I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune
Problema
1
--->Come
gestire il tuo disastroso
fratello gemello tendente all’altra sponda<---
Il
primo problema riguarda l’ambiente in cui vivo,
più precisamente la mia bella
famigliola. Mio padre, Arthur Khinder è, come avrete capito,
un imprenditore
sfondato di soldi, mentre mia madre, Elen, è una mite e
dolce casalinga (che
però quando si arrabbia diventa peggio del re spartano
Leonida nel film 300); poi
ci sono io, il miglior figlio che ogni genitore spererebbe di avere, e
infine
c’è lui … la pecora nera della nostra
famiglia, la spina nel fianco dei Khinder,
il disastro che neanche i Maya furono in grado di predire …
mio fratello
gemello Sora.
Per
fortuna siamo eterozigoti e quindi non ci assomigliamo quasi per
niente. Io ho
capelli biondi e lui castani, io ho una carnagione chiara e lui sembra
che si
sia addormentato sotto un lettino abbronzante, io sono intelligente e
lui è
stupido, io sono bello e lui è inguardabile, io sono
leggermente timido e lui è
esageratamente schietto, io ho successo con le ragazze e lui
… bhe ora vi spiegherò
tutto.
Poverino,
all’inizio non credevo fosse tanto male. In
realtà, mi vergogno quasi a dirlo,
ma ero molto legato a lui e ricordo con orrore tutte le volte in cui
abbiamo
fatto il bagnetto insieme o abbiamo condiviso il letto per intere
nottate. Non
so bene quando sia nato questo “disprezzo” nei suoi
confronti. Forse esisteva
già nei remoti angoli della mia mente fin da quando eravamo
bambini. Infatti
lui era il figlio preferito, quello che aveva i giocattoli
più belli e quello
che dopo cena, anche se non mangiava tutte le verdure, riceveva la
porzione di
gelato più grande di tutti. Io se non mangiavo tutte le
verdure il gelato me lo
potevo solo sognare di notte. Ce, vi rendete conto? Privare un bambino
di
cinque anni della sua porzione di gelato, è come privare un
qualsiasi essere
umano dell’ossigeno che respira! Comunque, dopo questo
piccolo sfogo, tornerò
al succo principale della storia che, per chi non lo avesse capito,
è
l’orientamento sessuale di mio fratello.
Finite
le medie, io decisi che avrei frequentato il liceo senza neanche tenere
in
considerazioni gli altri istituti (francamente non so neanche il
perché di
questa esclusione … forse perché i miei avevano
entrambi frequentato un liceo e
mi avevano inculcato anche a me queste strambe idee… mah
…). Avrei solo dovuto
decidere se scegliere lo Scientifico, il Classico o il Linguistico,
perciò
andai per esclusione: il Linguistico, per le materie che mi offriva,
non mi
allettava molto anche se non era proprio da scartare a priori, dato che
lì
c’era un’alta percentuale di ragazze e in una
classe di 20 persone, di cui 18
sarebbero state femmine, non era male essere l’unico ragazzo
bello e single; ciò
nonostante odiavo le lingue, perciò, a malincuore, decisi di
eliminarlo tra la
lista dei candidati. Il Classico lo misi nella lista solo
perché mia madre si
era convita che la mia sensibilità era perfetta per quella
scuola, ma io
credevo che mi avrebbe rammollito e poi questo Greco non è
che mi attirasse
molto, in più, già avrei dovuto studiare una
caga… cioè volevo dire, una
cavolata come il Latino, non volevo rimbecillirmi troppo su pagine,
libri,
volumi infiniti di versioni e frasi.
Per
queste ragioni, e anche per sollecitazioni da parte del mio migliore
amico,
scelsi lo Scientifico anche perché, come vi accennavo prima,
Axel frequentava
la seconda di quell’Istituto e avremmo potuto vederci
più spesso, ma non
avremmo mai potuto studiare insieme e non avrei neanche mai potuto
chiedergli
qualche aiuto perchè era (ed è
tutt’ora) un asino patentato che è arrivato al
quinto anno solo perché esercita un certo fascino sulla
professoressa di
Latino, la signorina Larxene Slut, con la quale è stato a letto
più di una
volta. Infatti un nome una garanzia,
dato che “Slut”
in inglese significa
proprio “sgualdrina”,
e una che regala
voti perché un ragazzo è un mago del letto, non
può essere altro, almeno a mio
parere. Adesso sono sicuro che voi direte “Ora che ci hai
spiegato la tua ardua
scelta della scuola, vuoi dirci cosa caz…cioè,
cosa accidenti centra tutta sta
storia con tuo fratello Sora?” E bene, adorati lettori,
centra eccome. Dovete
sapere cari amici, che quello stron… cioè quello
sciocchino del mio fratello
gemello, aveva scelto di frequentare l’alberghiero, ma quando
venne a sapere
che io avrei frequentato la stessa scuola del suo migliore amico Riku
Silver,
un anno più grande di noi, convinto che io potessi in
qualche modo rubargli il
suo prezioso amico, decise di cambiare scuola e frequentare la stessa
che avevo
scelto io. Ora, vi sembra normale? Credete davvero che io avrei anche
solo
pensato di provare a diventare amico di un tizio dai capelli argento e
dalla
stessa simpatia di un palo? Ma anche no!
In realtà qualche tempo fa mi rivelò il vero
motivo
per cui aveva scelto la mia stessa scuola.
-Vedi
Roxas, in realtà non ho
modificato la mia scelta perché avevo paura che tu potessi
rubarmi il mio
migliore amico, ma perché volevo stare il più
possibile insieme a Riku e
controllare tutte le ragazze che gli girano intorno.-
-Scusami Sora, ma non riesco a
seguire il filo del tuo discorso … dove vuoi andare a
parare?-
-Ecco
fratellino, la verità è che … sono
geloso delle ragazze che ci provano con Riku
perché credo di provare per lui qualcosa di più
forte di una semplice amicizia.-
Quelle
parole mi sconvolsero … e sono serio. Basta, volevo rompere
qualunque rapporto
di parentela con quello svitato dai capelli castani. Mi stava dicendo
che era
fro…cioè, fino… va bhe insomma, gay?
Non potevo crederci! Avevo ragione a dire
che era la pecora nera della famiglia!
Ciò
nonostante una cosa mi tranquillizzava. Lui provava quelle cose, ma di
sicuro
Riku non lo ricambiava. Era molto freddo e distaccato con me e non lo
conoscevo
bene, ma mi sembrava un tipo apposto, uno di quelli a cui piace fare
giochetti
sconci con le povere ragazze che gli capitano a tiro. Si, era
sicuramente così.
Riku gli avrebbe parlato e avrebbe fatto capire al suo migliore amico
che loro
non potevano essere più di tanto, perché era
… si insomma sbagliato!
E
invece no. Riku ricambiava i sentimenti di Sora. Mi disse che non
sapeva il
perché. Forse per i suoi morbidi capelli che profumavano
sempre di fragole, o
per i suoi magnifici occhi blu oppure … va bè,
per un insieme di cose melense e
sdolcinate che non vi sto a raccontare perché potrebbero
cariarvi i denti (e i
dentisti al giorno d’oggi costano cari).
Quello
che mi lasciò più perplesso è che
pochi giorni dopo la rivelazione del Silver,
a cui Sora mi aveva pregato in ginocchio di chiedergli se ricambiava i
suoi
sentimenti, (poiché aveva paura di fare una figura di mer
… cioè una brutta
figura, mandò me a chiederglielo e io, da bravo piccione
viaggiatore porta
messaggi, acconsentii mettendomi definitivamente in mezzo …
che idiota che sono
certe volte …), la ragazza più gno …
volevo dire, la più bella del nostro corso,
Kairi Gloss, chiese a Sora di uscire con lei e lui si
rifiutò dicendole che
c’era già una persona che occupava
l’unico posto nel suo cuore. Cioè, non
sapeva ancora se il tizio di cui era cotto lo ricambiava e lui aveva il
coraggio di rifiutare quello splendore!? Non ci potevo davvero pensare e
poi
come faceva quella ragazza ad essere attratta da quel microbo e non da
me! Cosa
aveva al posto degli occhi, due ovetti Kinder forse? (giusto per
rimanere in
tema con il nostro cognome).
Comunque
avevo ben altro per la mente, ovvero
l’omosessualità di mio fratello.
Cosa
sarebbe successo se quel tradizionalista, nazista, razzista di nostro
padre
avesse scoperto una cosa del genere? Quali nefaste e terribili ire si
sarebbero
abbattute sulla nostra casa se avesse scoperto che il suo figlio
prediletto era
gay?
Al
solo pensiero di queste domande che si contorcevano nella mia mente e
alla
paura dell’ira di mio padre, (che sarebbe potuta essere anche
peggiore di
quella di Medea nei confronti di Giasone), decisi di dissuadere mio
fratello da
quei pensieri omosessuali, dicendogli che Riku mi aveva risposto che
lui nei
suoi confronti non
provava altro che una
forte amicizia, quasi una fratellanza. Niente di più e
niente di meno.
Ero
convito di aver fatto la scelta giusta. Avrebbe sofferto un
po’ ma almeno lo
avrebbe fatto solo lui senza portare giù nel suo abisso
tutta la nostra
famiglia.
I
giorni successivi per mio fratello furono terribili. Non veniva
più a scuola,
non mangiava, non dormiva, non voleva vedere nessuno, né i
nostri genitori, né
soprattutto Riku. Lo vidi solo io per due o tre volte in una settimana,
perché
mi chiedeva di portargli acqua, cibo o per svuotargli il secchio dove
faceva i
suoi bisogni durante quella clausura. Forse vi chiederete
perché feci queste
cose dato che prima ho detto di odiarlo. L’ho fatto
perché in parte la sua
pazzia sclerotica era anche colpa mia. Si chiuse nella sua stanza per
quindici
giorni giocando con due bambole: una che raffigurava lui e
l’altra che
raffigurava il suo amico Riku. Non immaginate che cose immonde faceva
fare a
quelle due bambole. In realtà dipendeva dai giorni. Quando
era preso da una
irrequieta passione, gli faceva fare le cose più sconce che
anche il peggior
pervertito sulla faccia della Terra non poteva neanche immaginare;
quando invece
era travolto dalla rabbia più incontenibile, sottoponeva
quella povera bambola
del suo migliore amico alle pene più atroci. Diceva che lo
faceva sentire meglio
e contento lui, potremmo dire, contenti tutti, anche se c’era
una persona che
sentiva più di tutti la sua assenza e che non era per niente
contenta. Io dal
canto mio, dovevo convivere con un piccolo senso di colpa, ma non avere
quell’impiastro castano in mezzo ai piedi per più
di due settimane, non mi
dispiacque poi così tanto. Ciò nonostante a causa
delle numerose e continue
pressioni di Riku, decisi di combinargli un incontro con Sora.
Ciò che odiavo
di più di quel tizio dai capelli argentati era proprio la
sua insistenza. Da
quando mettevo piede nel cortile d’ingresso della scuola la
mattina, fino a
quando prendevo la corriera per tornare a casa all’orario di
uscita, avevo
costantemente una sanguisuga dai capelli strani che mi borbottava
qualcosa del
tipo “non sai
quanto mi manca tuo fratello, non sono mai stato così tanto
tempo
lontano da lui” oppure “spero
che il
ricambiare i suoi sentimenti non lo abbia scosso” e
ogni volta che vedevamo
un cane, o un albero, o un cane che faceva pipì su un
albero, quel tizio mi ripeteva
sempre di quanto Sora adorasse le mele e giocare a palla avvelenata
(collegamenti alquanto azzeccati non trovate?). Insomma quella
situazione stava
diventando insostenibile e non ne potevo più di aver quel
tipo in mezzo ai
coglio… cioè tra i piedi, perciò un
giorno che i nostri genitori non c’erano
perché erano andati a trovare quella baldrac…
cioè quella vecchiaccia di mia
zia all’ospedale, feci venire Riku a casa nostra in modo che
potesse chiarirsi
con mio fratello (anche se poi avrei dovuto subire la loro ira per aver
mentito
spudoratamente sui sentimenti di Mr. Silver).
Arrivati a casa, bussai alla porta di Sora, che come
al solito stava facendo l’unica cosa che faceva da quindici
giorni a questa
parte, ovvero giocare con quelle due inquietanti bamboline.
-Sora
sono Roxas … posso entrare? Ho una sorpresina per te.-
Sapevo
che alla magica parolina sorpresina,
quell’idiota di mio fratello avrebbe aperto la porta,
perché era esattamente
come un bambino troppo cresciuto … e poi amava le sorprese.
Non osavo pensare a quanto si sarebbero detti e
soprattutto a cosa avrebbero fatto, ma ero troppo curioso
perciò aprii
leggermente la porta in modo da poterli spiare … maledetta
la mia curiosità!
-Sora ma che
ti prende? Perché non vieni più a scuola?.-
Chiese
Silver avvicinandosi a mio fratello che si
era seduto a gambe incrociate sul suo letto e che aveva dipinto sul
volto un
ridicolo broncio che Riku trovava incredibilmente adorabile e tenero.
-Lo
sai benissimo perché! Non fingere di non saperlo!-
A
quelle parole mi sentii responsabile, ma, non so
perché, non riuscii a trattenere una piccola risatina. Forse
per la
soddisfazione di essere riuscito a combinare un così grande
intrigo.
-Avanti
Sora, non fare il bambino e dimmi cosa ti prende. Prima vengo a sapere
che
provi certi sentimenti per me e poi … puff, svanisci nel
nulla.-
Quel
tipo si era avvicinato pericolosamente a mio fratello posandogli una
mano sulla
gamba, anzi più precisamente nell’interno coscia e
io rabbrividii letteralmente
… cosa sarebbe successo ora?
Sora osservò per un po’ la mano del suo amico
sulla
sua gamba e arrossì leggermente, poi rialzò lo
sguardo e con fare arrabbiato,
si levò di dosso la mano del suo amico imbronciandosi
nuovamente.
-Sono
svanito perché ci sono
rimasto male, ecco tutto. –
-Ci sei rimasto male per cosa?.-
-Come per cosa? Perché non ricambi
quei miei “certi sentimenti”.-
-Ma non è vero. Io ho detto a Roxas
che ti ricambiavo e che stavo solo aspettando il momento più
opportuno per
dichiararmi.-
-D…Davvero? A me invece ha detto che tu
non
mi vedi che come un tuo amico, o al massimo come un fratello ma
… niente di
più-
-No
Sora, ti giuro che per te vorrei essere qualcosa di più.-
Quello
che avvenne dopo preferirei evitare di raccontarlo. Non vorrei
traumatizzare
voi lettori come sono rimasto traumatizzato io. Comunque potete
immaginarlo. Riku
ha baciato Sora e un bacio tira l’altro fino a diventare
qualcosa di più … ecco
… importante e osceno per i miei gusti.
Quel
pomeriggio fu il migliore dell’intera vita di mio fratello
Sora e il peggiore
della mia. Per fortuna abbiamo stanze separate che ancora
più fortunatamente
sono lontane tra loro. Ma il loro gemiti mi perseguitarono per
l’intero
pomeriggio.
Per
grazia ricevuta però, verso le quattro di quel pomeriggio di fuoco, venne a casa mia
Axel che era il mio migliore amico,
che a differenza di
quello di Sora era normale (almeno così credevo). Hockins
(mi piace chiamare la
gente per cognome … mi fa sentire importante) mi propose di
uscire e io
ovviamente accettai. Qualunque cosa pur di lasciare quella casa piene
di fro… cioè,
persone tendenti all’altra sponda.
Ma durante quella passeggiata capii di aver un altro
grande problema.
Nda
Si
comincia con i problemi! :D
Spero,
come al solito, che il capitolo vi sia piaciuto e di non essere stata
ecco …
prevedibile.
Insomma
uno dei problemi di Roxas non poteva non essere Sora, ci devono per
forza
essere diatribe familiari nella vita di un’adolescente,
soprattutto se
quest’adolescente non è altro che un tipo dai
capelli biondi, occhi azzurri,
fissato con il gelato al sale marino e soprattutto che si chiama Roxas!
:D Ok,
basta, faccio la persona seria … come si può non
essere seri davanti ad una
storia d’amore tormentata come quella tra Riku e
Sora… peggio che Romeo e
Giulietta (anche se qui non muore nessuno e finisce tutto, potremmo
dire,
bene).
In
oltre volevo fare un piccolo appunto… quelli tra parentesi
sono sempre pensieri
di Roxas, solo che sono … come potrei definirli …
diciamo che sono pensieri o
riflessioni più profonde del nostro protagonista.
Comunque
ringrazio davvero moltissimo tutti coloro che leggono la mia storia e
coloro
che la hanno inserita tra le seguite e le preferite. Un ringraziamento
stramega
grande a tutti coloro che mi hanno recensito, mi avete resa davvero
felice :’).
Bhe,
al prossimo problema allora :D.
Saluti e a presto :).
_KHProminence_