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Autore: Cali F Jones    17/07/2012    1 recensioni
Ho scritto questa fan fiction pensando immaginando un improbabile discorso di Ivan al Generale Inverno, grande nemico per la Russia perché porta il freddo, ma anche alleato in battaglia. Nella scena presentata, una battaglia si è appena conclusa e solo Ivan è rimasto in piedi, in mezzo ai cadaveri dei nemici e anche dei suoi soldati, tutti caduti nella morsa del gelo.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mio generale, sono un soldato ai tuoi ordini. A te solo obbedisco, mio generale. Vita e morte nelle tue mani. Un cuore di ghiaccio è il tuo e il mio hai raggelato. Li vedi, mio generale? Vedi i morti? Sono caduti sotto i tuoi temibili colpi, questi uomini. Uomini. Stolti e inutili. È stato questo il loro crimine: sono rimasti uomini. Mio generale, i tuoi uomini sono caduti.
C'è un ragazzo, qui, ai miei piedi. I suoi occhi vitrei mi fissano. Non ho modo di sfuggirgli. Mi osserva. Si chiede perchè io sono ancora in pedi, se il sangue che mi riveste è il mio o quello del nemico; si chiede se anch'io lo raggiungerò oggi. Ma io non morirò, non oggi. Non è questo il destino che tu, mio generale, hai scelto per me. Il ragazzo tiene ancora gli occhi puntati su di me. La sua bocca è semiaperta. Un rigolo di sangue scorre lungo la sua rima buccale. Le sue labbra violacee e screpolate si protendono alla ricerca di un soffia d'aria, di un alito di vento. La punta del naso è ormai raggelata, il suo viso bianco e pallido e le sue guance bagnate da un leggero strato di ghiaccio. I suoi capelli biondi giacciono sparsi, annegano nel sangue che gli circonda la testa, come un'aureola d'orrore. La sua divisa, mio generale. Osservo la sua divisa. Lui era uno dei nostri. Perchè anche lui è dovuto morire? Ah, mio generale! Quanto è stato stupido questo ragazzo! Credeva di fare la guerra! Era convinto che fosse tutto un gioco! Ah! Lui aveva obbedito solo a me. Non a te. E ha pagato. Oh sì, ha pagato con la vita questo tradimento! E gli altri soldati? Anche loro ti hanno sfidato e sono morti. Idioti! Idioti coloro che ti conoscono, ma persistono con insensata testardaggine ad affrontarti! Io ti conosco, mio generale, e ti giuro fedeltà.
Tu hai tolto il mio cuore umano e, al suo posto, ne hai messo uno di ghiaccio. E io, grazie a quello, vivo ancora. A quel ragazzo, quel ragazzo morto che mi fissa coi suoi fari cristallini, a lui, mio generale, non hai dato il tuo cuore, non gli hai dato la forza di resistere. Ma lui ha mai davvero voluto resistere?
Guardo il campo innevato, macchiato di sangue. Non è bellissimo, mio generale? Un campo di fiori cremisi sbocciati nella gelida neve. Splendidi fiori cremisi. Rossi come le labbra delle fanciulle in primavera.
Il freddo vento di Siberia soffia con forza, strappando i petali dalla corolla, e li trasporta nell'aria. E il cielo grigio si tinge di rosso. Non è sangue quello che vedo sulle giubbe dei miei soldati. Solo fiori cremisi.
Il girasole nelle mie mani; i suoi petali brinati ricadono, uno dopo l'altro, a terra. Sollevo il braccio, portandomi il fiore giallo vicino al viso, a coprirmi il naso e la bocca. E con gli occhi resto fermo a guardare i miei soldati morti. Chiudo gli occhi e qualcosa di freddo tocca la mia palpebra. Li riapro e alzo lo sguardo al cielo. Nevica. Mio generale, la tua figlia, ora, scende su di noi. Vivi e morti.
Guardo ancora quel ragazzo. Ha una mano sul petto, mentre l'altra tende il palmo verso l'alto, come a voler afferrare a tutti i costi uno di quei fiocchi bianchi. E io, invece, rimango immobile e mi chiedo chi, tra me e quel ragazzo, è il vivo e chi il morto. In quegli occhi vacui c'è più vita che nei miei. C'è più vita nella sua mano che si protende verso il cielo che nella mia che cade, reggendo il girasole. Soldato, ti ho dato dell'idiota. Ti chiedo scusa. Il tuo sangue sparso è più vivo del mio. Tagliami le vene, soldato. Non sanguinerò. Parlami, soldato. Non ti risponderò. I morti non sanguinano. I morti non parlano. I morti sono morti. Mio generale, cosa mi hai fatto?
Sento freddo. Forse è ora di andare. Ma prima, mio generale, ti prego, rispondimi. Quel ragazzo non ti ha obbedito, il suo cuore è rimasto quello che era e non ha resistito. È davvero la sua, la sorte peggiore? Perchè mi hai tenuto in vita, mio generale? Sono ai tuoi ordini, mio generale. Sono tuo servo, mio generale.
Ti prego, uccidimi...mio generale.
  
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