Mi presento mi chiamo Melissa, ho quindici anni e vivo a Roma. Una vita da normale adolescente unita all’amore per il proprio idolo: Justin Bieber. Si esatto sono una Belieber e delle critiche dei miei amici non me ne importa nulla, anzi rispondo loro a tono ogni volta che insultano il mio idolo e alla fine finiscono sempre con l’arrendersi anche perché non avrebbero argomenti da sostenere per le loro stupide prese in giro. Non ho mai capito perché dovessero prendersela con quel ragazzo, è tenace, coraggioso, pieno di talento è anche un bellissimo ragazzo ed ha inseguito i propri sogni, si merita tutto quello che ha ottenuto, l’ho sempre detto e sempre lo dirò. Sono una belieber da 3 anni, da quando è uscita la sua prima canzone: One Time, una bellissima canzone che ho sentito con una mia amica e da lì l’ho sempre amato. Era un pomeriggio d’estate, calmo e tranquillo, le Domeniche pomeriggio che non passano se non trovi qualcosa da fare…Ero nella mia camera sul letto con il mio i-Phone le cuffiette e ascoltavo il mio idolo, naturalmente. Nel frattempo messaggiavo con la mia amica Giulia e parlavamo di lui, della nostra voglia di vederlo, di incontrarlo, di abbracciarlo, per dirgli grazie, grazie per tutte le volte che la sua voce ci tira su, grazie per tutte le volte che ci fa sognare, grazie per essere sempre così vicino anche se lontano oltre oceano, grazie per l’amore verso le sue fan, grazie per averci insegnato il never say never e per aver dimostrato che nulla è impossibile, basta crederci, Believe, Justin ci ha insegnato che queste sono cose importanti e da questo si può fare tutto, proprio come è successo a lui. Detto ciò mi arriva un messaggio da Giulia, una notizia che aspetto da una vita: -Giu: Mel Prepara le valigie, i miei zii ci ospitano in Canada, a Stratford, si hai capito bene, proprio lì, Si parte la prossima settimana susu! –Meli: Dimmi che è vero e non è un sogno giùù, oddio mio non ci credo, ti giuro sto per svenire, per fortuna che sto sul letto! –Giu: hahaha vengo da te aspettami. Giulia arriva e il pomeriggio passa tra chiacchere e risate, accompagnate dall’eccitazione naturalmente. Avevamo appeso nella mia stanza un cartellone con l’immagine di Justin e il countdown per la partenza, ogni giorno mettevamo una crocetta e i giorni passavano e eravamo sempre più emozionate, avevamo preparato tutto.