– WAITIN’ FOR YOU –
Betato da Bella_Kristen
Un mugolio
di dolore fece sorridere il
cacciatore, mentre sferrava vittorioso un gancio destro al vampiro che
gli era
di fronte.
Damon Salvatore era consapevole della sorte che gli spettava, infondo
se lo era
meritato.
E se non fosse successo per colpa di Klaus, allora sarebbe morto a
causa del
suo migliore amico.
Alaric aveva tutte le sue buone ragioni per ucciderlo, lui
l’aveva fatto. Per
ben due volte.
E lo stava per rifare una terza, se non ci fosse stato suo fratello a
convincerlo di non commettere altre stupidaggini.
Eppure, se lo avesse ucciso, in quel momento Damon non si sarebbe
trovato di
fronte ad un pazzo cacciatore di vampiri immortale, colui che per un
intero
anno era stato il miglior compagno di bevute di sempre ed anche e
soprattutto
il suo migliore amico.
Decise che non avrebbe combattuto contro di lui, non sarebbe servito a
nulla.
Alaric era molto più forte del maggiore dei Salvatore, Damon
non aveva alcuna
via di scampo.
E come se non bastasse, dopo avergli tirato altri calci facendolo
finire per
terra, il cacciatore decise di sferrare la sua arma migliore
sputandogli in
faccia delle parole che ferirono il vampiro più di ogni
colpo che gli aveva
assestato.
“Non siamo amici.” Sbraitò osservando
compiaciuto il sangue del suo nemico
mortale sgorgare dal suo volto. “La nostra amicizia faceva
parte del problema.
È ciò che mi rendeva debole. Ecco
perché il vero me ci ha messo così tanto ad
emergere.” Abbassò leggermente il busto mentre
Damon tentava di rialzarsi.
Il vampiro sperava di scorgere nello sguardo di Alaric dei segni, delle
prove
che ciò che stava dicendo era pari al falso, ma non ve ne
trovò. Così, tenendo
il busto sollevato, con i gomiti poggiati per terra, aspettò
silenzioso che il tristo mietitore
venisse a fargli
visita. Non aveva più voglia di combattere.
Non aveva alcuna motivazione per farlo. Nessuno avrebbe sentito la sua
mancanza.
Aveva fatto del male a troppe persone e tali persone erano anche coloro
a cui
teneva di più.
A cominciare da suo fratello. Sapeva che se, per un qualsiasi assurdo
motivo,
sarebbe riuscito a rimanere in vita, avrebbe dovuto abbandonare Mystic
Falls.
Elena aveva fatto la sua scelta e ciò implicava la sua
partenza dalla città che
lo aveva ospitato tutt’altro che a braccia aperte.
Elena, sospirò pensando
alle parole
che gli aveva comunicato al telefono. Gli aveva confessato di provare
qualcosa
per lui ma successivamente aveva aggiunto che tale sentimento non aveva
in
alcun modo scalfito l’amore che provava per suo fratello
Stefan.
Stefan è sempre stato la scelta
migliore
per lei, non avrei dovuto intromettermi nel loro rapporto,
tentò di
convincere se stesso che l’amore che provava per Elena non
fosse paragonabile a
quello che concepiva suo fratello per lei.
Forse, se ci fossimo conosciuti
prima…,
rimembrò la frase incompiuta che lo aveva fatto sorridere
per qualche istante.
Se ci fossimo conosciuti prima cosa, Elena? Ti saresti innamorata di me?
Se solo quella sera non le avesse cancellato la memoria forse,
in quel momento, si sarebbe trovato lui al posto di Stefan,
avrebbe aspettato a braccia aperte il suo ritorno premurandosi che
nessuno al
mondo le facesse del male.
Forse sarebbe stato sempre
e solo lui l’uomo della sua vita.
Forse Elena sarebbe riuscita a
colmare
il vuoto del suo cuore freddo, bisognoso
di amore.
Forse, forse … si
convinse che in
quel momento, sul punto di morte, non doveva pensare ad un domani che
ormai non
poteva più avere.
Il presente però gli faceva schifo, l’amore faceva
schifo.
E lui non poteva fare più nulla per convincere il mondo che
fosse cambiato.
Gli ci erano voluti centocinquanta anni, due delusioni di amore ed una
nuova e
perduta amicizia per cambiare.
Elena, Alaric, Stefan e persino Caroline lo avevano cambiato. Gli
avevano fatto
capire il valore della vita, la stessa vita che in quel momento lo
stava
lasciando.
Un altro pugno da parte di Alaric lo fece accasciare nuovamente per
terra. Le
braccia aperte quasi a formare inconsciamente una croce.
Perché lui in quel
momento era in croce.
“Perché non combatti!?”
sbraitò il cacciatore spazientito prendendolo per la
gola. Damon annaspò sputando del sangue sul pavimento.
“Non ha
più senso combattere.” Ammise
chiudendo gli occhi.
Era stanco. Aveva bisogno di
riposarsi.
Voleva trovare soddisfazione nei suoi sogni felici nei quali, la
maggior parte
delle volte, al suo fianco c’era Elena che straripava di
amore per lui;
Nei quali suo fratello non lo odiava e supportava ogni sua decisione,
anche la
più folle, ed il suo migliore amico non era un cacciatore di
vampiri assetato
di sangue . Insomma, la sua vita era perfetta.
Peccato che lo era solo in sogno.
“Fai in fretta, sono stanco.”
Stanco
di lottare, stanco di sperare in un domani che non gli apparteneva,
stanco di
far soffrire gli altri, stanco di tutto.
E senza farselo ripetere due volte, Alaric conficcò il
paletto nel cuore di
Damon, nello stesso istante in cui anche lui, il cacciatore immortale, cominciò a perdere
le forze.
Dopo alcuni istanti due vite salirono in cielo mentre una terza
scalpitava per
riemergere dal buio soffocante della morte.
Un cellulare prese a
squillare
insistentemente e, dopo vari tentativi, partì la segreteria
telefonica.
“Damon, sono Elena. Non appena sentirai questo messaggio
richiamami. È successo
un casino.
Per farla in breve, Rebekah ha fatto sbandare
la macchina
di Matt mentre stavamo tornando a Mystic Falls. Matt sta bene, non si
è fatto
neppure un graffio, mentre
io … accidenti
non so come dirtelo…io sono morta, oddio non propriamente,
ma sono diventata …
come te.
Io … ti volevo solamente ringraziare di cuore. Grazie per
aver capito
all’istante ciò che … si insomma io ...
“ un sospiro “Oh al diavolo. Mi
dispiace per averti fatto soffrire così tanto. Adesso
ricordo tutto Damon.
In particolare, ricordo il nostro primo incontro e le parole che mi hai
detto
il giorno dello scontro con Elijah.
Tutti questi nuovi ricordi, inutile negarlo, mi hanno fatto riflettere
e, se
posso essere sincera, sono più confusa di prima. Ho bisogno
di parlarti al più
presto.
Ti aspetto a casa.”
kovu.