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Autore: Minari OppaRi    18/07/2012    1 recensioni
Non posso ancora crederci.
Anche dopo tutto questo tempo io non posso ancora credere che tu sia sparito dalla mia vita.
Se solo quell’estate non fosse mai arrivata…
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le labbra di Josh erano ancora incollate alle mie.
Non avevo la forza di interrompere quel contatto o più semplicemente non volevo che smettesse.
La mia mente era andata nel panico più totale ma dovevo sforzarmi di riordinare le idee.
Primo:
Un ragazzo mi stava baciando.
Secondo:
Quel bacio mi stava maledettamente piacendo.
Terzo:
Io ero ragazzo e mi stava piacendo?!?
Spinsi via Josh, guardandolo terrorizzato.
“Simone…che c’è?”
“Q-questo dovrei chiederlo io a te! C-che diavolo ti è saltato in mente?”
Mi strofinai con forza le labbra, come per cancellare la sensazione delle labbra del ragazzo.
I suoi occhi non la smettevano di scrutarmi e questo mi procurava un forte senso di inquietudine.
“Era solo un bacio”
“S-solo un bacio?!? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?”
Urlai, alzandomi di scatto.
Quella sua risposta mi aveva profondamente irritato. Quello era il mio primo bacio!
“Mi spieghi perché l’hai fatto?”
Josh si alzò, sorridendomi dolcemente come se nulla fosse successo.
“Perché tu mi piaci”
In quel momento il mondo intorno a me sembrava essere sparito. Le sue parole mi stavano rimbombando nella mente.
Io scossi la testa mentre i miei occhi pizzicavano.
“No…no…no!”
Corsi via in preda alla più totale disperazione.
Sentivo alle mie spalle la sua voce che mi chiamava con insistenza.
Le mie guance ormai erano rigate da una marea di lacrime amare.
Il mio primo amico era gay e si era innamorato di me.
Non che avessi qualcosa contro i gay ma tutte quelle strane sensazioni era nuove per me e ne ero spaventato.
Le mie gambe si muovevano da sole, non sapevo dove stavo andando ma non potevo tornare da lui.
Non potevo tornare indietro spaventato com’ero.
Vidi in vicinanza il mio hotel.
Fortunatamente ero riuscito a ritrovare la strada senza neanche accorgermene.
Aumentai la velocità, finendo ancora per urtare diverse persone.
In quel momento non m’importava nemmeno di fermarmi a chiedere scusa.
“Brutto idiota, fermati!”
Era la voce di mia sorella.
Mi prese per il braccio, arrestando la mia corsa.
“Ma che diavolo fai? Vuoi smettere di fare l’idiota?”
Restavo zitto con lo sguardo incollato a terra.
Continuavo a piangere, sperando che tutto quello fosse stato solo un brutto sogno da quale mi sarei svegliato presto.
“S-stai piangendo. M-ma che è successo?”
Con forza mi liberai dalla sua presa.
“Fatti gli affari tuoi!”
Urlai, rifugiandomi nella mia stanza.
Mi buttai sul letto, stringendo il cuscino al viso.
Volevo qualcosa che impedisse di far vedere le mie lacrime, qualcosa che evitasse di far udire a chiunque i miei singhiozzi.
Sentii la porta aprirsi ma non alzai il viso.
In quelle condizioni nessuno mi doveva vedere.
“Simone, che hai?”
Alice sembrava preoccupata per me.
Mi dava un enorme senso di nostalgia.
“Non ho niente…”
Bofonchiai, stringendo ancora più forte il cuscino al mio viso.
Mia sorella mi tolse il mio unico muro di difesa, guardandomi negli occhi.
“Non cercare di fregarmi”
Strinsi i pugni.
“Che diavolo te ne importa? Sto piangendo e sono fatti miei! Se vuoi ridere di me fallo pure ma non cercare di comportarti come un amorevole sorella!”
Urlai quelle parole con rabbia, disprezzo e tristezza.
La sua risposta fu un sonoro schiaffo dritto dritto sulla mia guancia.
“Io sono tua sorella, stupido. Certo, non facciamo altro che litigare ma voglio ricordarti che io a te ci tengo!”
La guardai confuso e abbastanza sorpreso.
Mi fece ricordare quando eravamo piccoli e contavamo sempre uno sull’altro.
Feci un leggero sorriso, massaggiandomi la guancia dolorante.
“Hai ragione. Scusa”
Lei si sedette accanto a me, iniziando lentamente ad accarezzami i capelli.
“Mi vuoi raccontare cos’è successo?”
Restai in silenzio per diversi secondi cercando di capire qual era la cosa giusta da fare.
Raccontarle tutto e rischiare di essere preso in giro o tacere ed affogare nel mio dolore?
Feci un respiro profondo e la guardai.
Dire la verità era sempre un ottima soluzione.
“Josh….Josh mi ha baciato..”
In un primo momento mi sembrò sconvolta ma non disse nulla.
“E….ha detto che io gli piaccio”
Appoggiai la testa sulle mie ginocchia, trattenendomi dallo scoppiare a piangere un'altra volta.
“Io…io non ci capisco niente. Sono confuso, ho la testa che mi scoppia e il cuore che non la smette di battere come un matto. Ho paura di provare per lui un sentimento che va oltre l’amicizia. Ho paura e non so cosa fare”
Sentivo ogni mia difesa cadere e lasciarmi scoperto e vulnerabile.
Per anni avevo cercato di chiudere il mio cuore, per evitare di piangere per qualcuno.
Alice mi strinse a sé, accarezzandomi dolcemente la testa.
“Cerca di stare calmo e ragiona”
La faceva facile lei.
Per me era un enorme problema.
“Senti il tuo cuore. Senti cosa dice e ragiona.”
Alzai lo sguardo verso di lei, rimanendo stupito dal suo sorriso dolce.
“Quel ragazzo non mi piaceva fin dalla prima volta che l’ho visto. Lo sapevo che ti avrebbe fatto del male”
Brontolò, asciugandomi le lacrime.
“Ascolta, per quanto quel tipo mi dia sui nervi se ti piace devo per forza darti una mano”
Sorrisi.
Era incredibile come mia sorella in verità potesse essere cosi gentile.
Era tornata quella di un tempo.
Misi una mano sul mio cuore facendo un altro profondo respiro.
“Il mio cuore…non sa cosa fare. Sembra rigettare i miei sentimenti”
Sussurrai io, guardando a terra.
“Dagli tempo. Essere innamorati è qualcosa di complicato”
Annuii.
 Era la prima volta che provavo sentimenti simili all’amore e non sapevo davvero come comportarmi. 

  
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