Madge respirò l'aria del Distretto, ancora una volta, ignorando la bruttissima sensazione che provava più o meno all'altezza dello stomaco.
Alla fine suo padre aveva deciso di fuggire.
Avrebbero lasciato il Distretto 12, se per sempre o fino alla fine della guerra era da vedere.
Avrebbe lasciato la sua casa, tutte le sue certezze. Avrebbe vagato nel buio più totale, avrebbe ricominciato da 0 dopo essersi fatta una vita. Avrebbe lasciato i pochi amici che aveva senza neanche una spiegazione, un addio, delle scuse. Avrebbe lasciato Gale, che era tutta un'altra storia.
Non gliel'aveva neanche detto. 
D'altronde, non ci sarebbe riuscita, anche perché era sicura che sarebbe scoppiata a piangere dopo neanche mezza frase. E lei non se lo poteva permettere.
Odiava suo padre e la sua codardia, che gli aveva permesso di prendere la decisione di andarsene e lasciare la sua stessa città. Proprio lui che era il sindaco.
Odiava Capital City e la sua stupida Edizione della Memoria per averle portato di nuovo via la sua unica amica. Odiava il Distretto 12 per essere così crudelmente povero e riuscire comunque a far sentire a casa tutti, anche quando non c'erano amici ad aspettarti sotto casa ogni pomerigiio. Odiava quel gusto dolciastro che le invadeva la bocca, segno che c'era qualcosa che non andava, e quel dolore alla testa che non le permetteva di ragionare in modo decente. Le sembrava che milioni di tributi stessero combattendo sotto la sua chioma biondiccia.

Il vento la investì nuovamente, facendola sobbalzare e aprire gli occhi socchiusi. 
Quell'aria, più che sorprenderla, aveva portato con sé tutti gli odori del distretto: da quello dei boschi a quello delle miniere, per poi passare a quello che proveniva dal Forno, stufato d'anatra, casa.
Il Distretto 12 odorava di casa, per lei. 
Non aveva mai notato che, quando il vento era abbastanza forte, tutti quegli odori si fondevano. Era straordinario.
Ormai le lacrime le riempivano gli occhi, ma non sarebbero scese da lì. 
Lei era Madge Heasilé Undersee, non una ragazzina sentimentale come tante altre.
Strinse i pugni, in preda ad una tristezza e ad una rabbia che non facevano parte di lei. 
Perché doveva andarsene? Perché suo padre era così irremobibile? Gli aveva chiesto di lasciarla lì, rimediandosi anche un ceffone.
Che, ovviamente, non le aveva fatto cambiare idea.
Avevano scelto l'Inghilterra come meta. L'aveva studiata, come tante cose, e lei non era fatta per il té alle 5 e le metro affollate. Lei apparteneva al Distretto 12, voleva combattere insieme ai suoi concittadini, con Gale al suo fianco.
Era a lui che andavano i suoi pensieri; a quelle gionate passate al limitare della foresta, a quegli sguardi e a quelle carezze che, almeno per qualche momento, avevano fatto dimenticare tutta quella situazione ad entrambi.
Gli aveva dato un bacio all'angolo della bocca, l'ultima volta che si erano visti, dopo aver scoperto di dover partire. 
Bastava quello, non c'era bisogno di dirsi addio.

Scosse la testa, lasciando quei pensieri al vento e rientrando in salone per sistemare le ultime cose.
Poi, la prima bomba cadde sopra casa sua.