Let’s
have schecs~
-Io non sono
ubriaco!- hic –Affatto- hic –Ti sembro forse ubriaco,
Steve?-
Tony si sporse verso il suo
interlocutore agitando malamente la bottiglia di vodka che teneva in
mano.
Fortunatamente (o sfortunatamente, dipende dai punti di vista) la
suddetta
bottiglia era così desolantemente vuota che nemmeno un
goccio andò a cadere sul
pavimento o sul paziente supereroe. In compenso, Steve si
ritrovò a dover
sopportare il non indifferente peso del suo amico, che pensò
bene di inciampare
nei suoi stessi piedi proprio in quel momento.
Tony alzò gli occhi su di lui con un
espressione vacua e sorpresa. L’espressione che potrebbe
avere un gufo dopo
aver ricevuto una randellata in testa particolarmente poderosa.
-Non ricordavo di aver fatto installare
dei pavimenti in discesa!- hic
–Che
idea bizzarra! Ma mi piace!-
Tony si abbandonò con la testa
contro il suo petto ridacchiando tutto contento delle sue presunte idee
geniali
in fatto di arredamenti d’interni. Risata che ben presto si
trasformò in uno
scomposto attacco di tosse che ebbe l’effetto di inondare di
saliva la
maglietta del povero Steve Rogers. Colto alla sprovvista, il capitano
lo
allontanò con un movimento brusco.
-Accidenti Tony, ma che fai?!-
L’interrogato si limitò a
ricominciare a ridere più forte e a cadere pesantemente
sedere a terra sul
pavimento. Steve abbassò il viso per contemplare la macchia
che faceva bella
mostra di sé sul suo petto e fu subito colpito da un
penetrante odore di alcol.
-E meno male che non eri ubriaco-
mormorò.
Risollevò gli occhi e li spostò su
un ridacchiante Tony Stark accasciato ormai con tutta la schiana sul
pavimento
di fronte a sé. Uno spettacolino esilarante che non stava
tardando a sollevare
la curiosità di gran parte degli invitati a quello che
sarebbe dovuto essere un
party ufficiale per il compleanno di Tony. Strano, perché i
party ufficiali dei
suoi tempi se li ricordava con più convenevoli e meno
alcolici, ma dopo tutto
era rimasto congelato per settant’anni. Anche se aveva
comunque il forte
sospetto che un tale sfacelo fosse copiraight Stark con diritti di
sfruttamento
esclusivo anche nel ventunesimo secolo.
Se non altro, la gran parte degli
invitati non era messa molto meglio del festeggiato. Anzi, un paio di
ragazze
aveva giusto partorito la malsana idea di andare a stendersi al suo
fianco, in
un luogo del pavimento che evidentemente era stato lavato, strofinato e
lucidato con quantità indecenti di gas esilarante. Steve
osservò con crescente
fastidio le due pu…lzelle (si
corresse mentalmente appena in tempo!) farsi sempre più
vicine a Tony,
strapazzargli la maglia, palpargli la pelle, sussurrargli
chissà cosa
all’orecchio…
-Basta così!- sbottò, sentendo
chiaramente un leggero rossore salirgli alle guance. Nulla a che vedere
col
senso di profondo fastidio che gli stava montando in petto.
Una terza ragazza che presto avrebbe
perso l’articolazione della mascella (e non per un suo pugno,
anche se la
tentazione era forte) gli si fece vicina e si avvinghiò al
suo braccio con
forza onestamente imbarazzante per un esserino dall’apparenza
così gracile e
indifeso.
-Guarda che ce n’è anche per te,
capitano Rogers-
Il suo tono provocante fece scattare
un campanello dall’allarme nella testa di Steve che gli
suggerì che l’esserino,
per quanto gracile e indifeso, di sicuro non era innocuo. Sempre
più rosso in
faccia se la scrollò dal braccio con un movimento brusco e
si chinò su Tony.
-Ho detto basta così. Alzati Tony,
ti porto a letto-
Per tutta risposta l’amico scoppiò
in una risata poderosa, sputacchiandogli in faccia del rum che era
comparso
chissà da dove e aveva preso il posto della bottiglia di
vodka nella sua mano.
Steve si pulì il liquido dagli occhi con fare seccato. Davvero, non lo stava affatto trovando divertente.
Affatto.
-Avete sentito! Il grande Capitan
America, qui presente, non vede l’ora di portarmi a letto!-
Tony scoppiò di nuovo fragorosamente
a ridere, seguito da tutto il resto della sala.
Steve bolliva.
Tony si girò direttamente verso di
lui.
-Anche io ne ho un sacco di voglia,
Stevie, ma non posso certo abbandonare tutti i miei invitati!-
Stevie scoppiò.
-Puoi benissimo invece!-
Rosso in faccia come un peperone
afferrò Tony per il colletto della camicia e lo
tirò in piedi, portandoselo ad
un palmo dal naso.
-Puoi e devi. Subito.
A dormire!-
Lo girò e gli diede una spinta in
direzione della camera da letto. Tony, evidentemente interdetto, non
replicò e
riuscì addirittura a infilare tre passi di fila con una
traiettoria più o meno
diritta, prima di perdere l’equilibrio e ritrovarsi a
barcollare in avanti
reggendosi sulle sole punte dei piedi. Suo malgrado, Steve si
ritrovò ad
afferrarlo sotto le ascelle per evitare che cadesse e si sfracellasse
il naso
sul pavimento, sporcando così tutte le piastrelle di sangue
e mandando in
malora tutto il dispendio di detersivo e cera (e, ne era sempre
più convinto,
gas esilarante allo stato liquido) delle tre signore delle pulizie
passate
quella mattina stessa.
Era sicuro di non voler sapere cosa
stesse attraversando le perverse menti di tutti quegli ospiti
ridacchianti
attorno a lui mentre rimetteva in piedi Tony reggendelo da dietro. Davvero, non gli interessava. Gli
bastavano gli urletti e le risatine di Stark e qualche sua parola
sconnessa. E decisamente volgare.
Si passò il suo braccio attorno alle
spalle e iniziò a trascinarlo verso la porta, tentando
stoicamente di ignorare
tutte le porcherie che Tony gli stava “sussurrando”
(allo stesso livello di
decibell percepiti su una pista d’atterraggio di un
aereoporto a due metri da
un boeing a quattro motori in pieno decollo) nell’orecchio
tra un singhiozzo e
una sghignazzatina. Davanti a lui, che si stava facendo strada tra la
folla,
scorse Pepper. La donna gli si fece incontro.
-Mioddio, Steve, grazie! Da sola non
ce l’avrei mai fatta-
-Di niente. Solo una cosa…- rispose
Steve, mentre Tony cercava di mordicchiargli l’orecchio
chiedendogli per quella
che poteva essere la cinquantesima volta in due minuti di fare sesso
con lui
–Fai in modo che bevano ancora più di quanto non
stiano già facendo così che
non ci siano testimoni di tutta questa faccenda- e rosso quasi violaceo
fino
alla punta delle orecchie (e non a causa dei maldestri morsi di Tony)
riuscì
finalmente a guadagnarsi l’uscita e a richiudere la porta
dietro di sé. Tirò un
sospiro di sollievo: non poteva fare nulla per allontanare il vocio,
solo
lievemente attutito dalla porta, ma almeno non aveva più
tutti quegli sguardi
rapaci puntati addosso.
-Ehi, dove sono finiti tutti?!-
Tony non doveva aver realizzato
troppo bene cosa fosse fosse effettivamente successo…
-Dove- hic –sono i miei
invitati?!-
L’uomo si guardò attorno spaesato
sbattendo ripetutamente le palpebre.
-Sono ancora tutti là dentro, non ti
preoccupare-
-E allora torniamo dentro! Arriva
Tony- hic –Stark, gente,
la festa si
scalda!-
-Assolutamente no!-
Steve strinse a morsa le sue mani
attorno alla vita e al braccio di Tony, così che non potesse
girarsi né
scappare via.
-Ma Steve, è il mio compleanno!-
disse con aria saputa, quell’aria che metteva su per
spiegargli il
funzionamento di quell’ordigno malefico che rispondeva al
nome di computer (e
uno dei problemi del computer di Tony era che rispondeva, davvero! E non perdeva occasione per
rinfacciargli anche lui la sua
inettitudine a trattare con quell’aggeggio!).
-E dunque?- gli rispose con voce stanca.
-E dunque dobbiamo festeggiare!- hic –Prendi
un po’ di questo!
Festeggia!-
Tony gli mise la bottiglia (già
vuota per metà) diritta sotto il naso con un movimento
così improvviso che la
sua comparsa lo fece quasi barcollare.
-Sono sicuro che esistono altri modi
per festeggiare-
-Oh, sì.-
Il suo tono!
Steve voltò la testa per guardare
Tony in faccia, che a sua volta era voltato verso di lui.
I suoi occhi!
Oh, no, non gli piacevano per
niente!
-Facciamo sesso-
Steve si sentì quasi mancare. Ma
perché, perché in qualche modo doveva sempre
dargli degli spunti per qualche
proposta indecente?! Si maledì mentalmente per la sua
ingenuità.
-No, Tony. E dammi quella bottiglia,
non ti fa bene-
-Facciamo sesso-
-Dammi quella bottiglia-
-Sì, ma facciamo sesso-
-Prima dammi quella bottiglia… anzi,
dammela e basta!-
-Facciamo sesso-
La cosa terminò giustamente in una
piccola zuffa che fu ovviamente vinta da Steve. Il fatto che il suo
avversario
non fosse in grado di reggersi in piedi da solo aiutò ad
unscirne in modo rapido
e totalmente indolore. Guadagnata la bottiglia, si premurò
di versarne il
contenuto nel vaso della prima pianta tropicale (comprata da Pepper per
cercare
di dare l’impressione che quella casa fosse abitata da un
uomo e non da una
sorta di emanazione di un computer) che trovò in giro.
L’urlo straziante di
Tony fu probabilmente sentito in tutta New York. E loro si trovavano
nella
residenza di Malibù.
-Ehm, Tony, non ti pare di esagerare
un pochino?-
Lo guardò con espressione dubbiosa
mentre si trascinava su gomiti e ginocchia verso il vaso.
-Ma che fai?!-
L’uomo si accasciò sul bordo del
vaso, sporgendosi verso il suo interno.
-Forse non si è ancora assorbito
tutto!-
L’urlo di Steve provocò
probabilmente la registrazione di una forte scossa di terremoto da
qualche
parte in Florida. Il superuomo, allamartissimo, si lanciò
letteralmente addosso
all’inventore, spingendolo lontano dal vaso come un giocatore
di football ne
placca un altro per spingerlo lontano dal pallone. O come si vede
spesso nei
film la gente salvare altre persone da un camion lanciato a
velocità folle nel
bel mezzo di una stretta via del centro città normalmente
chiusa al traffico.
L’espressione sconvolta di preoccupazione e sollievo assieme
era all’incirca la
stessa. Tony si dimenò cercando di sfuggire alla sua stretta
per raggiungere di
nuovo la pianta.
-Tu hai un problema serio!-
-Sì, che hai buttato alle ortiche la
mia fonte di felicità!-
Tony sembrava tremendamente serio e
il suo sguardo rimasto vago fino a quel momento si rabbuiò
di colpo.
-Ragiona, l’alcol non può essere
fonte di felicità! C’è altro nella vita-
La luce negli occhi di Tony tornò di
nuovo chiara.
-Hai ragione- Steve tirò un sospiro
di sollievo –Facciamo sesso-
Perché
aveva gettato il rum, perché? Se non per
darlo a Tony e farlo stare calmo, almeno
avrebbe potuto usarlo per sfogare un po’ della sua attuale
frustrazione!
Sollevò di peso Stark costringendolo
a mettersi di nuovo in piedi e cominciò a trascinarlo verso
la sua camera da
letto senza proferire una sola parola, poiché sapeva che
sarebbe stato del
tutto inutile. Poteva quasi sentire
il gigno di Tony allargarsi progressivamente.
-Vedo che finalmente acconsenti!-
Steve tirò un profondo e sconsolato
sospiro.
-Per niente. Ti sto portando a
dormire, dormire Tony, quella cosa
che tu non fai mai ma di cui avresti un enorme bisogno-
-Io dormo più che a sufficienza!-
-Svenire nel bel mezzo del tuo
laboratorio (rischiando di mandare a fuoco la casa lasciando qualche
esperimento in sospeso, tra l’altro) perché non ti
prendi un minuto di riposo
da due giorni consecutivi non può
essere considerato dormire! Dormire si dorme in un letto!-
Se ne pentì mezzo secondo dopo aver
finito di pronunciare la frase.
“Dormire
non è l’unica cosa che si può fare in
un letto”. Poteva sentirlo. Poteva
sentire la sua voce pronunciare quella frase. Arrossì in
previsione e strizzò
gli occhi con un mugolio di disperazione, preparandosi
all’ennesima
battutaccia. Che non venne.
Attese diversi secondi, in silenzio,
aspettando da un momento all’altro che Tony aprisse bocca e
lo invitasse di nuovo a condividere
intimamente il
letto con lui. Ma non accadde. Esterefatto si girò a
guardare il suo compagno a
bocca aperta e con gli occhi sgranati, quella tipica espressione che
rasenta
molto l’aspetto di una carpa che ha appena abboccato
all’amo. E sa di avervi abboccato
in modo molto,
molto stupido.
-Perché mi guardi così?- chiese Tony
con tono svagato ed espressione vacua. Che avesse già
superato la parte
iperattiva e molesta della sbronza e stesse sprofondando nella
sonnolenza?
Steve decise di non indagare oltre, per quanto la cosa lo sorprendesse.
Finchè
le cose sembravano procedere per il meglio, era vitale lasciarle
progredire
indisturbate. Vitale.
Raggiunsero (miracolosamente!) la
camera da letto di Tony senza ulteriori intoppi. L’uomo
sembrava essersi
definitivamente calmato e seguiva docilmente Steve senza opporre
resistenza né
esprimere le sue del tutto particolari opinioni su quale sarebbe stata
la
perfetta conclusione per quella serata. Rogers riuscì a
gettarlo sul letto
ancora senza nessuna particolare reazione da parte
dell’altro. Poi iniziarono i
problemi.
Per cominciare, non appena Tony ebbe
poggiato (o sarebbe più corretto dire: “ebbe fatto
pesantemente sprofondare”)
le sue chiappe sul materasso, Steve si sentì afferrare per
la collottola con
una forza e una rapidità che francamente mai si sarebbe
aspettato di
riscontrare nell’uomo decisamente ubriaco (ed eccitato?!)
che gli stava davanti. O, per essere precisi, che in
quell’esatto momento gli stava sotto.
Sì, sotto. Cogliendolo
alla
sprovvista Tony era riuscito a fargli perdere l’equilibrio e
ora gli stava sopra.
Così non andava affatto bene. Decisamente,
non bene.
Poi lo baciò.
Steve si catapultò giù dal letto e
si schiacciò con la schiena alla parete emettendo un urlo decisamente poco virile, scarlatto in
volto.
-Che accidenti stai facendo?!-
sbraitò. A dire il vero, neanche in questo frangente la sua
voce suonò poi
tanto virile.
Tony ricambiò la sua occhiata da
aragosta messa di fronte al fatto compiuto di stare per essere bollita
ancora
viva in acqua bollente con uno sguardo ricco di nonchalance.
-Ti ho baciato- si limitò a
constatare con molta tranquillità.
-Questo lo so!- rispose Steve, con
ancora dei rimasugli di isteria nella voce.
-Allora perché chiedi?-
E, di nuovo, con una mossa fulminea,
Steve se lo ritrovò pigiato addosso. Ma come diavolo poteva
essere così veloce
se cinque minuti prima non era neanche in grado di reggersi in piedi da
solo?!
-Potresti invece domandarmi di
dartene un altro-
Inutile dire che non attese neanche
una risposta.
Di nuovo Steve reagì di impulso e lo
spinse via, salvo accorgersi appena in tempo che questo suo gesto
avrebbe
mandato la schiena di Tony (finalmente di nuovo barcollante per effetto
dell’alcol) a sfracellarsi malamente sul pavimento. Colto da
un eccesso di
gentilezza lo afferrò a pochi centimetri dalle piastrelle e
lo trascino di peso
di nuovo sul letto.
Tempo due secondi e si ritrovò
nuovamente tirato verso il basso, se non che Tony, avendo imparato dai
suoi
errori, questa volta si premurò anche di invertire le
posizioni, e Steve si
ritrovò schiacciato tra il materaso e il corpo di Stark.
Perché lui invece
doveva ripetutamente compiere gli stessi sbagli?!
-Tony- biascicò, visibilmente a
disagio –Che cosa stai facendo?-
-Ti ho baciato di nuo…-
-Perché,
perché lo stai facendo, allora?-
-Perché mi va-
Gli occhi di Tony, resi lucidi
dall’alcolo si accesero improvvisamente di un lampo vitale. Quel particolare lampo vitale.
-Facciamo sesso-
Steve riuscì a stento a trattenere
un mugolio di esasperazione.
-No- ribattè secco.
-Perché no?- rispose Tony con voce
lamentosa.
-Perché è un idea folle! Perché mai
dovremmo fare sesso?! Perché mai dovresti avere voglia di baciarmi?-
-Perché ne ho voglia- rispose
sentenzioso –E perché sono stufo- aggiunse in tono
più basso e cupo. I suoi
occhi si fecero di nuovo bui e opachi, come quando aveva buttato via il
suo
prezioso rum.
-Stufo?- chiese Steve, con tono
sinceramente curioso e leggermente preoccupato, ma non per
l’equivoca posizione
in cui si trovava al momento e lo sconsiderato comportamento del suo
amico. No,
quelli sembrava averli improvvisamente dimenticati.
-Sì, stufo. Stufo marcio. Di me e di
te, di tutta questa faccenda di facciata. So che mi hai baciato, sulle labbra, l’altro giorno,
dopo
avermi riportato su dal mio laboratorio. E ho sentito tutte quelle cose
semi-sdolcinate che hai blaterato lungo il tragitto. E anche gli
insulti e le
imprecazioni, ma quelli non contano… Ero sveglio, sai?-
-S-sveglio?-
Sul momento fu tutto quello che
Steve riuscì a biascicare, troppo impegnato
com’era a trovare un buon modo per
sprofondare per sempre nelle profondità della terra per non
dover sopportare
più a lungo quella vergogna. Tony dormiva,
doveva dormire!
Nessuno avrebbe dovuto sapere che cosa aveva fatto! Tranne
Jarvis, ma quello era inevitabile e il suo silenzio era già
stato comprato (non
in senso letterale. Non riusciva davvero ad immaginare cosa potesse
interessare
ad un’intelligenza artificiale creata appositamente per
vestire i panni di un
maggiordomo fedele. Ma era bastato chiedergli educatamente di non
riferire a
Tony qualsiasi commento potesse uscire dalla sua bocca su di lui e
Jarvis aveva
accettato senza problemi. Decisamente non era stato progettato ad
immagine e
somiglianza del suo creatore). Era così sconvoltò
che ci mise diversi secondi
per realizzare tutte le implicazioni del discorso di Tony.
-Sveglio?! Tu eri sveglio?!-
sbottò –E hai lasciato che io
ti scorrazzassi su per tutte quelle scale e lungo quei lunghissimi
corridoi
senza dire niente?!- (inutile dire che, almeno dal punto di vista di
Tony,
aveva mancato completamente di notare le giuste
implicazioni da cogliere…)
-Ehi, sei un supereroe, sei dotato
di una forza sovraumana! Non dirmi che ti sei stancato per
così poco! E poi…-
un lampo di godimento e libide attraversò i suoi occhi
-…era comodo. E divertente-
Se Steve avesse potuto arrossire più
di così senza che i suoi vasi sanguigni scoppiassero, lo
avrebbe fatto. Ma
sinceramente giudicava di essere ormai giunto ad un limite invalicabile
senza
la compromissione di tutti i suoi capillari.
Voltò la testa da un lato, troppo
imbarazzato e inferocito per riuscire a guardare Tony in faccia, ma
questi
prontamente gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo
negli
occhi. Sembrava incredibilmente lucido.
-Quindi vedi, ecco perché
sono stufo. È stupido fare ulteriormente finta che non
ci sia nulla tra noi, basta solo accettarlo. Quando ti
bacerò di nuovo voglio
che tu non scappi come hai fatto fin’ora ma ricambi il mio
gesto-
E lo fece. Steve stette fermo ad
aspettare il bacio che giunse quasi immediatamente e quando le labbra
di Tony
furono sulle sue riuscì a vincere l’iniziale
imbarazzo e abbandonarsi
completamente al bacio. A parteciparvi. Fu lungo e dolce e quando
finì Tony
abbassò la testa fino a sfiorargli l’orecchio con
le labbra.
-E ora faccimao sesso-
La schiena di Tony sbattè
violentemente contro la parete di fronte al letto. Questa volta Steve
non era
riuscito a trattenersi in tempo.
Accorse tuttavia trafelato appena si
rese conto delle conseguenze del suo gesto e aiutò
l’altro uomo a rimettersi in
piedi.
-Oddio, ti sei fatto male?-
-Giudica tu- mugulò, massaggiandosi
la schiena –Ahi, che botta!- Tony alzò la testa
per guardarlo in faccia, con
gli occhi delusi, accusatori e un po’ umidi di un bambino che
ha appena
scoperto che la sua bicicletta nuova non è la muntain bike
ultimo modello che
si aspettava –Credevo che avessi acconsentito a non
respingermi più!-
-Tu hai parlato di un bacio! Solo di un bacio!-
-Il sesso ne è la naturale
conseguenza- argomentò Tony con voce lamentosa, rigettandosi
malamente sul
letto e facendo cenno a Steve di sedersi accanto a lui.
Quest’ultimo accettò un
po’ riluttante e sospettoso, mantenedno comunque
un’adeguata distanza. Cascare
nello stesso trucco due volte andava bene (forse), tre sarebbe stato
veramente
troppo!
-No-non direi- balbettò.
Tony sbuffò, mettendo su un broncio
degno del miglior bimbetto viziato.
-Ma come no? Io ti amo, tu mi ami…-
la sua era un’affermazione, ma ebbe almeno la decenza di
voltarsi verso Steve
in cerca di conferma e di attendere un suo imbarazzato cenno di assenso
per
continuare –Ci siamo anche già baciati…
è tutto perfetto ed assolutamente in
vecchio stile, per il tuo bene! Perché, vedi, per una buona
notte di sesso non
serve certo che ci sia amore tra le due parti…-
-Frena, ho capito!- lo bloccò Steve,
forse imbarazzato come mai prima di quel momento, nonostante la
lascività della
serata che aveva appena trascorso –È che-
continuò –forse sono ancora più
vecchio stile. Insomma, credo che ci
sia bisogno di più tempo, di conoscerci meglio, di capire a
fondo cosa proviamo
l’uno per l’altro…-
-Uhmpf, ci conosciamo benissimo. E
io so perfettamente cosa provo per te. Comunque, se preferisci, ti
racconterò
tutti i fatti salienti della mia vita fino ad oggi…-
-No! Non è questo… sul serio, non
penso sia la notte giusta, non penso di essere pronto. E poi, tu sei
ubriaco
fradicio! Anche ai giorni nostri non sarebbe un pochino…
squallido?-
Tony sembrò rifletterci su un poco e
dalla sua espressione non sembrò trovarlo affatto squallido.
Proprio per niente. Poi
però qualcosa
nel suo volto cambiò e parve cedere.
-Va bene, attenderemo- concesse,
gettandosi con la schiena sul materasso.
Steve tirò un sospiro di sollievo.
-Però dormi qui con me- e dicendolo
lo afferrò da dietro e lo tirò sul letto affianco
a lui. Incredibile, c’era
cascato, di nuovo!
-Ma-ma… Tony!-
-Che c’è? Starò buono! E poi,
l’hai
detto che sono terribilmente ubriaco, potrei sentirmi male e aver
bisogno
d’aiuto. Buonanotte Steve- disse, e appoggiò la
testa sul retro della sua
spalla, stringendolo forte in vita.
-Mi pari perfettamente lucido!-
-Buonanotte Steve-
-Ehi, ma mi stai ascoltando?!-
-Buonanotte Steve-
-Tu mi stai ignorando!- Platealmente.
-Buonanotte Steve. Jarvis, spegni le
luci-
-No… ma… io… siamo ancora vestiti!-
Ci fu un attimo, quell’attimo che
Steve impiegò per realizzare cosa
aveva effettivamente detto e durante il quale Jarvis ebbe
l’accortezza di
spegnere tutte le luci facendoli sprofondare
nell’oscurità, in cui Tony
accarezzò diverse ipotesi, di cui una buona trentina
prevedevano di infierire
su Steve e solo una contemplava l’idea di lasciar correre
quelle sue parole
come se non fossero mai state pronunciate. Ovviamente
quell’una fu scartata.
-Va bene, ho cambiato idea: facciamo
sesso-
Non so da dove sia uscita fuori (...il problema è che lo so benissimo...) ma mi piace abbastanza, ed è leggera (cosa che vorrei rendere sempre, poi alla fine ci finiscono sempre in mezzo un sacco di seghe mentali =.=). Spero faccia ridere almeno un pochino! E di non aver snaturalizzato nessuno dei due in maniera troppo insopportabile >.< Se l'ho fatto vi chiedo perdono e vi scongiuro di farmelo sapere!! Fatemi sapere in ogni caso, va'! XD
Hopo ya like it!! :)