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Autore: Audrey Shadows    18/07/2012    2 recensioni
Silenzio.
Si era ridestato di colpo, trovandosi immerso nel buio.
Per un attimo pensò di aver sognato tutto: lo sparo, il lento dissanguamento, Chantal che piangeva, Bill che gli teneva la mano; la luce che lo aveva avvolto e poi Jimy Hendrix.
Si sentì avvolto dall’acqua. Quest’ultima non era fredda; ma ad essere sinceri non sembrava nemmeno acqua. Era tiepida e densa.
Tom sentiva l’infrangersi delle onde con gli scogli, e in lontananza vide una luce.
Non sapeva il perché ma sapeva di non dover avere paura, e di attendere pazientemente.
Infatti, pochi minuti (o forse erano secondi) dopo, una figura nera iniziò a stagliarsi all’orizzonte.
Ed ecco riapparire Jimy Hendrix.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Die Ruhe nach dem Sturm

Silenzio.
Si era ridestato di colpo, trovandosi immerso nel buio.
Per un attimo pensò di aver sognato tutto: lo sparo, il lento dissanguamento, Chantal che piangeva, Bill che gli teneva la mano; la luce che lo aveva avvolto e poi Jimy Hendrix.
Si sentì avvolto dall’acqua. Quest’ultima non era fredda; ma ad essere sinceri non sembrava nemmeno acqua. Era tiepida e densa.
Tom sentiva l’infrangersi delle onde con gli scogli, e in lontananza vide una luce.
Non sapeva il perché ma sapeva di non dover avere paura, e di attendere pazientemente.
Infatti, pochi minuti (o forse erano secondi) dopo, una figura nera iniziò a stagliarsi all’orizzonte.
Ed ecco riapparire Jimy Hendrix.
Si strusciò gli occhi e restò a bocca spalancata.
-ma tu .. tu sei …- balbettò
-No- gli sorrise gentile la persona davanti a lui –ho solo preso le sembianze di qualcuno che ammiri … ma posso cambiare se vuoi- completò la frase.
-ma tu cosa sei?- gli chiese Tom; era piuttosto perplesso.
-sono un angelo. Il tuo angelo custode … anche se non posso rimanere molto- rispose dispiaciuto.
-e perché?-
-perché servo anche a tuo fratello … ora più che mai-
Tom si ricordò di Bill.
Una stretta al cuore gli fece particolarmente male, e improvvisamente una morsa gli attanagliò lo stomaco.
L’aveva lasciato solo.
-oh … e io?-
-Tom …- disse con tono perentorio l’angelo –tu diventerai angelo a tua volta. C’è enorme bisogno di te … ma prima vieni con me-
Tom si alzò e affiancò Jimy, e lo seguì nella luce.
La luce si rivelo essere un lungo corridoio bianco, e su ogni lato vi erano quadri con foto.
A destra c’erano sue foto e sulla sinistra quelle di Bill.
Foto risalenti fino all’età degli ominidi perché a quanto poteva constatare le prime  17 foto erano sempre di scimmie.
-questo è …-
-sì. Sono tutte le vite in cui vi siete reincarnati- Jimy sorrise a Tom –non siete sempre stati gemelli, se è quello che vuoi sapere. Anzi, nell’antica Roma vi siete presi a botte perché Bill aveva baciato tua moglie-
mi sembra plausibile”  pensò Tom.
-sì … non ti biasimo- confermò l’angelo.
-ma tu mi leggi nel pensiero?- chiese sconvolto Tom.
-sì- Jimy sorrise –e puoi farlo anche tu … non c’è bisogno di parlare … ma stavo dicendo…-
Tom continuava a guardava il susseguirsi di foto e notò che quelle sulla sinistra, arrivati circa verso il 1300, si interrompevano.
-cosa …- ma poi vide che sulla destra, insieme a lui, compariva anche Bill.
-siete diventati gemelli.- spiegò l’angelo risoluto –le vostre anime si sono fuse per formarne una nuova, che poi si è scissa nuovamente, dando vita a te e a Bill-
Tom era sinceramente e piacevolmente stupito.
Aveva sempre saputo che lui e Bill condividevano la stessa anima, scissa in due corpi, ma sentirselo confermato … beh, aveva il suo fascino.
-quindi siamo veramente anime gemelle?- chiese Tom
-esatto … la gente molto spesso confonde questo termine … le anime gemelle, sono la stessa anima scissa in due corpi. Quando invece troviamo l’amore della nostra vita, si chiama “fiamma gialla” – spiegò.
Tom annuì e automaticamente pensò a Chantal.
-lei sta bene … non preoccuparti. Avrà un figlio, che chiamerà Thomas-
Un figlio?
-è rimasta incinta … e l’ha scoperto dopo la tua morte- Jimy sospirò –Ma ora non c’è tempo … vieni- Jimy lo prese per mano e lo portò alla fine del corridoio, che sfociò in un’ampia stanza circolare.
-che facciamo?- chiese Tom curioso.
Un po’ era arrabbiato con sé stesso; avrebbe voluto essere con tutto sé stesso con suo figlio.
-ora dovrai scegliere …- lo informò l’angelo –se andartene in paradiso, oppure …-
-oppure?- chiese Tom impaziente. Sperava che Jimy gli dicesse che potesse ritornare, che in qualche modo potesse tornare alla sua vita.
-oppure restare accanto alle persone che ami, sorvegliandole e proteggendole…-
-la mia scelta la sai già, vero?- chiese sorridendo storto Tom.
Jimy sorrise e annuì –prima di andare c’è una persona che vuole salutarti- e dal nulla comparve Ria.
Lo guardò con gli occhi pieni di affetto, e se solo avesse potuto, avrebbe pianto (felicità mista a tristezza).
Ria gli corse incontro e gli gettò le braccia la collo, stringendolo forte a sé.
-mio dio Tom …- aveva però la voce spezzata –mi sei mancato. Ho avuto tanta paura …-
-shh … sono qui-
Restarono per un po’ abbracciati, Jimy era scomparso, tanto per dargli un po’ di privacy.
Quando Ria si staccò puntò i suoi occhi ambrati in quelli di Tom.
-tornerai giù, vero?- gli chiese con un sorriso malinconico.
Tom annuì, non poteva fare altrimenti.
-Allora buona fortuna e …- lasciò la frase in sospeso, guardando Tom in tutta la sua bellezza –guardami Bill, ok?- gli chiese guardandolo timidamente.
Tom rise e annuì; si avvicinò nuovamente a Ria e le carezzò una guancia.
-di sicuro. Ti voglio bene piccola-
-anche io- e scomparve lasciandolo solo in quella stanza.
Improvvisamente sentì tanto sonno, quindi si sedette e piano piano si addormentò.

Si risvegliò nel suo letto; cosa decisamente impossibile dato il fato che era morto.
Si alzò di scattò e per un secondo pensò davvero di essersi sognato tutto.
Invece notò, con dolore, di non rispecchiarsi nello specchio dell’anta dell’armadio.
Sbuffò e si voltò.
Chantal era distesa su un fianco, e respirava regolarmente; Tom sorrise intenerito a guardarla e le carezzò lentamente un braccio.
Chantal posò la mano sulla sua, lasciando senza parole Tom.
Non poteva averlo sentito!
-percepisce i movimenti dell’aria, il calore … tu sei più freddo rispetto la temperatura ambiente- la voce gentile di Jimy gli spiegò il fenomeno.
-quindi, in qualche modo, posso farmi sentire?-
-esatto- rispose l’angelo prima di scomparire.
Tom tornò a guardare Chantal, completamente rilassata e teneva ancora la mano sulla sua.
Tom sorrise e poi si alzò dal letto per uscire dalla stanza.
Si fece un giro della casa, e arrivato in cucina assistette ad una scena talmente dolce da fargli venire le carie.
Suo fratello era seduto di fronte ad un seggiolone, e nel seggiolone c’era un bambino, avrà avuto massimo un anno.
Che fosse …?
-forza Thomas … finiamo la pappa, così la mamma è contenta!- disse energico Bill.
Il bambino gli sorrise e per tutta risposta si voltò verso Tom.
Il ragazzo trasalì a quello sguardo. Che lo vedesse?
Aveva troppe domande e Jimy doveva rispondergli.
-sì è tuo figlio. E come ti ho già detto, nessuno ti può vedere, almeno non lui e non adesso-
-cosa intendi?-
-intendo che quando inizierà di sua spontanea volontà a credere in un amico immaginario, potrà vederti-
Il solo pensiero di Tom era che le persone lo potevano percepire e suo figlio avrebbe potuto vederlo.
Guardò il bambino; si assomigliavano un sacco.
Si ricordava delle foto che Bill ogni tanto, preso da un attacco di nostalgia, gli propinava.
Il bimbo aveva rosee guance paffute, labbra sottili; capelli mossi color del grano, di media lunghezza e occhi nocciola.
Era la sua copia sputata.
Si avvicinò, mettendo le grandi mani sulle spalle del fratello; quest’ultimo fu scosso da un brivido, e si voltò a vedere se dietro di lui ci fosse qualcuno.
-Tom?- Bill si diede del deficiente due secondi dopo aver pronunciato quel nome.
Tom, da parte sua, trasalì.
-Bill … sono qui- che lo sentisse maggiormente a causa dell’anima? –mi dispiace … ma ti prometto che ci sarò sempre-
-tiiiioooo!- il bambino, con qualche ottava sopra la norma, richiamò Bill.
-sì piccolo … ecco l’aeroplano!- e diede una cucchiaiata di sbobba informe al bambino.
Tom sorrise e continuò a guardarli.
Avrebbe atteso, atteso tutto il tempo necessario.
Avrebbe trovato un modo per farsi vedere; qualunque modo.
-io sono ancora qui …- sussurrò poi sedendosi sul tavolo della cucina.
-lo so- rispose Bill, sussurrando appena –ti sento- e sorrise.
Bill si preoccupava più che suo nipote non lo credesse pazzo.
Ma Bill sentiva Tom, lo percepiva nell’aria che c’era qualcuno in quella stanza oltre a lui e suo nipote.
Qualcuno di non corporeo.
-hey Tom … senti …- iniziò titubante mentre metteva il bambino a terra –vai in salotto che giochiamo con le macchinine, ok?- il bimbo annuì e corse in sala.
Ora doveva affrontare la sua vena di pazzia.
-Tom? Batti un colpo per dire sì, e due per dire no, ok?-
Tom aspettò un secondo, guardando il fratello negli occhi. Sperava che quella cosa funzionasse.
Diede con le nocche un colpetto sul tavolo in legno, come per bussare.
Tum.
Bill trasalì.
-ok … se arriva Chantal mi crederà un pazzo … e forse lo sono-
Tum.tum.
-apprezzo il fatto che tu non mi consideri tale … ma chi mi crederebbe? nessuno-
Tom sorrise e annuì incondizionatamente.
Aveva trovato un modo per comunicare con il fratello.
-resterai qui?- chiese Bill speranzoso
Tum.
-te ne sono grato …- Bill tirò un sospiro sollevato –e … hai visto Ria?-
Tum.
Bill sorrise malinconico –mi manca …- iniziò a sistemare cucchiaini vari e piattini di Thomas.
Tom lo seguì con lo sguardo.
-Chantal sta bene, è un po’ stanca … tu stai bene? È così brutto essere un fantasma?-
Tum.
Aveva risposto alla prima domanda.
Tum tum.
-bene, sono contento … e- Bill non reggeva più quella conversazione. Era strana e si dava dell’idiota da solo.
Come poteva solo e lontanamente credere che suo fratello gemello morto fosse lì e gli stesse rispondendo?
Si immaginava addirittura i colpetti sul tavolo; troppi libri di Stephen King.
Tom gli lesse nel pensiero.
Quello di cui aveva più bisogno era un abbraccio da lui.
Gli si avvicinò cautamente e lo strinse tra le sue braccia.
Bill si sentì improvvisamente sollevato e a casa, sentì il calore che solo le braccia di Tom gli avevano donato.
-Grazie Tomi …- e calde lacrime gli bagnarono il viso.
Ne erano consapevoli entrambi: le due anime gemelle si erano ricongiunte.

Spazio Autrice: me ne sono uscita con questa OS perchè volevo che sapeste che Tom stava discretamente bene :) e che in qualche modo sarebbe riuscito a stare per sempre con le persone che amava.
Spero vi sia piaciuto, so che non è nulla di che ... ma c'era un piccolo conto in sospeso con Billi.
Spero che GretaTk riuscirà a perdonarmi dopo aver saputo che Tomi sta bene (le prometto, cara la mia lettrice/autrice preferée) che in qualsiasi altra storia lo farò campare fino a 220 anni (se è possibile, te lo imagini??).
Grazie per l'attenzione.
Un bacione e alla prossima!

Catia

   
 
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