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Autore: SupremeCommander    23/07/2012    1 recensioni
Sherlock sa che, con tutti quei difetti e, soprattutto, data l'impressionante somiglianza tra lei ed il pilota, non dovrebbe assolutamente trovare Martin attraente, eppure, per lei, non esiste uomo più desiderabile al mondo di Martin Crieff.
Gender!Swap, Girl!Sherlock, Cross-over con Cabin Pressure. Siete stati avvisati.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Gender Bender
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Titolo: I'm the Kind of Human Wreckage That You Love

Fandom: Sherlock BBC/Cabin Pressure
Autore: me, my-self and I
Pairing: Girl!Sherlock/Martin Crieff
Rating: verde
Genere: introspettivo e vagamente fluff nel finale
Avvertimenti: questa ff non è betata (ho cercato di correggermela da me, ma potrebbe essere che qualche errore/orrore mi sia comunque scappato)
Info: Questa fanfic è una cross-over tra Sherlock BBC e Cabin Pressure. Immagino che la maggior parte di voi non saprà cosa sia Cabin Pressure: ebbene è una situation commedy radiofonica che va in onda su Radio BBC4, che narra le avventure di due piloti, Douglas e Martin. Martin è il capitano ed è un pilota descritto come un piccolo uomo dal viso paonazzo, sfigato e testardissimo. Benedict Cumberbatch presta la sua voce a Martin, ecco perchè viene dato per scontato che Sherlock e Martin si assomiglino tantissimo.
Disclaimer: Sherlock non appartiene a me, bensì a sir Arthur Conan Doyle, alla BBC, Steven Moffat e (quel geniaccio che io adoro in modo insano di) Mark Godtiss, ehm, volevo dire: Gatiss. Cabin Pressure appartiene al meraviglioso John Finnemore e a Radio BBC4. Ed il titolo di questa ficcy deriva dal testo della canzone Blood dei My Chemical Romance (che vi consiglio di ascoltare leggendo questa ficcy). Nessun profitto vien ricavato da questa storia. Non mi pagano per scriverla e, anzi, potrei provocare un severo shock agli inventori dei due fandom.



I’m the kind of human wreckage that you love

Sherlock non può far a meno di chiedersi come diavolo ci sia finita lì, su un materasso buttato sul pavimento di una soffitta polverosa di un appartamento condiviso da giovani ed immaturi studenti universitari ed un capitano, un pilota attorno al quale Sherlock è attualmente raggomitolata, avvinghiata, per fino.

E lì, proprio lì, nel centro di Fitton, nella stanza di Martin Crieff, Sherlock si lascia andare ad un sorriso un po’ tenero, un po’ egoista.

Martin per tutti è l’incarnazione dell’uomo che nessuno vorrebbe.

Rosso di capelli, basso ed impacciato, con un’irritante tendenza alla balbuzie alle prime avvisaglie di un problema.

Eppure, tutti quei difetti sono quello che rendono Martin speciale, quasi perfetto, agli occhi di Sherlock.

E’ basso: Sherlock può torreggiare su di lui, senza pericolo di sentirsi soffocata dalla sua presenza. Martin è più basso di lei di una testa e non potrà mai darle l’impressione di essere la sua guardia del corpo, Martin non potrà mai sembrare il suo cavaliere nell’armatura splendente pronto a tutto pur di difenderla fisicamente da qualsiasi cosa. Non potrà mai farlo: è troppo basso e piccolino.

E’ impacciato: Sherlock non avrà mai paura di passare in secondo piano camminando affianco a lui, nessuno penserà mai che Martin è brillante, che Martin è un genio; lei potrà continuare a splendere di luce propria e Martin, con i suoi modi impacciati ed ottusi potrebbe addirittura farla risplendere ancor di più, potrebbe renderla ancora più brillante, più magnifica, estremamente geniale.

E’ rosso di capelli: nessuno guardandolo penserà mai a quanto sia bello Martin, a quanto sia affascinante Martin, ma tutti gli sguardi si diriggerebbero, come sempre, su Sherlock e tutti penserebbero a quanto, con quegli zigomi affilati, quegli occhi allungati, quelle labbra piene e disegnate, sia bella la detective consulente, a quanto, con quei lineamenti alieni e le proporzioni del viso completamente sballate, sembri un angelo caduto dal cielo. Perchè è vero che Martin e Sherlock hanno gli stessi lineamenti del viso, fin quasi a sembrare due gemelli omozigoti, ma Sherlock, con i suoi riccioli castani e la sua vaga femminilità è semplicemene irresistibile, Martin, con i suoi ciuffi rossi e le lentiggini che gli macchinano fronte e naso, sembra semplicemente sfigurato.

Sherlock sa che, con tutti quei difetti e, soprattutto, data l'impressionante somiglianza tra lei ed il pilota, non dovrebbe assolutamente trovare Martin attraente, eppure, per lei, non esiste uomo più desiderabile al mondo di Martin Crieff.

Perchè, nonostante la mancanza di bellezza, nonstante sia privo di genialità, ogni volta che Sherlock posa lo sguardo sui polsi troppo scarni di Martin, nascosti dall'uniforme troppo grande della MJN Air, non può far a meno di sentirsi un po’ orgogliosa di quel piccolo pilotata dai capelli rossi ed il viso paonazzo che, come lei, non ha avuto paura di affrontare insulti e difficoltà pur di ottenere quello che voleva: essere un pilota.

Martin, pur di conseguire il brevetto ATPL, ha affrontato ben sette volte l’esame per diventare pilota, incurante del disprezzo di suo padre e delle prese in giro delle sue sorelle; epoi, ottenuto il brevetto, pur di diventare capitano è stato disposto ad accettare la proposta di Carolyn: essere il capitano di GERTI senza ricevere neppure un misero penny;  una volta diventato capitano, Martin, per mantenersi è stato disposto a mantenersi svolgendo un secondo lavoro, il traslocatore, utilizzando un minivan ad un passo dalla rottamazione lasciatogli in eredità dal padre come ultima e finale dimostrazione di delusione. Martin, per tutti questi anni, è stato disposto a non mangiare altro che pasta scondita (più l’occasionale patata bollita) pur di continuare a fare quello che ama di più: volare.

E come potrebbe mai Sherlock non ammirare simile testardaggine? Come potrebbe Sherlock non rimanere affascinata da un uomo disposto a far la fame, ad essere disprezzato da tutti pur di svolgere il suo amato lavoro?

Per non parlare del fatto che l’emarginazione totale insieme all’essere emotivamente danneggiato, lo abbiano spinto ad accettare Sherlock senza se e senza ma, facendolo guardare alla consulente detective come un assetato in mezzo al deserto guarderebbe ad un bicchiere d’acqua con un’espressione euforica simile ad un vampiro barricato dentro ad una baca del sangue. Pur di avere  qualcuno nella sua vita, pur di essere desiderato, Martin è stato disposto a soddisfare ogni piccolo capriccio di Sherlock come neanche John aveva mai osato fare. Pur di essere desiderato da lei, le ha concesso il pieno uso e consumo del suo corpo, pur di essere costretto a gravitare per sempre attorno a lei, è stato disposto a donarle un figlio.

Sherlock sospira stringendosi ancor di più al corpo di Martin, si scosta appena, si appoggia su un gomito per poterlo guardare in viso e, in un impeto di affetto (o di ormoni) ringrazia Dio per tutti questi difetti. Ringrazia una divinità in cui, in fondo, non sa se credere o meno, perché Martin è basso, perché Martin è impacciato e balbetta, perché Martin ha i capelli rossi, perché Martin non è eccezionalmente brillante ed intelligente, perché Martin è abbastanza disperato da volere Sherlock. Perché, in fondo, tutto questo è ciò che conferisce a Martin il pregio più grande di tutti quanti: nessuno vuole Martin e Sherlock potrà tenerselo sempre  tutto per se.

Ma Martin non sa la verita. Martin ignora i veri pensieri di Sherlock.

Martin pensa di essere un giocattolo per lei, crede che prima o poi lei si annoierà di lui e lo abbandonerà, è lui tornerà ad essere il fantasma di un pilota che abita la soffitta di un palazzo universitario e di cui gli studenti parlano come di una leggenda macabra e patetica.

Eppure Martin si sbaglia, si sbaglia di grosso.

Perchè, del resto, come potrebbe Sherlock non amare Martin quando Hamish comincia a scalciare per la prima volta nel suo ventre ricordandole che due emarginati, due esseri danneggiati, due rifiuti della società come loro, sono stati in grado di fare insieme un piccolo miracolo?

   
 
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