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Autore: randomnessUnicorn    18/07/2012    1 recensioni
« Era una normalissima giornata estiva e l’americana come suo solito si trovava in un fast food, precisamente al mc Donald, a mangiare i suoi amati Hamburger. Ne aveva mangiati così tanti che la gente la guardava storto; anche il personale era stanco di portarle panini e coca cole. Lei però sembrava felicissima perché in fondo quello era il suo habitat naturale.»
Salve a tutti, è passato un po' da quando ho pubblicato l'ultima storia. Questa fiction è uscita così perché volevo creare qualcosa di shoujo ai con Frus C: spero sia gradita.
{COPPIA: Nyo!America X Nyo!Francia }
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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TITOLO: Una maestra di buone maniere per America.
AUTORE: TotallyBakaChan.
FANDOM: Axis Power Hetalia.
RAITING: Verde.
GENERE: Generale e slice of life.
AVERTIMENTI: Gender Bender e Shoujo Ai
PERSONAGGI: America e Francia
NOTE D’ AUTORE: Visto che sono una fan dello yuri e dello shoujo ai ho deciso di creare una fict di questo genere anche in Hetalia. Questa è la prima fict che scrivo shoujo ai in questo fandom quindi spero siate clementi e che vi piaccia almeno un po’ eue.
Spero di non essere entrata nell’ OOC, e che non ci siano troppi orrori grammaticali >.<
Buona lettura,
LauretteH -!

 

 
Una maestra di buone maniere per America.

 

La scommessa
 

Era una normalissima giornata estiva e l’americana come suo solito si trovava in un fast food, precisamente al mc Donald, a mangiare i suoi amati Hamburger. Ne aveva mangiati così tanti che la gente la guardava storto; anche il personale era stanco di portarle panini e coca cole. Lei però sembrava felicissima perché in fondo quello era il suo habitat naturale.
Successivamente, l’attenzione dell’americana fu catturata da un camioncino dei gelati che stava passando di lì: così lei, dopo aver lasciato il conto sul tavolo, usci per raggiungere il camioncino dei gelati. Uscendo dal locale si mise a correre senza guardare dove stesse andando: fini per sbattere contro una passante. Appena se ne rese conto si scusò subito, col suo solito fare allegro e vivace.
«Oh, sorry, I didn’t see you!» disse America, ridendo senza nessun motivo. « Bonjour, Amérique!» disse la passante con un accentuato accento francese. « Hey, Francia sei tu, how are you? » l’americana finalmente realizzò che era andata addosso alla sua collega di lavoro francese. Non avrebbe mai immaginato di incontrarla lì.
« Le monde est petit! Non trovi anche tu?  Et, ça va bien, merci –disse, continuando a mantenere il sorriso- et toi? ». Intanto il carretto dei gelati era già andato via, e la folla dei bambini che si era formata prima spari improvvisamente. « I’m Fine! Thanks –disse America, e poi sospirò- anche se ho perso il gelato. Il camioncino è andato. » si mise a guardare il camioncino allontanarsi all’orizzonte, sembrava quasi una scena drammatica. A quella reazione esagerata la francese si mise a ridere: con quella risata da ochetta che si ritrovava aveva attirato l’attenzione della folla, che si voltò verso di lei. « Che avete da guardare? So che sono bella, ma non fissatemi! –disse la francese abbastanza irritata dalla gente- comunque, se proprio ci tieni potremmo andare a prendere un caffè insieme. E visto che sono buona e cara ti offro anche il gelato, che ne dici? » propose Francia, sarebbe stata anche una buona occasione per conoscere meglio l’altra, visto che non parlavano spesso. «Oh, Really? Great. Mi piacerebbe molto! – America ovviamente era entusiasta, e recuperò subito il buon umore – Let’s go! » Alzò il pugno in alto, e l’altra sospirò vedendo tanto entusiasmo così poco femminile.
Le ragazze si incamminarono fino al bar e preserò un posto a sedere vicino alla finestra. Il locale era accogliente, arredato in modo semplice e nemmeno troppo grande. La francese ordinò un caffè mentre l’americana una coca cola -forse l’ennesima quella mattina- e una coppa grande di gelato.
«Gnam! Pancia mia fatti capanna! » Disse l’americana quasi urlando, come suo solito aveva i modi un po’ da maschiaccio, e questo fatto fece storcere il naso all’altra, che al contrario era molto femminile e fine. « Non siamo al mercato, non urlare! E non mettere i gomiti sul tavolo quando mangi- sospira-una vera signora non si comporta così! » La francese era abbastanza arrabbiata da quel  modo di fare così rude e mascolino. « Oh, davvero? Non mi piacciono le buone maniere, I am free! – si mise ancora ad urlare- non ho bisogno di queste fesserie.» La francese, sospirando e mettendosi una mano sulla fronte, stava per perdere la pazienza. « Si può essere libere anche senza mangiare con la bocca piena – Disse, indicando la sua bocca, per far notare all’altra che era sporca, infatti America subito si pulì col fazzoletto- e non sono scemenze – fa “no” con l’indice-. Sono sicura che è tutta colpa di Inghilterra che ti ha male educata –sospira- povera piccola Amérique! » Bevve un sorso di caffe. « Tu dici? Anche lei mi sgridava per queste cose, ma non le ho mai dato retta.- continuava a mangiare il suo gelato- Mi comporto in un modo così terribile?- mangiava e parlava allo stesso tempo molto velocemente, tanto che le si congelò la testa- OMG! – si toccò la testa dolorante- Che male! It hurts» disse l’americana, imprecando dal dolore. Mai mangiare il gelato di fretta: anche se America non avrebbe mai imparato questa lezione.  « Mai mangiare il gelato in fretta se non vuoi farti male alla testa! – recitò la francese, ridacchiando- Non dico che sei terribile, dico solo che dovresti imparare a comportarti da signorina. In questo modo poi, avrai il mondo ai tuoi piedi – le fece l’occhiolino-. Se ti comporti nel giusto modo il mondo girerà intorno a te» disse, parlando quasi come la fata madrina di Cenerentola.
L’americana non sembrava molto convinta di quello che l’altra stava dicendo. Lei si considerava già al centro del mondo, in fondo rappresentava i Grandi Stati Uniti d’America, no? Quindi cosa intendeva l’altra?
« What are you mean? – disse, quando finalmente il dolore alla nuca passò- . Io sono già al centro del mondo, in fin dei conti, io sono the Heroine, ne? » Disse l’americana convinta, giocherellando col cucchiaio. « Diventeresti un’ eroina migliore se non ti comportassi da maschio. Tutti i ragazzi ti guarderebbero estasiati,  ti poeterebbero nei migliori ristoranti e ti comprerebbero tutto ciò che vuoi soltanto con uno schioccare di dita –schiocca le dita-. Non pensi che sia tres fantastique? » Disse la francese, ridendo come una gatta morta, come faceva di solito. « Really? Non pensavo potessi diventare più Eroina di quanto non lo sia già- disse, stringendo il pugno con uno sguardo pieno di forza di volontà- uhm, magari dopo il secondo gelato». Purtroppo quella forza di volontà lasciò il posto alla sua ingordigia. Una goccia di sudore attraversò la fronte della francese, che però non voleva arrendersi: ormai quella era diventata una missione. 
« Uhm… secondo me non riusciresti a comportarti da una gentil pulzella, forse non sei così “eroina” come credi». La francese mise una mano davanti alla bocca, ridacchiando. Aveva assunto uno sguardo di superiorità negli occhi.
« Stai scherzando vero? Non c’è niente che l’eroina che sono non possa fare- incrocia le braccia, ridacchiando - . Scommettiamo che ci riuscirò, e diventerò meglio di te e Inghilterra? » disse, ricambiando lo sguardo di sfida lanciato dall’altra. Poi, si perse in una delle sue solite risate rumorose. « Bien, cherie! Allora ci vediamo domani alle 10:00 davanti all’ingresso del parco. – annunciò Francia. Poi, si alzò dal tavolo, regalando all’altra uno dei suoi calorosi sorrisi. Le si avvicino pulendo dei residui di panna che le erano rimasti sulla guancia con l’indice, e se ne andò con passo elegante.- Au Revoir, Amérique! » la salutò facendo svolazzare la manina come un fazzoletto. « Bye Bye! See you later! » rispose l’altra, ridacchiando.
 

 
 
 
 
 

   
 
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