I giganti della montagna
Si sarebbero incontrati sulla spiaggia lunedì sera, alle 21.07, non un minuto di più, mai un minuto di meno. Si sarebbero limitati a camminare, così distanti l'uno dall'altro che - tendendo le braccia – sarebbero sporadicamente riusciti a far sfiorare le punte delle dita. E si sentivano completi. Ogni martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica della loro vita sarebbero stati anime torturate dai sentimenti. Ma ogni lunedì, alle 21.07, sarebbero stati giganti perennemente in bilico su un granello di sabbia.
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Si sarebbero incontrati sulla spiaggia lunedì sera, alle 21.07, non un minuto di più, mai un minuto di meno. Si sarebbero limitati a camminare, così distanti l'uno dall'altro che - tendendo le braccia – sarebbero sporadicamente riusciti a far sfiorare le punte delle dita. E si sentivano completi. Ogni martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica della loro vita sarebbero stati anime torturate dai sentimenti. Ma ogni lunedì, alle 21.07, sarebbero stati giganti perennemente in bilico su un granello di sabbia.
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E quel lunedì si videro, senza guardarsi. Nella penombra invernale, muovevano i passi su quella spiaggia così lontana da tutto, da Mystic Falls, da Stefan, dai ticchettanti orologi che ad ogni rintocco trasformavano il presente in passato. Camminarono, lasciando che il rumore dei loro passi si confondesse con il gelido vento del nord, che soffiava come un alito di pace sulle guance arrossate di Elena. Si fermarono, si cercarono e si trovarono.
In un bacio, in una carezza, in un soffio, in un attimo. Un altro bacio, un’altra tentazione e Damon si volta. Alle 21.08 il minuto di pace era terminato e il profumo di quell’amore s'era dissolto nel freddo vento del nord.
Sparito, consumato, immortale.