Mi ritrovai per terra, la coperta caduta fino alla mia posizione. Probabilmente, me l'ero tirata dietro, inconsciamente.

Ma come avevo fatto a cadere dal letto?

Alzandomi a fatica, ancora intontita per il brusco risveglio, guardai nel letto, e vidi l'unico intruso che avrei potuto immaginare di trovarvi: Natsu.

 

"Quando diamine è arrivato?'' - mi chiesi. Anche se ero più stupita del fatto che lui fosse riuscito a non svegliarmi, intrufolandosi sotto le mie coperte, conoscendo la mancata delicatezza dei suoi gesti.

 

Assunsi un'espressione seria, come se fossi davvero intenta nell'arrivare ad una conclusione, a scervellarmi per svariate ipotesi senza senso. La più banale: ''Ho il sonno più pesante di quanto credessi''.

 

Ad interrompere i miei pensieri, fu l'intensificarsi del suo russare: "E' indelicato persino quando dorme'' - pensai. Mentre, accovacciata al bordo del letto, senza rendermene conto, mi ritrovai a pochi centimetri dal suo volto, rivolto verso il soffitto.

 

"Chissà cosa starà sognando...'' - mi chiesi incuriosità. La sua espressione era indescrivibilmente rude, i suoni emessi dalla sua bocca non erano di certo normali! Sembravano più il ruggito di un drago. Ma d'altra parte...

 

Come disturbato da qualcosa, emise uno strano verso, per girarsi poi di fianco, inconsapevolmente, verso di me. La distanza tra i nostri volti, ormai, era quasi inesistente.

 

Riuscii a sentire chiaramente il suo profumo, il calore del suo respiro carezzarmi la pelle, come fosse la mano affettuosa di quello stesso amico, capace di portarti la luce del sole ed il suo calore, durante la più fredda della tempeste.

 

 

Dolce.

 

Già. Osservandolo meglio, il volto di Natsu suscitava in me una sensazione di dolcezza, quella capace di scioglierti il cuore come la neve candida sotto i raggi del sole, aprendo il sipario della nuova stagione.

Ed io ero totalmente schiava di quella dolcezza, di quel viso appena un pò arrossato sulle guancie, lo stesso rossore che si sarebbe visto sul  volto di un bimbo sprizzante gioia.

 

Incrociai le braccia appoggiandole delicatamente sul letto, chinandovi sopra la testa.

Chiusi gli occhi, per fantasticare su chissà cosa, chissà quale sciocchezza, che mi passasse per la mente, portando sempre come protagonista, Natsu. 

 

Quasi, non mi sentivo più infastidita. 

Ormai ero abituata a quell'invasione nella mia intimità. La mia porta era e sarebbe stata sempre aperta, per lui -anche se usarla non era proprio tra le sue abitudini.

 

"Lu..."

 

Le mie palpebre si schiusero alla velocità della luce. 

Ero confusa, incerta. 

Aveva davvero pronunciato il mio nome, o era l'ennesimo verso proveniente dalle sue fauci? 

 

Sentii le mie guancie scaldarsi, probabilmente una lieve sfumatura rosea si era posata su di esse. 

Anche se fosse, non aveva importanza. Nessuno era lì per notare l'imbarazzo manifestatosi sulla mia pelle, quel momento delicato ed incerto era mio, e non lo avrei condiviso con nessun altro.

 

Seduta lì, accanto al mio letto, senza potermici nemmeno coricare, poiché era interamente occupato da quello scemo senza eguali, rimasi in contemplazione di quello stesso soggetto. 

 

Le mie dita fremevano, desiderose di scompigliargli quei capelli assurdamente rosa, già ribelli di loro. 

''Non posso'' - mi fermai. Avrei rischiato di svegliarlo. E non ero ancora pronta ad abbandonare quell'immagine ferma e docile dispersa nel più probabile strambo dei sogni. 

 

Tuttavia, non potei fare a meno di sorridere, probabilmente un sorriso idiota, pensando che appena qualche istante prima, aveva pronunciato il mio nome. 

Forse, stava solo emettendo qualche bizzarro verso.

O, forse, 

                       

stava sognando proprio me. 

 

Avvertii una strana sensazione, come di contrasto, tra i sentimenti che provavo e le incertezze che riuscivano a suscitarmi i suoi sguardi, spesso incomprensibili persino allo sguardo costante di un'amica sempre attorno a lui.

 

La consapevolezza dei miei sentimenti era chiara, ma il timore della risposta ad un eventuale manifestazione di quei sentimenti, era quello che frenava ogni mia folle improvvisazione.

 

Il desiderio costante di far combaciare le nostre labbra, posandole una sull'altra, intrecciando le nostre lingue penetranti l'una nella bocca dell'altro, occupate in movimenti sinuosi e provocatori.

 Ma questo desiderio era, probabilmente, solo mio.

 

Mi sentii egoista anche solo nel pensare: "Vorrei concedermi l'onore di renderti mio, ma mi limito ad osservarti, quel tanto che basta per sentirmi felice".

 

Ed era vero. Amavo Natsu, saperlo era già un traguardo, per me. Celando questo sentimento, avrei ancora avuto l'occasione di stargli vicino.

 

"Un premio più che sufficiente" - pensai. Mentre richiusi nuovamente gli occhi, immergendomi nei miei sogni, con la fugace speranza di incontrarti lungo la strada verso di essi.

 

Il titolo: L'ho sparato O.O miseramente, ammetto che non avevo la minima idea di cosa metterci. çwç

Commenti: Ovviamente non ho la presunzione di ritenerla buona, come fic. Come sempre, spero in un vostro consiglio per aiutarmi a migliorare sempre di più, e a farmi notare eventuali errori che alle 01:06, mi sono sfuggiti!:)

P.S.: un ringraziamento speciale a I n o r i , la mia prima lettrice <3 e a tutti coloro che commenteranno in futuro aiutandomi nel progredire :)