L'uomo dai capelli bianchi sfuriò per l'ennesima volta con sua moglie, appena varcata la soglia di casa. Aveva nuovamente comprato un altro gingillo assolutamente inutile e costoso e questa proprio non gli andava giù. Era ora di finirla.

Discussero a lungo. Lui sottolineò più volte il peso e la difficoltà del suo lavoro, lei l'assoluta sordità del marito davanti ai suoi problemi. Sarebbe stata una discussione di poco conto, se non fosse stato per lo stress accumulato nelle ultime settimane. Era sera e ormai la luna aveva rimpiazzato il sole nella sua routine quotidiana.

Poi entrambi si voltarono contemporaneamente verso il cielo e improvvisamente tacquero. Ammirarono lo splendore della volta celeste, la luce soffusa delle stelle e l'eleganza della luna stessa, un'enorme moneta d'argento in un oceano nero e senza fine.

Furono rapiti da questo spettacolo e tutti i loro problemi svanirono, spazzati via come foglie secche dalla brezza autunnale.

Tutto quello che si erano detti fino a poco prima era totalmente futile, davanti all'universo. Cosa sarebbe importato all'universo intero di un aspirapolvere in più?

I loro problemi non erano nulla, rispetto a quelli del cosmo. 

Erano minuscole parti di un singolo granello di sabbia, in mezzo al deserto sconfinato.

Si guardarono, ricolmi di un profondo senso di pace e tranquillità, e decisero che era ora di cena.

Quella sera non discussero più. 

Nemmeno quella dopo.
E quella dopo ancora.