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Autore: MistakenWind    19/07/2012    3 recensioni
Un piccola breve storia di ciò che per me è l'Amore eterno.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Perchè l'Amore non ha durata.





Il reparto dei malati terminali era sicuramente il reparto più brutto in tutto l'ospedale. Chiunque sia mai entrato in quelle stanze chiuse e buie, respira l'aria pesa di chi sa che da la non uscirà mai più. Nessuno riesce a non commuoversi davanti al sorriso stanco di quell'uomo che con un gesto fa intendere che tutto andava bene, mentre il suo cuore era agli ultimi battimi. Come si può guardare negli occhi quel bimbo che con occhi tristi ti chiede il perchè di quel tormento.
Quegli occhi chiari avevano già visto troppe volte quella stanza, e quel percorso che ormai faceva tutti i giorni, per andare a trovare colei che amava. Non avrebbe mai voluto percorrere quei corridoi bui e tristi, ma ogni volta, lo faceva con quel sorriso stanco e con quel fiore nascosto dietro la schiena ricurva che avrebbe potuto regalare un sorriso a sua moglie.
I dottori, le infermiere piangevano, vedendo quell'anziano signore con il bastone e il cappello posato sulla testa stringere la mano a quella donna, dal volto tirato e stanco, regalargli ogni giorno un fiore diverso, e rimanere ore e ore a parlare sottovoce, guardando quegli occhi di diamante che per anni gli avevano regalato tutto l'amore del mondo.  La donna era così felice ogni volta che lo vedeva, e sembrava ringiovanirsi di anni ogni volta che stringeva qualla mano stanca che cercava di ridonargli un po' di forza.
Ogni giorno, un nuovo fiore diverso, e ogni giorno un sorriso in più regalato a quella donna, che ormai viveva di quella risata fatta col marito. Il respiro si faceva sempre più flebile, il battito sempre più lento e stanco, ma quel vecchio, dall'animo forte come una roccia ogni giorno si presentava al suo letto con un fiore tra le mani.
Quando la donna dormiva, rimaneva ore e ore a carezzarle i capelli e il viso, a risistemarle le coperte, e a stringerle le mani sorridendo tristemente.

La stanza era orami vuota, e non rimaneva che quella donna e le sue decine di mazzi di fiori e quel vecchio signore che le stringeva la mano con forza. L'uomo si chinò lentamente a baciare la fronte di sua moglie, mentre le lacrime di questa iniziarono a scendere lente sulle guancie segnate da rughe. Le labbra si incresparono con fatica in un sorriso, mentre sfiorò un ultima volta le labbra di suo marito.
- Sarai sempre la mia piccola topolina.
Si sentì mormorare in quella stanza vuota, e una flebile risata rimbombò nelle pareti spoglie.

L'addetto alle pulizie spazzava lentamente la stanza. Odiava ripulire quel reparto, era così buio e senza vita. Quella sera nessun letto era occupato... tutti vuoti e ben rifatti. Si piegò a pulire sotto i letti, ma si bloccò, vedendo tanti petali di fiori sparsi sotto ad un letto vuoto. Guardò tristemente quel letto spoglio e scosse la testa. Di cose strane in quel reparto ne aveva trovate tante, ma mai dei petali di rose colorate sparsi sotto al letto. Prese a pulire uno ad uno quei petali, con totale rispetto per quelli che prima dovevano essere stati dei fiori bellissimi. 

Quel vecchietto camminava lentamente per la salita che portava al cimitero. C'era il sole, e sotto al suo cappello un sorriso si colorava mentre stringeva una rosa rossa tra le mani. Quell'uomo era indubbiamente forte come una roccia, con gli occhi chiari che scrutavano il celo, e un sorriso sempre stampato sul volto, incorniciato da tante splendide rughe. Era contento adesso. Sua moglie era rimasta la con lui, e non viveva più in quelle mura spoglie del reparto, ma viveva nel caldo rifugio del suo cuore. C'è chi aveva giurato che uscendo da quel reparto, avesse visto delle lacrime sotto a quel cappello, e un sorriso spento e triste, quasi assente. Indubbiamente quell'uomo amava svisceratamente sua moglie, a tal punto di rimanere ore e ore davanti a quella tomba con il suo fiore in mano, seduto su una panchina di cemento sotto ad uno splendido pino, col cappello posato sulla tomba ricoperta da mille fiori dai colori e profumi diversi.
C'è chi ha visto, una flebile figura di donna seduta accanto a quel vecchio con il bastone, che gli stringeva la mano e gli sussurrava parole incomprensibili alle orecchie. Quella figura però sembrava inesistente, forse il frutto di una fantasia mentale, o di un riflesso della luce.
L'uomo però, la sentiva davvero sua moglie vicina a lui, e ogni volta, calde lacrime scivolavano sulle guance rugose di quel vecchio, che con un sorriso, stringeva la mano di sua moglie... appoggiata proprio accanto alla sua.
  
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