« Ah,dici così? Allora se vuoi trovatene un'altra,trovati un'altra che ti sappia soddisfare meglio di me coglione! »
Queste furono le ultime parole che io sentii dire da mia madre un venerdì sera,mentre ero nella mia camera ad ascoltare un pò di musica. Sentii litigare per un'ora i miei genitori,avevo un nodo alla gola e la cosa mi faceva molta ma molta rabbia. Così,decisi di andarmene,senza dire nulla. Non se ne sarebbe accorto nessuno,dato che erano troppo presi nella loro ennesima discussione. Non sopportavo vederli discutere e litigare pesantemente ogni giorno,non sopportavo nemmeno il fatto che avevo questi genitori così strambi,diversi da quelli degli altri. Tutti avevano un papà 'eroe' e una mamma capace di fare coccole alla propria figlia,io mi sapevo consolare da sola,senza l'aiuto di nessuno.
Aprii la porta in silenzio,e la chiusi in modo leggermente forte.
Scesi le scale,sentendo ininterrottamente le urla di mio padre che ferivano il cuore della mia mamma. Sentivo di tutto,forse non capivano che esistevo,che io prima ero in quella camera a piangere per loro ed ora ero scappata. Non se n'erano accorti,non se ne fregavano. Erano inconsapevoli del fatto che i figli soffrano a vedere i propri genitori litigare ogni giorno,ne soffrono tanto..da piangere ogni notte e dal sperare in tutto tranne che nel loro divorzio.
Desideravo dei genitori cauti,che si amassero. Le litigate ci sono sempre state in ogni famiglia,ma nella mia non erano semplici litigate. ERANO BATOSTE AL MIO CUORE.
Scesi le scale dal quarto piano,dove abitavo io. Non avevo alcuna meta,non sapevo dove andare,volevo solo scappare da quell'incubo. Così,preso l'mp4,cellulare e un pò di soldi che erano nel mio portafoglio incominciai a camminare. Non sapevo in che via stavo andando,non la conoscevo. Sapevo solo che mi stava allontanando da quell'appartamento che mi incuteva timore e ira.
Era buio,erano quasi mezzanotte e io ero in una via sconosciuta,con il telefono quasi scarico e con 100 euro. Sarei tornata,ne sono sicura. Ma volevo prendermi una pausa,volevo fargli notare di me. Volevo essere il primo pensiero la mattina di mia mamma e di mio padre. Volevo occupare una parte del loro cervello,volevo che si preoccupassero di me. Volevo ricevere ATTENZIONI DALLE PERSONE CHE MI AVEVANO MESSO AL MONDO.
Iniziai a piangere ininterrottamente,senza fine. La poca matita che avevo sugli occhi era diventata parte delle mie guancie,ero una fontana. Le lacrime mi scendevano fino al collo poi prendevano varie ramificazioni fino a scorrere all'interno della maglietta. Poi,non le seguivo più. Mi ripetevo a voce soffusa e bassa 'perchè a me?'.
Forse era destino,ma io al destino non ci credevo. Forse qualcuno aveva deciso che dovevo soffrire in questo modo.
Continuavo ad asciugare con le mie mani le lacrime ma oramai scendevano da sole solcando il mio viso. Le lasciai scendere e presi il mio mp4. Lo accesi e vidi che era carico,così inserii le cuffiette e mi immersi in un altro mondo. Era l'unica cosa che potevo ascoltare,la musica. Mi immergevo nelle canzoni,mi rispecchiavo,e mi sapevo sfogare in esse.
Dopo varie canzoni spensi l'mp4,si sarebbe scaricato e volevo usarlo per altre occasioni.
Così presi un pò il cellulare. C'erano 5 messaggi e 26 chiamate. Tre di mamma e due di papà.
-Sam,noi siamo qui preoccupati per te. Te ne sei andata per la litigata,abbiamo sbagliato. Ti aspettiamo con tanta ansia. Quando vuoi,ritorna. Siamo qui,per te.-
Dicevano sul serio? ERA LA PRIMA VOLTA,se era vero.
Provai indifferenza,infondo stavo bene lì. Per il momento non volevo tornare.
Forse stavano davvero male,ma non avevano capito che io non ne potevo più delle loro stupide litigate.
[...]
Si erano fatte le dieci,ed io ero ancora per strada. Immersa nel buio della notte,a camminare e piangere. Iniziai ad avere seriamente paura,ero sola.
Non sapevo dove ero andata,non riconoscevo le strade e non sapevo tornare indietro. Ebbi un attacco di panico..ma poco dopo mi riuscii a riprendere.
Mi sedetti sotto ad un albero,accovacciai le gambe e aprii la borsa che avevo portato con me. C'era dell'acqua e delle merendine. Bevvi un pò e mangiai poco perchè mi sarebbero servite più tardi. Iniziava a fare freschetto,ma non avevo nulla per coprirmi. Così,misi la borsa dietro la testa e mi stesi per cercare di riposare e calmarmi.
All'improvviso sento una macchina che corre tantissimo e si ferma vicino a me. Scendono due signori ubriachi e cercano di avvicinarsi a me. La paura pian piano mi travolse,quei due uomini si avvicinavamo sempre di più e io non sapevo che fare. Correre e urlare o restare muta ai loro ordini?