What
do you think about Brian?
La vita di gatto
domestico non è facile. Devi alzarti per
arrivare fino alla ciotola, fare i tuoi bisogni nella lettiera, non
puoi uscire
di casa e non puoi graffiare le tende (che poi non capisco
perché le mettano,
se non per strapparle con gli artigli! A che altro possono servire?).
in più i
tuoi padroni pretendono che tu faccia cose che richiedono sforzi come
“acchiappare un topo”, o andare nella cuccia,
quando sei già sopra un materasso
super comodo.
Come lo so?
Scusatemi, che sbadato!
mi presento: sono Brian Colfer, il gatto più amato
d’America.
E no, la mia non
è mancata modestia, perché sono sicurissimo di
essere il gatto preferito di milioni e milioni di ragazze.
Certo, questo potrebbe anche dipendere dal fatto che il mio servo (i
gatti da
salotto lo chiamerebbero ”padrone”, bleah!),
è Chris Colfer, uno dei 100 attori
più influenti secondo il Times.
Si, sono un gatto che si tiene informato.
Ma buona parte del merito è mio: insomma sono
così bello, coccoloso,
meraviglioso e adorabile. Mi basta un piccolissimo
“miao” per far sollevare
milioni di sospiri estasiati.
Io ho il potere. Il potere di far crollare ogni piccola fangirl di
questo mondo
davanti alla mia coccolosità. Il potere a cui Chris sembra
essere immune.
E adesso vi chiederete: come ha fatto un gatto così
meraviglioso come me a
finire con uno come Chris?
È una
storia lunga, quindi direi di andare con ordine.
Prima di finire a casa Colfer, ho passato 8 anni della mia
preziosissima vita
al “the West Valley Animal Shelter”. Ovviamente ero
li per errore, perché un
gatto come me non può restare in un posto del genere senza
essere assegnato ad
un servetto umano che lo vizi per il resto della sua vita.
Un posto pieno di animali insulsi, che credevano che gli umani sono
quelli che
comandano. In realtà sono i gatti i veri padroni, quelli che
comandano.
Quindi quando arrivò quel ragazzo, pensai che finalmente la
mia vita stava
prendendo la piega giusta. Quanto mi sbagliavo.
La prima cosa
che pensai di Chris fu che era patetico. Perché? Se
un ragazzo di 21 anni, dall’aria seria e professionale, vi
parlasse con lo
stesso tono di chi parla a un bambino di due anni, non pensereste la
stessa
cosa?
-o mio Dio!-
aveva eslamato- sei bellissimo!-
Non che non fosse vero, ma il suo tono era davvero irritante.
Come fu irritante il giro della casa che mi fece fare.
-questa è la cucina- esclamò con tono allegro.
Aveva bevuto troppo zucchero
quella mattina?
-e questa è la tua cuccia-. E no, qui non ci siamo.
Cos’è quest’ammasso di
cuscini buttato in un letto di vimini? Che crede, che io sia un cane?
Quando finalmente mi fece uscire da quella orribile gabbia, mi guardai
intorno.
Di certo il mio nuovo servetto non aveva problemi di soldi, visto come
è
lussuosa la sua casa. “Meglio per me, così non
avrò problemi con cibo
disgustoso” avevo pensato.
Il Caro Chris però non doveva essere d’accordo,
visto che mi aveva dato gli
avanzi del suo pranzo da mangiare. Si, c’erano un mucchio di
cose da cambiare.
Un’altra cosa che pensai del servetto, era che era davvero
tardo. Perché insomma,
ero li da quella mattina e non mi ero ancora dovuto sorbire tutti
quegli
insopportabili elenchi di nomi.
Sbagliai una seconda volta.
-Per tutte le mie Diet Coke! Non ti ho ancora trovato un soprannome!-
aveva
esclamato quello.
“Buon Giorno Mr. Colfer! Ben svegliato!”
-che ne dici di… Anacleto?-
Avevo spalancato gli occhi sorpreso. Che razza di nome è?
-uhm, no, meglio di no… sei baffuto quindi… Baffo
ti piace?-
Avevo soffiato davanti a quel nome più di quella volta che
mi avevano servito
del tonno scaduto.
-in effetti non è il massimo, ti do ragione… e
che ne dici di Mio?-
Anche quello era un nome orribile, ma prima che potessi dire qualunque
cosa, mi
aveva anticipato –no, Mio è orrendo, mi ricorda
troppo quella stronza…-
Non avevo idea a chi si riferisse, ma se aveva un nome così
orrendo, non era
nulla di promettente.
-e che mi dici di Paul? È il mio secondo nome!-
“anche le manie di protagonismo adesso? Non voglio avere il
tuo stesso nome!”
avevo pensato.
La mia occhiataccia gli era bastata per capire la mia opinione.
-ma perché no? È un nome meraviglioso!- aveva
esclamato, infastidito un poco
dalla mia scarsa collaborazione.
-cosa ne pensi di Brian?- mi aveva chiesto, speranzoso. In effetti, non
era
orrendo come nome. Ci si poteva lavorare su, ma finalmente il mio
Servetto
aveva capito che direzione prend…
-perfetto! Il tuo nome sarà Brian Colfer!- aveva esclamato.
Quello scemo aveva preso il mio mutismo come un gesto di approvazione.
Avevo subito iniziato a miagolare per protesta, ma le sue parole
“o Brian o
Paul” , mi avevano convinto a tacere e tenermi il minore dei
mali.
Avevo
accantonato la questione “nome” solo per godermi
quella che
sarebbe stata la mia nuova vita da gatto di lusso.
Anche per questo mi ero accucciato su quello che definiva “il
suo letto” (non
mi pareva ci fosse scritto il suo nome da qualche parte), e non avevo
intenzione di scendere. Io dovevo fare la mia vita di gatto
privilegiato, lui capire
che sono io quello che comanda.
Nonostante i miei continui lamenti, non aveva smesso di ordinarmi di
scendere,
fino a sbattermi fuori.
Mentre miagolavo insistentemente alla porta della sua camera, avevo
capito una
cosa: non sarebbe stata una convivenza facile.
Angolo Pazza
Eccomi qui, di ritorno dalle vacanze, e pronta a sfornarvi una
CrissColfer
super demenziale!
non so quanto durerà, come finirà e nemmeno che
succederà nel prossimo capitolo…
promette bene!
Insomma una ff senza pretese, anche se spero sia apprezzata da qualcuno
per la
sua comicità.
Insomma mi sono detta “Brian Colfer è un mito,
devo scriverci qualcosa!”. È nata
come one shot solo tra il gatto e Chris, ed è finita come
CrissColfer. Sapete perché?
Perché CrissColfer it’s All around!
Che dire, spero che apprezzerete come ho dipinto il nostro adorato
Brian, e
spero che qualcuno commenti!
Baci
Miky