Los Angeles. La città che ospita dentro di sé il meglio della musica. La città che vive solo di notte, a suon di rock. Il paese dei balocchi per gli Stolen Sound, band della provincia italiana che è nata e cresciuta a pane e buon rock n’ roll. E pensare che fino a qualche anno fa non ritenevo nemmeno fosse possibile pensare ad una cosa del genere. Due mesi fa la casa discografica ci ha proposto di fare un concerto in California e di produrre lì il nostro nuovo album, e nemmeno due settimane dopo eravamo a cazzeggiare sulla Sunset Boulevard alla ricerca dei migliori locali dove poter sbronzarci alla grande. È buffo pensare a quanto poco basti per poter cambiare radicalmente la tua vita, una sera sei a suonare in un locale dove a fine serata devi pagarti anche da bere, un’altra sei nell’Angels Stadium di Anaheim a suonare davanti a migliaia di persone. Guardare tutte quelle persone che avevano orecchie e occhi puntati sul palco era abbastanza inquietante, ma al tempo stesso ti donavano una carica che se avessimo avuto la possibilità di farlo, avremmo continuato per almeno altre 12 ore senza fermarci. Appena scesi nel backstage brindammo alla serata con una birra ghiacciata, ma fummo interrotti da Kris, il nostro tour manager nonché mia migliore amica. “Se vi dico chi è venuto a vedervi non ci crederete mai e poi mai … Oh mio Dio!!!” “Kris, respira … Che succede?” dissi. Quando si agitava in questo modo era segno di qualcosa di grosso … E quando capitava perdeva ogni briciolo di razionalità e iniziava a farfugliare. “Ci sono gli …  Oh cazzo!!!” rispose, si stava agitando ancora di più. Cazzo, queste persone devono essere davvero importanti per mettere K.O. Kris in questo modo e in così poco tempo. “E chi sarebbero questi “Oh cazzo”?? Io non li ho mai sentiti nominare” replicò Wayne, chitarra solista della band dalla battuta sempre pronta. “Stai zitto Wayne!! Kris, bevi un sorso, fai un bel respiro e spara … Chi cazzo c’è?” dissi, infilandole la bottiglia direttamente in bocca “Ok … Tutto d’un fiato hai detto? Va bene … Ci sono gli Avenged Sevenfold che vorrebbero conoscervi e sono qui fuori che aspettano” sputò, poi riprese ad agitarsi peggio di prima. O PORCA VACCA!!! Guardavo i ragazzi che avevano gli occhi fuori dalle orbite mentre adesso ero io che farfugliavo cose senza senso … Una delle nostre band preferite che hanno assistito ad un nostro concerto e adesso volevano conoscerci … O porca troia!!! “E che ci fai ancora qui?? Porta subito le loro chiappe qui dentro, cazzo … Porca puttana adesso svengo!!” urlai, poi bevvi il resto della mia birra tutta d’un sorso. Tentai disperatamente di calmarmi, ma vedere dal fondo del corridoio Kris seguita da 4 uomini apparentemente normali ma incredibilmente speciali per me e i ragazzi mi faceva battere così forte il cuore che sembrava volesse esplodere. Ok Gretch, diamoci un contegno e sii il più normale possibile. Si fermarono a poco meno di mezzo metro davanti a noi, con Kris sempre un passo davanti a loro, mi sentii pervadere da un senso di calma che arrivava dopo tanta agitazione prima di salire sul palco o quando incontravo qualcuno di importante. “ … E loro sono gli Stolen Sound: Clod alla batteria, Jack al basso, Alex e Wayne alle chitarre e Gretch alla voce” disse Kris, che tentava di nascondere l’imbarazzo con un sorriso a trentadue denti. “Ragazzi, grazie mille per essere venuti, per me e i ragazzi è un onore avervi qui e ci riempie di immenso piacere che vi sia piaciuto il concerto … Vi va di bere una birra con noi?” dissi, una volta finite le dovute presentazioni e varie foto scattate insieme richieste (o perlomeno ORDINATE … Ma che non nascondo che abbia fatto bene a farlo) da Kris. “Magari un’altra volta, grazie per l’offerta … Adesso dobbiamo andare, grazie mille per la vostra disponibilità” rispose Matt con uno di quei suoi sorrisi da rendere gay anche l’uomo più etero sulla faccia della Terra. Una volta andati i ragazzi, continuammo a festeggiare in camerino, poi salimmo sul nostro tourbus pronti per tornare a casa. Kris e gli altri, ubriachi marci, dormivano come ghiri nei loro letti, mentre io ero seduta sul divano a fumare una sigaretta. Guardavo fuori dal finestrino e fissavo le luci accecanti dei lampioni della città che sfrecciavano alla mia vista come stelle cadenti … Siamo solo all’inizio di una magnifica avventura e non vedevo l’ora di cominciare.