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Autore: MadLucy    21/07/2012    2 recensioni
Questa fanfiction è un esperimento, o almeno potremmo definirlo così. Guardate gli avvertimenti. Sapete che significa Gender Bender? Significa che i personaggi che in un manga/anime sono femmine diventano maschi, i maschi diventano femmine. Ed è esattamente quello che ho provato a fare. Riscrivere ogni episodio di Death Note... invertendo i sessi dei personaggi.
Quindi potrete trovare una Light fredda e brillante, determinata a divenire la padrona di un nuovo mondo, una L bizzarra e misteriosa che non ingrassa mai e... beh, se continuo così, cosa leggete a fare?
La storia non verrà modificata per quanto riguarda gli avvenimenti principali, ma di certo la trama verrà intrecciata diversamente. Questo, in definitiva, è un Death Note al femminile.
Buona lettura. ^-^
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Near, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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4 1v. INSEGUIMENTO


La mano di Light si mosse tanto velocemente che Ryuk non la vide nemmeno. Con uno scatto fulmineo, la ragazza gli tirò proprio quello che pareva uno schiaffo: ovviamente la sua mano fendette l'aria, attraverso il corpo inconsistente dello Shinigami.
-... demente! Sul serio pensi che io possa prendere in considerazione questa idea?! Vuol dire che non hai capito niente, proprio niente!- Era letteralmente furiosa, gli occhi accesi dall'indignazione e la voce a spezzarsi fra una parola e l'altra, e Ryuk non osò neanche a protestare per l'oltraggio subìto. -Io costruirò un mondo ideale, totalmente privo di criminali. Partendo dal presupposto che solo io ho i requisiti adatti per farlo, se morissi non farei che riportare il mondo alla situazione iniziale. Ho intenzione di governare a lungo il mio regno, per il bene mio e dell'intera umanità! Se si tratta di accorciare la mia vita, non se ne parla nemmeno! Io sono... sono sconvolta dalla tua indelicatezza e ottusità!-
Il dio della morte la fissò battendo le palpebre, sconvolto dalla sua reazione.
-Sì, lo so, lo so, calmati! Hey, io ho solo voluto avvisarti di questa possibilità!- si difese, sollevando le mani. -Altrimenti mi avresti rinfacciato di non avertene parlato subito…-
-Quindi volevi affrontare subito il discorso?!- ribattè Light, sarcastica. -Scusa, ma mi sembra un po’ tardi. Una cosa così importante avresti dovuto dirmela prima. Quantomeno, avresti dovuto inserirla nelle istruzioni del quaderno! Ti pare? Sono lì apposta!-
Ryuk era davvero senza parole. Quell'umana aveva una parlantina molto più velenosa e tagliente di quanto non si immaginasse, a vederla. Non sembrava affatto intimorita all'idea di parlare con uno Shinigami... anzi. Glie le aveva proprio cantate di brutto, realizzò allegro. Il suo carattere era esilarante.
-Già, hai ragione.- si limitò a dire.
Light, con un sospiro esasperato, si allungò e spense la piccola abat joure sul comodino. -Allora? Ci sono altre colse che avrei dovuto sapere prima… Shinigami Ryuk?- Si avvertiva sempre una leggera ironia nel suo tono.
-No, è tutto qui.- riflettè Ryuk, grattandosi il capo. Non riusciva proprio a ricordare, ma si guardò bene dall'ammetterlo.
-Capisco.- replicò la ragazza, sfilandosi l'elastico che le stingeva i capelli in una coda e sciogliendoli sulle spalle, in una cascata mogano. -Che peccato.-
-Peccato?-
-Mi sarebbe piaciuto acquisire qualche altro potere degli Shinigami, magari a un prezzo più equo.- Intercettò l'occhiata interrogativa di Ryuk. -Per esempio... leggere la mente delle persone.-
L'altro ridacchiò. -Mica leggiamo nella mente delle persone, noi. Ah ah, però sembra divertente! Così potresti sempre farti i fatti degli altri.-
Light lo fulminò con lo sguardo. -Ma no, demente. Non è questo lo scopo.- Lo aveva chiamato così due volte nel giro di dieci minuti. -Vorrei scoprire che cosa spinge un criminale ad uccidere, quali ragioni possono essere tanto convincenti da indurre una persona a privare un'altra della vita. Cosa, nella mente insana e corrotta di un assassino, vale un omicidio. Scoprire il perchè, il come, il cosa. Analizzare il problema per trovare delle soluzioni, affinchè un giorno non ne avvengano più.- La sua voce si faceva concitata, entusiasta in maniera quasi infantile. -Applichiamo i metodi di risoluzione matematici anche nella realtà, perchè no? Un giorno davvero non ci sarò più, e per allora devo escogitare qualcosa per garantire eternità al mio regno, anche senza la mia supervisione. Il mondo perfetto non esiste, ma può esistere. Un mondo puro... un mondo in cui tutti ameranno vivere. Senza paura.- Erano gli occhi luminosi d'un esaltata, quelli. Splendevano dei suoi sogni, ambizioni e promesse per un futuro ideale che non avrebbe mai potuto esserci.
Ryuk taceva, incerto su cosa aggiungere. -Mi sembri una tipa piuttosto ottimista.- concluse semplicemente.
-Ahh, ma è ovvio, no? Se non fossi ottimista, secondo te come potrei mai pensare di poter migliorare il mondo per mezzo del Death Note?- sorrise la ragazza. Il suo sguardo si riabbassò nella penombra della stanza, vagando rapido fra le righe delle istruzioni del quaderno. Dopo qualche minuto di silenzio -estremamente noioso, per Ryuk- sgranò gli occhi castani.
-Ma certo. Ho trovato.- esclamò, balzando in piedi, con una nuova energia.
-Che ti prende? Cosa hai trovato?- Il dio sbirciò sopra la sua spalla, curioso.
-Il modo per scoprire il nome del tipo misterioso che oggi mi stava pedinando.- rispose Light, sornionamente compiaciuta. Prese posto alla scrivania, aprendo il quaderno. Non sarebbe ancora andata a dormire, a quanto pareva.
-E che vorresti fare?- chiese ancora Ryuk, impaziente.
-Mi servirò di una regola del quaderno. Dopo avere indicato le cause della morte, si hanno sei minuti e quaranta secondi per scrivere eventuali dettagli.- Come aveva fatto a non pensarci prima? Era perfetta per depistare le indagini, confondere L e... sì, divertire lo Shinigami. -Intanto, per prima cosa a ho intenzione di provare fino a che punto posso decidere liberamente le condizioni della morte.- E così si mise al lavoro.


Il computer emise uno squillo fastidiosamente acuto.
Vi allungò una mano, con placida lentezza, e cliccò un pulsante del mouse. Sullo schermo apparve l'unico volto caldo e familiare che rammentasse: capelli argento pallido stretti in uno chignon, pelle soffice color crema, occhi chiari e miti che l'accarezzavano guardandola. -Che c’è, Watari?-
-Si sono verificati decessi per arresto cardiaco in circostanze diverse dal solito. Mi hai detto di avvisarti subito, così...-
-Diverse dal solito, hai detto?- la interruppe annoiata.
Watari sorrise dolcemente, increspando le guance di rughe. -Ti invio le immagini e il messaggio che sono stati ritrovati.-
-Grazie.- La voce della ragazza gracchiò atona, colmando la stanza. Ne ascoltò le ultime note disperdersi nell'aria immobile.
Intanto comparvero sullo schermo delle fotografie. Raffiguravano rispettivamente un muro giallastro su cui vi era uno strano simbolo, un corpo esanime abbandonato su un pavimento di piastrelle e un pezzo di carta spiegazzato, occupato da una sgradevole grafia acuminata.
Occhi di carbone ispezionarono il messaggio lasciato, senza curiosità.
Sono parole di terrore nei confronti di Kira, naturalmente. Azioni volontarie dell’individuo? Superfluo e poco interessante. Kira può controllare l’orario del decesso... perchè non anche manipolare le azioni precedenti la morte? Un gioco di burattini.
-Sovraintendente.- La sua voce non riemergeva ancora dall'apatia. -La pregherei di limitarsi a comunicare ai media che queste morti sono avvenute per arresto cardiaco, senza aggiungere altro. E’ possibile che Kira stia effettuando qualche test sui criminali. In tal caso, è probabile che aspetti una conferma.-
Speravi di divertirti con le tue marionette, eh, Kira? Ma cosa fai, se calo un sipario? A lei piaceva giocare con Kira, ed era sicura che anche Kira si divertisse, a giocare con lei.
Un criminale onnipotente e una detective onnisapiente? 
-D’accordo. Capisco.- fu la breve risposta di Yagami, evidentemente turbata.
E soprattutto... perchè questo spettacolo? A che cosa stiamo giocando?



Light si affrettò a digitare la password per accedere all'archivio della polizia, impaziente. Dopo avere passato tutta la giornata a giocherellare con la penna senza pace, ansiosa d'ottenere un responso, i suoi dubbi avrebbero avuto risposta.
Ancora faticava a credere a tutto questo, ma ormai era la più concreta delle realtà: il destino dell'umanità era nelle sue mani. Stava giustiziando tutti coloro che insozzavano la purezza dell'universo con la loro scellerata follia. La polizia la stava cercando ovunque. Certo, non si aspettava che accettassero il suo operato, ma trattarla come uno qualunque dei killer che lei eliminava le pareva un'onta vergognosa, un oltraggio alla sua persona, una vera e frustrante... ingiustizia.
Light Yagami non era una criminale. Era una dea, una benedizione per quella realtà corrotta governata da regole deboli. Stava solo imponendo delle punizioni che avrebbero tolto di mezzo gli individui dannosi, quelli marci, quelli sbagliati. Per un mondo pulito. Come si poteva non capire qualcosa di tanto semplice?
Si riscosse dai suoi pensieri. La solita profusione di cartelle scivolò sullo schermo, e lei iniziò a cercare.
-Guarda qui, Ryuk!- trasalì d'un tratto, mentre un sorriso soddisfatto prendeva forma sulle sue labbra. -I risultati dei test che ho effettuato appena ieri sono già inseriti nel computer di mio padre! E’ andato tutto come previsto.- Lesse avidamente, interessata. -Si possono fare tante cose con questo quaderno.- commentò infine.
-Che cosa intendi?- domandò Ryuk.
-Uno dei carcerati è scappato dalla cella ed è corso nei bagni, come gli avevo ordinato. Un’altro ha riprodotto sulla parete della sua cella lo stesso simbolo che avevo disegnato sul quaderno. E un altro ancora ha lasciato un messaggio con la frase che io avevo scritto. Questi tre hanno fatto esattamente come volevo.- Light indicò le foto che erano apparse. -Invece, per gli altri tre ho indicato delle condizioni praticamente impossibili. Per uno, ho scritto che sarebbe morto un’ora dopo a Parigi, davanti alla torre Eiffel. Ma per una persona che si trova in un carcere giapponese è materialmente impossibile recarsi in Francia in un’ora.- spiegò con sussiego. -Per quanto riguarda il secondo, invece, ho scritto sul quaderno che avrebbe dovuto disegnare sulla parete della sua cella un volto identico a quello di L, ma ovviamente non poteva farlo, visto che non aveva alcun modo di conoscerlo.-
Lo Shinigami annuì. -Chiaro.-
-Infine, all’ultimo carcerato ho ordinato di scrivere che sapeva che L sospettasse della polizia giapponese, per poi morire. Pensavo che forse con quest’ultimo avrebbe funzionato, invece non  stato così.- Inarcò appena le sopracciglia, con leggero disappunto. -Ciò significa che la vittima designata non può scrivere qualcosa che non sa, o che non pensa veramente, o che risulterebbe troppo innaturale da parte sua. Questo vuol dire che nemmeno il Death Note può realizzare l’impossibile.- constatò la ragazza, asciutta. - Tuttavia, nell’ambito del possibile posso provocare delle morti facendo eseguire qualunque azione voglia.-
-Questo già lo sapevo, ma…- Ryuk sbuffò smanioso. -mi dici qual’è il tuo obiettivo, Light?-
Light si limitò a ghignare appena. -Né L né la polizia capiranno mai a cosa sto mirando. In questo preciso momento, il nostro famoso detective sarà concentrato nel risolvere l’enigma del disegno e della frase… cosa che ovviamente non aveva alcun significato.- ridacchiò sprezzante. Era chiaro che l'imperdonabile errore a cui L l'aveva precedentemente spinta era una cicatrice troppo dolorosa -e una sconfitta troppo umiliante- per non aspirare ad una vendetta altrettanto clamorosa.
-Però era carino.- accennò Ryuk, osservando con approvazione la stella circondata da un cerchio che Light aveva ordinato di disegnare al carcerato.
Lei scosse la testa. -... demente.-
-Ancora?! Non prenderci l'abitudine, a insultare gli dèi della morte! ... Light, mi ascolti?! Liiight!-


Era un pomeriggio calmo. Il cielo era pallido, offuscato da un velo di nuvole trasparenti, e i raggi scivolavano al suolo come oro stillato. Ombre leggere e fragili danzavano ai piedi degli edifici.
Light procedeva rapida, di buona lena. Ryuk notò, non senza sorprendersi, che prima di uscire aveva piastrato i capelli e aveva fermato dei ciuffi ribelli con alcune forcine. Inoltre non vestiva come al solito, ma portava un paio di jeans blu inchiostro e una canottiera rosa chiaro, con un giubbotto di pelle scamosciata.
-Un appuntamento galante, eh?- ridacchiò.
Lei serrò gli occhi, in un'espressione stizzita. -Non proprio.-
-Però è un appuntamento con un ragazzo!- insistette lo Shinigami, ghignando.
-Sì che lo è. Un normalissimo appuntamento. E' questo che fanno quelle della mia età: escono, si divertono, sprecano tempo.- Light guardò a destra e a sinistra prima di attraversare la strada.
Ryuk era perplesso. -E... ti è venuta voglia di fare la ragazza normale?-
Light gli restituì un'occhiata sorpresa. -Vuol dire che non hai letto che cosa ho scritto sul quaderno?-
-No. Altrimenti che gusto c'è?- ribattè lui, allegro.
La ragazza scrollò le spalle. -Allora stai a vedere cosa succede.-
Per un paio di minuti taquero, finchè Ryuk non tornò alla carica.
-Parlami un po' di questo tizio.-
Lei roteò gli occhi al cielo. -Non è nessuno in particolare. Il primo numero sulla mia rubrica.-
-Ohh! Ma quanto siamo spocchiose!- la prese in giro lo Shinigami, con l'ennesima risatina.
-Demente.- si limitò a borbottare Light.
Ryuk dondolò le braccia, sbuffando. -Ti ho detto di finirla! E ha un nome, questo primo numero della tua rubrica?-
-Yuji. Adesso smettila, non mi va di fare la figura della pazza.- ordinò brevemente.
Mentre si apprestava a scendere una scalinata, Light si voltò fugace. Le bastò scorgere il profilo di un uomo, con un giornale, poco lontano da lei.
Mi stai seguendo, vero? Ottimo. Altrimenti tutto quello che sto per fare non avrebbe senso...
-Light!- La ragazza sollevò lo sguardo. Alla fermata degli autobus, sotto la pensilina, vi era un ragazzo moro e alto; vestiva in maniera semplice, sportiva, con i soliti abiti anonimi tipicamente maschili che li facevano sembrare tutti uguali, ragionò Light apatica. Era piuttosto attraente, con un fisico notevole (era in qualche squadra, se non ricordava male) e un sorriso affascinante, ma non era granchè diverso da tutti i ragazzi carini che conosceva. Conosceva? Per modo di dire: Light Yagami non usciva con nessuno, era sempre stata una legge con rare eccezioni. Tipo quella.
-Ehi!- si costrinse a sorridere. -Scusa, credo di essere in ritardo...-
-Ah, no, no, tranquilla.- si affrettò a rassicurarla, affabile. Come se io fossi capace di essere in ritardo.
-Hai detto che volevi andare a Spaceland? Che figata.- aggiunse Yuji. -E' da un pezzo che non ci metto piede, ma Takamuku mi ha detto che hanno messo delle montagne russe superlative!-
-Già.-
-Come stai? Non ti vedo mai in giro, ma sei sempre a studiare?- rise lui.
-Ehm, all'incirca. Sempre no, però mi impegno il più possibile.- ribattè rigidamente Light. Spiegare il motivo ad una zucca vuota come lui le pareva una fatica inutile.
Yuji scosse la testa. -Ahh, io agli esami non ho neanche il tempo di pensarci... con tutti questi allenamenti! Fra una settimana abbiamo la partita, il coach è fuori di sè. Ci fa stare lì cinque ore: dico, cinque ore! E poi si lamenta che nessuno ne fa una giusta, vorrei ben vedere se...-
Ma dov'è il Death Note quando ne ho bisogno?! Light imprecò mentalmente contro le lancette dell'orologio, immobili e inflessibili nella loro posizione sul quadrante.
Dopo interminabili minuti di chiacchiere ininterrotte riguardo un qualche allenamento di un qualche sport, finalmente, l'autobus comparve all'orizzonte e si accostò al marciapiede, fermandosi con un sibilo.
Light e Yuji salirono e sedettero in fondo, seguiti dall'uomo con il giornale.
Perfetto. Assolutamente perfetto, esultò Light fra sè, i battiti del cuore che accelleravano in tensione.
-... e tu ci vieni, alla partita, vero Light?-
Lei stirò un sorriso flebile. -Farò quello che posso.- O forse no.


-... e poi l'hanno esonerato dalla squadra. Roba da matti. Dico io, "ma allora che si fa? Come si vince? Non si vince, ecco!" e il coach "smettila che mi incazzo, decido io chi mandare fuori" e anche io mi stavo incazzando!-
Light ostinò lo sguardo fuori dal finestrino graffiato, le palpebre socchiuse a schermare la luce biancastra del sole. La voce di Yuji scivolava nella sua testa senza presa, una cantilena soporifera che echeggiava e persisteva senza stancarsi. La ragazza non era riuscita, finora, a pronunciare nemmeno mezza sillaba: ma in fondo non aveva la benchè minima importanza.
Quando l'autobus frenò sferragliando all'ennesima fermata, però, si trattenne dal sussultare sul sedile. Era quella.
Ed eccolo che entrava! Un ometto basso, nervoso, a cui nessuno rivolse uno sguardo. Adesso avrebbe...
-Questo bus è stato dirottato, signori!- L'ometto puntò una pistola alla tempia del conducente, che stordito e spaventato s'irrigidì. -Se qualcuno prova a muoversi o parlare, gli farò saltare la dannata testa!- Il brusìo spaventato si spense appena, divenendo un rumore soffocato. Sul volto dei passeggeri si leggeva sconcerto e terrore... in quello di Light, solo la fredda calma che la caratterizzava. 
-Tu. Sai il numero di Spaceland, vero? Chiama.- intimò il malvivente all'uomo alla guida, che basito afferrò la cornetta.
Il criminale richiedeva tutto l'incasso del giorno precedente in cambio della vita dei passeggeri, che doveva essere portato da una donna due fermate dopo Spaceland.
Light, intanto, mise in atto la seconda parte del suo piano. Prese dalla tasca carta e penna, appositamente portate, e scarabocchiò un biglietto. Lo allungò ad un atterrito Yuji, stando ben attenta a spiegarlo in modo in cui anche l'uomo nel sedile dietro -il suo pedinatore- potesse leggerlo.
Non preoccuparti, Yuji. Se farai come dico io, andrà tutto bene. Mio padre è nella polizia, e mi ha spiegato cosa bisogna fare in casi come questo. Io potrei distrarlo, mentre tu potresti tentare di bloccarlo. Il ragazzo non sembrava trovare la proposta molto allettante, infatti rispose con un'espressione sconvolta.
Ma, proprio come Light aveva previsto...
-No, non fatelo. E' troppo pericoloso! Lasciate che me ne occupi io.- sussurrò una voce alle loro spalle. Light si girò rapidamente verso l'uomo che l'aveva pedinata: capelli neri, occhi azzurri, tratti occidentali. Perfetto. Tutto proprio come sperava.
-Ecco, visto? Se ne occupa lui. Tu e io stiamo fermi qui.- bofonchiò Yuji terrorizzato. Coniglio che non sei altro.
-Come puoi fidarti di questo?- replicò Light gelida. -Non dargli retta: chi ti dice che non sia un complice del criminale? Spesso fanno così, piazzandone uno fra i passeggeri per tenere la situazione sotto controllo ed intervenire in caso di pericolo. Non ti sembra un po' troppo altruistica e sospetta, la sua, come proposta?-
Il ragazzo taque. -Non so... chissenefrega. Io voglio solo scendere!- concluse a bassa voce.
L'uomo dietro sospirò sconfitto. -Molto ingegnosa. Vuoi una prova? Eccola.- Estrasse dalla giacca un documento e glie lo tese. Fatta.
Vi era scritto... FBI?! L usava... l'FBI, per controllare la polizia giapponese?! Cercò il nome. Ray Penber.
-Bene, ti credo. Non ti chiederò cosa ci fa un agente dell'FBI su un autobus.- si limitò a dire seccamente. -Piuttosto, hai una pistola?-
-Sì.- Tutto filava a meraviglia, mancava solo il gran finale.
Light prese l'altro piccolo pezzo di carta nella sua tasca e lo lasciò scivolare a terra, fingendo casuale il gesto.
-Oops.- mormorò distratta, mentre accennava a chinarsi per raccoglierlo.
Ovviamente, il criminale puntò la pistola contro di lei. -Hey, tu! Cos'è quella carta?! Ferma!- Si avvicinò a grandi falcate. -Avevi intenzione di farlo passare agli altri passeggeri per organizzare qualcosa, eh?!-
Lo afferrò e lesse. Parco Minami, fermata dell'autobus. Ore 11:27. Fece una smorfia. -E' dove dovevi incontrare il tuo ragazzo?! Ma che scemenza.- Lo fece ricadere, perdendo interesse. Peccato che quello fosse un frammento del Death Note. E per l'appunto accadde che, voltandosi...
-Ma... ma che... che diavolo c'è, laggiù?! Mostro... quando... quando sei salito?!-
Light soffocò il sorriso che le stava sorgendo sulle labbra. L'uomo aveva visto Ryuk.
Proprio come da copione, scaricò tutti i proiettili della pistola contro di lui: o meglio, per il resto dei passeggeri, contro un bel niente. Un'allucinazione. Impaurito e scioccato, fece aprire le porte e si catapultò fuori dall'autobus.
Giusto in tempo perchè un camion lo investisse.
Un urlo. Sangue sull'asfalto. Light guardò l'orologio al polso, divertita: 11:45. Il Death Note non sbaglia.












































Note dell'Autrice:  Il mio ritardo è talmente mostruoso che non oso nemmeno calcolare di quanto. u.u Scusate, sono proprio una ballista.
Però riscrivere ogni puntata è noioso, nelle parti in cui non posso cambiare nulla -per esempio, quella del dirottamento dell'autobus. In ogni caso, questo capitolo non è proprio niente di speciale, chiedo venia!
Ho voluto evidenziare anche nella Light ragazza una totale indifferenza per il suo accompagnatore (che, da Yuri, è diventato Yuji) e aggiungere appena qualche dettaglio su questo poveraccio, perchè altrimenti farlo stare lì come un palo della luce mi faceva tristezza, quindi gli ho dato un quattro battute in più. Niente di che, eh.
Riguardo Light che chiama Ryuk demente, boh! Ce la vedevo. E poi non ho resistito, era troppo divertente. XD Detto in tono affettuoso, ovvio!
Sono sempre indecisa quando si tratta di delineare il personaggio di Light, perchè da una parte so che se fosse identica a Light maschio non avrebbe senso, dall'altra ho paura di risultare terribilmente OOC. Mah.
Comunque, avevo una mezza mezza idea di trasformare i capitoli in una sorta di raccolta, di cambiare soltanto dei pezzi fondamentali, che abbiano una rilevanza e soprattutto delle differenze rispetto all'originale (esempio: l'incontro fra Light ed L). Che ne dite? Così sarebbero meno noiosi da leggere e meno faticosi da scrivere. ^-^
Ditemi voi, perchè sono in serio dubbio.
Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate, e... basta. Vi ho rubato fin troppo tempo!
Lucy
  
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