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Autore: Elos    24/07/2012    5 recensioni
[Bip.] “Registratore: inizio sessione. Venticinque febbraio duemilaventisei, centoventunesimo piano del Burj Khalifa. Sono trascorsi esattamente tredici anni dal giorno in cui il primo mutato è stato ufficialmente riconosciuto dalla scienza medica, dodici anni dal giorno in cui la Legione è stata fondata. Ci troviamo qui, oggi, per festeggiare la ricorrenza con il fondatore...”
“Ci chiamiamo Squadra Operativa di Supporto, ad ogni modo, Walter. Per gli amici, SOS.”
“SOS. Non si può dire che non sia semplice ed efficace. Perché non ci parli un po' del SOS, Stuart? O preferisci essere chiamato l'Uomo d'Acciaio?” [...]
Quante zampe hanno i cani?
Genere: Dark, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il registratore vi dà fastidio? Se vi dà fastidio posso...”
“Nessun fastidio. Lydia?”
“No, no. Non mi dà fastidio. Vuoi un tè? Caffè? Dovrei avere del succo d'arancia, da qualche parte. Sono certa di averlo messo in frigo...”
“Del tè andrà benissimo, Lydia. Dunque... Registratore: inizio sessione.” [Bip.] “Uno, due, prova...” [Uno, due, prova...] “Fine sessione.” [Bip.] “Bene, funziona. Dio, spero di essermi ricordato di mettere dentro una memoria vuota.”
“Credevo che non ti piacessero i registratori.”
“Il capo ha insistito. E, dato che si tratta di un'intervista importante... Registratore: inizio sessione. Venticinque febbraio duemilaventisei, centoventunesimo piano del Burj Khalifa... il che ci porta alla mia prima domanda: perché così in alto? Voglio dire, i prezzi a Dubai sono stratosferici per qualunque cosa sia sotto al cinquantesimo piano, e nessuno di voi è di qui.”
“Latif è di Hatta.”
“... quasi nessuno, allora. Perché proprio qui?”
“Be', ufficiosamente... possiamo tenerlo in via ufficiosa, vero?”
“Dannazione, Stuart. Dammi un minuto per spegnere il registratore, allora. Fine sessione.”
[Bip.]
“Ufficiosamente...?”
“Ufficiosamente, la città di Dubai si è offerta di ospitarci. Gratuitamente. E, dato che abbiamo dovuto lasciare Marsiglia in tutta fretta per quella storia del... dell'incendio, sai.”
“Sì, mi ricordo.”
“Be', abbiamo avuto delle difficoltà, all'epoca, a trovare un altro posto nel giro di pochi giorni. Dubai era l'offerta migliore, e così...”
“Capisco. Vuoi... uhm, forse è il caso che cancelli la domanda. Ricominciamo?”
“Forse è l'idea migliore. E' stata una brutta storia, quella, e non ci ha fatto una buona pubblicità.”
“Nessuno poteva prevedere che...”
“No, ma ciò non toglie che non ci abbiamo fatto una bella figura.”
“Già. Già. Registratore: cancella. Uh, cancella quattro minuti.” [Bip.] “Registratore: inizio sessione. Venticinque febbraio duemilaventisei, centoventunesimo piano del Burj Khalifa. Sono trascorsi esattamente tredici anni dal giorno in cui il primo mutato è stato ufficialmente riconosciuto dalla scienza medica, dodici anni dal giorno in cui la Legione è stata fondata. Ci troviamo qui, oggi, per festeggiare la ricorrenza con il fondatore...”
“Ci chiamiamo Squadra Operativa di Supporto, ad ogni modo, Walter. Per gli amici, SOS.”
“SOS. Non si può dire che non sia semplice ed efficace. Perché non ci parli un po' del SOS, Stuart? O preferisci essere chiamato l'Uomo d'Acciaio?”
“Oh, diamine, no! Era un soprannome terribile la prima volta che è girato, sembra una via di mezzo tra... tra il titolo di un brutto romanzo e qualcosa che potresti tirare fuori da un fumetto anni Sessanta... Stuart va benissimo, davvero. Mi chiamano tutti così – tranne la stampa.”
“Devi scusarci, Stuart, ma la Legione – il SOS, perdonami, è stato qualcosa di così... inaspettato e imprevedibile, da farci sentire il bisogno di aggrapparci a qualcosa che conoscevamo. Ci si è aspettati, per i primi tempi, che vi sareste vestiti di... di latex giallo e che avreste indossato delle maschere. Con dei mantelli.”
“Qualcuno aveva suggerito i mantelli, sì.”
“Oh, Dio. Sono contento che non l'abbiate fatto.”
[Passi.]
“Walter? Il tuo tè.”
“Grazie, Lydia. Che cos'è, Earl Grey?”
“Sì. Ma c'era solo in bustina, mi dispiace...”
“Non importa, Lydia. Se molto gentile.” [Tintinnare di tazze. Gorgoglio di acqua versata.] “Stavamo parlando ora con Stuart dei primi tempi della Legione, quando tutti si aspettavano le maschere, i mantelli... i nomi in codice. A questo proposito, devo dire che è particolarmente bizzarro farsi preparare il tè dalla Donna Incredibile.”
“Ai miei genitori non è mai piaciuto quel soprannome.”
“E a te? A te piaceva?”
“Non saprei. Non credo. E' molto... è molto. Come se ci si aspettassero cose... cose incredibili da me.”
“Eppure ti abbiamo visto farle. Cose davvero incredibili, intendo. In Birmania. O quella volta di Taipei 101...”
“Taipei 101 è stata molto dura.”
“Tutti ti hanno vista far levitare gli ultimi ottantanove piani durante il terremoto del 2016. Nono grado della scala Richter, il più potente mai registrato in quella zona. Pari a quello di Valdivia del maggio 1960...”
“Non è mai stato dimostrato.”
“Ma, nono grado o meno, Taipei 101 sarebbe crollato se non fosse stato per te. Non è così?”
“E' stato un lavoro di squadra. C'erano migliaia di persone, all'interno, ed abbiamo tutti aiutato a farle uscire di lì sane e salve. Walter? Il registratore è ancora acceso?”
“Certo, Lydia. Ti dà fastidio?”
“No. No, non mi dà... ancora tè?” “Sì, grazie. Allora, Stuart. La Leg... il SOS ha iniziato con tre persone. Tu, Lydia e Jonathan. Poi sono arrivati Chandra e... non ricordo mai...”
“Bhupal. Chandra e Bhupal. Si sono sposati il mese scorso.”
“Congratulazioni. E' stato il periodo più difficile, quello?”
“Non precisamente. Era un periodo più semplice, in un certo senso... anche se, certo, era più difficile occuparsi delle cose in cinque. Anche solo delle cose in Inghilterra.”
“Dev'essere stato intorno a quel periodo che vi ho intervistati per la prima volta. La Legione, cinque supereroi laureati in legge. Lydia, tu ti sei laureata nel 2013 ad Oxford, non è così? E sei la più giovane...”
“2012. Dicembre 2012. Prima di fondare la Legio... il SOS con Stuart, preparavo il tè per uno studio legale di Londra. Non c'era molto lavoro, all'epoca.”
“Sempre in dicembre, sei anni più tardi, tu e... ed Aaron, giusto? Avete rallentato l'esplosione del trenta per cento della Cintura di Fuoco. Anche quella è stata una cosa davvero incredibile. Tappare vulcani e fermare un maremoto, un bel cambiamento rispetto alle tazze di tè.”
“Oh, sì. Sì, decisamente.”
“Se non fosse stato per Aaron non sarebbe stato possibile, Walter.”
“Per essere certi che io riporti le cose correttamente nell'articolo, qual è il potere di Aaron?”
“Dall'ultimo controllo risulta che la sua mutazione gli consente di controllare gli scambi di temperatura all'interno dell'atmosfera terrestre. Gli esperti stanno ancora cercando di determinare come sia possibile, ma quel che è certo è che il suo potere ha salvato mezzo milione di vite, quel giorno. La reazione a catena avrebbe causato un maremoto di proporzioni catastrofiche, e non ci sarebbe stato tempo per far evacuare le coste di tre continenti.”
“Avete salvato molte vite in questi anni, Stuart. Tutti voi. E' qualcosa del quale il SOS ha ragione di essere orgoglioso.”
“Ne siamo molto orgogliosi.”
“Parliamo ancora degli inizi. Ricordo la mia prima intervista con voi. Eravate molto preoccupati di come l'umanità avrebbe accettato quelli come voi. Il... potere... se posso chiamarlo così, del primo mutato si è rivelato essere poco più che una curiosità scientifica, ma i vostri erano molto di più.”
“Il signor Robert Carlton è stato il primo di noi. La sua mutazione era limitata al suo corpo, e l'ha portato sfortunatamente ad una morte precoce e infelice: ma fino all'ultimo si è battuto perché fossimo riconosciuti come parte integrante della specie umana, e il suo lavoro è quello che ha permesso di diventare ciò che siamo. Tu lo sai meglio di chiunque altro, Walter.”
“Sì, ricordo i primi articoli sulla questione mutati. Non suonavano molto bene. A rileggerli adesso sembrano un puerile coacervo di allarmismi catastrofici e pregiudizi da fine secolo. Era l'inizio di una nuova era, ma nessuno se n'era ancora accorto. Il signor Carlton, ad ogni modo, ha sempre parlato in termini lusinghieri della Legione.”
“E' stato il nostro primo fan. Ci ha aiutati quando nessun altro era disposto a farlo.”
“Si può dire che aveva visto lontano, Stuart. Allora, quanti membri contate oggi?”
“Il SOS ne conta quasi tre migliaia, suddivisi in ottantatré città che coprono a loro volta quasi centoventidue zone diverse. Abbiamo diviso le unità perché siano equamente distribuite in tutto il mondo, per poter affiancare le forze dell'ordine locali in caso d'emergenza. Il numero di vittime a causa di catastrofi naturali, incendi e incidenti umani si è ridotto di oltre il sessanta per cento da quando al SOS è stata conferita la licenza di agire senza bisogno di passare prima per i normali canali riservati agli aiuti civili. Anche questo è un dato di cui siamo molto orgogliosi.”
“Parlami dei membri della... del SOS, Stuart. La gente vuole sentir parlare dei suoi eroi. Abbiamo l'Uomo d'Acciaio, la Donna Incredibile... un Uomo Ragno, ho sentito dire.”
“Latif non apprezza molto essere chiamato così, ma fondamentalmente è vero. E' con noi da otto mesi.”
“E' il ragazzo di Hatta?”
“Ha quasi quarantacinque anni, però è lui, sì. La mutazione sembra essersi risvegliata tardivamente nel suo corpo.”
“Tutte le mutazioni si sono risvegliate dopo il 2012. Qualcuno ha trovato quest'informazione significativa.”
“Sì, ho sentito anche io le storie che girano sulla fine del mondo. Sull'Apocalisse. Tredici anni fa si credeva che il 2012 sarebbe stato l'ultimo anno del pianeta Terra, adesso c'è chi dice che saranno i mutati a causare l'avvento del Ragnarok. Francamente, credo che le cifre raccontino una storia diversa: persone che abbiamo salvato, disastri che abbiamo evitato. Abbiamo avuto anche noi i nostri incidenti... Marsiglia ne è un esempio... ma qualunque forza umana ne ha. Le centrali nucleari esplodono. I poliziotti sbagliano. I politici sbagliano.”
“Si è parlato molto di Marsiglia, Stuart, ma mi piacerebbe risentire ancora una volta quello che hai da dire in proposito. Qual è la verità?”
“La verità è che, come il caso di Robert Carlton dimostra, la mutazione può essere molto difficile da controllare. Il signor Carlton è stato assistito mentre il suo corpo continuava a generare parti... non necessarie... in un ciclo infinito. Avrebbe sofferto molto di più, e molto più a lungo, se non fosse stato aiutato dall'equipe dell'Ospedale Centrale di Boston. Awad Bishr Kadir, invece, non è stato aiutato: e quando ha preso fuoco nel mezzo di Marsiglia, l'incendio si è espanso agli edifici circostanti, causando diverse decine di vittime e danni per milioni di euro. Avrebbe potuto essere un incendio di origine umana... un fornello lasciato acceso, una candela rovesciata, rifiuti lasciati a bruciare in un secchione... invece è stato un mutato. La stampa si è accanita su di lui, trasformandolo in uno spauracchio. Hanno cercato di spaventare il mondo.”
“E' stato un brutto periodo. Non sapevamo come sarebbe finita...”
“Conoscevi il... la vittima, Lydia?”
“Non conoscevo Awad Kadir, ma conoscevo alcune delle persone che sono morte nell'incendio. Abbiamo vissuto a Marsiglia per due anni, dopo esserci trasferiti da Londra, e avevamo stretto amicizia con i negozianti, con i vicini... tutti sapevano che potevano venire da noi a chiedere aiuto, se ne avevano bisogno.”
“Ma sembra che se ne siano dimenticati, poi.”
“Sì, sembrava che... sembrava che se ne fossero dimenticati.”
“Davvero una brutta storia.”
“E' per questo che è importante sottolineare, Walter, che abbiamo sempre bisogno di aiuto. Dalla comunità scientifica, dalla comunità medica, da tutti. Siamo qui per aiutare, ma per riuscirci dobbiamo essere aiutati.”
“Giusto, Stuart. Adesso sembra che i tempi in cui non ci si fidava dei mutati e dell'operato della Legione siano finiti. Perché non mi parli di qualcun altro dei membri? Ad esempio, la stampa va pazza per il Ragazzo Lampo. Certo, è difficile non andare pazzi per qualcuno che assomiglia tanto a Paul Newman.”
“Jason Cameron è sfortunatamente estremamente felice del suo soprannome. Quello sei autorizzato a pubblicarlo, Walter. Ti direi anche che Jason è stato uno dei sostenitori del Progetto Latex-E-Mantello, ma questo forse è meglio se lo teniamo per noi.”
“Oh, miseria. Lydia, sta parlando sul serio?”
“Purtroppo sì.”
“Accidenti.” [Risata.] “Questo signor Cameron sembra un bel tipo. Perché non fai contente le mie lettrici, Stuart, e mi parli del suo potere?”
“Sembra che Jason sia in grado di caricare di elettricità tutto ciò che tocca. Ti prego di non chiedermi di dirti come ci riesce precisamente: hanno cercato di chiarirmelo, più volte, tra l'altro, ma quando cominciano a parlarmi di elettromagnetismo e protoni la mia laurea in legge si affaccia per ricordarmi che c'è una ragione se non ho scelto la facoltà di fisica.”
[Altre risate. Tazzine che tintinnano contro il tavolo. Gorgoglio d'acqua versata.]
“Poi abbiamo Jonathan, la nostra Torcia Umana, e poi te e Lydia. Se le cose non sono cambiate dal giorno del nostro ultimo articolo, Stuart, il tuo potere è ancora in fase di studio. Mi hanno spiegato che ha a che vedere con la, uhm, con la variazione di densità corporea?”
“Qualcuno mi ha detto che, scientificamente parlando, dovrei essere morto. Nessuno è ancora stato in grado di spiegare perché i miei organi interni non si sfracellino ogni volta che faccio uso del mio potere. In compenso gli effetti pratici si vedono benissimo: il mese scorso ho dovuto cambiare la macchina dopo aver accidentalmente aumentato il mio peso corporeo di un paio di tonnellate mentre ero seduto sul sedile anteriore. Un vero disastro. Il nostro carrozziere non ne è stato per niente felice.”
“E' per questo che non viaggi in aereo, Walter?”
“Già. Tecnicamente dovrei essere al sicuro, con un po' d'attenzione, ma... sai... perché correre rischi inutili, quando esistono altri mezzi per spostarsi?”
“Come le navi.”
“Anche. Pensavo più a qualcuno dei nostri nuovi arrivati. Sembra che stiamo aiutando gli scienziati di tutto il mondo a dimostrare l'effettiva possibilità del teletrasporto, sai?”
“Cose incredibili, come dicevo prima.”
“Già, cose... cose incredibili.”
“E su questa scia, torniamo a Taipei 101, Lydia. Ottantanove piani sono ottantanove piani, e nel mezzo di un terremoto immagino lo siano ancora di più. Mi sono sempre chiesto come tu ci sia riuscita. Credo, in effetti, che ce lo siamo chiesti tutti. Del tuo potere si è sempre parlato molto poco – anche se di dicerie ne sono girate tante – e so che è ancora tutto in fase di studio, ma... come hai fatto?”
“Sai? Non lo ricordo molto bene. Io ho...”
“Scusami, Lydia, per caso c'è dell'altro tè?”
“Uh... credo di sì, Stuart. Ne vuoi ancora?”
“Sì, grazie. Ti dispiace?”
“No, no. Certo che no. Puoi scusarmi solo un minuto, Walter?”
“Prego.”
[Porcellana che tintinna, porcellana contro porcellana. Rumore di passi. Clic, una porta si chiude.]

Stuart si girò, lentamente, a fronteggiare la stanza, il tavolo e il giornalista: nel riquadro della porta che aveva appena chiuso e del suo completo nero i suoi capelli molto chiari erano ancora più chiari. L'Uomo d'Acciaio aveva trentasette anni, oggi, e c'era una sottile striatura di grigio tra le sue ciocche che non c'era stata il giorno in cui aveva fondato la Legione.
Walter aggrottò la fronte:
“Perché l'hai fatta uscire?”
“Potresti spegnere il registratore, Walter?”
Una breve esitazione.
“Fine sessione.”
Il registratore emise un piccolo suono acuto e si spense. Walter e Stuart si fissarono al di sopra del tavolo e delle tazze di tè semivuote con i fondi lasciati a freddarsi.
“Che cosa succede?”
“Preferirei che questo restasse tra noi. Questo deve restare tra noi, Walter.”
L'Uomo d'Acciaio sembrava stanco, pensò il giornalista. L'Uomo d'Acciaio sembrava stanco e un po' inquieto, e non è mai un buon segno quando gli Uomini d'Acciaio sono inquieti.
“Lo terrò tra noi.”
Noi vuol dire me e te. Non deve uscire da questa stanza.”
Walter sbatté le palpebre:
“Ha a che fare con...”
“Ha a che fare con Lyddie.”
“E non vuoi che ne parli con lei.”
“Lei non lo sa.”
Un'altra esitazione – stavolta più lunga.
“Che cos'è che non sa?”
Stuart raggiunse la sua poltrona e ci si lasciò ricadere sopra. La luce filtrava dalle finestre chiare del Burj Khalifa senza incontrare ostacoli; non ce n'erano, così in alto, niente che potesse fermare i raggi che si gettavano nella stanza e che tingevano d'oro il tappeto grigio e la mobilia di buon gusto. C'erano poche cose personali nella camera: prima su tutte, la piccola foto appesa ad un pannello di legno alla parete, dove tre ragazzi tra i diciotto e i venticinque anni si abbracciavano di fronte alla macchina fotografica. Walter ricordava quella foto: era stato lui a scattarla.
“Ci conosciamo da anni.”
Le parole di Stuart rimestarono nel mezzo di quel sottile senso di agitazione che gli stava crescendo dentro, dando a Walter ragione di irrigidirsi.
“Molti.”
“E' per questo che ne parlo con te.”
“Di che cosa?”
“Sai qual è il potere di Lydia?”
Walter sgranò gli occhi.
“Non lo sa nessuno. Ha a che fare con... con la gravità. Non è così? Con la gravità. Quello che ha fatto a Taiwan...”
“Non precisamente.”
Walter tacque.
Stuart intrecciò le dita in grembo, abbassando la testa per potersi guardare le mani. Rimase in silenzio per un lungo istante, e quando parlò lo fece molto quietamente:
“Lydia immagina le cose. Se le immagina abbastanza a lungo... e abbastanza intensamente... le cose accadono. Capisci, ha immaginato che il grattacielo volasse e il grattacielo ha volato. Non avrei voluto farglielo fare lì, in pubblico, davanti a tutti... è diventata molto famosa, dopo, ed io temevo che lo sarebbe diventata troppo e che la gente avrebbe cominciato a farsi domande sul suo potere... ma non c'era altro modo per tenere in piedi Taipei 101 abbastanza a lungo da svuotarlo. Solo quello. Se non l'avesse fatto sarebbero morte centinaia di persone. Migliaia di persone.”
“Io non capisco...”
“Ha immaginato. Le basta immaginare. Tutto quello che noi facciamo è niente al confronto, giochi di bambini, piccoli... piccoli scherzi. Se lei lo immagina, qualunque cosa accade. Adesso capisci?”
“Qualunque cosa?”
“Qualunque. Abbiamo fatto degli esperimenti e sembra... Qualunque. Crediamo che sarebbe bastata da sola a risolvere la questione della Cintura di Fuoco, ma non era in grado di pensare abbastanza in fretta ad una soluzione. Di immaginarla abbastanza in fretta. Ecco il perché della presenza di Aaron. E' stata un'utile copertura di circostanza, anche.”
Vi fu un lunghissimo istante di silenzio. Walter si rigirò la tazzina fredda tra le mani e Stuart si fissò le mani, e per un attimo nessuno dei due parlò. Alla fine, Walter si schiarì la voce:
“Capisco che sia una cosa piuttosto... grossa. Ma ne parli come se non fossi il solo ad esserne a conoscenza, e ad ogni modo la nuova normativa sul Legittimo Controllo elimina la possibilità di arrestare e giudicare un mutato semplicemente sulla base dei suoi possibili poteri, per cui non vedo come questo possa...”
Ma Stuart stava scuotendo la testa, e Walter si interruppe.
“Tu non capisci,” disse Stuart.
Walter serrò le dita attorno alla tazza, impaziente:
“Tu non mi spieghi.” E poi sgranò gli occhi, mentre un lampo di improvvisa intuizione gli passava negli occhi, perché aveva pensato una cosa terribile, tremenda... “Lydia ha fatto del male a qualcuno? Ha ucciso qualcuno?”
Stuart alzò il capo, allarmato:
“No! No, lei... No, no, Walter. Lydia è una brava persona. Una bravissima persona. Non farebbe mai del male a nessuno, non è... semplicemente non ne è in grado. Non è stata pensata per ferire od uccidere, è... tu l'hai vista. Hai visto come si comporta.” Stuart agitò una mano verso la porta: “Prepara il tè!”
“E allora qual è il problema...?”
“Che c'è un momento del giorno in cui Lydia non può smettere di immaginare.” Stuart tacque, e lo fissò, e Walter non poté fare altro che ricambiare lo sguardo, sentendosi infinitamente perplesso e confuso.
“Quando non può smettere, è ancora più pericoloso. Non lo può controllare,” aggiunse Stuart molto piano. “Ancora non capisci? Lydia non può smettere di immaginare. Lydia non può smettere di dormire. Lydia non può smettere di sognare. Non c'è controllo su quello che sogna... e, dato che non c'è controllo su quello che sogna, non c'è neanche controllo su quello che fa, perché immaginare e sognare e fare per lei sono la stessa cosa.”
Walter avrebbe potuto giurare che la stanza si fosse fatta tutto ad un tratto molto fredda. La luce che entrava dalla finestra era una luce come da tramonto, adesso, malgrado fosse appena pomeriggio, e la tazza tra le sue mani era fragile e pesante. Dovette posarla sul tavolo.
Si umettò le labbra.
“Come fai ad esserne sicuro?”
“Non ne sono sicuro.”
“Come sarebbe a dire che non ne sei sicuro? Come fai a non...”
“Non sono sicuro che al mattino, svegliandoci, ci accorgeremmo del cambiamento. Non sono sicuro che lei non abbia... che lei non abbia già sognato qualcosa. Qualcosa che adesso è vero. Non ne sono sicuro. Qualche tempo fa ho visto...” Stuart esitò. Rimase in silenzio per un attimo, e Walter lo vide mordersi un labbro con tanta forza da spaccare la pelle: “Walter, quante zampe hanno i cani?”
Walter aggrottò la fronte:
“Quante zampe hanno i...”
“I cani, sì. Quante zampe hanno i cani.”
“In nome di Dio, Stuart, che razza di domanda è questa?”
“Walter...”
“Cristo, Stuart, ne hanno sei. Sei zampe. Hanno sempre avuto sei zampe. Sono cani, hanno sei zampe. Sono fatti così. Qual è il problema, adesso? E' una specie di... non so, una specie di scherzo?”
Stuart continuò a guardarlo, fissamente.
“Mi sono svegliato un mattino.” spiegò, molto piano. “E mi sembrava di ricordare che...”
Qualcuno premette sulla maniglia e tutti e due gli uomini nella stanza balzarono sulle loro sedie mentre Lydia rientrava: reggeva un vassoio con una teiera fumante ed aveva i capelli raccolti in un nodo basso sulla nuca, piccolissime rughe attorno alla bocca sorridente ed il sorriso più incerto che Walter avesse mai visto. Era un aspetto così normale. Così banale. Nessuno avrebbe mai detto che quella era la, be', la Donna Incredibile, e tutto ad un tratto le parole di Stuart sembravano distanti e vaghe. Walter lanciò un'occhiata a Stuart e lo vide pallido e teso, gli occhi sfuggenti e piccole gocce di sudore che gli colavano nel colletto della camicia. Forse, dopotutto, l'Uomo d'Acciaio aveva bisogno di una vacanza. Di una lunga vacanza.
“C'è un tempo bellissimo oggi,” disse Lydia, sorridendo. Gli riempì la tazza e Walter rispose al sorriso per istinto. Da ragazza era stata molto carina, Lydia. Non si era mai sposata perché, be', qual era l'uomo disposto a sposarsi una donna capace di sollevare novanta piani di acciaio e cemento con il pensiero? E, comunque, quello del supereroe sembrava essere un lavoro a tempo pieno.
“Davvero,” rispose lui, sollevando la tazza e prendendone un piccolo sorso. “Non si direbbe che ha piovuto fino a ieri.”
Lydia si avvicinò alla finestra e posò una mano sul vetro. Nella luce del più piccolo dei due soli il profilo delle sue dita si fece molto nero; se anche l'altro sole fosse stato orientato ad est in quel momento, pensò Walter distrattamente, avrebbero dovuto chiudere le tende, ma così c'era proprio la luce giusta per godersi la vista di Dubai. Le giornate sembravano essere... molto lunghe, ultimamente. Veramente molto lunghe. Più lunghe di quanto non lo fossero state dieci anni prima.
Anche il lavoro del giornalista, pensò lui, prendendo un altro piccolo sorso di tè, era un lavoro a tempo pieno.
Lanciò un'altra occhiata di sottecchi a Stuart e vide che l'uomo fissava ancora Lydia, e non si era mosso dalla sua posizione. Aveva iniziato l'intervista con un sorriso sicuro di sé, ma adesso... Walter scosse la testa. Meglio non scrivercelo, nell'articolo, che l'Uomo d'Acciaio era stressato e aveva cominciato a fare discorsi apocalittici ai giornalisti: di sicuro non avrebbe fatto bene alla reputazione della Legione, e Dio solo sapeva se la Legione aveva bisogno di tutta la buona reputazione che riusciva a racimolare.
Quante zampe hanno i cani. Walter scosse la testa, perplesso.
Che razza di domanda è, quante zampe hanno i cani...?


Cose incredibili.







Note della storia: Questa storia era stata scritta per il Trofeo RiLL. Tuttavia, non mi è piaciuta abbastanza, e non l'ho mandata. Ho - tipo - sette altri abbozzi di storie diverse, mai completate, che erano tutti progetti per una possibile storia... e che staranno lì fino all'anno prossimo, probabilmente. Questa, invece, che non ho intenzione di inviare, finisce qui.

Per chi vedesse un velato riferimento agli X-Men... giuro che non è velato. x°D Mi è sempre piaciuto il personaggio di Fenice - ma l'ho sempre trovato anche lievemente inquietante. Fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale.

Parto per il lavoro oggi pomeriggio e torno tra dieci giorni. Buone vacanze a tutti voi che restate, e in bocca al lupo per gli esami a chi li sta terminando ancora.
Un grazie, come sempre, a chi si fermerà a lasciarmi un'opinione.
  
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