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Autore: Dazel    22/07/2012    7 recensioni
«Chi ti dice che non ho puntato nessuno?» Jonghyun ghignò e, allo sguardo interrogativo di Minho, fece un cenno in direzione della pista da ballo dove Kim Kibum al momento stava ridendo in compagnia di un amico.
JongKey - Mini Longfic
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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In The Club

Kim Kibum era una di quelle persone che, per quanto ci si sforzasse, era impossibile ignorare. Il suo corpo magro e slanciato, la sua pelle chiara e l'espressione lussuriosa sul suo volto erano in grado di stregare chiunque. Capitava ogni volta, era come se nell'intero mondo calasse il buio e lui avesse un riflettore puntato addosso. Kim Kibum era bello, più bello di ogni ragazza e ogni ragazzo della città. Semplicemente, toglieva il fiato a chiunque posasse i suoi occhi su di lui, facendosi desiderare così come si desidera un orgasmo che viene più volte negato. Kim Kibum era una droga, un nettare delizioso che tutti volevano assaggiare, ma allo stesso tempo era la mela rossa posta all'estremità dell'albero: impossibile da raggiungere, per quanto ci si sforzasse. E forse era questo che rendeva Kim Kibum così desiderato: il fatto di non essere di nessuno, il fatto di non essersi mai concesso a nessuna donna né a nessun uomo. Dicevano che fosse un Narciso, che non amasse nessuno se non sé stesso – e guardandolo muoversi sulla pista da ballo non risultava affatto difficile credere a quelle parole. La sua sicurezza, il modo in cui si muoveva e posava gli occhi sulle persone metteva letteralmente i brividi.
Era aggraziato, fiero, elegante, erotico.
Era Kim Kibum, ed era un'allucinazione bollente in una notte gelida.
Choi Minho se n'era accorto fin da subito che la bellezza del biondo aveva finito col mettere sotto anche il suo migliore amico, Kim Jonghyun, ma aveva pensato che per lui fosse come per tutti gli altri: un qualcosa da guardare, da apprezzare magari, e se si era particolarmente
ispirati, buon materiale con cui passare una mezz'oretta in bagno, ma con il passare del tempo si era accorto che per Jonghyun le cose erano diverse. Era quasi un'ossessione quella che vedeva nei suoi occhi. Se non fosse stato Kim Jonghyun, se non fosse stato uno di quelli che si porta a letto chiunque senza scrupoli e senza troppe preoccupazioni, allora avrebbe pensato che se ne fosse innamorato. Ma era impossibile. Kim Kibum era l'unica puttana che non sarebbe mai finita nel suo letto.
«Minho, cos'è, prima mi inviti a bere qualcosa e poi te ne stai in silenzio, perso in chissà quali pensieri?» scherzò Jonghyun facendogli un occhiolino «Sei davvero penoso negli appuntamenti. Se fossi nel tuo fidanzatino ti mollerei subito.»
«Ah ah, divertente, hyung.» Choi Minho buttò giù l'ultimo sorso che era rimasto del suo Margarita e poi scosse piano la testa, sorridendo «E' già l'una meno un quarto e tu non hai ancora trovato nessuno da portarti a letto. Stai perdendo colpi, hyung?»
«Chi ti dice che non ho puntato nessuno?» Jonghyun ghignò e, allo sguardo interrogativo di Minho, fece un cenno in direzione della pista da ballo dove Kim Kibum al momento stava ridendo in compagnia di un amico.
«Ti prego! Non mi vorrai far credere che pensi davvero di avere una possibilità con uno come lui? Hyung, sai quanto ti rispetto, ma... Hai meno di zero possibilità.»
«E perché? Devo forse ricordarti che non ho mai, e dico mai, ricevuto un due di picche in vita mia? Né da uomini, né da donne. Devi ammettere che è abbastanza impressionante.»
«Per quanto ne so io Kim Kibum ama solo sé stesso. Si dice che sia vergine e che non ami nulla, se non il suo riflesso. È una specie di asessuale.» Choi Minho stava solo ripetendo le voci che aveva sentito da alcuni giovani del locale, ma non era convinto di quella storia e dalla faccia divertita di Jonghyun capì che non lo era nemmeno lui.
«Asessuale? Ti prego. Non vedi come muove il culo? Te lo dico io, quello là fa il difficile, ma se trovi il modo di scioglierlo diventa la più vogliosa tra le-»
«Ho afferrato il concetto.» Tagliò corto Minho, scuotendo la testa. «Secondo me è impossibile da sciogliere. Insomma, con tutti quelli che ci hanno provato e hanno fallito... Non solo i più belli, ma anche i più ricchi. Chi diceva che era una troia ha dovuto ricredersi, a quanto pare non si vende nemmeno per una somma incredibile di Won.»
«Che vuoi dire?» domandò incuriosito Jonghyun.
«Sai Kang Jung Seo? Suo padre è uno dei più grandi imprenditori di Seoul, e lui si è preso una bella cotta per Kibum, così gli ha detto che se fosse andato a letto con lui, anche solo una volta, gli avrebbe regalato una macchina lussuosa. Kibum ha rifiutato, allora Kang gli ha detto che avrebbe potuto addirittura comprargli un appartamento in centro, se non un attico, e Kibum ha rifiutato di nuovo.» Minho alzò le spalle «Se io fossi stato in lui, avrei accettato già dall'offerta della macchina.»
«Da quando in qua sei una puttana, Choi Minho?» rise Jonghyun «Dovrò dirlo al piccolo Taemin!» tamburellò con le dita contro lo sgabello. Quelle storie erano impressionanti, non c'era che dire, ma non lo spaventavano per nulla. «Forse Kim Kibum ha così tanti soldi che le offerte di Kang Jung Seo gli sono sembrate ridicole. Forse non sono i soldi la chiave per arrivare a lui.»
«Se non è la bellezza, se non sono i soldi, allora che cos'è? Te lo dico io – se Kim Kibum è una serratura, allora è
rotta.»
Jonghyun alzò le spalle. «E se riuscissi ad...
aprirlo?»
«Questa era ambigua...!» fece notare Minho, e Jonghyun ghignò. «No, seriamente, se ci riuscissi? Se dovessi riuscire a portarmi a letto Kim Kibum?»
«Ti dico che è impossibile» insistette il più giovane. «Jonghyun, dovresti smetterla di pensarci e trovarti un pesce più piccolo. Per una scopata occasionale, sarebbe tutta fatica sprecata. E poi cosa ne sarebbe del tuo ego di Casanova? Avresti il primo due di picche della storia.»
«E invece no. Facciamo una scommessa» Jonghyun sembrava testardo e divertito «Se riesco a portarmi a letto Kim Kibum, allora dovrai portare all'autolavaggio la mia macchina ogni settimana. Per due mesi.»
«Cosa?» Minho rise. «E pagare io? Scordatelo.»
«Tanto pensi che sia impossibile che io vinca la scommessa, no?» insistette. «Se invece perderò la scommessa... Allora accetterò di insegnare a suonare il basso al tuo fidanzatino, così la smetterà di stressarmi ogni volta che mi vede.»
Minho doveva ammetterlo: la cosa si faceva interessante. Era fuori questione che il suo amico riuscisse nell'impresa, e Taemin ci teneva davvero tanto a quelle lezioni di basso... Se accettava, rischiava soltanto di ottenere la gratitudine di Taemin, e la cosa non poteva che fargli immensamente piacere. Strinse la mano, annuendo. «Ricordati, hai promesso» disse.
«Me lo ricorderò.» Ghignò Jonghyun, prima di alzarsi per raggiungere Kim Kibum.
Ma lui nella pista da ballo non c'era già più.


Note: Ed ecco finita la prima parte di questa mini fanfiction! Mini perché sarà composta da soli tre capitoli, tutti di una lunghezza media di 1000 parole l'uno. È una cosa piccola e senza troppe pretese che mi andava di scrivere per uscire dal tremendo blocco che da più di un mese ormai mi attanaglia. Sembra quasi che ogni cosa che inizi a scrivere non debba trovare una fine, e questo mi sta mettendo un po' di inquietudine addosso. Spero che questo periodo passi velocemente, in modo da poter mettermi al lavoro con nuove longfic JongKey.
Fino a quel momento vi chiedo di essere pazienti e, se ne avete voglia, di sostenermi. Mi date davvero un sacco di forza e senza di voi non so proprio dove andrei! Quindi grazie mille per il supporto dato fino ad ora.

Posterò il prossimo capitolo a breve! Fatemi sapere cosa ne pensate e se l'idea vi piace almeno un po'!

PS: Mi scuso per eventuali errori o sviste. Attualmente non ho una beta, ma sono alla ricerca di una coraggiosa che si proponga xP

   
 
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