perderla per sempre, le cose erano cambiate. Lei era cambiata. Ma aveva attribuito questo allo shock di essere quasi morta e dell’essere stata maledetta. Non avrebbe mai pensato che c’era sotto qualcosa di molto più doloroso. La ragazza invece, quando seppe che sarebbe stata allontanata dall’Ordine immediatamente si sentì come se migliaia di pezzi di ghiaccio le attraversassero il cuore. Non solo l’avevano tradita, ma dopo l’avevano anche cacciata. come se per loro non avesse mai significato niente. Odiava l’Ordine, lo odiava con tutta se stessa ma così, si era sentita esattamente come se fosse solo un sacrificio. Forse il suo ragionamento era da bambini, in fondo quello era il suo lavoro e sarebbe dovuta perfino morire se era necessario, ma cavolo, lei era una bambina. Una bambina che si era fidata di nuovo, e che di nuovo era stata ferita.
«Allen...» gli occhi della ragazza lo imploravano di capire. E questo lo faceva sentire ancora più frustato, perché lui non sapeva cosa dovesse capire. Visto però il dolore che percepiva negli occhi della ragazza decise che era meglio finire lì il discorso per il momento. Un giorno però, ne avrebbero riparlato. L’albino abbozzò un sorriso.
«Vieni, andiamo dagli altri». Per la prima volta Allen non riuscì a decifrare l’espressione sul viso di Scarlett.
 

darkangel’s corner:
per prima cosa, chiedo immensamente scusa per il ritardo, ma sono partita e ho dimenticato di avvisarvi çç ancora scusa. Secondo, ma come? Solo una recensione allo scorso capitolo? Çç lo prendo per una punizione (?)
ok, mi rendo conto che vi devo delle spiegazioni sulla trama.
1. I tempi sono molto diversi da quelli del manga. Infatti all’età di otto anni Scarlett viene trovata da Cross e Allen, e due anni dopo, cioè all’età di dieci anni, arrivano all’ordine insieme. Scarlett sta lì circa un anno e mezzo. Poi c’è la fatidica missione e dopo appena un mese verrà allontanata. Ora Scarlett ha 16 anni e Allen quasi 17. Tutti gli altri hanno più o meno la stessa età.
2. Scarlett odiava e odia tutt’ora l’ordine. Però in cinque anni ha avuto un bel po’ da pensare e infatti non poche volte ha pensato che potesse essere addirittura colpa sua, infondo quello era il suo lavoro. Infatti pensa che lei per i suoi compagni non era niente e lei non si sarebbe dovuta fidare così. E per tanto non sa come comportarsi ora con gli altri ragazzi.
3. I tempi anche ora saranno cambiati. Infatti Allen sa del quattordicesimo dentro di se, ma ci vuole ancora molto tempo prima del fatidico incontro con il conte, il ritorno di Alma ecc.
Ok, credo che basti. Se non avete capito qualcosa non esitate a chiedere. :)
Comunque, visto come sono brava? Questo capitolo è più lungo *u* anche se incasinato al massimo HAHAHAHA vabbè, ora vi lascio, per oggi mi avete già letto abbastanza (?)
Sayonara. <3 
  
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