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Autore: kayak chan    19/07/2012    8 recensioni
Tony è ubriaco fradicio. Steve ha il complesso della crocerossina. Il primo ha un'innata tendenza alle battutine scomode. Il secondo è patologicamente ingenuo. La sanità mentale, è evidente, si spreca.
Stony senza particolari pretese, perché loro due mi piacciono, Tony ubriaco mi diverte e Steve imbarazzato è irresistibile!
Primo esperimento sulla coppia, chiedo clemenza!! D:
(Non c'è NULLA di esplicito, solo Tony che blatera a vanvera u.u)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let’s have schecs~

 

-Io non sono ubriaco!- hic –Affatto- hic –Ti sembro forse ubriaco, Steve?-
Tony si sporse verso il suo interlocutore agitando malamente la bottiglia di vodka che teneva in mano. Fortunatamente (o sfortunatamente, dipende dai punti di vista) la suddetta bottiglia era così desolantemente vuota che nemmeno un goccio andò a cadere sul pavimento o sul paziente supereroe. In compenso, Steve si ritrovò a dover sopportare il non indifferente peso del suo amico, che pensò bene di inciampare nei suoi stessi piedi proprio in quel momento.
Tony alzò gli occhi su di lui con un espressione vacua e sorpresa. L’espressione che potrebbe avere un gufo dopo aver ricevuto una randellata in testa particolarmente poderosa.
-Non ricordavo di aver fatto installare dei pavimenti in discesa!- hic –Che idea bizzarra! Ma mi piace!-
Tony si abbandonò con la testa contro il suo petto ridacchiando tutto contento delle sue presunte idee geniali in fatto di arredamenti d’interni. Risata che ben presto si trasformò in uno scomposto attacco di tosse che ebbe l’effetto di inondare di saliva la maglietta del povero Steve Rogers. Colto alla sprovvista, il capitano lo allontanò con un movimento brusco.
-Accidenti Tony, ma che fai?!-
L’interrogato si limitò a ricominciare a ridere più forte e a cadere pesantemente sedere a terra sul pavimento. Steve abbassò il viso per contemplare la macchia che faceva bella mostra di sé sul suo petto e fu subito colpito da un penetrante odore di alcol.
-E meno male che non eri ubriaco- mormorò.
Risollevò gli occhi e li spostò su un ridacchiante Tony Stark accasciato ormai con tutta la schiana sul pavimento di fronte a sé. Uno spettacolino esilarante che non stava tardando a sollevare la curiosità di gran parte degli invitati a quello che sarebbe dovuto essere un party ufficiale per il compleanno di Tony. Strano, perché i party ufficiali dei suoi tempi se li ricordava con più convenevoli e meno alcolici, ma dopo tutto era rimasto congelato per settant’anni. Anche se aveva comunque il forte sospetto che un tale sfacelo fosse copiraight Stark con diritti di sfruttamento esclusivo anche nel ventunesimo secolo.
Se non altro, la gran parte degli invitati non era messa molto meglio del festeggiato. Anzi, un paio di ragazze aveva giusto partorito la malsana idea di andare a stendersi al suo fianco, in un luogo del pavimento che evidentemente era stato lavato, strofinato e lucidato con quantità indecenti di gas esilarante. Steve osservò con crescente fastidio le due pu…lzelle (si corresse mentalmente appena in tempo!) farsi sempre più vicine a Tony, strapazzargli la maglia, palpargli la pelle, sussurrargli chissà cosa all’orecchio…
-Basta così!- sbottò, sentendo chiaramente un leggero rossore salirgli alle guance. Nulla a che vedere col senso di profondo fastidio che gli stava montando in petto.
Una terza ragazza che presto avrebbe perso l’articolazione della mascella (e non per un suo pugno, anche se la tentazione era forte) gli si fece vicina e si avvinghiò al suo braccio con forza onestamente imbarazzante per un esserino dall’apparenza così gracile e indifeso.
-Guarda che ce n’è anche per te, capitano Rogers-
Il suo tono provocante fece scattare un campanello dall’allarme nella testa di Steve che gli suggerì che l’esserino, per quanto gracile e indifeso, di sicuro non era innocuo. Sempre più rosso in faccia se la scrollò dal braccio con un movimento brusco e si chinò su Tony.
-Ho detto basta così. Alzati Tony, ti porto a letto-
Per tutta risposta l’amico scoppiò in una risata poderosa, sputacchiandogli in faccia del rum che era comparso chissà da dove e aveva preso il posto della bottiglia di vodka nella sua mano. Steve si pulì il liquido dagli occhi con fare seccato. Davvero, non lo stava affatto trovando divertente. Affatto.
-Avete sentito! Il grande Capitan America, qui presente, non vede l’ora di portarmi a letto!-
Tony scoppiò di nuovo fragorosamente a ridere, seguito da tutto il resto della sala.
Steve bolliva.
Tony si girò direttamente verso di lui.
-Anche io ne ho un sacco di voglia, Stevie, ma non posso certo abbandonare tutti i miei invitati!-
Stevie scoppiò.
-Puoi benissimo invece!-
Rosso in faccia come un peperone afferrò Tony per il colletto della camicia e lo tirò in piedi, portandoselo ad un palmo dal naso.
-Puoi e devi. Subito. A dormire!-
Lo girò e gli diede una spinta in direzione della camera da letto. Tony, evidentemente interdetto, non replicò e riuscì addirittura a infilare tre passi di fila con una traiettoria più o meno diritta, prima di perdere l’equilibrio e ritrovarsi a barcollare in avanti reggendosi sulle sole punte dei piedi. Suo malgrado, Steve si ritrovò ad afferrarlo sotto le ascelle per evitare che cadesse e si sfracellasse il naso sul pavimento, sporcando così tutte le piastrelle di sangue e mandando in malora tutto il dispendio di detersivo e cera (e, ne era sempre più convinto, gas esilarante allo stato liquido) delle tre signore delle pulizie passate quella mattina stessa.  
Era sicuro di non voler sapere cosa stesse attraversando le perverse menti di tutti quegli ospiti ridacchianti attorno a lui mentre rimetteva in piedi Tony reggendelo da dietro. Davvero, non gli interessava. Gli bastavano gli urletti e le risatine di Stark e qualche sua parola sconnessa. E decisamente volgare.
Si passò il suo braccio attorno alle spalle e iniziò a trascinarlo verso la porta, tentando stoicamente di ignorare tutte le porcherie che Tony gli stava “sussurrando” (allo stesso livello di decibell percepiti su una pista d’atterraggio di un aereoporto a due metri da un boeing a quattro motori in pieno decollo) nell’orecchio tra un singhiozzo e una sghignazzatina. Davanti a lui, che si stava facendo strada tra la folla, scorse Pepper. La donna gli si fece incontro.
-Mioddio, Steve, grazie! Da sola non ce l’avrei mai fatta-
-Di niente. Solo una cosa…- rispose Steve, mentre Tony cercava di mordicchiargli l’orecchio chiedendogli per quella che poteva essere la cinquantesima volta in due minuti di fare sesso con lui –Fai in modo che bevano ancora più di quanto non stiano già facendo così che non ci siano testimoni di tutta questa faccenda- e rosso quasi violaceo fino alla punta delle orecchie (e non a causa dei maldestri morsi di Tony) riuscì finalmente a guadagnarsi l’uscita e a richiudere la porta dietro di sé. Tirò un sospiro di sollievo: non poteva fare nulla per allontanare il vocio, solo lievemente attutito dalla porta, ma almeno non aveva più tutti quegli sguardi rapaci puntati addosso.
-Ehi, dove sono finiti tutti?!-
Tony non doveva aver realizzato troppo bene cosa fosse fosse effettivamente successo…
-Dove- hic –sono i miei invitati?!-
L’uomo si guardò attorno spaesato sbattendo ripetutamente le palpebre.
-Sono ancora tutti là dentro, non ti preoccupare-
-E allora torniamo dentro! Arriva Tony- hic –Stark, gente, la festa si scalda!-
-Assolutamente no!-
Steve strinse a morsa le sue mani attorno alla vita e al braccio di Tony, così che non potesse girarsi né scappare via.
-Ma Steve, è il mio compleanno!- disse con aria saputa, quell’aria che metteva su per spiegargli il funzionamento di quell’ordigno malefico che rispondeva al nome di computer (e uno dei problemi del computer di Tony era che rispondeva, davvero! E non perdeva occasione per rinfacciargli anche lui la sua inettitudine a trattare con quell’aggeggio!).
-E dunque?- gli rispose con voce stanca.
-E dunque dobbiamo festeggiare!- hic –Prendi un po’ di questo! Festeggia!-
Tony gli mise la bottiglia (già vuota per metà) diritta sotto il naso con un movimento così improvviso che la sua comparsa lo fece quasi barcollare.
-Sono sicuro che esistono altri modi per festeggiare-
-Oh, sì.-

Il suo tono!
Steve voltò la testa per guardare Tony in faccia, che a sua volta era voltato verso di lui.

I suoi occhi!
Oh, no, non gli piacevano per niente!
-Facciamo sesso-
Steve si sentì quasi mancare. Ma perché, perché in qualche modo doveva sempre dargli degli spunti per qualche proposta indecente?! Si maledì mentalmente per la sua ingenuità.
-No, Tony. E dammi quella bottiglia, non ti fa bene-
-Facciamo sesso-
-Dammi quella bottiglia-
-Sì, ma facciamo sesso-
-Prima dammi quella bottiglia… anzi, dammela e basta!-
-Facciamo sesso-
La cosa terminò giustamente in una piccola zuffa che fu ovviamente vinta da Steve. Il fatto che il suo avversario non fosse in grado di reggersi in piedi da solo aiutò ad unscirne in modo rapido e totalmente indolore. Guadagnata la bottiglia, si premurò di versarne il contenuto nel vaso della prima pianta tropicale (comprata da Pepper per cercare di dare l’impressione che quella casa fosse abitata da un uomo e non da una sorta di emanazione di un computer) che trovò in giro. L’urlo straziante di Tony fu probabilmente sentito in tutta New York. E loro si trovavano nella residenza di Malibù.
-Ehm, Tony, non ti pare di esagerare un pochino?-
Lo guardò con espressione dubbiosa mentre si trascinava su gomiti e ginocchia verso il vaso.
-Ma che fai?!-
L’uomo si accasciò sul bordo del vaso, sporgendosi verso il suo interno.
-Forse non si è ancora assorbito tutto!-
L’urlo di Steve provocò probabilmente la registrazione di una forte scossa di terremoto da qualche parte in Florida. Il superuomo, allamartissimo, si lanciò letteralmente addosso all’inventore, spingendolo lontano dal vaso come un giocatore di football ne placca un altro per spingerlo lontano dal pallone. O come si vede spesso nei film la gente salvare altre persone da un camion lanciato a velocità folle nel bel mezzo di una stretta via del centro città normalmente chiusa al traffico. L’espressione sconvolta di preoccupazione e sollievo assieme era all’incirca la stessa. Tony si dimenò cercando di sfuggire alla sua stretta per raggiungere di nuovo la pianta.
-Tu hai un problema serio!-
-Sì, che hai buttato alle ortiche la mia fonte di felicità!-
Tony sembrava tremendamente serio e il suo sguardo rimasto vago fino a quel momento si rabbuiò di colpo.
-Ragiona, l’alcol non può essere fonte di felicità! C’è altro nella vita-
La luce negli occhi di Tony tornò di nuovo chiara.
-Hai ragione- Steve tirò un sospiro di sollievo –Facciamo sesso-

Perché aveva gettato il rum, perché? Se non per darlo a Tony e farlo stare calmo, almeno avrebbe potuto usarlo per sfogare un po’ della sua attuale frustrazione!
Sollevò di peso Stark costringendolo a mettersi di nuovo in piedi e cominciò a trascinarlo verso la sua camera da letto senza proferire una sola parola, poiché sapeva che sarebbe stato del tutto inutile. Poteva quasi sentire il gigno di Tony allargarsi progressivamente.
-Vedo che finalmente acconsenti!-
Steve tirò un profondo e sconsolato sospiro.
-Per niente. Ti sto portando a dormire, dormire Tony, quella cosa che tu non fai mai ma di cui avresti un enorme bisogno-
-Io dormo più che a sufficienza!-
-Svenire nel bel mezzo del tuo laboratorio (rischiando di mandare a fuoco la casa lasciando qualche esperimento in sospeso, tra l’altro) perché non ti prendi un minuto di riposo da due giorni consecutivi non può essere considerato dormire! Dormire si dorme in un letto!-
Se ne pentì mezzo secondo dopo aver finito di pronunciare la frase.
Dormire non è l’unica cosa che si può fare in un letto”. Poteva sentirlo. Poteva sentire la sua voce pronunciare quella frase. Arrossì in previsione e strizzò gli occhi con un mugolio di disperazione, preparandosi all’ennesima battutaccia. Che non venne.
Attese diversi secondi, in silenzio, aspettando da un momento all’altro che Tony aprisse bocca e lo invitasse di nuovo a condividere intimamente il letto con lui. Ma non accadde. Esterefatto si girò a guardare il suo compagno a bocca aperta e con gli occhi sgranati, quella tipica espressione che rasenta molto l’aspetto di una carpa che ha appena abboccato all’amo. E sa di avervi abboccato in modo molto, molto stupido.
-Perché mi guardi così?- chiese Tony con tono svagato ed espressione vacua. Che avesse già superato la parte iperattiva e molesta della sbronza e stesse sprofondando nella sonnolenza? Steve decise di non indagare oltre, per quanto la cosa lo sorprendesse. Finchè le cose sembravano procedere per il meglio, era vitale lasciarle progredire indisturbate. Vitale.
Raggiunsero (miracolosamente!) la camera da letto di Tony senza ulteriori intoppi. L’uomo sembrava essersi definitivamente calmato e seguiva docilmente Steve senza opporre resistenza né esprimere le sue del tutto particolari opinioni su quale sarebbe stata la perfetta conclusione per quella serata. Rogers riuscì a gettarlo sul letto ancora senza nessuna particolare reazione da parte dell’altro. Poi iniziarono i problemi.
Per cominciare, non appena Tony ebbe poggiato (o sarebbe più corretto dire: “ebbe fatto pesantemente sprofondare”) le sue chiappe sul materasso, Steve si sentì afferrare per la collottola con una forza e una rapidità che francamente mai si sarebbe aspettato di riscontrare nell’uomo decisamente ubriaco (ed eccitato?!) che gli stava davanti. O, per essere precisi, che in quell’esatto momento gli stava sotto. Sì, sotto. Cogliendolo alla sprovvista Tony era riuscito a fargli perdere l’equilibrio e ora gli stava sopra. Così non andava affatto bene. Decisamente, non bene.
Poi lo baciò.  
Steve si catapultò giù dal letto e si schiacciò con la schiena alla parete emettendo un urlo decisamente poco virile, scarlatto in volto.
-Che accidenti stai facendo?!- sbraitò. A dire il vero, neanche in questo frangente la sua voce suonò poi tanto virile.
Tony ricambiò la sua occhiata da aragosta messa di fronte al fatto compiuto di stare per essere bollita ancora viva in acqua bollente con uno sguardo ricco di nonchalance.
-Ti ho baciato- si limitò a constatare con molta tranquillità.
-Questo lo so!- rispose Steve, con ancora dei rimasugli di isteria nella voce.
-Allora perché chiedi?-
E, di nuovo, con una mossa fulminea, Steve se lo ritrovò pigiato addosso. Ma come diavolo poteva essere così veloce se cinque minuti prima non era neanche in grado di reggersi in piedi da solo?!
-Potresti invece domandarmi di dartene un altro-
Inutile dire che non attese neanche una risposta.
Di nuovo Steve reagì di impulso e lo spinse via, salvo accorgersi appena in tempo che questo suo gesto avrebbe mandato la schiena di Tony (finalmente di nuovo barcollante per effetto dell’alcol) a sfracellarsi malamente sul pavimento. Colto da un eccesso di gentilezza lo afferrò a pochi centimetri dalle piastrelle e lo trascino di peso di nuovo sul letto.
Tempo due secondi e si ritrovò nuovamente tirato verso il basso, se non che Tony, avendo imparato dai suoi errori, questa volta si premurò anche di invertire le posizioni, e Steve si ritrovò schiacciato tra il materaso e il corpo di Stark. Perché lui invece doveva ripetutamente compiere gli stessi sbagli?!
-Tony- biascicò, visibilmente a disagio –Che cosa stai facendo?-
-Ti ho baciato di nuo…-
-Perché, perché lo stai facendo, allora?-
-Perché mi va-
Gli occhi di Tony, resi lucidi dall’alcolo si accesero improvvisamente di un lampo vitale. Quel particolare lampo vitale.
-Facciamo sesso-
Steve riuscì a stento a trattenere un mugolio di esasperazione.
-No- ribattè secco.
-Perché no?- rispose Tony con voce lamentosa.
-Perché è un idea folle! Perché mai dovremmo fare sesso?! Perché mai dovresti avere voglia di baciarmi?-
-Perché ne ho voglia- rispose sentenzioso –E perché sono stufo- aggiunse in tono più basso e cupo. I suoi occhi si fecero di nuovo bui e opachi, come quando aveva buttato via il suo prezioso rum.
-Stufo?- chiese Steve, con tono sinceramente curioso e leggermente preoccupato, ma non per l’equivoca posizione in cui si trovava al momento e lo sconsiderato comportamento del suo amico. No, quelli sembrava averli improvvisamente dimenticati.
-Sì, stufo. Stufo marcio. Di me e di te, di tutta questa faccenda di facciata. So che mi hai baciato, sulle labbra, l’altro giorno, dopo avermi riportato su dal mio laboratorio. E ho sentito tutte quelle cose semi-sdolcinate che hai blaterato lungo il tragitto. E anche gli insulti e le imprecazioni, ma quelli non contano… Ero sveglio, sai?-
-S-sveglio?-
Sul momento fu tutto quello che Steve riuscì a biascicare, troppo impegnato com’era a trovare un buon modo per sprofondare per sempre nelle profondità della terra per non dover sopportare più a lungo quella vergogna. Tony dormiva, doveva dormire! Nessuno avrebbe dovuto sapere che cosa aveva fatto! Tranne Jarvis, ma quello era inevitabile e il suo silenzio era già stato comprato (non in senso letterale. Non riusciva davvero ad immaginare cosa potesse interessare ad un’intelligenza artificiale creata appositamente per vestire i panni di un maggiordomo fedele. Ma era bastato chiedergli educatamente di non riferire a Tony qualsiasi commento potesse uscire dalla sua bocca su di lui e Jarvis aveva accettato senza problemi. Decisamente non era stato progettato ad immagine e somiglianza del suo creatore). Era così sconvoltò che ci mise diversi secondi per realizzare tutte le implicazioni del discorso di Tony.
-Sveglio?! Tu eri sveglio?!- sbottò –E hai lasciato che io ti scorrazzassi su per tutte quelle scale e lungo quei lunghissimi corridoi senza dire niente?!- (inutile dire che, almeno dal punto di vista di Tony, aveva mancato completamente di notare le giuste implicazioni da cogliere…)
-Ehi, sei un supereroe, sei dotato di una forza sovraumana! Non dirmi che ti sei stancato per così poco! E poi…- un lampo di godimento e libide attraversò i suoi occhi -…era comodo. E divertente-
Se Steve avesse potuto arrossire più di così senza che i suoi vasi sanguigni scoppiassero, lo avrebbe fatto. Ma sinceramente giudicava di essere ormai giunto ad un limite invalicabile senza la compromissione di tutti i suoi capillari.
Voltò la testa da un lato, troppo imbarazzato e inferocito per riuscire a guardare Tony in faccia, ma questi prontamente gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo negli occhi. Sembrava incredibilmente lucido.
-Quindi vedi, ecco perché sono stufo. È stupido fare ulteriormente finta che non ci sia nulla tra noi, basta solo accettarlo. Quando ti bacerò di nuovo voglio che tu non scappi come hai fatto fin’ora ma ricambi il mio gesto-
E lo fece. Steve stette fermo ad aspettare il bacio che giunse quasi immediatamente e quando le labbra di Tony furono sulle sue riuscì a vincere l’iniziale imbarazzo e abbandonarsi completamente al bacio. A parteciparvi. Fu lungo e dolce e quando finì Tony abbassò la testa fino a sfiorargli l’orecchio con le labbra.
-E ora faccimao sesso-
La schiena di Tony sbattè violentemente contro la parete di fronte al letto. Questa volta Steve non era riuscito a trattenersi in tempo.
Accorse tuttavia trafelato appena si rese conto delle conseguenze del suo gesto e aiutò l’altro uomo a rimettersi in piedi.
-Oddio, ti sei fatto male?-
-Giudica tu- mugulò, massaggiandosi la schiena –Ahi, che botta!- Tony alzò la testa per guardarlo in faccia, con gli occhi delusi, accusatori e un po’ umidi di un bambino che ha appena scoperto che la sua bicicletta nuova non è la muntain bike ultimo modello che si aspettava –Credevo che avessi acconsentito a non respingermi più!-
-Tu hai parlato di un bacio! Solo di un bacio!-
-Il sesso ne è la naturale conseguenza- argomentò Tony con voce lamentosa, rigettandosi malamente sul letto e facendo cenno a Steve di sedersi accanto a lui. Quest’ultimo accettò un po’ riluttante e sospettoso, mantenedno comunque un’adeguata distanza. Cascare nello stesso trucco due volte andava bene (forse), tre sarebbe stato veramente troppo!
-No-non direi- balbettò.
Tony sbuffò, mettendo su un broncio degno del miglior bimbetto viziato.
-Ma come no? Io ti amo, tu mi ami…- la sua era un’affermazione, ma ebbe almeno la decenza di voltarsi verso Steve in cerca di conferma e di attendere un suo imbarazzato cenno di assenso per continuare –Ci siamo anche già baciati… è tutto perfetto ed assolutamente in vecchio stile, per il tuo bene! Perché, vedi, per una buona notte di sesso non serve certo che ci sia amore tra le due parti…-
-Frena, ho capito!- lo bloccò Steve, forse imbarazzato come mai prima di quel momento, nonostante la lascività della serata che aveva appena trascorso –È che- continuò –forse sono ancora più vecchio stile. Insomma, credo che ci sia bisogno di più tempo, di conoscerci meglio, di capire a fondo cosa proviamo l’uno per l’altro…-
-Uhmpf, ci conosciamo benissimo. E io so perfettamente cosa provo per te. Comunque, se preferisci, ti racconterò tutti i fatti salienti della mia vita fino ad oggi…-
-No! Non è questo… sul serio, non penso sia la notte giusta, non penso di essere pronto. E poi, tu sei ubriaco fradicio! Anche ai giorni nostri non sarebbe un pochino… squallido?-
Tony sembrò rifletterci su un poco e dalla sua espressione non sembrò trovarlo affatto squallido. Proprio per niente. Poi però qualcosa nel suo volto cambiò e parve cedere.
-Va bene, attenderemo- concesse, gettandosi con la schiena sul materasso.
Steve tirò un sospiro di sollievo.
-Però dormi qui con me- e dicendolo lo afferrò da dietro e lo tirò sul letto affianco a lui. Incredibile, c’era cascato, di nuovo!
-Ma-ma… Tony!-
-Che c’è? Starò buono! E poi, l’hai detto che sono terribilmente ubriaco, potrei sentirmi male e aver bisogno d’aiuto. Buonanotte Steve- disse, e appoggiò la testa sul retro della sua spalla, stringendolo forte in vita.
-Mi pari perfettamente lucido!-
-Buonanotte Steve-
-Ehi, ma mi stai ascoltando?!-
-Buonanotte Steve-
-Tu mi stai ignorando!- Platealmente.
-Buonanotte Steve. Jarvis, spegni le luci-
-No… ma… io… siamo ancora vestiti!-
Ci fu un attimo, quell’attimo che Steve impiegò per realizzare cosa aveva effettivamente detto e durante il quale Jarvis ebbe l’accortezza di spegnere tutte le luci facendoli sprofondare nell’oscurità, in cui Tony accarezzò diverse ipotesi, di cui una buona trentina prevedevano di infierire su Steve e solo una contemplava l’idea di lasciar correre quelle sue parole come se non fossero mai state pronunciate. Ovviamente quell’una fu scartata.
-Va bene, ho cambiato idea: facciamo sesso-

Hem, clemenza?! ^^""
Non so da dove sia uscita fuori (...il problema è che lo so benissimo...) ma mi piace abbastanza, ed è leggera (cosa che vorrei rendere sempre, poi alla fine ci finiscono sempre in mezzo un sacco di seghe mentali =.=). Spero faccia ridere almeno un pochino! E di non aver snaturalizzato nessuno dei due in maniera troppo insopportabile >.< Se l'ho fatto vi chiedo perdono e vi scongiuro di farmelo sapere!! Fatemi sapere in ogni caso, va'! XD
Hopo ya like it!! :)

 

 

 

  
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