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Autore: LadyEos    24/07/2012    1 recensioni
Era lì. La foto di mia madre era lì. La foto di quella madre che non avevo mai conosciuto perché troppo piccola per capire i motivi che l'avevano portata via, ma non abbastanza per nascondere una sua foto sotto il cuscino, salvandola così dal furioso dolore di mio padre.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era lì. La foto di mia madre era lì. La foto di quella madre che non avevo mai conosciuto perché troppo piccola per capire i motivi che l'avevano portata via, ma non abbastanza per nascondere una sua foto sotto il cuscino, salvandola così dal furioso dolore di mio padre.
Ora era lì. E mi guardava con quei suoi occhi dolci, forse un po’ stanchi, quasi a volermi rassicurare. Rimasi a fissarla a lungo - non so nemmeno io per quanto - poi finalmente i miei pensieri tornarono da dove erano partiti e mi guardai intorno senza vedere. Lentamente cose e persone che prima mi circondavano ricomparvero e con esse l'aria di festa che le accompagnava.
Mi allontanai nuovamente, avvicinandomi alla finestra: osservavo i tratti del mio viso così simili ai suoi quando - riflesso - un volto si sovrappose al mio.
"E' una lunga storia - mi sussurrò infine - ma se vorrai ascoltarmi, te la racconterò".
 
Seduta di fronte a lui in quel caffè, mi sentivo un po’ in imbarazzo. Vedevo gli sguardi lanciati di sfuggita dagli altri clienti, su di me - ventidue anni appena compiuti - e su di lui, che aveva forse cinquant' anni, ma gli occhi soprattutto riflettevano ancora la vivacità di un ragazzo.
Stringevo fra le mani la tazzina e continuavo a chiedermi se era giusto che io fossi lì, che lui mi raccontasse, che io finalmente sapessi…
"Ci siamo conosciuti un po’ per caso, in un giorno di pioggia" - disse lui, rompendo quel silenzio così imbarazzante eppure rassicurante. Mi sentii come naufragare in un mare che non era il mio e mi aggrappai alla sua voce per non piangere.
"Eravamo in giro, io tornavo dal lavoro. Ci siamo trovati a camminare vicini tra la gente che faceva shopping. Pioveva. Ma lei non aveva l'ombrello. Io camminavo da solo, sotto un ombrello troppo grande… E’ bastato uno sguardo…
E' difficile, ma a volte capita, che due persone si trovino nel posto giusto, al momento giusto. E lei era lì. Avevamo bisogno di un sorriso amichevole, di un gesto gentile accolto con dolcezza. Ed io ero lì. La pioggia cadeva incessante mentre parlavamo in quel piccolo caffè del centro, ma per noi era tornato il sole: quel tepore era arrivato dritto al cuore e lo stava sciogliendo in un sentimento dolcissimo. Ci siamo amati ogni minuto di ogni giorno da allora, ma – paradossalmente - più stavamo insieme e meno sentivo di conoscerla".
A quel punto fece una lunga pausa e mentre fino a quel momento aveva cercato di evitarlo, ora mi guardò dritto negli occhi: non c'era più esitazione nei miei, ma tracce di un profondo dolore nei suoi. Poi, bevuto un sorso del suo tè freddo, riprese.
"Un giorno infatti lei scomparve. Per settimane. Ed io rimasi con un sogno di felicità infranto, ma non per questo desistetti! Anche se non fu facile scontrarmi con la realtà, quando improvvisamente ricomparve per dirmi che era malata: che sarebbe morta…
Ovviamente decisi di restare con lei, e lei finalmente mi raccontò la sua storia. Erano fredde mattine d'inverno mentre mi parlava della sua vita: di te, di tuo padre, del suo passato. E quando parlava quel suo sorriso… così dolce, prima che lentamente si spegnesse…
Le sono stato accanto fino alla fine. Fu allora che mi diede le foto, fra cui quella che oggi ti ha spinto a venire qui. Mi chiedevo se sarebbe accaduto un giorno, prima o poi e ad essere sincero l'ho sempre sperato".
Aveva parlato lentamente, con intensità. Sicuro che fosse giusto arrivare fino in fondo a ciò che aveva da dirmi, senza tradire nella voce i segni del profondo dolore che io avevo visto nei suoi occhi. E ora quel dolore non era più solo suo, ma anche mio e dal suo sorriso gentile - mentre mi porgeva una vecchia scatola che aveva portato con sé - capii che non solo la cosa non gli dispiaceva, ma che anzi quel “nostro” col tempo avrebbe potuto alleviare il dolore di entrambi.
Nella scatola, solo alcune lettere e un album di foto.
Mi tremavano le mani mentre ne sfogliavo le pagine ingiallite…
Calde lacrime cadevano ora su quel mare di ricordi:  il mio cuore, in silenzio, e l'amore di mia madre, in quel mare, s'incontrarono per la prima volta.
  
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