Mi trovavo tra tutte le altre ragazze di sedici anni, che in quel momento spingevano, strette le une alle altre, tentando di farsi forza a vicenda. Mi sentivo soffocare, non capivo se per la paura o per la troppa gente.
Come ogni anno si tenne un discorso d’apertura da parte del sindaco e poi arrivò il momento più temuto.
Una giovane donna vestita in modo molto particolare si diresse verso le due bocce di vetro contenenti tutti i nostri nomi. Il suo passo lento e il rumore dei tacchi sul legno erano insopportabili.
-Come vuole la tradizione, prima le signore!- esclamò con quella sua vocina stridula che mi fece accapponare la pelle. Il cuore prese a battermi forte nel petto.