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Autore: Ihavenothing    18/07/2012    6 recensioni
A volte si devono fare delle scelte.
A volte si deve imparare a lasciare andare, a dire addio.
Ma a Sebastian non piaceva quella parola; non voleva dire addio perchè non avrebbe fatto male solo a lui ma anche alla persona che amava. Quella persona che era accanto a lui e che gli stringeva la mano pregandolo di non farlo, di non andare.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera gente! Lo so, lo so. Starete tutti sclerando per la live chat di Chris lo capisco anche io. Non so nemmeno come faccio ad essere viva a mettere questa mia shot. Ma prima di morire sul serio volevo farvela leggere xD
è moolto triste, almeno all'inizio. Mi è venuta in mente di getto ma prima di riuscire a finirle ho avuto bisogno di un pò di tempo. 
Non voglio lasciare note alla fine perciò dico ora che spero che vi piaccia e ringrazio la beta d'eccezzione Athena14, che mi ha aiutato un sacco per tutti i miliardi di errori che sempre combino. 

Volevo fare una cosa prima di andarmene. Perchè con la Kurtbastian non la fa nessuno u.u
*tossisce* Kurt e Sebastian non sono stati inventati da me. Sono frutto della mente imbecille di quel pelatone di Ryan Murphy. Se non fosse per la Klaine e che tutti lo ucciderebbero se si lasciassero vorrei tanto che facesse nascere la Kurtbastian.. mm magari a New York. Ma comunque sono parte di Glee, ma qui sono completamente in un mondo diverso (?). 

Enjoy. 






















A volte si devono fare delle scelte.
A volte si deve imparare a lasciare andare, a dire addio.
 
Ma a Sebastian non piaceva quella parola; non voleva dire addio perchè non avrebbe fatto male solo a lui ma anche alla persona che amava. Quella persona che era accanto a lui e che gli stringeva la mano pregandolo di non farlo, di non andare. 
 
Ma come poteva non andare? Non poteva più rifiutare. Perchè quando ci si unisce all'esercito e hai dato la tua parola che avresti combattuto per il tuo paese, non puoi non mantenerla e Sebastian non era il tipo d’ uomo che si arrendeva. Avrebbe combattuto per il bene della sua famiglia, di quei bambini che lo aspettavano a casa, di suo marito che piangeva lacrime che lui non poteva far ritornare indietro. 
 
Era così brutto dire una mezza verità: aveva promesso loro che sarebbe ritornato, ma non avrebbe dovuto; non poteva dirgli qualcosa che neanche lui poteva prevedere, ma avrebbe lottato per rimanere in vita. 
Avrebbe lottato per non far soffrire le persone a cui aveva donato il cuore e l'anima. 
 
Mentre attendeva di salire su quell'aereo che l'avrebbe portato nel luogo in cui avrebbe dovuto uccidere altri uomini cominciò a pensare a quelle persone che probabilmente avevano una famiglia, persone che potevano essere state costrette a impugnare armi. Tra di loro potevano esserci bambini, piccolli, portati via dalle famiglie e si trovò a immaginare cosa sarebbe successo se fossero stati i suoi due piccoli, Jane e Ricky, portati a combattere; vedere quel sangue di un rosso accesso colare e portare via la vita di quell'essere umano.
 
Prima di muoversi verso il mezzo si girò verso l'uomo accanto a lui, che soffriva più di lui. 
 
Si avvicinò e gli alzò la testa perchè voleva che lo guardasse negli occhi. "Kurt, non piangere più"
 
E quel pianto, divenne singhiozzi perchè in un momento come quello non poteva dirgli di smettere, perchè non voleva che se ne andasse, che lo lasciasse. Tutte quelle promesse non avrebbero mai potuto rendere positiva quella situazione perchè non c'è mai niente su cui sperare quando si va a impugnare un’ arma e combattere contro altrettante. 
 
In un scontro uno contro uno non c'è mai la certezza su chi sarà il vincitore: entrambi vogliono la vittoria e Sebastian non era abbastanza stabile da farcela perchè aveva appena subito un operazione al braccio e non era completamente guarito. Non poteva portare il peso di un fucile pesante quanto lui tra le mani e scagliarsi qua e là.
 
Kurt non voleva nemmeno pensare se fosse morto: Sebastian era tutto per lui, avevano sofferto per stare insieme e non ce l'avrebbero fatta se fossero stati molto lontani per troppo tempo. Quando l'altoparlante aveva annunciato che Seb doveva imbarcarsi tutto crollò definitivamente.
 
Iniziò ad agitarsi, a piangere più forte e dimenarsi contro il marito. "Non andare, non andare ti prego … ti prego" implorò Kurt. Lo voleva con lui, lo voleva con lui in quel momento.
 
Sebastian non avrebbe sopportato vederlo così un secondo di più, ma doveva cercare di calmarlo di fargli capire che non era tutto finito per loro. 
 
"Kurt.." il ragazzo tirato in causa sembrava non volersi fermare; continuava a dire "non andare" ma Sebastian doveva farlo. 
 
"KURT!" urlò alla fine Sebastian per farlo stare zitto, cosa che infatti alla fine Kurt fece. Quest'ultimo lo fissò e attese ciò che Seb gli voleva dire. 
 
Il soldato prese un bel respiro e strinse di più il viso di Kurt che era tra le sue mani. "Amore mio, io tornerò. Te lo giuro."
 
Perchè continuava a giurare? 
Semplice: 
Per l'amore della sua vita.
Era meglio mentire che farlo penare sin dall'inizio, perché non voleva che passasse tutta la sua vita a piangere per il suo amore perduto.
 
"Ci scambiamo una promessa Kurt, va bene?" 
 
Quando il marito annuì, ormai inerme, Seb lo baciò e lo strinse forte a sé. 
 
L'abbraccio di Kurt lo faceva sentire al sicuro, protetto e avrebbe voluto stare così per sempre; il dovere però chiamava.
 
Prima la promessa però.
 
"Kurt, tu sei la mia persona, il mio cuore, il mio tutto. Sono così felice di averti trovato, di aver potuto diventare tuo marito, di aver avuto questi bellissimi bambini. Kurt, io ti prometto il per sempre. Anche se morirò il nostro sarà sempre stato un per sempre, la mia è la promessa che anche se lontani noi ci apparteniamo."
 
A quelle parole Kurt pianse ancora di più e si strinse all'uomo di fronte a lui; agitò la testa come per scacciare la parola morte dalla sua testa. 
 
"Me lo prometti anche tu, amore mio?" 
 
"Tu sei l'unico per me Seb. Lo sei sempre stato. Ti amerò sempre. Sei l'uomo della mia vita, e mai questo cambierà. Sono e sarò tuo sempre e per sempre"
 
"Sempre Kurt. Sempre. Lo prometto"
 
E quando la voce registrata annunciò di nuovo la partenza capirono che era l'ora. Sebastian doveva incamminarsi per andare e quando si staccò dalle braccia di Kurt il suo cuore si spezzò un pochino, ma comunque con la consapevolezza che Kurt non se ne sarebbe mai andato. 
 
"Anche io te lo prometto, Sebastian"
 
Quando ormai erano tanto lontani - Sebastian era salito su quell'aereo - Kurt se ne andò verso casa con un pezzo in meno di cuore donato a Seb come regalo per la promessa appena fatta. 
 
*
 
Erano passati tre mesi da quando Sebastian era partito, tre mesi in cui non avevano avuto sue notizie. 
Mesi in cui Kurt aveva pianto, aveva finto di star bene e aveva finto sorrisi. 
Tre mesi passati a consolare i figli e a dire loro che il padre stava bene, pur non sapendolo lui stesso.
 
Il tempo lontano da Sebastian era straziante, freddo come se non ci fosse poi molto per cui vivere. Ma poi si ricordava della loro promessa:
 
Sempre.
 
Gli aveva giurato il sempre. E quello voleva dire che anche se lui fosse morto era lì che vegliava su di loro; lì che si prendeva cura di Kurt e dei suoi figli attraverso un po’d'aria, un raggio di sole o anche un po’ di pioggia.
In tutto questo Kurt aveva ricordi diversi su cui sorridere ma altrettanti su cui piangere, perchè era convinto non li avrebbe rivissuti. 
 
Non riusciva ad essere veramente sereno e a volte nemmeno ci provava.
 
Ricky e Jane lo vedevano triste e avrebbero tanto voluto fare qualcosa: ma come potevano due bimbi di appena dieci e otto anni fare qualcosa? Erano così piccoli e dovevano soffrire così tanto.
 
In un giorno di pioggia, lampi e cielo scuro - sembrava che fosse destino che anche il tempo ormai avesse preso la forma del suo stato d'animo – Kurt sentì il rumore del citofono che suonava e si chiese chi poteva venirlo a trovare quel giorno, in quella brutta giornata. 
 
Urlò alla piccola Jane di andare ad aprire mente lui era in cucina a preparare il pranzo.
 
Sentì delle urla e si preoccupò, ma quando sentì "papà,papà sei tornato" il suo cuore si scaldò.
 
Corse verso l'entrata e si ritrovò suo marito - bellissimo anche con quella tuta malandata, la barba folta e le occhiaie - davanti a lui che lo guardava con quegli occhi lucidi di un verde brillante.
 
La scintilla dei suoi occhi mentre si incatenava a quelli azzurri del compagno non era cambiata di una virgola. 
 
Non capirono se era successo tutto velocemente o tutto troppo lentamente, come in quei film dove corrono uno verso l'altro a rallentatore, ma si ritrovarono abbracciati e a baciarsi come se non lo avessero mai fatto nel loro tempo insieme prima di quel momento.
 
Si strinsero come se non ci fosse un domani - anche se avevano rischiato che non ci fosse sul serio. Si baciarono come se non potessero farlo mai più, quando ora finalmente avevano tutta la vita per farlo. 
 
Quando si staccarono, però, non sentirono un vuoto perchè dovevano parlare, dovevano recuperare il tempo in cui erano dovuti stare separati, e c'era tempo. C'era il sempre, no? 
 
Si presero per mano e si sedettero sul divano raccontandosi quei tre mesi lunghissimi separati.
 
"Mi siete mancati così tanto" disse Seb, lasciando scendere qualche lacrima."Ogni volta che mi sentivo solo vi pensavo, ma non era la stessa cosa"
 
Jane si alzò e l'abbracciò di nuovo "Non andartene mai più papà" disse.
 
"Mai tesoro, mai più" 
 
Sorrise teneramente a tutta la famiglia; non gli raccontò le cose spaventose che erano successe mentre era in guerra, ciò che aveva dovuto vivere, vedere e soffrire. Non era tempo di rimpianti per non essere riuscito a salvare uno dei componenti della sua squadra, non era tempo di pensare a quante armi aveva dovuto impugnare: armi di distruzione, orribili e tristi.
 
Dovevano pensare a vivere, a stare insieme.
 
Perchè la morte è sempre a un passo da noi, ma non sempre la vediamo, non sempre la sentiamo. Arriva all'improvviso quando meno te lo aspetti, ma se ce la fai, la puoi combattere. Puoi usare quelle poche forze che hai in corpo e sopravvivere per il tuo bene e quello di chi ti ama.
 
Per Sebastian essere di nuovo lì intero, con la sua famiglia era stato un miracolo. 
 
Non credeva in Dio, ma credeva nel destino ed esso compieva miracoli e l'aveva riportato da loro, dalle tre persone più importanti della sua vita.
 
Quando guardò fuori dalla finestra si accorse che il sole si era alzato nel cielo riempiendo la sua giornata di calore e un sorriso per ogni giorno a venire.
 
*
 
Sebastian in quei mesi lontano dalla sua famiglia aveva avuto paura di dimenticare:
Dimenticare l'odore di Kurt o il viso dei suoi bambini; come quella casa lo faceva stare al sicuro, come se fosse un po’ la sua piccola fortezza anche se la sua unica vera "casa" era tra le braccia di Kurt.
 
Ecco perché in quel momento, disteso sul loro grande letto, era incollato nell'abbraccio di Kurt sperando che non si staccasse mai più. Stava bene, era sereno e tutto ciò che aveva vissuto passava in secondo piano, perché sentiva il battito di suo marito e il suo cuore che pulsava più veloce perché riempito dal suo calore e quello, pensò, era il regalo migliore che potesse ricevere per il proprio ritorno. 
 
Era notte fonda e non voleva ancora dormire. Voleva solo fissare Kurt e il piccolo sorriso che le sue labbra lentamente andavano a formare. Gli accarezzò i suoi corti morbidi capelli castani e lo strinse un po’ più a sé.
Quel movimento però svegliò Kurt che aprì velocemente gli occhi; lo guardò con gli occhi quasi fuori dalle orbite e Sebastian si preoccupò perché sembrava quasi stesse per svenire.
 
"Kurt, che succede?" sussurrò prendendolo tra le sue braccia e intimandogli di cercare di respirare. "Sta calmo." 
 
Kurt si riprese un po’, ma era stato un brutto colpo quello che sentì quando si mosse e per un attimo aveva sul serio avuto paura.
"Credevo te ne stessi andando, di nuovo" lo disse ad alta voce perché era giusto informarlo. Era giusto dirgli la verità, perché non poteva più mentire; doveva fare uscire tutto ciò che provava in quell’esatto momento perché non poteva tenersi tutto dentro un minuto di più. "Ho paura Seb. Ho paura di ritrovarmi in un letto vuoto e sapere questa volta che tu non ritornerai veramente, mai più"
 
Sebastian si fece uscire qualche lacrima, non voleva che Kurt avesse paura: la paura è una cattiva bestia, più ti colpisce e più tempo ti ci vorrà per levarla di torno. 
 
Kurt non poteva continuare a essere spaventato perché Sebastian adesso ci sarebbe stato. Ci sarebbe stato perché era l'unica cosa che potesse fare, era l'unica cosa che volesse fare. 
 
Con quella consapevolezza, non si fece problemi a mettersi sopra di lui e accarezzare i suoi fianchi dolcemente, "Kurt non me ne andrò più. Viviamo con tranquillità adesso, non dobbiamo pensare più a niente di triste."
 
"Ma non ci riesco"
 
Mentre Seb continuava ad accarezzarlo a quest'ultimo venne un’ idea. Forse era strano pensarci dopo neanche un giorno di ritorno, ma era certo fosse la cosa migliore per non pensare più a niente. 
"Permettimi di prendermi cura di te."
 
"Seb, dovrebbe essere il contrario" sussurrò Kurt, capendo subito ciò che suo marito intendeva. Gli sembrava di essere talmente egoista in quel momento perché era lui quello che si stava deprimendo quando Seb aveva passato cose più brutte. Ma lui rimaneva quello un po’ più fragile e Sebastian sapeva di doversi prendere cura dell'unica ragione per cui era vivo.
 
"Dammi il permesso di farlo lo stesso. Voglio sentirti completamente mio, di nuovo"
 
"Sono sempre stato solo tuo"
 
"Sai quello che intendo" rispose Sebastian, continuando ad accarezzarlo togliendogli poi la maglietta. 
"Voglio essere completamente connesso a te. Sentire che siamo sempre compatibili. "
 
Kurt singhiozzò perché lo voleva. Aveva sentito troppo la mancanza del corpo caldo di Sebastian su di lui, di tutto il calore che gli provocava quando lo sentiva dentro di sé.
 
Il più piccolo annuì e chiuse gli occhi assaporando la sensazione delle labbra del suo compagno sulla sua pelle bianca. 
 
Quando si affronta qualcosa come la morte, anche se non si affronta direttamente, non c'è mai una soluzione per impedire che ciò possa accadere. Meglio vivere le sensazioni belle al meglio quando si ha la possibilità; anche se non si può mai comprendere veramente la vita se non si è sofferto un poco. 
Ci saranno sempre ostacoli, ci saranno sempre pianti: ma è sempre buio prima dell'alba.  (*)
 
E quando Kurt sentì Sebastian dentro di sé i suoi limpidi occhi azzurri si illuminarono perché quella era la sensazione più bella di tutte. Capire che c'era qualcuno che ti amava.
 
Senza amore non stai veramente vivendo. (**) 
 
Kurt questo lo sapeva bene.
 
Non diceva che non avrebbe mai più sofferto, solo forse un po’ di meno, solo forse non subito, forse non come prima. 
Aveva il marito migliore del mondo e con lui accanto non avrebbe più avuto paura. Avrebbe affrontato tutto con la mano stretta a quella di Sebastian e con la sensazione che niente sarebbe mai andato perduto. 














(*) "It's always darkest before the dawn. "   L'avete riconosciuto vero? è un pezzo della canzone di Shake it out. Lo so che l'avevate capito u.u
(**) "Without love you're not truly living" Chi non si ricorda della bellissima citazione di quella Dea di Dianna Agron? :3 
 
   
 
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