Indossava uno smoking elegante nero, con un papillon dello stesso colore. Camicia bianca, rossetto viola scuro, trucco nero attorno agli occhi e la classica lente azzurra nell’occhio sinistro. Marilyn Manson si era preparato così per andare a ristorante accompagnato dalla moglie Dita Von Teese.
Lei indossava un abito viola scuro con una fascia rosa in vita, una scollatura profonda e una pochette di raso rosa. Erano pronti per partire.
Avevano prenotato un tavolo per due in uno ristorantino tranquillo di Hollywood. Avevano fatto quella scelta per poter trascorrere la serata in pace, senza gli sguardi dei curiosi, fan assetati di autografi e paparazzi alla ricerca di scoop.
Era stato lui a chiederle se le andasse di uscire, uscivano raramente ormai. Stava per iniziare il periodo del tour mondiale e, a meno che Dita non fosse partita con lui, si sarebbero visti assai raramente.
Lei accettò subito. Era felice di vedere che si interessava a lei. Lo amava così tanto.
« Sei pronta? » erano le sei e mezza, ma per arrivare al ristorante ci avrebbero impiegato un po’.
« Eccomi, andiamo ».
Lo baciò e si chiusero la porta dell’appartamento alle spalle.
[…]
Arrivarono al ristorante, era un posto rustico ma con una certa classe, un luogo perfetto per una coppia come la loro. I camerieri li scortarono al tavolo assegnatogli e gli portarono i menù.
Scelsero con calma, non avevano nessuna fretta. E in più si stava creando una bella atmosfera, perché rovinarla.
Ordinarono poche cose: due bistecche e due insalate.
Quel posto aveva qualcosa di familiare pur non essendoci mai entrati.
Più tardi chiesero al cameriere se avesse una bottiglia di vino italiano, per rallegrare un po’ la serata.
Era fresco, ma non troppo: la giusta temperatura per essere sorseggiato.
Ma Dita non reggeva molto l’alcool. Infatti, dopo appena due bicchieri, iniziò a ridere. A ridere di gusto, come non aveva mai fatto prima in vita sua.
Piangeva dal ridere.
Non si era mai sentita così felice, ed era bello. Bellissimo.
Ma così facendo iniziò a richiamare l’attenzione anche delle altre persone che stavano mangiando e dei camerieri.
Non riusciva a fermarsi. E più rideva lei, più rideva lui.
Era una sorta di reazione a catena, o forse era solamente amore.
Ed entrambi, in quel preciso momento, guardandosi negli occhi, pensarono che sarebbe potuto durare per sempre.