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Autore: Londoner    23/07/2012    4 recensioni
Erano come due pezzi di un puzzle persi per sempre, ma certe volte perdersi serve solo a ritrovarsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1995.
“ Quel giocattolo è mio!” urlò la bambina con le treccine fiondandosi sul bambino dai capelli rossi affianco a lei.
“ No, è mio!” rispose lui dimenandosi.
La bambina si fermò e si sedette davanti a lui. “ Senti Ed ,tu devi sempre assecondare una donna, lo sai?” disse accarezzandosi le sue treccine. “ Altrimenti non ne avrai neanche una. Già sei brutto…”
Il bambino dai capelli rossi la guardò sprezzante e trattenendo le lacrime scappò via correndo verso  la casa sull’albero.
“Ma non ti ho detto niente! Non vuoi che ti dica la verità?! Mah questi uomini!” esclamò la bambina con le treccine e non curante iniziò a giocare con il giocattolo che aveva strappato al rosso.
Qualche ora dopo, non vedendo il suo amico rosso tornare, la bambina iniziò a chiedersi il perché, e forse perché aveva bisogno di compagnia o forse per i sensi di colpa, colse un fiore dal giardino e si arrampicò vero la casa sull’albero.
“ Ed, posso entrare?” chiese tenendo stretto il fiore.
“ No, voglio stare da solo!” rispose una voce rotta dal pianto all’interno della casa.
“Dai, facciamo pace.”
La porta della casa sull’albero si aprì poco e la bambina entrò.
Il bambino dai capelli rossi era rannicchiato in un angolo singhiozzante, i suoi occhi erano gonfi e rossi quasi come i suoi capelli; la bambina si sedette affianco a lui e gli porse il fiore.
“ Scusami Ed, non volevo dirti quelle cose, non è vero che sei brutto, tu sei il mio migliore amico.” Disse con voce mortificata la bambina.
Il rosso la guardò teneramente, e prese il fiore. “ Fa niente, Rachel ti perdono perché sei la mia migliore amica.”
La bambina lo abbracciò forte; uno di quegli abbracci che solo i bambini con la loro ingenuità posso dare.
“ Rachel, un giorno voglio sposarti, quando saremo grandi.” Disse con tono solenne il rosso prendendo la mano della bambina.
“Wow, un matrimonio! Io voglio il vestito più bello al mondo!” La bambina si alzò e volteggiò facendo roteare le sue trecce. “              Sarà tutto bianco come quello delle spose belle, e avrò un grande velo e un diadema come quello delle principesse!” Poi prese il bambino per mano e lo fece alzare.
“ E tu sarai il mio principe azzurro…anzi no il mio principe rosso perché tu sei speciale.” Esclamò la bambina con quel tono eccitato e innocente allo stesso tempo, che si può avere solo da bambini.
Il rosso le sorrise e le diede un bacio sulla guancia.
“ Rachel, io e te ci sposeremo, è una promessa.”
“ E staremo insieme per sempre.” Continuò la bambina.
“ Per sempre.”
 
 
2005.
“ Ed, sono passati 14 anni ma tu non riuscirai mai ad arrivare puntuale da qualche parte.” Disse l’ex bambina con le treccine andando ad aprire la porta di casa sua. Il rosso entrò spedito tenendo in mano un saccottino da cui proveniva un odore delizioso, e le diede un bacio sulla guancia.
“ Scusami, ma sono andato a prendere questi meravigliosi dolcetti.” Disse facendole passare davanti la busta.
I capelli sciolti e lunghi avevano preso il posto delle treccine e un po’ di quella timidezza infantile era scomparsa. Adesso non erano più la bambina con le trecce e il rosso, adesso erano Rachel e Ed, due quattordicenni che affrontavano il mondo insieme; perché nonostante tutto la loro amicizia non era cambiata di una virgola. Erano inseparabili ed ognuno completava l’altro come i pezzi di un puzzle.
“Tu mi farai ingrassare, Ed!”
Il ragazzo dai capelli rossi la squadrò scettico. “ Tu? Ingrassare?!Quant’è che pesi 20 chili?”
“ No…”
“ Stai zitta un po’, e vieni qui sul divano che dobbiamo scegliere il film.”
Rachel si distese sulle gambe del rosso prendendo alcuni dvd che erano gettati sul divano.
“ Che ne dici di THE RING?” propose la ragazza.
“ No, è noioso. E ‘non aprite quella porta’?”
“Mmmm va bene.”
Ed si alzò e accese la televisione. I due ragazzi  iniziarono a mangiare rumorosamente i dolcetti.
Dopo una decina di minuti di film, il cellulare di Ed vibrò; prima che il rosso potesse prenderlo dalla tasca, Rachel lo anticipò.
“Mmmm vediamo un po’!” esclamò Rachel con un sorriso soddisfatto.
“ Dammi il cellulare ora, prima che ti possa far male.” Disse con tono calmo Ed.
“ Ohhhh, Margaret vuole sapere se sei ancora disposto a fare lezioni di chitarra e ti ha messo anche un cuore alla fine!”
Ed iniziò a rincorrerla. “ Dammi quel cellulare!”
“ No! Mi piace così tanto vedere come le ragazze ti civettano attorno!” rispose Rachel correndo su per le scale.
“ Non puoi farci niente, se amano la mia voce e me.”
“ Se sapessero come sei veramente…!” disse Rachel lasciando la frase in sospeso.
“ Mi amerebbero ancora di più.” Concluse il rosso poco prima che un cuscino gli arrivasse in faccia.
“ Ma questo è un affronto!” Ed prese il cuscino e lo lanciò a Rachel, mentre una nuvola di piume riempì la stanza.
“ Questo è perché sei il mio migliore amico.” Disse Rachel colpendo il rosso. “ E questo è perché mi hai lanciato il cuscino in faccia; e questo perché nonostante tutto ti voglio bene.” Concluse ansimante.
“ E pensa se mi odiassi, cosa mi faresti!” esclamò il rosso ridendo.
Rachel mise il piumone per terra e i due amici si distesero sopra.
“ Se ti odiassi non saremmo amici, non credi?”
Il rosso ci pensò su. “Secondo me sì.”
“ Ed smettila di fare il filosofo, che non ti riesce bene. Continua a cantare e a scrivere canzoni che è meglio.” Disse Rachel ridendo.
“Almeno riesco a farti ridere.”
“ Almeno quello.”
“ Quando sarò famoso, ce ne andremo a Londra, okay?”
“ Aspetto con ansia quel giorno.”
Ed sorrise.
Lentamente i due amici si addormentarono abbracciati come due pezzi di un puzzle.

 
2008.
Rachel stava camminando spedita verso una panchina. Era una giornata uggiosa e c’era un vento freddo che entrava nelle ossa.
Vide che il suo amico dai capelli rossi era già là. Nella sua espressione però scorse qualcosa di strano.
“ Ciao Ed!” esclamò frizzante la ragazza.
“ Ehi Rachel.” Disse piano l’amico.
Lì Rachel ebbe la conferma che stava succedendo qualcosa.
“ Ed, cosa è successo?” gli chiese preoccupata.
Lui le prese dolcemente le mani e si sedettero. “Vedi Rachel, è successa una cosa. Ricordi il discografico che mi aveva proposto di incidere un disco?”
Lei annuì debolmente.
“ Beh per incidere quel disco, dovrò trasferirmi a Londra per non so quanto tempo.”
Il mondo cadde addosso a Rachel, che deglutì rumorosamente e prese un grande respiro. “ Beh non è una notizia così cattiva, dai! Vai a Londra è il tuo sogno no?” disse sforzandosi di sorridere.
“ Si, ma era il nostro sogno.”
“ Già.  E quando parti?”
Ed esitò un attimo. “ Domani.”
Il viso di Rachel fu rigato da una lacrima solitaria.
“ Vieni con me.” Le sussurrò lui.
“ Non posso, tutto quello che ho è qui. Non posso ancora lasciarlo.”
“Ti rinchiuderai in questo piccolo paesino di campagna per il resto dei tuoi giorni, accontentandoti sempre?”
Le parole di Ed furono come una lama tagliente.
Rachel si alzò. “ Non tutti abbiamo la fortuna di sfondare nel mondo della musica, sai? Se credi che tutto questo sia  banale allora puoi andartene. Noi siamo cresciuti qui, e così anche la nostra amicizia, pensi che anche quella sia banale, Edward?” sputò acida.
“Non volevo….”
“ Vai parti! Incidi milioni di dischi, diventa l’idolo delle ragazzine.  Così potrai dire che ti sei salvato da un destino banale.” Continuò Rachel con la voce rotta dal pianto. “Addio, Ed.”
Rachel iniziò a correre via, e Ed rimase lì incapace di fermarla.
Il vento era come un coltello e gettava via le lacrime dal viso di Rachel; corse più forte che poté, quasi come per scappare dal dolore che la stava rincorrendo.
Forse avrebbe dovuto guardare avanti dove un male più forte incombeva. Rachel si girò, vide una luce bianca e poi tutto buio.
 
 
2012.
Naturalmente lei tutto questo non lo ricordava. Rachel non ricordava quasi più niente dal giorno dell’incidente. Erano passati 4 anni da quel giorno, quando perse parzialmente la memoria.
Un’auto l’aveva presa in pieno e scaraventata al di là della strada. Era rimasta in coma 4 mesi, molte persone la davano per spacciata, ma la sua voglia di vivere era più forte di ogni male.
Adesso Rachel viveva una vita normale, e ricordava quasi tutto quello prima dell’incidente.
Ma non ricordava di lui. Non ricordava del ragazzo dai capelli rossi che era stato suo amico per una vita intera; non ricordava che lui se n’era andato perché aveva scelto il successo; non ricordava delle sue parole taglienti, e degli abbracci di quando erano piccoli.
Lui, come previsto era diventato un cantante famoso, conosciuto in tutto il mondo. Viveva sotto i riflettori e con le sua musica faceva innamorare tutti.
Lui ricordava di lei, ma non aveva tempo per pensarci. I primi tempi a Londra viveva nel rimorso di averla lasciata sola, poi il successo cancellò i rimorsi.
L’ex bambina con le treccine, studiava medicina all’università di Londra e condivideva un piccolo appartamento in centro con le due sue migliori amiche. Non ricordava di aver avuto un migliore amico per 17 anni.
I due ragazzi nella stessa città vivevano due vite parallele.
Inconsciamente credevano di essere due pezzi di puzzle persi per sempre; non sapevano però che talvolta perdersi serve solo a ritrovarsi.




Salve a tutti. :)
Beh non ho molto da dire su questa Fan Fiction; è solo una semplice(?) storia di due amici, o forse qualcosa di più speciale.
Questo è solo il prologo, se vedo che ne vale la pena, continuerò a scrivere questa storia.
Mi piacerebbe molto sapere quello che ne pensate. 
A presto, spero.

Londoner.
  
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