cap 1

Prologo

<< Grace esci da quella stanza, immediatamente! >> la voce, irritata ed esasperata, di una donna raggiunse attutita alle sue orecchie.
Non la riconobbe o, probabilmente, non le importò riconoscerla.
Tutto ciò che provava era dolore, puro e semplice. Le lacrime rigavano le sue guancia pallide, ormai erano settimane intere che piangeva senza sosta, semplicemente versava quelle gocce d'acqua senza preoccuparsi di fare nient'altro, di non sentire nient'altro che dolore.
E infondo che importanza aveva non piangere, non soffrire? Lui non c'era più.
Sprofondò ulteriolmente sotto il piumone pesante affondando il viso nel morbido cuscino e sospirò profondamente. Non voleva sentire più niente, voleva solo sparire per sempre.
<< Grace! >> un ulteriore richiamo irruppe il silenzio della camera ma decise di ignorare anche quest'ultimo.
Doveva solo smettere di pensare, spegnere il cervello e stoppare i pensieri. Poteva farcela, doveva farcela.
Si rannicchiò sotto le coperte stringendo le gambe al petto e sigillando le palpebre cercando di prendere sonno. Qualcuno, la sua migliore amica, prese a bussare con violenza alla porta gridando di tanto in tanto il suo nome.
Non se ne curò, era troppo stanca per prestare ancora intenzione.
<< Ti prego ... >> supplicò Lynn dopo minuti di silenzio ma non ricevette ancora risposta.
<< Ti prego Grace. - ripetè quasi senza forza poggiando le spalle all'uscio e lasciandosi scivolare a terra. - Non puoi rinunciare così alla vita. Lui se n'è andato, non ritornerà ... >> disse trattenendo un singhiozzo. Quelle parole la ferirono, ferirono entrambe come una pugnalata allo stomaco. Ma era la verità e Grace doveva affrontarla ed accettarla come Lynn stessa aveva fatto.
<< Alex non vorrebbe vederti in questo stato, vorrebbe che tu reagissi, che continuassi a vivere. Si sentirebbe in colpa se ti vedesse ora e tu non vuoi ... >>
<< ALEX E' MORTO! >> la interruppe la voce di Grace. Era triste e addolorata ma in quell'istante, quando la sua migliore amica nominò per la prima volta dopo giorni quel nome, qualcosa si era sbloccato in lei. Aveva smesso di piangere e nell'urlare quella frase con voce appena roca ma tuonante, dovuto al silenzio di quell'ultima settimana, Grace scostò bruscamente il piumone che finì per terra.
Dall'altra parte della porta Lynn sussultò e si alzò incredula e anche un pò in colpa per aver ferito la sua amica anche se non troppo involontariamente.
Sentì dei passi avvicinarsi ed indietreggiò impaurita da ciò che avrebbe visto, dallo stato in cui avrebbe trovato la mora. La porta si spalancò facendo apparire sulla soglia la figura deperita di Grace con lo sguardo spento ma con una scintilla distinta di una rabbia nuova appena affiorata.
Lynn quasi non la riconobbe. Nel suo volto pallido e negli occhi gonfi e rossi, segni dell'interrotto pianto, non vi riconobbe più la sua amica Grace. La persona che conosceva e che la conosceva sembrava non esistere in quel corpo in piedi davanti a lei.
Indossava una maglietta più grande della sua taglia che le ricopriva mezza coscia. Doveva averla presa da suo padre - pensò Lynn - era troppo grande perfino per Alex. Si morse la lingua per aver pensato ancora al suo nome.
Davanti a Grace abbassò il capo mortificata e sentì le lacrime farsi largo per uscire.
<< Alex è morto ... - ripetè con voce malferma. Era davvero difficile per lei pronunciare quel nome, il suo nome. - E di sicuro non vorrebbe che io continuassi a vivere normalmente la mia vita ... >> la sua voce si spezzò troncando l'ultima lettera.
A questo punto non erano più in due a sentire i deliri di un'anima distrutta. La mamma di Grace, che sentendo le grida dal piano di sotto, si era precipitata a verificare che sua figlia non stesse avendo una delle sue crisi.
<< Ma cosa stai dicendo? >> le fece irritata e nervosa mal celando la compassione.
<< Me lo ha detto lui. >> mormorò con voce flebile Grace abbassando lo sguardo e torturandosi le mani.
Lynn e la signora Sullivan si impietrirono, poi si voltarono a guardarsi in cerca di una risposta logica.
Amelia non poteva, e non voleva, credere che sua figlia si fosse ammattita. Lo sapeva che il dolore della perdita di una persona amata portava ad un esaurimento nervoso o, a chi era psicologicamente fragile, alla pazzia. Ma questo non era nel caso di Grace.
La conosceva da diciannove anni, l'aveva portata in grembo per nove mesi, e sapeva che era forte abbastanza da poter superare quel dolore un giorno. Era persino più forte di lei, più forte di qualunque persona che avesse mai conosciuto.
Quindi doveva essersi sbagliata, era sicuramente un lapsus quello, cercò di convincersi Amelia.
<< Chi te l'ha detto ... ? >> ripetè Lynn verso la mora, pensando che la sua amica si riferisse a qualche suo conoscente che doveva essere impazzito.
<< E' stato Alex! >> .

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Ciao a tutti! :) Eccomi con un'altra fanfiction, anzi, eccoci!
La mente fantasiosa della mia sorellina, Angel_Madara12, mi ha proposto di scrivere insieme questa storia.
Quando mi aveva esposto le sue idee e la trama mi sono subito entusiasmata ed abbiamo incominciato subito a scriverla.
Sembra una fic un pò depressa ma migliorerà, si spera XD, con l'avanzamento della storia.
E non è fantasy, ve l'assicuro, è al cento per cento una storia romantica.
Fateci sapere che ne pensate.
Vostre,
Mary e Simo! <3