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Autore: Ilovewrite    19/07/2012    3 recensioni
Contest Once Upon a Time: And They Lived Happily Ever After
«Ti darò sempre un lieto fine» la rassicurò David.
E si strinsero ancora più forte.
Per sentirsi più uniti, per scusarsi, per dimostrarsi che se anche si era creato un muro fra loro lo avrebbero abbattuto. Il loro amore lo avrebbe abbattuto.
Post San Valentino (Skin Deep 1x12)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dove l’amore era più di una semplice parola

 

Dove l’amore era più di una semplice parola.

 

A Susy.

Non solo perché sei una splendida amica.

Non solo perché mi hai dedicato una fan.

Soprattutto perché quella fan è così

BELLA da meritare un lieto fine.

 

Mary Margaret si allontanò da lui a grandi passi in direzione del suo appartamento.

Non ricordava di aver trascorso San Valentini felici, eppure nessuno di quelli passati a casa da sola poteva reggere il confronto con quella deprimente serata.

Era partita col presupposto di divertirsi al locale con le sue amiche, ma già a metà serata quando Ashley le aveva raccontato di come si sentiva a stare con un ragazzo che non le era mai accanto sentì nascere un nodo alla gola e il paragone con la sua situazione nacque spontaneo.

Erano passate poche settimane dal loro primo bacio nel retro della locanda di Ruby e della nonnina e da allora Mary Margaret e David tentavano di portare avanti quella relazione fatta di incontri clandestini, baci fugaci scambiati in un angolo appartato, scambi di tenerezze e belle parole.

Fino a quella sera Mary Margaret, pur consapevole che quello che stavano facendo a Kathryn era poco leale, non aveva mai preso in seria considerazione l’idea di mettere un punto al loro rapporto. Non era tanto il fatto che lui avesse pensato alla moglie oltre che a lei, ma nell’istante in cui aveva preso fra le mani quel cartoncino e letto il nome di Kathryn nella sua mente era rimbombata nella sua mente come un fulmine la domanda che si era posta all’inizio della loro relazione e mai più:

­“Che stiamo facendo?”.

“Ci apparteniamo”.

“Non possiamo stare separati”.

“Siamo destinati a stare insieme”.

Tutte quelle risposte presero i connotati di ipocrite scuse per non affrontare la realtà: Kathryn era una persona meravigliosa, la cui bontà e la cui gentilezza non si potevano trovare in altri.

E loro la stavano crudelmente pugnalando alle spalle

 

 

David interruppe la sua camminata verso casa fermandosi su una panchina, per dare un ordine a tutto quello che era successo: il sorriso luminoso sul volto di Mary Margaret cancellato da quello stupido biglietto, la delusione nei suoi occhi, il suo discorso su come stesse procedendo male il loro rapporto, la sua risata nervosa, ed infine il loro malinconico «Penso che dovresti tornare da Kathryn».

Ed aveva ragione. Sarebbe dovuto andare da Kathryn, avrebbe dovuto passare San Valentino e il resto della vita con lei, perché quello era il suo posto, quello era il suo dovere.

Tuttavia non poteva dire di volerle più che bene: per quanto Kathryn fosse adorabile ed affettuosa, quello che li univa era un legame imparagonabile al sentimento che provava per Mary Margaret.

 Si svegliava la mattina pensandola, passava la giornata a contare quanto tempo mancasse al loro prossimo incontro, perché solo in quei momenti il mondo gli appariva meno oppressivo, più autentico, più bello.

E per questo quella sera la sua costante lotta interna si faceva sentire più che mai, perché i ricordi condivisi con Kathryn e il suo senso del dovere volevano avere la meglio sul desiderio di stare con Mary Margaret e di renderla felice.

O forse era semplicemente un codardo incapace di prendere una decisione per dare una direzione precisa alla sua vita, e che avrebbe finito per far soffrire tutti un giorno.

Quella sera però una scelta l’aveva fatta: per quanto difficile, per quanto doloroso, doveva porre fine alla sua lotta e lasciare che una parte di lui soffrisse.

Mary Margaret gli aveva detto cosa doveva fare. Doveva tornare da Kathryn.

Già, doveva.

 

 

 Casa dolce casa” pensò Mary Margaret.

Un biglietto lasciato da Emma sul tavolo della cucina le comunicava che l’amica avrebbe dovuto fare il turno di notte a causa di un emergenza in cui era coinvolto Gold. Meglio così. Per quanto Emma fosse delicata e poco invadente di certo avrebbe notato il suo pessimo umore ed avrebbe voluto delle spiegazioni e lei né voleva mentirle, né era pronta a raccontarle tutto.

Guardò l’orologio. Undici e mezza, quel terribile San Valentino non era ancora giunto al termine. Non aveva voglia di andare a dormire. Decise di struccarsi, fare un bagno rilassante, dare una sistemata ai capelli, indossare il pigiama, preparare i vestiti e tutto il materiale per la lezione dell’indomani.

Tenere occupato il corpo però non impediva alla sua mente di inserire il volto di David tra un pensiero e l’altro. Tentò ancora di buttare giù qualche appunto nell’agenda sulla lezione per i bambini, e sospirò rassegnata quando si accorse che stava solo scarabocchiando il nome di David su di un foglio.

Poi qualcuno bussò alla porta.

Nel cuore della notte. Forse era Emma che aveva risolto il problema con Gold.

No, Emma aveva le chiavi.

Curiosa di sapere chi fosse e che cosa volesse a quell’ora si alzò dalla sedia e guardò dallo spioncino.

Lo vide. All’iniziò fu innervosita e preoccupata di vederlo lì, ma poi si scoprì felice.

Il cuore le batteva all’impazzata mentre posava la mano tremante sulla maniglia, pronta ad accogliere il suo gradito ospite.

 

 

«Tieni» disse Mary Margaret a David porgendogli la tazza di cioccolata calda che aveva preparato per lui.

Quella fu la prima parola che disse da quando gli aveva aperto la porta, poi si sedette a bere di fronte a lui evitando il suo sguardo.

Da quando tra loro c’erano silenzi imbarazzanti? Da quando era impossibile guardarsi negli occhi? Possibile che uno stupido biglietto avesse distrutto la magia tra loro?

David ebbe la spiacevole sensazione di aver fatto un errore a recarsi lì. Un altro.

«Che sta succedendo?» si arrese a chiedere alla fine.

Mary Margaret si decise a guardarlo. David non sapeva se poteva esistere al mondo una persona con lo sguardo più triste, e nemmeno voleva scoprirlo.

«Non lo so» mormorò malinconica «E’ tutta la sera che me lo chiedo».

«Mi spiace per…» iniziò a dire lui, ma Mary Margaret lo interruppe.

«Non scusarti per il biglietto, sappiamo entrambi che non è questo il problema. Per certi versi è stato un bene che tu abbia sbagliato».

David la guardò confuso e lei si spiegò meglio «Così siamo stati costretti a guardare in faccia la realtà».

Quella premessa diede a David la sensazione che stesse per iniziare un lungo e doloroso discorso.

«Non possiamo continuare così David. Le bugie non sono esattamente le migliori fondamenta di una relazione. Noi non sapendo trovare un modo per vivere bene quello che proviamo, non facciamo che mentire a chi ci sta intorno. Non è giusto».

David rimase in silenzio, totalmente incapace di trovare una risposta sensata. Non le poteva darle torto, visto che lui stesso si sentiva in colpa ogni qualvolta stando vicino a Kathryn voleva Mary Margaret tra le braccia. E spiegarle il suo conflitto interno era impossibile, visto che nemmeno lui sapeva dare una spiegazione logica ai suoi pensieri. 

«Quando mi hai detto che dovevo tornare da Kathryn ho capito che avevi ragione. E’ con lei che dovrei stare tutte le sere, è con lei che dovrei sentirmi bene, lei dovrebbe essere tutto il mio mondo. Ma ogni volta che mi guardi, mi prendi per mano, mi baci…è tutto così bello che mi manca il respiro. Mary Margaret, io dovrei stare con lei..ma voglio te. Sei tu la persona a cui penso giorno e notte, quella per cui  farei qualsiasi cosa».

La sua mano lentamente si allungò fino ad accarezzare il dorso di quella di Mary Margaret, che però si ritirò in fretta. La ragazza si alzò prendendo le due tazze vuote e andò a lavarle.

David la seguì a ruota.

«Te lo giuro Mary Margaret, ci proverò. Se ancora sono in tempo a farmi perdonare dammi un..pò di tempo, e renderò le cose più facili, per noi..per tutti».

Mary Margaret smise di trafficare con le stoviglie e l’acqua e chiese: «Che intendi per rendere più facili? ».

«Niente più bugie» promise lui in tutta sincerità.

Mary Margaret prese un bel respiro mentre si asciugava le mani «Anch’io sento le stesse cose per te, sin da quando hai aperto gli occhi alla riva del Troll Bridge. E se stare con te significasse vederti una volta ogni mille… mi accontenterei. Ma non si tratta di quanto frequenti sono i nostri incontri, è questione di rivedere le basi del nostro rapporto».

«Mi impegnerò per cambiare le cose, lo giuro».

Passarono molti altri minuti in silenzio, lei a torturare il suo anello, lui ad attendere una qualsiasi risposta.

«Ti credo» disse infine lei.

«Grazie» mormorò dolcemente David passandole la mano tra i capelli.

Stava quasi per abbracciarla ma lei lo fermò chiedendogli «Non avevi detto di avere qualcosa per me? ».

David sapeva che non gli importava niente del biglietto, ma stava cercando un modo per smorzare la tensione. Il ragazzo rise «Certo» ed estrasse dalla tasca del giubbotto la busta rossa a lei destinata «Buon San Valentino».

Mary Margaret tirò fuori il biglietto curiosa, e sorrise non appena vide il bel disegno delle due figure che si tenevano per mano su una panchina. Sotto di loro, la scritta “Tu sei”, fungeva da preludio al messaggio all’interno della cartolina.

«Non sarò mai in grado di dirti cosa sei per me» iniziò a leggere Mary Margaret «ma so bene cosa sarei io senza di te: niente. Grazie di esistere.».

Dopo una breve pausa Mary Margaret commentò commossa. «È splendido».

David era imbarazzatissimo «Beh, forse avrei dovuto fare uno sforzo in più, ma  non sono per niente bravo con le parole» farfugliò.

Mary Margaret poso il biglietto su un mobile accanto a loro, e poi si precipitò fra le sue braccia.

«Ti amo anch’io» sussurrò Mary Margaret facendogli una carezza.

David le schioccò un grosso bacio sulle labbra «Sono contento che tu abbia capito il senso».

«Ed io che tu sia venuto da me, e che questo San Valentino abbia avuto un lieto fine».

«Ti darò sempre un lieto fine» la rassicurò David.

E si strinsero ancora più forte.

Per sentirsi più uniti, per scusarsi, per dimostrarsi che se anche si era creato un muro fra loro lo avrebbero abbattuto. Il loro amore lo avrebbe abbattuto.

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NdA

Spero di non dilungarmi troppo nelle note, viste tutte le cose da dire che avrei su questa fan.

Non appena ho visto che era stato indetto un contest del genere, non ho potuto fare a meno di parteciparvi. Chi mi conosce bene sa che il mio amore per questo telefilm è spropositato. Dovevo scrivere una storia a lieto fine, e non sapevo da dove partire, anche perché la mia situazione amorosa in questo periodo è a dir poco disarmante. Poi un giorno mi sono riletta una fanfic tra le mie preferite, la splendida “You belong with me” di Ray08, fan a me dedicata. Ed ho pensato che è così bella questa fan che non poteva non avere un lieto fine. E da lì sono partita, dal pessimo San Valentino di Mary Margaret e David, dall’inizio della loro crisi, e tengo così tanto a questi personaggi che non ho potuto fare a meno di immaginare questo momento per loro, un breve momento di pace, prima del crollo.

Grazie Susy, per avermi dato l’ispirazione, e scusa se questa fan non è degna.

 

 

  
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