Dove l’amore era
più di una semplice parola.
A Susy.
Non solo perché
sei una splendida amica.
Non solo perché
mi hai dedicato una fan.
Soprattutto
perché quella fan è così
BELLA da meritare un
lieto fine.
Mary
Margaret si allontanò da lui a grandi passi in direzione del suo
appartamento.
Non
ricordava di aver trascorso San Valentini felici,
eppure nessuno di quelli passati a casa da sola poteva reggere il confronto con
quella deprimente serata.
Era
partita col presupposto di divertirsi al locale con le sue amiche, ma
già a metà serata quando Ashley le aveva raccontato di come si
sentiva a stare con un ragazzo che non le era mai accanto sentì nascere
un nodo alla gola e il paragone con la sua situazione nacque spontaneo.
Erano
passate poche settimane dal loro primo bacio nel retro della locanda di Ruby e
della nonnina e da allora Mary Margaret e David tentavano di portare avanti
quella relazione fatta di incontri clandestini, baci fugaci scambiati in un
angolo appartato, scambi di tenerezze e belle parole.
Fino a
quella sera Mary Margaret, pur consapevole che quello che stavano facendo a Kathryn era poco leale, non aveva mai preso in seria
considerazione l’idea di mettere un punto al loro rapporto. Non era tanto
il fatto che lui avesse pensato alla moglie oltre che a lei, ma
nell’istante in cui aveva preso fra le mani quel cartoncino e letto il
nome di Kathryn nella sua mente era rimbombata nella
sua mente come un fulmine la domanda che si era posta all’inizio della
loro relazione e mai più:
“Che stiamo facendo?”.
“Ci apparteniamo”.
“Non possiamo stare separati”.
“Siamo destinati a stare insieme”.
Tutte
quelle risposte presero i connotati di ipocrite scuse per non affrontare la
realtà: Kathryn era una persona meravigliosa,
la cui bontà e la cui gentilezza non si potevano trovare in altri.
E loro
la stavano crudelmente pugnalando alle spalle
David
interruppe la sua camminata verso casa fermandosi su una panchina, per dare un
ordine a tutto quello che era successo: il sorriso luminoso sul volto di Mary
Margaret cancellato da quello stupido biglietto, la delusione nei suoi occhi,
il suo discorso su come stesse procedendo male il loro rapporto, la sua risata
nervosa, ed infine il loro malinconico «Penso che dovresti tornare da Kathryn».
Ed
aveva ragione. Sarebbe dovuto andare da Kathryn,
avrebbe dovuto passare San Valentino e il resto della vita con lei,
perché quello era il suo posto, quello era il suo dovere.
Tuttavia
non poteva dire di volerle più che bene: per quanto Kathryn
fosse adorabile ed affettuosa, quello che li univa era un legame imparagonabile
al sentimento che provava per Mary Margaret.
Si svegliava la mattina pensandola,
passava la giornata a contare quanto tempo mancasse al loro prossimo incontro,
perché solo in quei momenti il mondo gli appariva meno oppressivo,
più autentico, più bello.
E per
questo quella sera la sua costante lotta interna si faceva sentire più
che mai, perché i ricordi condivisi con Kathryn
e il suo senso del dovere volevano avere la meglio sul desiderio di stare con
Mary Margaret e di renderla felice.
O forse
era semplicemente un codardo incapace di prendere una decisione per dare una
direzione precisa alla sua vita, e che avrebbe finito per far soffrire tutti un
giorno.
Quella
sera però una scelta l’aveva fatta: per quanto difficile, per
quanto doloroso, doveva porre fine alla sua lotta e lasciare che una parte di
lui soffrisse.
Mary
Margaret gli aveva detto cosa doveva fare. Doveva tornare da Kathryn.
Già,
doveva.
“Casa dolce casa” pensò Mary Margaret.
Un
biglietto lasciato da Emma sul tavolo della cucina le comunicava che
l’amica avrebbe dovuto fare il turno di notte a causa di un emergenza in
cui era coinvolto Gold. Meglio così. Per
quanto Emma fosse delicata e poco invadente di certo avrebbe notato il suo
pessimo umore ed avrebbe voluto delle spiegazioni e lei né voleva
mentirle, né era pronta a raccontarle tutto.
Guardò
l’orologio. Undici e mezza, quel terribile San Valentino non era ancora
giunto al termine. Non aveva voglia di andare a dormire. Decise di struccarsi,
fare un bagno rilassante, dare una sistemata ai capelli, indossare il pigiama,
preparare i vestiti e tutto il materiale per la lezione dell’indomani.
Tenere
occupato il corpo però non impediva alla sua mente di inserire il volto
di David tra un pensiero e l’altro. Tentò ancora di buttare
giù qualche appunto nell’agenda sulla lezione per i bambini, e
sospirò rassegnata quando si accorse che stava solo scarabocchiando il
nome di David su di un foglio.
Poi
qualcuno bussò alla porta.
Nel
cuore della notte. Forse era Emma che aveva risolto il problema con Gold.
No,
Emma aveva le chiavi.
Curiosa
di sapere chi fosse e che cosa volesse a quell’ora si alzò dalla
sedia e guardò dallo spioncino.
Lo
vide. All’iniziò fu innervosita e preoccupata di vederlo
lì, ma poi si scoprì felice.
Il
cuore le batteva all’impazzata mentre posava la mano tremante sulla
maniglia, pronta ad accogliere il suo gradito ospite.
«Tieni»
disse Mary Margaret a David porgendogli la tazza di cioccolata calda che aveva
preparato per lui.
Quella
fu la prima parola che disse da quando gli aveva aperto la porta, poi si
sedette a bere di fronte a lui evitando il suo sguardo.
Da
quando tra loro c’erano silenzi imbarazzanti? Da quando era impossibile
guardarsi negli occhi? Possibile che uno stupido biglietto avesse distrutto la magia
tra loro?
David
ebbe la spiacevole sensazione di aver fatto un errore a recarsi lì. Un
altro.
«Che
sta succedendo?» si arrese a chiedere alla fine.
Mary
Margaret si decise a guardarlo. David non sapeva se poteva esistere al mondo
una persona con lo sguardo più triste, e nemmeno voleva scoprirlo.
«Non
lo so» mormorò malinconica «E’ tutta la sera che me lo
chiedo».
«Mi
spiace per…» iniziò a dire lui, ma Mary Margaret lo
interruppe.
«Non
scusarti per il biglietto, sappiamo entrambi che non è questo il
problema. Per certi versi è stato un bene che tu abbia sbagliato».
David
la guardò confuso e lei si spiegò meglio «Così siamo
stati costretti a guardare in faccia la realtà».
Quella
premessa diede a David la sensazione che stesse per iniziare un lungo e
doloroso discorso.
«Non
possiamo continuare così David. Le bugie non sono esattamente le
migliori fondamenta di una relazione. Noi non sapendo trovare un modo per
vivere bene quello che proviamo, non facciamo che mentire a chi ci sta intorno.
Non è giusto».
David
rimase in silenzio, totalmente incapace di trovare una risposta sensata. Non le
poteva darle torto, visto che lui stesso si sentiva in colpa ogni qualvolta
stando vicino a Kathryn voleva Mary Margaret tra le
braccia. E spiegarle il suo conflitto interno era impossibile, visto che
nemmeno lui sapeva dare una spiegazione logica ai suoi pensieri.
«Quando
mi hai detto che dovevo tornare da Kathryn ho capito
che avevi ragione. E’ con lei che dovrei stare tutte le sere, è
con lei che dovrei sentirmi bene, lei dovrebbe essere tutto il mio mondo. Ma
ogni volta che mi guardi, mi prendi per mano, mi baci…è tutto
così bello che mi manca il respiro. Mary Margaret, io dovrei stare con
lei..ma voglio te. Sei tu la persona a cui penso giorno e notte, quella per
cui farei qualsiasi cosa».
La sua
mano lentamente si allungò fino ad accarezzare il dorso di quella di
Mary Margaret, che però si ritirò in fretta. La ragazza si
alzò prendendo le due tazze vuote e andò a lavarle.
David
la seguì a ruota.
«Te
lo giuro Mary Margaret, ci proverò. Se ancora sono in tempo a farmi
perdonare dammi un..pò di tempo, e renderò le cose più
facili, per noi..per tutti».
Mary
Margaret smise di trafficare con le stoviglie e l’acqua e chiese:
«Che intendi per rendere più facili? ».
«Niente
più bugie» promise lui in tutta sincerità.
Mary
Margaret prese un bel respiro mentre si asciugava le mani «Anch’io
sento le stesse cose per te, sin da quando hai aperto gli occhi alla riva del
Troll Bridge. E se stare con te significasse vederti una volta ogni
mille… mi accontenterei. Ma non si tratta di quanto frequenti sono i
nostri incontri, è questione di rivedere le basi del nostro
rapporto».
«Mi
impegnerò per cambiare le cose, lo giuro».
Passarono
molti altri minuti in silenzio, lei a torturare il suo anello, lui ad attendere
una qualsiasi risposta.
«Ti
credo» disse infine lei.
«Grazie»
mormorò dolcemente David passandole la mano tra i capelli.
Stava
quasi per abbracciarla ma lei lo fermò chiedendogli «Non avevi
detto di avere qualcosa per me? ».
David
sapeva che non gli importava niente del biglietto, ma stava cercando un modo
per smorzare la tensione. Il ragazzo rise «Certo» ed estrasse dalla
tasca del giubbotto la busta rossa a lei destinata «Buon San Valentino».
Mary
Margaret tirò fuori il biglietto curiosa, e sorrise non appena vide il
bel disegno delle due figure che si tenevano per mano su una panchina. Sotto di
loro, la scritta “Tu sei”,
fungeva da preludio al messaggio all’interno della cartolina.
«Non
sarò mai in grado di dirti cosa sei per me» iniziò a
leggere Mary Margaret «ma so bene cosa sarei io senza di te: niente.
Grazie di esistere.».
Dopo
una breve pausa Mary Margaret commentò commossa. «È splendido».
David
era imbarazzatissimo «Beh, forse avrei dovuto fare uno sforzo in
più, ma non sono per niente
bravo con le parole» farfugliò.
Mary
Margaret poso il biglietto su un mobile accanto a loro, e poi si
precipitò fra le sue braccia.
«Ti
amo anch’io» sussurrò Mary Margaret facendogli una carezza.
David
le schioccò un grosso bacio sulle labbra «Sono contento che tu
abbia capito il senso».
«Ed
io che tu sia venuto da me, e che questo San Valentino abbia avuto un lieto
fine».
«Ti
darò sempre un lieto fine» la rassicurò David.
E si
strinsero ancora più forte.
Per
sentirsi più uniti, per scusarsi, per dimostrarsi che se anche si era
creato un muro fra loro lo avrebbero abbattuto. Il loro amore lo avrebbe
abbattuto.
________________________________________________________________________________
NdA
Spero
di non dilungarmi troppo nelle note, viste tutte le cose da dire che avrei su
questa fan.
Non
appena ho visto che era stato indetto un contest del genere, non ho potuto fare
a meno di parteciparvi. Chi mi conosce bene sa che il mio amore per questo
telefilm è spropositato. Dovevo scrivere una storia a lieto fine, e non
sapevo da dove partire, anche perché la mia situazione amorosa in questo
periodo è a dir poco disarmante. Poi un giorno mi sono riletta una fanfic tra le mie preferite, la splendida “You belong with me”
di Ray08, fan a
me dedicata. Ed ho pensato che è così bella questa fan che non
poteva non avere un lieto fine. E da lì sono partita, dal pessimo San
Valentino di Mary Margaret e David, dall’inizio della loro crisi, e tengo
così tanto a questi personaggi che non ho potuto fare a meno di
immaginare questo momento per loro, un breve momento di pace, prima del crollo.
Grazie
Susy, per avermi dato l’ispirazione, e scusa se questa fan non è
degna.