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Autore: jex_b2st    17/07/2012    3 recensioni
Salve ^^ spero vi piaccia questa storia mi sono convinta di pubblicarla...siate clementi se non è di vostro piacimento...grazie
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NON DIMENTICARTI DI ME!
Quando venni a conoscenza delle mie condizioni di salute, mi sembrò che il mondo mi stesse cadendo addosso.
Come avrei potuto dirlo a lui, come avrei potuto guardarlo negli occhi e dirgli che una malattia mi stava divorando dentro?
Non potevo dirlo, lo tenni il più segreto possibile….La mia vita continuò avanti lasciando Jun all’oscuro di tutto.
Veder il suo volto felice quando riusciva a realizzare i suoi sogni mi dava la forza di andare avanti….ma avanti fino a quanto?
Già, ogni sera mi chiedevo fino a quando questa storia potesse continuare, fino a quando potevo nascondere quest’atroce verità?
Non per molto…purtroppo.
Quando ebbi i primi sintomi, non pensavo fosse nulla di grave…erano frebbriciuole di poco conto, duravano un paio di giorni e passavano, non andavano al di sopra dei 38 gradi, comincia a perder peso e avevo dolori un po’ su tutto il corpo, mi sentivo debole; davo la colpa al mio lavoro stressante.
Jun era sempre preoccupato per ogni mio malore, decisi di far una visita per farlo star meglio…ma fu lì che l’incubo iniziò…
Lo ricordo bene, ancora, il giorno che seppi la mia malattia…
Era il 13 Novembre del 2009, faceva un po’ di freddo, ma io mi sentii gelar le ossa nel sentirmi dire la diagnosi.
Mi ricoverarono per 2 giorni prima di saper effettivamente cosa avessi.
Jun era così preoccupato in quei due giorni che ogni volta che poteva mi veniva a trovare, era molto gentile, non potevo credere che di tutte avesse scelto una come me…una che l’aveva conosciuta per caso in un bar di Seoul.
Mi ripeterò sempre che il nostro incontro fu voluto dal destino, chi mi avrebbe detto che lì avrei incontrato proprio te!?
Ma il destino sa essere anche molto bastardo…
Ero lì seduta con lo sguardo rivolto verso quelle lenzuola bianche, mentre il dottore insieme alle infermiere parlava… ricordo solo queste parole…
< Signorina, ci dispiace moltissimo comunicarle quest’esito…ma dalle sue analisi risulta una forma di Leucemia mieloide cronica, dobbiamo cominciare fin d’ora a trovar un donatore di midollo osseo…ma essendo un gruppo sanguigno raro, sarà difficile trovarne…nel mentre le consiglio di iniziare la cura… >
< La…cura?? Donatore?? >
Oh mio dio…in che situazione mi ero cacciata? Che stava succedendo?
No… non potevo credere alle sue parole, non era vero…era una sporca bugia!
Il mondo mi sembrò rallentare, non capivo bene quello che mi stavano dicendo…cominciai a vedere offuscato, mi girò la testa, avevo nausee.
Per non so quanto tempo rimasi a dormire, ma quando aprii gli occhi, lui era li…
Il mio Jun era accanto a me che mi stringeva la mano, dormiva…
I suoi lineamenti erano così perfetti, lineari, morbidi…morbidi come i suoi capelli…i suoi capelli castani rasati sotto e leggermente lunghi e scomposti sopra.
Adoravo guardarlo, mi piaceva osservar il suo viso d’angelo.
Lentamente aprì i suoi occhi, si rivolse a me mostrandomi il suo sorriso…Dio quanto lo amavo.
< Ciao > dissi con un filo di voce.
< Ciao amore mio, come ti senti? >
< Bene amore. Ma che ci fai qui? >
< Non potevo lasciarti da sola, lo sai…non voglio mai separarmi da te! Per nessuna ragione al mondo! Saperti qui tutta sola…mi fa star male >
Gli rivolsi un sorriso, non riuscì a pronunciare niente…se solo avesse saputo come stavan le cose, non oso immaginare come avrebbe reagito.
Il mio intento era di vivere serenamente gli ultimi anni che mi restavano di vita accanto a lui, non so quanti potevan essere…ma volevo star con lui.
La cura che cominciai a fare mi rendeva sempre  più debole, ma i medici mi davan le speranze di prolungare la mia vita…
Ogni speranza era un attimo in più che avrei dedicato a lui, alla nostra vita insieme.
Il primo anno finì con zero risultati per la ricerca di un donatore, fu triste festeggiarlo sapendo cosa fosse successo…
Sì, festeggiare quell’anno per me significava esser contenta di aver un male incurabile all’ 80%.
Più il tempo passava, più sentivo le forze abbandonarmi…cadì in uno stato di depressione, neanche la vicinanza di Jun poté aiutarmi.
Pregavo in una sorta di miracolo, in un qualsiasi miracolo…ma anche quell’anno passò portandosi con se le ultime speranze rimaste.
Sapevo che il mio comportamento faceva sempre più preoccupare Jun compromettendogli la sua carriera lavorativa, ma quando sei a lottare tra la vita e la morte e sai che non ci sarà nessuno a salvarti…comici a buttarti nello sconforto.
< Amore – mi disse guardandomi negli occhi – che ti prende? Hai perso la tua voglia di vivere? >
Lo stavo facendo preoccupare fin troppo…non meritava tutta quella preoccupazione, decisi di reagire…di farlo per lui.
Gli sorrisi, accarezzai il suo volto, i suoi capelli.
< Sto bene amore, è stato un periodo molto brutto, ma stai tranquillo…ritornerò come prima >.
Lo baciai… mi sembrò di farlo per l’ultima volta.
Il mio corpo era fin troppo dimagrito, avevo perso molte energie.
I dottori mi avevan avvisato, non potevo far grandi sforzi, sarebbe stato rischioso…ma io lo desideravo, volevo esser sua almeno per l’ultima volta.
 Mi adagiò delicatamente su quel letto, mentre mi baciava, lentamente mi tolse i vestiti per poi scendere a baciar il mio seno…
Le sue mani erano così delicate nel toccar quel corpo troppo magro, pensavo di non piacergli…di esser diventata orribile per lui…ma, invece, sentivo di esser voluta…di esser desiderata dal suo corpo.
La voglia di averlo cresceva ardentemente in me, volevo unire i nostri corpi, diventare un tutt’uno con lui…per sentirmi viva.
Quella notte provai un’emozione che mai più potei provare…fu una sofferenza che non augurerei neppur al mio peggior nemico: avere voglia della persona amata ma non potersi concedere perché una malattia dentro ti sta mangiando viva.
I segni della mattia cominciavano a farsi più evidenti, diventavo sempre più debole… sempre di più.
Non riuscivo a star in piedi per più di due ore, mi stancavo; dovetti licenziarmi perché i giorni di malattia si fecero sempre più frequenti: lavoravo solo 7 giorni al mese quando mi sentivo meglio.
Jun mi osservava preoccupato, mi vedeva sempre a casa, sempre giù di morale e aveva il timore nel lasciarmi sola quando doveva andare in giro per lavoro.
Cercavo di non fargli pesare fin troppo la mia malattia, ancora non sapeva niente e non avevo intenzione di dirgli niente.
Partì cercando di rassicurarlo che al suo rientro avremmo fatto una vacanza, feci una promessa che, purtroppo, non ho mai mantenuto…
Stette via un paio di settimane, al suo ritorno le condizioni di salute peggiorarono…
< Amore…ma che ti succedere. Lo sento che mi nascondi qualcosa, ma perché non vuoi dirmi niente? >
Jun mi guardava per l’ennesima volta su quel letto di ospedale, ero intubata non riuscivo a respirare bene in quelle settimane dopo il suo arrivo.
Stringeva la mia mano, la stringeva più forte che poteva, delle lacrime caddero su di essa…apri gli occhi.
Non avrei mai voluto vederlo piangere, era una scena straziate. Avvicinai la mia mano al suo volto.
Avrei voluto tanto dirgli che lo amavo più della mia stessa vita, che vivere senza di lui non avrebbe avuto alcun senso.
Era stato il regalo più bello che potesse mai succedermi in tutta la mia vita, volevo urlargli che non avrei mai voluto lasciarlo, che stava succedendo tutto così in fretta…
La mia emozione mi tradì, per la prima volta piansi davanti a lui…riuscì solo a dire una parola prima che i dottori gli comunicassero la mia situazione…
< …mi dispiace… >
Jun non capì, mi guardava con sguardo perplesso. Ricordo ancora quell’espressione sul suo volto quando i dottori gli comunicarono il mio stato di salute…
Aveva un’espressione di stupore, di rifiuto su quanto gli avessero comunicato, mi guardò…
Ora capiva il senso di quelle parole.
Corse, corse per tutto il reparto, per tutto l’ospedale fino ad arrivare in cima, sul terrazzo…
Non riuscì a sentire, ma le infermiere sentirono urla di dolore provenienti da dove stava lui…
Mi detestai, mi detestai con tutta me stessa…l’avevo fatto soffrire, il mio Jun stavo soffrendo e la colpa era solo mia!
Quando ritornò, si sedette accanto a me, mi prese la mano…la baciò.
< Da quanto stai così? >
I suoi occhi erano rossi, aveva pianto fino a un attimo prima di entrare. Feci segno con le dita indicando 3 anni…
Si erano passati 3 anni di puro inferno, da quando il mio incubo ebbe inizio.
< Hai tenuto per tutto questo tempo questo segreto? Amore perché? >
Gli toccai il viso, non volevo più vederlo in quello stato, soffrivo troppo…
Ti prego sorridimi, sorridimi…voglio vederti ancora una volta sorridermi, voglio tornare a quei giorni felici, a quella spensieratezza… voglio svegliarmi da quest’incubo, non voglio morire, non voglio lasciarti…voglio vivere con te, per sempre!
Avrei voluto che le cose andassero diversamente, avrei voluto una vita più facile per entrambi, che i nostri desideri e sogni diventassero realtà…
Una vita normale dove avremmo fatto come tutte le coppie del mondo, divertirsi, andare in vacanza, visitare i luoghi del mondo che volevamo vedere insieme, sposarci e fare una famiglia felice….
Amore mio…mi dispiace di non aver potuto realizzare i nostri sogni.
Le settimane che seguirono furono le più brutte della mia vita… non avevo più la possibilità di poter guarire.
I medici furono chiari e diretti, mi restava poco da vivere; Jun cercò in tutti i modi di farmeli vivere serenamente.
Sapendo che non potevo far sforzi, acquistò una sedia a rotelle per portarmi nei luoghi che tanto amava da bambino.
Erano tutti luoghi splendidi, presi da qualche fiaba…si avvertiva serenità, pace.
Ogni giorno era un luogo diverso, con tante storie che mi raccontava…una in particolare divenne la mia preferita.
Trattava di una storia su un miracolo, anche la protagonista stava morendo ma grazie al coraggio del suo uomo riuscì a portar in tempo delle erbe magiche da farla guarire…
< Sarebbe bello se quelle erbe esistessero veramente > dissi sorridendo.
Jun rimase a guardare il mio volto, anche se sciupato dalla malattia, regalava sempre sorrisi…mi strinse a se.
< Odio la vita! > disse.
< …perché? >
< …perché mi sta togliendo ciò di cui ho bisogno per vivere…ciò di cui ho di più caro! >
Gli sorrisi.
< …pensa, io invece le sono grata… >
Si distaccò da quell’abbraccio per guardarmi in faccia.
< G-grata? >
< Si – gli dissi regalandogli un dolce sorriso – mi ha permesso di incontrare te… sei il dono più bello che mi potesse capitare.
Anche se il nostro incontro è durato poco, sono felice lo stesso…ho potuto conoscerti, vivere con te momenti fantastici. Non ho nulla da rimpiangere, tu sei stato il mio miracolo! >
Jun si mise a piangere, piangeva per me…sapeva che ogni giorno poteva esser l’ultimo che avremmo passato insieme.
Voleva creare ricordi, tanti ricordi per non dimenticarsi di me…
 < Jun, perché fai tutto questo? >
Era al quanto fastidioso ricevere attenzioni in quel modo.
< Ho bisogno di imprimermi il viso tra i miei ricordi >.
< perché? >
< Non voglio dimenticarti! >
< Jun, ti prego…non si può viver di soli ricordi. >
< Per questo scatterò foto, girerò video, ti farò fare mille dipinti… >
< …Jun… >
< …darò nome ad una stella, ti porterò sempre con me >
Mi alzai dalla sedia, lo fermai…stava impazzendo.
< Shhh! Va tutto bene. >
< …No, non va per niente bene! >
< Sì, io sono qui…non sto andando via >
< Invece si! Ogni giorno che passo con te, ti vedo…mi dico “ oggi sarà l’ultimo che la vedrò? ” … non va bene! Io ho paura…paura di dimenticarmi di te, del tuo viso, dei tuoi occhi, del tuo profumo… non voglio… NON VOGLIOO!! >
Jun mi strinse forte, mi fece male ma non importava…doveva sfogare in qualche modo i suoi sentimenti, non poteva continuare a sopprimerli dentro.
< La vita non è fatta di soli ricordi, Jun… non voglio che passerai il resto della tua vita a ricordarti di me… sarebbe crudele. Io voglio che viva anche per me… >
< Se tu non sei al mio fianco come posso vivere?!  >
< Non sarai mai solo, io sarò sempre al tuo fianco >.
< CAZZATE!... sono le classiche parole che si dicono! Ti sento andar via da me ogni giorno che passa… ti vedo sempre più sofferente, non voglio ricordarmi di questi attimi, io voglio ritornare alla vita di prima…voglio stare con te per il resto della mia vita! >
< Anch’io lo volevo…lo desideravo tantissimo. Ma la vita è anche questa. Non puoi sapere mai cosa può succederti domani. Bisogna accettare anche i lati oscuri >
Già…bisogna accettare anche queste sfumature dalla vita.
Ed è strano come in un attimo riesce a darti tutta la felicità di questo mondo, e dopo qualche secondo può decidere di riprendersela.
Non sono riuscita a dargli quello che voleva, la felicità che stava cercando…
< Jun… >
Ormai erano diversi giorni che stavo su quel letto, sentivo che non avevo altro tempo a disposizione…
Jun mi guardò con quei suoi splendidi occhi.
< Dimmi, vuoi qualcosa? >
< …no, voglio solo dirti che con te sono stata felice. In questi anni hai saputo riempir di felicità la mia vita segnata da sofferenze, sei stato vicino in qualsiasi momento…mi dispiace che le cose siano andate così…ho solo un desiderio…rincontrarti ancora… >.
Lo guardai…chiusi gli occhi regalandogli il mio sorriso…il mio ultimo sorriso…
Fu l’ultima volta che i miei occhi si posarono su di lui…sul suo volto che non poté fare altro che rimanere li, seduto a guardarmi impotente mentre esalai l’ultimo respiro.
Ero felice, felice di aver vissuto con lui, di averlo incontrato quel giorno di agosto a Seoul, di quei ricordi che mi porterò con me…
Voglio incontrarti ancora…
Voglio incontrarti per strada, incrociare il tuo sguardo, creare la stessa magia di quel nostro primo incontro…
Voglio svegliarmi…svegliarmi da quest’incubo e vederti accanto a me.
Voglio prendermi cura di te, per non vederti più soffrire…per vederti sorridere ancora e ancora una volta…
Cercami tra gli sguardi delle persone che incontri per strada…cercami tra i loro sguardi…potremmo aver la fortuna di rincontrarci…
Se avrei questa possibilità, io lo farò…non dimenticherò il tuo sguardo, Jun.
 
  
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