Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |      
Autore: ladyblack89    20/07/2012    1 recensioni
Seconda os della trilogia "Luna d'argento". Spero che vi piaccia. Scritta da Sk8er e me (ladyblack).
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Presente

L’incidente…

 

 
 
“Il passato torna sempre al presente per mostrarci pezzi del nostro futuro.” (Sk8erGirl_483 / Lady Black)
 
 

Da quando i loro genitori avevano divorziato, tutto era cambiato.

Era entrato qualche anno dopo nelle vite di entrambi un nuovo “padre” di nome Gordon. O meglio, il compagno della madre. Tuttavia, e per fortuna, molte cose si erano evolute, in tutti i sensi... anche in meglio.

Ora a diciannove anni ben sapevano di avere tanti obblighi e responsabilità; non tanto perché erano delle famose star musicali nel panorama internazionale o perché avevano un grande contratto con una potente casa discografica, ma perché erano maturi, adulti e realmente pronti a spaccare il mondo o a gridare per le numerose fan.

Erano passati, come molti adolescenti, tra le crisi, gli amori o le sbandate, ma tutto sommato se l’erano cavata. E ora erano lì: in uno misero, asettico e bianco camerino aspettando l’inizio del loro ennesimo e trionfale concerto.

-Tom, smettila di mangiati le unghie. M’innervosisci! - lo rimproverò Bill.

-Non è colpa mia se mi agito sempre prima di un concerto. - si lamentò.

Il moro alzò gli occhi al cielo e continuò a spostare la vista dal fratello a Georg, da Georg a Tom. Gustav come sempre era sparito. Si rintanava ogni volta in qualche angolo del palazzetto dello sport concesso alla band, solo per rilassarsi a modo proprio. Era un tipo tranquillo lui, e non come un certo Tom Kaulitz che, inevitabilmente, continuava a rosicchiarsi le unghie.
-Tom, finiscila! - disse isterico il fratello, alzandosi dal piccolo divanetto nero del camerino.

-No! E’ più forte di me! -

-Ho detto basta! Mi dai fastidio! Lo sai quanto non sopporti chi si mangia le unghie! - affermò ancora più seccato.

Il rasta lo guardò contrariato e smise di mordicchiare le parti incriminate. Lo scrutò attento e poi gli sorrise sornione. L’ultima cosa che voleva era proprio litigare con lui prima di un concerto. E per cosa poi? Un paio di unghie? Intanto le aveva quasi finite tutte.

Bill mise un finto broncio e poi si sedette sull’altro divano della stanza, accanto al fratello, abbracciandolo.

-Tomi sei proprio un bambino. - ammise, coccolandolo come un peluche.

Il rasta ghignò felice e poi passò, da dietro, una mano attorno alla vita del gemello. Lo attirò a sé e gli baciò la punta del naso. Bill avvampò immediatamente.

Per lui e Tom erano normali quegli atteggiamenti intimi ma per Georg che era con loro, no. Certo, lo conoscevano da tanto, però farsi vedere così dall’amico non era tra le priorità principali del vocalist.

Allora spaventato, Bill si avvicinò all’orecchio del fratello.

-Smettila, Tom! Non fare così.  Non siamo soli. - sibilò agitato, prendendogli l’enorme maglietta.

Tom mugugnò qualcosa d’incomprensibile e poi lo lasciò andare. Per fortuna Georg sembrava non essersi accorto di niente.

Il Kaulitz minore tirò un sospiro di sollievo ma non appena cercò di dire qualcosa al bassista, entrò David nella stanzetta.

-Su forza, ragazzi! E’ ora di iniziare. Gustav è già qui fuori! La sicurezza è pronta. – annunciò velocemente, richiudendosi poi la porta bianca alle spalle.
 
§
 
Il concerto di quella sera era andato particolarmente bene e sia Bill che Tom erano su di giri. Le fan e lo spettacolo erano stati a dir poco meravigliosi. Emozionanti come non mai.

Tom aveva deciso: quella notte l’avrebbero festeggiata alla grande.

Il rasta si buttò letteralmente sul grande letto della sua suite d’albergo. Era contentissimo. Tra poco il suo fratellino sarebbe stato lì da lui per “coccolarlo”, come amava dire. Si tirò a sedere sul ricamato lenzuolo e iniziò a riflettere.

In effetti, a conti fatti, non sapeva quando il rapporto con Bil fratello  fosse tanto “degenerato”, se così si poteva definire. Erano gemelli prima, e ora? Che cosa erano? Amanti? Fratelli incestuosi? O cosa? Sapeva benissimo che tutto ciò che entrambi facevano era indubbiamente sbagliato, però…

Eh sì, perché per Tom Kaulitz, a quella situazione, c’era un “però”. E pure bello grosso.

Amava Bill, l’aveva sempre fatto, tuttavia a un certo punto qualcosa aveva iniziato ad andare in un altro verso, in una strada completamente errata.

Si mise le mani alle tempie e cercò di rilassarsi.

-Fanculo al mondo. - sbottò all’improvviso aprendo gli occhi e afferrando la cornetta dorata del telefono che troneggiava sul comodino. Uno, due, tre squilli e poi una voce metallica gli rispose.

-Pronto? Servizio in camera? Sono Tom Kaulitz della suite 358, potreste mandarmi su la cena? - ordinò secco, leccandosi piano il piercing.

 
§
 
Bill era pronto.

Non vedeva l’ora di andare dal fratello. Fremeva, si vedeva. Si aggiustò per l’ultima volta davanti allo specchio della sua stanza e, presa la carta magnetica della camera, uscì di corsa per il corridoio.

L’altro nel frattempo stava aggiustando. Doveva essere tutto perfetto per la sua notte di passione.

-Ecco fatto. - disse fiero del suo lavoro guardando il bel tavolo della suite imbandito di oggetti e cibarie, ossia hamburger, patatine fritte, coca cola e birra. Guardò poi l’orologio e tamburellò le dita sui mega jeans che indossava. L’attesa lo stava uccidendo.

-Toc! Toc! – disse poco dopo una voce.

-Bill, entra, presto. -

Non appena entrò gli si scaraventò praticamente addosso.

-Ehi! Quanto entusiasmo, piccolo! -

Si strusciò alla sua guancia facendo le fusa. Poi prese con le mani il volto del gemello e lo baciò con foga. Le loro lingue si scontrarono subito, mentre il rasta mugugnava di piacere. Questi mise un braccio intorno alla sua schiena e lo attirò ancora più a sé, per quel che poteva.

-Mhh! -

Dopo quel tanto atteso contatto, Bill si staccò e lo guardò fisso negli occhi.

-Ti amo. - soffiò quasi sulle sue calde e gonfie labbra. Tom rimase immobile. Poi senza dir niente trascinò il fratello verso il letto.

Ora era pronto. Lo sapeva bene. Era solo quello il modo migliore per dire un “Ti amo.” a Bill.

Si sdraiarono sul  grande letto e si baciarono immersi nel silenzio.

-Sei pronto? - chiese ben sapendo la risposta del gemello.

- Sì, sarà speciale anche questa volta? -

Tom sorrise dolce e gli baciò il naso e la fronte. Poi gli accarezzò i capelli e lo scrutò nuovamente.

-Speciale come sempre, piccolo mio. - concluse per poi abbassarsi e mordicchiargli il collo.

Si baciarono per tante altre volte mentre, poco per volta, la camera si riempiva di gemiti, sospiri e frasi sconnesse.
 
§
 
La mattina seguente quando Tom si svegliò, si rese subito conto che il suo amato non era nel letto. Tastò un po’ il materasso per accertarsene e poi, chiusi gli occhi, sbuffò alla stanza.

Bill non c’era. Se ne andava sempre presto la mattina dopo che lo avevano fatto. Era come un rito, ma lui    sperava sempre che non fosse così.  Amava coccolarlo e accarezzarlo quando dormiva; e non come quelle ragazzine che si portava a letto. Quelle erano tutta un’altra storia.

Riaprì stanco gli occhi e scese. L’odore del gemello si fece avvertire subito: la stanza ne era piena. Sorrise al vuoto e con passi lenti andò in bagno a prepararsi.
Anche quella giornata sarebbe stata dura…

Che brutta vita quella delle star!

Non appena ebbe finito di farsi una doccia veloce, prese un asciugamano e se lo mise in vita. Gocciolando tornò nella stanza da letto e andò verso la sua valigia.

-E ora scegliamo la maglietta di oggi. - si disse, passando in rassegna nella mente tutti gli indumenti giganti che possedeva.

Tirò lo zip al bagaglio e iniziò a frugarci dentro. Nella sua ricerca incappò in un luccichio.

-Uhm? E questa cosa è? -

Davanti ai suoi occhi ciondolava una strana collana a forma di mezza luna. Era d’argento e sembrava preziosa. Aggrottò le sopracciglia, dubbioso.

-Mah, sarà di Bill. L’avrà messa qua per sbaglio… - ipotizzò appoggiando il gioiello sul bordo del letto.

Riprese la sua ricerca e, non appena conclutasi, prese cellulare, chiave della stanza e si diresse verso la porta. Poi però qualcosa riattirò la sua attenzione: la misteriosa collana. Era ancora là, che brillava.

Tornò indietro e la prese.

-La darò a Bill. - E poi uscì.
 
§
 
-La mattinata è stata  distruttiva. - emise in un soffio Georg buttandosi malamente tra le poltrone del tour bus. Bill gli fece cenno di fare spazio e gli si sedette accanto.

-Sono a pezzi! - si lamentò il vocalist sconsolato passandosi le mani sulla faccia - E non abbiamo ancora finito. - annunciò alla fine a tutti i presenti, ossia Georg e Gustav.
Dopo qualche secondo anche il rasta fece la sua comparsa nel piccolo posto - riunione, canticchiando.

-Quanta allegria. - ironizzò il fratello guardandolo di sbieco.

-Già… non so perché ma oggi non mi sento per niente stanco, anzi! Ho un sacco di energie! - li informò  allegramente prendendo dalla credenza un biscotto e mettendoselo in bocca.

Bill lo guardò allucinato.

Ma come? Lui e Tom non dovevano essere uguali? Esseri stanchi o allegri oppure incazzati nello stesso momento? Che diavolo di fine aveva fatto la gemellofilia?

Il rasta gli si sedette di fronte e lo guardò divertito.

-Diavolo! Non so proprio come fai! - replicò il vocalist alzandosi e uscendo dal piccolo vano.
Gustav e Georg fissarono il finto rapper.

C’era qualcosa che non andava. Di solito i gemelli erano davvero in simbiosi ventiquattro ore su ventiquattro, perché adesso no? Lo sapevano: un pensiero del genere era assurdo ma, a furia di stare con i Kaulitz qualche controindicazione, la dovevano pur avere anche loro.

-Ehi, Tom come mai sei così allegro? - domandò a quel punto, curioso, Georg spostandosi una ciocca di capelli che gli era caduta davanti agli occhi.

-Ma… boh… non saprei. Sono contento! - lo liquidò andandosene saltellando come un coniglio a Pasqua.
 
§
 
-Biiiiil! - squittì come le unghie su una lavagna.

Il moro rabbrividì e si girò.

-Sì? Che c’è? - chiese disinteressato, riprendendo a cercare nel suo cofanetto grigio un bell’anello da mettersi.

-Sai oggi sono proooprio felice. - ammise, prendendogli le mani e iniziando a dondolarle con le sue, come un bambino stupido.

-Sono contento per te. -

Tom sorrise e lo guardò intensamente.

-Tom, che fai? - chiese preoccupato il vocalist.

-Come che faccio? Ti do un bacio. -

Stavano per sfiorarsi quando il bus sterzò violentemente, facendoli cadere a terra. Poi ci fu un breve tratto a zig zag e poi una forte frenata.

-Aaaaah! Tomi stai bene? – disse Bill, rialzandosi un po’ dolorante.

-Sì sì, tutto bene. Qualcuno ha frenato. Che botta. -

Il moro sospirò sollevato e uscirono fuori dalla stanzetta, videro Georg che correva verso l’autista dell’altro veicolo e Gustav che sosteneva il loro conducente.

-Che è successo? -

-C’è stato uno scontro con una macchina che veniva contromano. Vai da Georg! Aiutalo! E tu Tom - fece indicando l’amico - Chiama David! -

Il rasta annuì e corse dentro il bus. Bill intanto si precipitava verso Georg fermo in mezzo alla strada.

Poi successe tutto in un attimo:

Il moro corse fuori e non vide una macchina venirgli incontro. Georg  gli gridava di stare attento, ma non lo sentì , Gustav si girò verso la strada e Tom…

Tom sentì il cuore fermarsi, mentre con la mano nella tasca stringeva quella strana collana a forma di luna.

Alla fine si udì solo un grande botto.

Il rasta si precipitò in strada e spalancò gli occhi. Il gemello era steso per intero a terra, sull’asfalto sporco. Non ci vide più.

-BILL! Bill, oddio! Che ti è successo? -

Buttandosi a terra prese con le mani sul suo corpo se lo strinse al petto. Iniziò a piangere.

-Bill, apri gli occhi! - lo incitò forte continuando a lacrimare - Bill! Non fare così! -

Tutto attorno a loro era sospeso.

Come in un sogno.

I due amici gli andarono incontro, accerchiandolo, Saki si avvicinò ai quattro e prese il polso del moro mentre Tom continuava a piangere, stringendoselo più forte che poteva.

-Bill, parlami! - piagnucolò spostandogli dei capelli dalla fronte. Poi qualcosa lo colpì come un pugno allo stomaco.

-Q- questo è… - disse toccando una tempia del gemello - …sangue! -

Spalancò ancora di più gli occhi e si paralizzò; Gustav e Georg chiusero istintivamente gli occhi e gli misero le mani sulle spalle.

Tom piangeva disperato come non mai. Non poteva perdere così il suo amore. E non così stupidamente. Si erano fatti una promessa loro: - pensò triste - quella di morire insieme, l’uno per l’altro. Ma non così!

Diverse immagini gli passarono davanti agli occhi, in tutte c’erano loro due. Pianse per diversi minuti ma poi Saki parlò:

-Sta tranquillo, Tom. Bill è vivo. Il polso è debole ma sta tornando normale. - lo informò la guardia del corpo, sorridendo.

Tom lo guardò sorpreso.

Aveva capito bene? Bill stava bene?

-Tom , Tomi… -

Il rasta lo staccò un po’ da sé.

-Oddio, Bill! Stai bene. Come ti senti? Parlami! - disse a vanvera al colmo della gioia.

Quello gli sorrise piano e lo fissò negli occhi.

-…S - sto bene, ma tu non mi stritolare… mi stai stringendo troppo. - aggiunse lentamente.

Tom non disse niente. Ricominciò a lacrimare, anche più di prima.

-Bill... - fu l’unico sussurro che riuscì a dire.
 
§
 
Rischiava di perderlo.

Seriamente.

Era perso nei suoi pensieri, rannicchiato nella sua cuccetta. Bill era stato portato al pronto soccorso più vicino. Aveva preso una bella botta ma non aveva subito nessun trauma cranico. Gustav e Georg erano andati con lui mentre il rasta era rimasto - stranamente - nel bus con Saki e David, che era appena arrivato saputo l’accaduto.

Si girò nel letto e fissò il soffitto.

“Stavo per perderlo.” si ripeteva in continuazione nella mente. Un’altra lacrima uscì da un occhio. Non provò nemmeno a fermarla. Era a pezzi, davvero. Abbassò le palpebre e sospirò pesantemente.

Nella mano stringeva ancora quella strana collana.

-Ah, la devo dare a Bill. - si ricordò parlando ad alta voce e mettendosi il gioiello davanti agli occhi.

E poi pensò:

“…E se non l’avessi più potuta dargliela?”

Quel pensiero lo colpì in faccia come un masso. No! Non doveva pensare a certe cose! Ora Bill stava bene. E stava per tornare da lui.

Strinse ancora la collana argentata e se la rimise in tasca. Poi si addormentò.
 
§
 
-Ehi, Tomi! Tomi! - lo chiamò una voce.

Aprì le palpebre pesanti e guardò la figura accanto a sé seduta sul letto.

-Bill! -

Senza lasciargli il tempo di rispondere, lo abbracciò forte. Né inspirò l’odore dei capelli e poi ricominciò a piangere come un bambino.

-Ehi, Tomi non mi stringere che la benda mi fa male. - si lamentò.

Solo allora il chitarrista si accorse di una fascia bianca che cerchiava la fronte del gemello.

-Oddio, Bill! Scusami! Ti fa male? - chiese preoccupato.

L’altro annuì e poi si accoccolò al suo petto.

-Grazie di avermi soccorso, Tomi. Ti voglio bene. - sussurrò.

Tom si sentì di nuovo le lacrime premere ai lati degli occhi. Il suo cucciolo era troppo dolce, anche in un momento come quello. Lui in fondo non aveva fatto niente, non aveva evitato l’incidente.

Poi però si riprese dai suoi pensieri e strinse - questa volta piano - il corpo appoggiato al suo.

Ora Bill, il suo Bibi, era là. E lui lo doveva proteggere.

Non avrebbe sbagliato più d’ora in poi.

Chiuse gli occhi e si lasciò andare al calore che entrambi, insieme, emanavano.
 
§
 
DUE GIORNI DOPO
 
-Ma dove è? Dove è finita? - imprecò il rasta tastandosi le tasche enormi dei suoi jeans.

-Cosa Tomi? - gli domandò il fratello, curioso, guardandolo agitarsi e dimenarsi come un’anguilla.

-La collana che ti dovevo dare! Santo cielo! Dove è? -

Il moro inarcò un sopracciglio e lo squadrò dubbioso per poi sbottare in un grande - Mah! -

E meno male che era stato lui quello ad essere investito pensò, ridacchiando tra sé.
 


THE END



 
Note finali:

Salve a tutte voi. ^_^
Come detto, posto la mia parte della trilogia della raccolta: “Luna d’argento”, prodotta da Sk8erGirl_483 e Lady Black. Spero che vi sia piaciuta. La prossima volta posterò la terza parte, ossia il “Futuro”.
Grazie come sempre a chi legge e commenta.


Lady Black
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: ladyblack89