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Autore: Pierrot the Clown    19/07/2012    2 recensioni
Avevo pubblicato questa storia già qualche anno fa, sotto un altro pseudonimo. Oggi, girovagando fra i meandri del mio pc l'ho ritrovata e ho deciso di ripubblicarla. Si tratta di una One-Shot Nonsense Demenziale che vede protagonisti alcuni personaggi di Death Note. Non cercate di capirne il senso. Non ce l'ha.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Tota Matsuda
Note: Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!
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Light Yagami aprì la porta della classe X e vi guardò all’interno

 

 

Crazy Relationships Between Death Note Characters

 

 Pierrot The Clown

 

Light Yagami aprì la porta della stanza X e vi guardò all’interno. C’era parecchia gente che conosceva. I più vicini erano L, stranamente in piedi ma sempre gobbo, che stava firmando un autografo a Matsuda, e Aizawa intento a leggere un libretto acquistato a rate.

Appena varcò la soglia, quei tre si voltarono a fissarlo. Aizawa lo scrutò con rimprovero, L con indifferenza. Matsuda invece perse tutto il suo buon umore e fulmineo estrasse la pistola e cominciò a sparare, avanzando a passi lunghi e veloci, con lo sguardo assatanato e con la bava alla bocca.

Light, colpito e emettendo un urlo da castrato, fece una piroetta oscena a mezz’aria e cadde in una pozza d’acqua sparsa in mezzo al corridoio.

Una pozza d’acqua piovana, in mezzo al corriodoio.

Sì.

“AAAAAH! IO TI AMMAZZO! TI AMMAZZO BASTARDO TI AMMAZZO!”

“MATSUDA!”

BANG!

(Inquadratura esterna che dà sul cielo azzurro)

“NOOOOOO!” fece L mettendosi le mani al volto e facendo la stessa faccia dell’Urlo di Munch.

“Hai rotto una finestra!” disse, indicando il foro del proiettile su di essa.

“E no cazzo! Un’altra finestra no!” disse Aizawa mettendo via la sua copia de “Come diventare un L” e avvicinandosi a Matsuda che nella foga della sua furia omicida era inciampato nella gamba di un banco, fallendo l’ultimo colpo.

Il vecchio Matsuda respirava affannosamente e ad occhi chiusi, ma teneva ancora la pistola ben stretta in pugno. Aizawa gliela strappò di mano e gli fece un coppino che fece SCHIAFF .

“Totò Matsuda! Quante volte ti ho detto che quando vuoi uccidere una persona non devi inciampare!? Dai, che figura ci fa la polizia giapponese?

“E ha rotto la finestra”, fece notare di nuovo L.

“E hai rotto anche un’altra finestra! Possibile che quando spari l’ultimo colpo becchi sempre là?” indicò la finestra.

Matsuda era ancora in iperventilazione e non accennava a rispondere.

“E poi possibile che TUTTE - e dico TUTTE - le mattine, quando entra Light, devi fare tutta ‘sta scenata? È già la quinta volta questa settimana! Sporchi il pavimento di acqua, perché Light - è risaputo - quando sta per morire vuole fare il figo bagnato e per questo cade in una pozza d’acqua, sporchi il pavimento di sangue perché chiaramente non è che gli tiri i pallini gialli della Condor, e TUTTE le volte trovi una scusa per non finirlo! Capisco che questa è l’unica scena dell’intero Anime in cui non fai la figura del deficiente totale, ma cazzo! Dopo un po’ stanca!” Aizawa, sempre continuando ad imprecare per i motivi sopraccitati, sollevò Matsuda e lo mise al suo posto. Intanto, della serie non frega niente a nessuno, Light si era alzato e stava goffamente fuggendo, aprendo una porta scorrevole rossa comparsa magicamente nel muro del corridoio.

“E hai rotto una finestra”, ripeté L, sempre con lo stesso tono.

“Oh, te hai rotto il cazzo con ‘sta finestra, eh!” disse Aizawa, avvicinandosi a Elle Lawliet Ryuga Hydeki Ryuzaki Echinehapiùnemetta, in arte L, per dargli una spinta.

L’ex detective più bravo del mondo,

(fangirls elline! Ho detto che L non è il detective più bravo del mondo perché se l'è fatto mettere in culo - letteralmente - da Light! È Near il più bravo del mondo! AHAHAHAH)

si morse le unghie ed emise un gesto di stizza, come un gatto a cui si è irsuto il pelo.

“Ahhh, Aizawa adesso c’è il 50% che tu sia Kira…” disse.

Ohhh, svegliaaaa! L guarda che lo sa anche sua madre che Light è Kira!”

“COSA?"

“Light è Kira!” ripeté Aizawa.

L allora si ricoprì di luce rossa (non blu, rossa!), i suoi occhi divennero come quelli di Light quando si faceva quegli ENORMI segoni mentali su quando sarebbe divenuto il padrone del mondo…

Invece è morto come un cane, povero Light!

… e disse in pieno Kira Style:

“LO SAPEVO! LO SAPEVO! LO SAPEVO!”

(canti gregoriani in sottofondo, musica d’organo)

“Light è Kira! L’ho detto, l’ho detto, finalmente!”

“Ehm sì, ma ti ripeto che…”

“Aizawa!” L, in barba alla natura del suo personaggio e alle sue manie, afferrò appassionatamente Aizawa per la camicia, toccandogli il pacco.

“Aizawa io SO!”

“O santa madonnina degli L! Ryuzaki, la storia è già finita! E tu sei morto! Non hai scoperto che Light era Kira!” disse Aizawa, provando a distaccarsi dal rachitico.

“Ma io…”

TOC!TOC!

Qualcuno bussò alla porta, già aperta tra l’altro. L lasciò andare Aizawa e insieme guardarono la persona sulla soglia.

Era Light il quale, benché avesse ben cinque pallottole incastrate nel corpo, era tutto sommato tranquillo e solo lievemente scoglionato in viso.

“Ehm… no, niente, è che siccome sto morendo e come al solito dovrei tentare la fuga attraverso la porta scorrevole dello Yellow Box mentre voi badate ai fatti vostri, mi chiedevo se…”

“Light, ma a noi non ce ne potrebbe fregar di meno!” disse Aizawa, professionale come al solito.

Light rimase un attimo spiazzato, ma poi tornò sicuro di sé. Perdiana, si era ritrovato in situazioni molto più difficili e per cavarsela aveva sempre avuto o un’intuizione pazzesca o un gran botta di culo.

A quel giro, tentò per la botta di culo.

“Ho capito, ma sono la star di Death Note, almeno quando muoio io dovreste dimostrare un minimo di interesse, no? Cazzo le fangirls di L hanno continuato a seguire la storia solo per vedere quando sarei morto!”

“Figlio di puttana, hai ammazzato L!” disse un fangirl che passava di lì fra i banchi, senza un apparente motivo logico razionale, tirandogli un pupazzetto di L.

“Ahia! Ma sei scema!?” si lamentò Light massaggiandosi la testa.

“Oh frena frena, carino! Cosa hai detto? Chi è la star di Death Note?” era stato Matsuda a parlare, che quel giorno si sentiva in vena di litigare con il figlio di Soichiro Yagami. Matsuda lo afferrò per la camicia e lo appese al muro.

“È L la star di Death Note, coglione!” disse in preda a rabbiose lacrime.

“Grande Matsuda!” (coro di fangirls elline)

Ormai si era capito che anche Matsuda, come tutti i personaggi del Manga…

(Eh, tutti! Esagerato! E Mogi?E quello che sembra un viscido serpente unto?)

E va bene, come alcuni personaggi principali di Death Note…

(Oh, così va meglio)

aveva un’abilità speciale. 

 

Messaggio Pubblicitario:

 

Dalla Collezione di Carte Collezionabili Death Note:

 

Totò Matsuda: Lv 7 Punti Energia 40, serie limitata.

Abilità speciale:

Quando Matsuda vede un Light Yagami versione Kira, Matsuda entra in modalità Berserker e sarà invincibile, intoccabile e immortale, anche dal Death Note, per un turno. Al termine del suddetto turno la carta Totò Matsuda torna normale. Questo effetto può essere utilizzato solo una volta per serie televisiva. Non valgono le repliche.

“Hai capito, bastardo?”

“MATSUDA!” gridò Aizawa.

“Eh?! Sono qui, cazzo urli?”

“Vieni” Aizawa lo afferrò di nuovo e gli mollò un altro coppino che fece anch'esso SCHIAFF

Ahio!”

“Facciamo qualcosa che permetta a Light di fuggire senza che noi possiamo fermarlo!”

“Va bene.”

“Okay, ma ‘sta cosa deve essere plausibile. Cioè, non è che noi ci voltiamo e Light scappa, no?” Aizawa guardò Light in cerca di approvazione.

Il figlio di Soichiro stava cercando di cavarsi un proiettile da una spalla, con dubbi risultati, ma annuì lo stesso.

“Perciò noi…”

“Vi ricordo che però è andata proprio così…”

Tutti e quattro si voltarono verso il punto da cui era sopraggiunta quella innaturale, fastidiosa e superficiale vocetta.

A parlare era stato Near, il quale era emerso dal suo banco, in ultima fila. Near portava il pigiama anche a scuola e si era scelto l’ultimo banco dell’ultima fila perché così poteva vedere bene la lavagna senza disturbare gli altri, data la sua innaturale altezza.

“Proprio così…” cominciò a riassumere la scenetta usando i suoi odiosi pupazzetti, arrivando a cacciarci addirittura altri quindici personaggi, nonostante avesse a disposizione solamente le canoniche dieci dita.

Fangirl nearina: “Ma Near può! Lui è il più intelligente!”

Fangirls elline, melline e altre: “Taci, zoccola!”

“Voi vi siete messi a giocare ad 1, 2, 3 stella! E Light è arrivato a toccare la porta, perché voi siete una massa di deficienti! Solo che poi lui ha continuato a giocare! È andato avanti a correre. Gli era presa bene, non sentiva più nessuno contare e si sarà detto: Mo’ sta a vedere che divento campione del mondo di 1, 2, 3 Stella! Poi però si è ricordato che era l’ultima puntata e che doveva morire, così si aveva l’happy ending e tutti contenti!”

Near guardò Aizawa, Matsuda, L e Light, con i suoi bianchi occhioni e con la solita faccia da culo ghignante.

“Allora? Sono andati così i fatti, giusto? Sono bravo vero?”

Ci fu un attimo di silenzio, poi Aizawa parlò con voce delusa, ma composta.

“E tu saresti il detective più intelligente del mondo?” chiese scotendo la testa. “Ma quanto siamo ridotti male, gente?”

“Ha parlato Mr. Belli Capelli”, disse piano Near.

“Che hai detto, nano?”

“Ho detto che hai i capelli belli”, rispose Near.

Aizawa, sorpreso, se li toccò come se stesse girando uno spot per la Garnier e, sorridendo come un finto divo, si avvicinò al bambino in bianco. Nessuno gli aveva mai fatto un complimento sul suo nuovo taglio. Tutti lo avevano preso per il culo tutti quegli anni perché si era tagliato i riccioli Afro.

“Eh no, Aizawa coi capelli corti e la barbetta non se po’ vedè!”

(che poi ancora dovete spiegarmi com’è possibile che un giapponese possa avere i capelli ricci, visto che nel loro DNA il gene dei capelli ricci è assente! Ah, dalla regia mi dicono che si tratta di un’opera dove uno studente modello trova un quaderno della morte e inizia a uccidere random tutti quelli che gli stanno sul cazzo, ergo di cosa ci stiamo stupendo, allora?)

I fan del resto sostenevano che fosse molto più figo con la sua riccioluta chioma, perché era stato il suo taglio originale e perché nella sigla d’apertura, con il fucile e gl’occhialoni e appunto i capelli Afro, faceva davvero la sua porca figura. Però li aveva tagliati. Il perché non lo sapeva nemmeno lui. Si cresce e si cambia. A volte devi accettare che un amico…

(Non è Scrubs, idiota!)

"Ah, chiedo scusa per la digressione."

“Ti piacciono davvero?” chiese Aizawa arrossendo e con lo stesso tono che le autrici di yaoi attribuirebbero ad un verginello che sta per farlo per la prima volta con il figaccione di turno, il tutto poi fregandosene completamente dei rischi quali AIDS et similia, brave, brave! C’ha ragione il Papa!

(Luke la storia!)

“Eh? Ah, sì, dunque stavo scrivendo…”

I due erano viso a viso: Aizawa in piedi che si massaggiava i ritti capelli corti. Near, appallottolato su sé stesso seduto sul banco, che lo guardava di rimando.

“Sì”, mormorò dolcemente.

Aizawa arrossì e poi, timidamente, posò una mano sulla soffice testolina di Near.

Nate, pucciosissimo, chiuse gli occhi e cominciò a fare le fusa.

Ohhhhhh…”, mormorò Matsuda, pensando già a che Yaoi avrebbe scritto quando sarebbe tornato a casa.

“È così… è così…”, provò a dire Aizawa. “È così… FOTTUTAMENTE MORBIDOSO!” urlò afferrando Near, raggomitolandolo fra le sue braccia come fosse un pallone e stringendolo con tanta forza che per poco non gli fece partire un sonoro peto.

“Ehi, Matsuda! Al volo!!!” gridò Aizawa  lanciandogli addosso Near, proprio come fosse una palla.

Matsuda agì di scatto e con un ottimo bagher spedì la palla a L.

L lanciò Near verso Light il quale, dimenticandosi di essere moribondo e con una spalla totalmente fuori uso, rilanciò verso Aizawa che rispedì il fagotto verso L.

“Ehi ragazzi, giochiamo alla patata bollente?” propose Aizawa.

“No, no, a schiaccia sette, a schiaccia sette!” impose Light che ci aveva preso gusto.

“Sette!” urlò Aizawa schiacciando verso Matsuda che però l'evitò all'ultimo. Near si schiantò sulla cattedra, battendo la tempia su uno spigolo. Cominciò a perdere sangue, bianco anche quello, a quantità industriale.

“Oh NOOOOO! Aizawa ha bucato il pallone!” disse L saltellando sulle punte.

“Oh mio Dio, hanno ucciso Near!” disse Matsuda.

“Brutti Bastardi!” completò Aizawa.

Attimo di tristezza.

“Vabbeh, ora che ci siamo tolti dalle scatole il nano scassa cazzo…” disse Light dopo qualche secondo, ma fu un altro individuo ad interromperlo.

Egli indossava un giaccone nero, un completo nero, con un orrida cravatta nera. Anche i capelli erano neri, lunghi, e pure gli occhiali erano neri. Anche gli occhi erano neri. Era tutto nero.

Ma chi è? Chi non è? È un uccello? (No) È una testa di uccello? (forse sì) è uno che ha molta fantasia nel vestire? (alegria, alegria)

No! è… Teru Mikami! Teru Mikami! Teru Mikami!

“ELIMINATO!”

“Eh? Che dice?”

“Si dice ELIMINATO! Non tolto di mezzo! ELIMINATO! Non: è morto, è stato ucciso, è andato nel regno delle ombre, è andato a prendere un caffè con Dio! Si dice ELIMINATOOOOOO!”  codesto individuo, nell'atto di urlare al vento le sue convinzioni, si era accasciato a terra, con gli occhi dilatati, una vena sospetta che pulsava imperterrita sul collo, la mandibola che vibrava incessante e una pioggia di saliva omicida che gli sgorgava dalla bocca.

“AAAH! ELIMINATO!” ripeté, per poi lasciarsi cadere di spalle e fissare le luci al neon.

“Non ci posso credere! Questo è più pazzo di Light e anche più sfigato di Matsuda!” disse Aizawa schiaffandosi un sonoro auto frontino che fece SCHIAFF (più aperto di SCHIAFF coppino). “Ma perché gli autori sono stati così crudeli?”

“Ma chi è questo individuo?” chiese Light, fissandolo con disprezzo, pur sapendo benissimo in realtà chi fosse.

Egli, sentendo il suo Maestro pronunciare tali parole con tanta benevolenza, si ricompose immediatamente, aggiustandosi l’occhiale e il capello, ancora integro grazie a cinque sedute consecutive di piastra a 200°.

“Ehm… sono Teru Mikami.”

“Eh?” fece Aizawa

Chiiiiiiiiiiii?” si aggiunse in coro L.

Quell’essere non si scoraggiò e ripeté: “Teru Mikami.”

“Teru Mika… cheee?” domandò di nuovo Aizawa.

Te-Teru Mikami.”

“Cos’è? Una presa per il culo?” chiese minaccioso Light.

No…”, rispose l’uomo, preoccupato.

“No, coso, aspetta. Come hai detto che ti chiami?” Aizawa scandì queste ultime parole come se si stesse rivolgendo ad un deficiente a tutti gli effetti.

E forse non aveva tutti i torti.

Perché in fondo come lo chiami uno che è Pubblico Minestero, ha i soldi, è opinionista tv, potrebbe avere tutte le donne del mondo,

(vabbeh non tutte, ma comunque una gran percentuale)

“69 %!”

“Sta zitto, L!”

ha un appartamento in centro e ha pure il fisico perché fa palestra due volte a settimana, ma  butta tutto nel cesso per seguire Light Yagami? No, dico! Light Yagami! Come fai ad idolatrare uno che nella versione Mediaset si chiamerebbe Luce Oicorfonosoi? Uno che ha per le mani una gran figa come la Misa-Misa e successivamente la Takada e che non ci fa nulla? NULLA!

“PIERO IL PALIACCIO TORNA A SCRIVERE! SMETTI DI SFOGARE LA TUA FRUSTRAZIONE SESSUALE SUI POVERI LETTORI!”

“Eh? Ah, okay… certo che però neanche Mikami Teru è un gran nome…”

Tornando alla storia:

Quell’uomo dai capelli neri e lunghi disse, con tono teso a convincere chi lo stava ascoltando:

“Teru Mikami.”

“Mikami Teru?” chiese Aizawa, in conferma.

“Teru Mikami.”

“Tu mi Mika il Teru?”

“Io ti Mika il Miru e poi Te Mika.”

“No, aspetta, tu Miki il Miru Te Mika?”

“Io Ti Teru il Mika e Te Mika il Merumetika

“Tu Merumetiki il Mika Te e mi Miki il Teru?”

Mekamikami il Teru e poi io Te Miko il Mika!”

“Ah sì? Ma io ti Miko il Teru, Mika Te Mekamikamo!”

“OOOOOOOH!!!”

Aizawa e Mikami Teru interruppero quel loro profondo dialogo e si voltarono verso Matsuda che stava indicando la porta con dito tremante.

“Sta scappando!”

“Aspetta! Light!” disse Aizawa, incominciando a correre per raggiungerlo, pur sapendo però che per motivi di patos televisivo, non ce l’avrebbe mai fatta. I due agenti stavano per raggiungere la porta, quando Light ricomparve tutto trafelato.

“Eh? Che c’è ancora?” chiese.

Matsuda lo vide, fu per saltargli addosso, ma poi si ricordò che sulla carta della Collezione Carte Death Note c’era scritto che poteva usare solamente una volta la sua abilità speciale e si limitò a scuotere la testa.

“Ma allora sei un idiota!” disse Aizawa.

“Ce ne avete messo di tempo a capirlo!” disse L dalle retrovie.

“Tu sta' zitto, che c’hai messo venticinque puntate per capire che Light era Kira!”

“Io c’ero arrivato subito è solo che non avevo le prove…”

Fangirl ellina: non aveva le prove! Altrimenti gliel’avrebbe messo nel culo almeno cento volte a quell’idiota!

Fanboy neutrale: ma voi state sempre a parlare di Yaoi?

“E poi L non è Uke?” si chiese Aizawa ad alta voce, per tutti.

Uke ci sarà tua sorella!” disse L.

“Ma L, in tutte le Yaoi che ho letto sei sempre tu quello che arrossisce come un verginello quando Light si avvicina…” rivelò Matsuda, rendendosi conto solo due secondi dopo di aver detto una cazzata. Un record per lui. Di solito ci impiegava qualche minuto.

Tutti lo guardarono male.

“Matsuda… tu… leggi le Yaoi?” chiese indignato Aizawa.

“Ehm… ecco non è che proprio le leggo… è che…”

“AHAHAHAHA! Frocio! Frocio!” cominciò a cantilenare Lind L Taylor, dal nulla.

“E tu chi cazzo sei?” domandarono in coro Aizawa, L, Light, Mikami Teru e Matsuda, felice che qualcuno avesse subito rimpiazzato la sua figura di cacca con un’altra.

“Come chi sono io? Io sono Liiiiiiiind Eeeeellllle Taylorrrrr!” disse con orgoglio, indicando la targhetta posta sul banco.

“E sì, c’ha ragione…” disse L, esaminando questa.

“Comunque… di cosa stavamo parlando?” si domandò Aizawa, rivolgendo sguardi interrogativi un po’ ovunque. “Uhm? Allora? Qualcuno? Coraggio, domanda da centomila yen! Avete ancora la telefonata a casa!”

“Io chiedo la telefonata a casa!” disse Matsuda, alzando la mano con fare disperato.

“Aiuto concesso! Chi vuol chiamare?” disse Aizawa affermativo.

Matsuda si guardò intorno, poi estrasse il cellulare e chiamò Light Yagami, addebitandogli pure la chiamata.

La Light’s Theme risuonò nella stanza, e Light estrasse il cellulare.

'Matsuda'.

E adesso che cazzo vuole, questo?

“Pronto?”

“Pronto, signora mi sente?” parlò Aizawa, mentre Matsuda metteva il viva voce e faceva cenno con la mano ad L e a Mikami Teru di sopprimere le risate.

“Non sono una signora!” rispose indignato Light.

“Le piace quella canzone, vuole dedicarla a qualcuno?”

“Eh?”

Chupaaa!” Tutti scoppiarono a ridere, tranne Near che era morto,

fangirls nearine: “Nooo! Piero il Paliaccio sei un figlio di puttana!”

e Light che si chiedeva chi si potesse celare dietro quella telefonata scherzo.

“Signorino Yagami, lei è in diretta a Chi Vuol Essere Milionario!”

“Davvero?” gli occhi di Light si illuminarono come se gli avessero detto che L, Near, Mello, Watari, Aizawa e tutti quelli che insomma dovevano morire secondo il suo piano, erano appunto morti.

“No!” rispose Aizawa, scatenando un’altra ilarità generale.

“Come? Non sono in diretta?”

“Lasciamo stare. Comunque, il nostro simpatico concorrente Beppe Matsuda ha chiesto l’aiuto della Telefonata a Casa e ha deciso di chiamare lei! Glielo passo!”

“Ehi, Light, come butta vecchio mio?” esordì Matsuda, prendendo in mano il cellulare da Aizawa e parlando ad esso, nonostante Light fosse a due metri di distanza da lui.

Ma Light non lo stava ascoltando:

Stava rivivendo uno di quei lunghi flashback che gli autori inseriscono alla cazzo di cane nell’anime per spiegare come un avvenimento che sembra assurdo in realtà sia perfettamente logico, fornendo spiegazioni anche dettagliate la maggior parte delle volte, e spingendo dunque i lettori a fare un lungo e stupito: “Ohhhhhh! Che meraviglia! Che meraviglia!”

Light stava ripensando a quando anni prima suo padre aveva partecipato al Milionario e, arrivato alla domanda da centomila yen, gli aveva telefonato per sapere la risposta alla domanda: Chi è Kira?:

 

A)     Light Yagami

B)     Il Secondo L

C)    Yagami Light

D)    Stocazzo

 

 

Aveva provato a guardare subito su Internet, ma l’ADSL glielo aveva messo nel culo ed era saltata. C’era rimasta l’Enciclopedia, ma a quel punto mancavano solo dieci secondi e non avrebbe mai fatto in tempo.

“La risposta, papà, è D”, scazzò.

“L?”

“D!”

“B? L?”

“L è B, ma la risposta è D!”

“Ah, grazie figliuolo, sei il miglior figlio che un padre…”

“Sì, sì, ciao, eh!” Light era tornato a guardarsi il suo porno.

Soichiro Yagami aveva chiaramente sbagliato e per l’inchiappettata presa era stato colto da infarto nel bel mezzo della diretta. Era cascato dal seggiolino di metallo, gridando platealmente: “WHYYYYYYYYY?” ed era schiattato.

In qualche modo, Light Yagami era stato in grado di uccidere suo padre anche senza Death Note, e impegnandosi al minimo. Notevole.

Ora però il ricordo di quel quieto uomo baffuto e con la ricrescita grigia, tornava a perseguitarlo e tutto per via di Matsuda.

Non poteva permetterlo.

Ci fu un sonoro BANG, ma era solo la pistola di Matsuda che cadendo a terra per negligenza del suo proprietario, aveva lasciato partire un colpo uccidendo Matt, che non c’entrava una sega ed era uscito solo per comprare le sigarette.

Sentendo lo sparo, Light si alterò leggermente:

“IDIOTA! MATSUDA MA LO SAI A CHI HAI CHIAMATO? SEI UN PAZZO!” sbottò, agitandosi come un forsennato e ricordandosi finalmente di essere ferito a morte.

Matsuda si mise in ginocchio e gli puntò contro una pistola fatta di indice, medio e pollice alzato.

“Perché? Perché me lo chiedi? E gli aiuti che ci starebbero a fare per te? Dimmelo Light!”

Light molleggiandosi atleticamente sulle ginocchia chiese di rimando:

“Gli aiuti? AHAH (risata debole, da pronunciare in modo poco convinto) Intendi il 50 e 50 e l’aiuto del pubblico, quelli che avrebbe dovuto usare mio padre Soichiro Yagami? AHAH (vedi sopra)… Hai ragione, Matsuda. Alla fine i concorrenti onesti come mio padre ci rimettono sempre, e a te sta bene un quiz che lo permette?! Ma non capisci? Sono loro che dovevi chiamare – indicò Aizawa e L – non me! CHIAMAAA”

Matsuda, cominciando a piangere senza un ben noto motivo, rafforzò la presa sulla pistola (che non aveva).

“Sei stato TU a far sbagliare tuo padre! E adesso parli di lui come di un povero illuso?!”

Attimo di suspence - Light ripensa a tutta la sua vita e conclude che, in fondo, è un fottutissimo figlio di puttana. Fece per premere il tasto che avrebbe interrotto la telefonata, ma una voce lontana e fioca lo fece tentennare sul più bello.

“IL PULSANTE ROSSO!” urlò Aizawa.

“AAAAAAAAAAAAAAAAH!” Matsuda sparò.

BANG! BANG! BANG!

Light, di nuovo piroettando oscenamente, fece volar via il cellulare che cadde vicino a L.

L lo prese e lo intascò, per poi gioire silenziosamente vedendo il suo unico, caro, vero, inimitabile, trascendente, immanente, onnisciente, immortale (no, questo no, ma vabbeh ci sta bene), egregio, magnifico, trascendentale, pazzo, megalomane, egocentrico, affetto da disturbo narcisistico della personalità, amico morire dissanguato.

“Eccellente.” mormorò, toccandosi ritmicamente i polpastrelli delle dita.

Nel frattempo, Matsuda stava per infrangere il contratto con la società distributrice del Gioco di Carte Collezionabili Death Note, attivando un’altra volta la sua abilità speciale.

“IO TI AMMAZZO! TI AMMAZZO BASTARDO TI…”

“MATSUDA L’ABBIAMO FATTA PRIMA QUESTA SCENA!!!” gridò Aizawa, trattenendolo, anzi, slogandogli una spalla.

“Eh?”

“Sì. Poco fa.”

“È  finita?”

Ci fu un momento di silenzio, probabilmente a chi spettava parlare si era scordato la propria battuta.

“È finita?” domandò di nuovo ad alta voce Matsuda, guardandosi intorno.

“A chi tocca?” bisbigliò ad Aizawa.

“Beh, veramente questa battuta non dovevi dirla tu, ma Lester. Però purtroppo la Produzione ha avuto un problema di budget e non ce lo siamo potuti permettere. Inoltre, Near è morto e non può rispondere… quindi…”

“Quindi?”

“Boh!”

Ci pensò il Mikami Teru a far proseguire la scena. Con dignitoso silenzio pensò bene di schiattare infilzandosi una Biro all’addome.

“AAAAAAAAAAAAH! Si dice ELIMINATO! ELIMINATOOOO!”

Il vecchio Teru ci lasciò le penne (un’estimabile collezione), ma chi se importa?

“Questo sta poco bene,” constatò Aizawa.

“Secondo me era uno del Moige o della 4Kids inviato a snaturare il doppiaggio della serie”, disse intelligentemente Matsuda.

L e Aizawa lo guardarono malissimo e poi guardarono malissimo anche l’autore.

“Autore! La parola intelligente e i suoi derivati e Matsuda non possono stare nella stessa frase!” disse L.

“Tu cazzo vuoi? Sei morto! Sei ancora qui a rompere, ma buttati và!”

L capì che, arrivato a quel punto della sua vita, doveva fare qualcosa per cui essere ricordato. Basta risolvere semplici casi che manco l'FBI e la CIA, basta col partecipare alla Prova del Cuoco. Doveva fare qualcosa di memorabile. 

Decise allora di sperimentare la consistenza del vetro della finestra.

L’impatto fu notevole, pirotecnico, oserei dire odontoiatrico (che non ha senso in questa frase, ma fa scena). Fu così che l’essere più intelligente del mondo morì come un pirla, schiantandosi al suolo, mentre intanto l’autore, nelle veci del suo adorato Light, sorrideva sornione.

“Fuori un altro!” disse Aizawa.

“Eh sì, si vede che siamo alla fine.” aggiunse Matsuda.

I due si voltarono e videro che Light si era alzato dalla pozza d’acqua ed era fuggito. Probabilmente era andato a fare un corsetta. Così, giusto per tenersi in forma.

“Sembra che siamo rimasti soli, caro Aizawa.”

“No, c’è ancora Liiiiiiiiind Eeeeeeeeeeeeelllllllllllllllllle Taylorrrrrrrrrr!” fece Aizawa.

“Ah, è vero!”

Il primo falso L li guardò con aria beffarda, poi si gonfiò di orgoglio paterno ed iniziò la sua solita presentazione:

“Io sono Liiiiiiiiiiiind….”

I due agenti si guardarono prima un po' complici, poi un po’ scoglionati. Estrassero le pistole nel medesimo istante e spararono.

BANG! BANG!

“Ciao Lind, è stato bello conoscerti.” disse Aizawa.

“Ci mancherai.” concluse Matsuda, stiracchiandosi.

“Uhm… bene. Che facciamo, Matsuda?”

“Caffè?”

“Uhm… va bene. Paghi tu?”

“No, facciamo segnare tutto a nome di L.”

“Okay, qual è il suo vero nome?”

“Ehm… Boh…”

“Sei sempre il solito idiota, proprio come quella massa di asessuati di L, Light, Mello e Near!”

“Ah sì? E un’idiota avrebbe sostituito cinque pagine del quaderno falso, per poi rimpiazzare l’altro quaderno falso con un altro ancora più falso, comprato al mercato, mentre intanto Light sapeva che Near sapeva che lui sapeva che lui sospettava che in fondo il quaderno che aveva il Mikami Teru era falso, mentre in realtà era vero, ma che poi era falso perché Near ha fatto una supercazzola al volo e alla fine è spuntato fuori che quello vero lo aveva lui e che Light in fondo era un fottuto coglione?”

Aizawa ci pensò su.

“No.”

“Ecco, appunto, proprio no”, convenne Matsuda.

Aizawa gli mollò un coppino fortissimo che fece SCARACHIAFF.

“Idiota.”

E i due omini uscirono dall’aula X.

 

Fine

 

 

 

 

 

  
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