Le mie notti sono infestate da incubi, spettri di un passato lontano. Sogni di violenza, di morte, di rabbia.

Urlo sempre più forte, in preda ai deliri, mentre ricordi rinnegati riaffiorano alla mente. Frammenti taglienti come lame.

Il risveglio è doloroso quanto improvviso. Lenzuola bagnate, impregnate di sudore, si attaccano alla mia pelle nuda, ed io mi ritrovo invischiato, impotente, in trappola.

Conosco bene la sensazione di chi non può imporsi, ed è costretto a subire, immobile, in silenzio, con le lacrime che rigano il suo volto di bambino, a tramare vendetta, mentre il suo cuore si colma irrimediabilmente d’odio.

Alzandomi, assaporo la mia bellezza per qualche istante, affascinato dall’immagine nello specchio come chi ammira una scultura greca, per rinfacciare al mondo la sua inferiorità.

Ogni giorno, un bisogno sadico persiste in me, una fame implacabile e selvaggia, il desiderio di uccidere senza alcun indugio. Sono dannatamente attratto dal dolore, dalla sofferenza altrui, li cerco come se null’altro al mondo potesse soddisfarmi.

 È incredibilmente eccitante immaginare i miei denti digrignati che masticano carne viva, carne umana, carne di chi ho massacrato senza pietà, con violenza e rancore, mentre l’odore della morte inizia ad impregnare l’aria. Un rivolo di sangue mi cola dall’angolo della bocca, fino al mento, e prosegue nel collo, fino a che non lo raccolgo con un dito e lo assaporo con la lingua. Questo sono io, è il mio destino, la mia necessità.

Sento il sangue pulsare forte nelle vene, in attesa. Ho studiato a lungo i loro orrendi volti, facendo riemergere ogni schifoso particolare, ogni loro difetto meno evidente.

Un ghigno compare sul mio giovane volto, un ghigno di morte, mentre attendo il momento giusto. avrò la mia vendetta, placherò questa fame umana. Lo farò per lei. Per dimenticare cosa ho fatto.




 
“Sono venuto a ritirare una testa.” 

Hannibal Lecter - Le origini del male