Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Motyl    24/07/2012    2 recensioni
Parla di una ragazza particolarmente portata per le lingue che viene selezionata insieme alle sue 3 amiche e ad altri ragazzi per fare un viaggio in Francia, sogna da sempre questo viaggio e spera di poter fare nuove amicizie che la aiutino a coltivare la sua passione. Durante il suo soggiorno conosce persone nuove, impara a conescere ancora meglio persone di cui pensava di sapere tutto, ma soprattutto conoscerà un ragazzo siciliano, molto carino, che le farà battere il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                Il viaggio dei miei sogni
CAPITOLO 1
Quello che aspettavo da sempre.
Lunedì
terza ora: Storia
Mi trovavo in classe, seduta al mio posto, accanto alla mia compagna Melissa, ascoltando distrattamente la professoressa che blaterava qualcosa sulla seconda guerra mondiale … L’ ora era talmente noiosa che sembrava non finire mai, non sapevo davvero come sopravvivere ancora venti minuti ascoltando questo mortorio. Ma all’improvviso ecco entrare “Madame Nabelle” la nostra professoressa di francese, è molto alta, ha dei piccoli occhi castani e un naso un po’ a punta a parte questo è molto dolce, sembrò una grande novità che richiamò l’attenzione di tutti.
Diede un’occhiata felice alla classe e ai suoi alunni migliori (tra cui io) disse: « Buon giorno a tutti, dovrei parlare un attimo con … Arianna, Melissa e Vanessa » disse con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Poi rivolgendosi alla professoressa che la guardava un po’ arrabbiata disse: « Scusami tanto per l’interruzione, ma è urgente », in risposta, vedendo i nostri sguardi imploranti, ci concesse di andare con lei. In quei minuti che uscivamo dalla classe, molto tesi anche se in fondo ce lo aspettavamo, Melissa e Vanessa mi guardavano e io guardai prima una e poi l’altra. Entrammo in aula magna e la professoressa ci disse di prendere dei posti mentre si dirigeva verso un’altra insegnate e la preside che parlottavano sottovoce.
Adesso avevo capito a pieno qual’era il motivo per cui ci trovavamo lì, ci avevano selezionati per passare quattro settimane in Francia, a Lione. A un certo punto la preside ci chiamò ad ascoltare quello che le professoresse stavano per dire, cominciò quella che si era occupata di organizzare il viaggio con il college. Iniziò, guardando in modo soddisfatto prima a destra e poi a sinistra , disse: « Ragazzi, come tutti sapete in questo mese io e la collega abbiamo fatto una selezione dei migliori alunni, con la media più alta, in lingua francese, purtroppo ancora non ci era stata data la lista dei posti disponibili, solo ieri abbiamo saputo che sono tredici. Questo ci costringe a negare a qualcuno di voi la possibilità di partire, ci tengo molto che voi sappiate che la regola che vige è quella della media matematica ne io ne la professoressa abbiamo espresso simpatie e antipatie la sola cosa che vi ha fatto passare o viceversa è l’ impegno che avete messo per riuscire a realizzarlo. Perciò adesso quelli che sentiranno il proprio nome si alzeranno, verranno qui e prenderanno il loro cartellino di riconoscimento. D’accordo cominciamo ». Si guardò intorno preoccupata, come l’avrebbero presa coloro che non avrebbero potuto fare questo viaggio?
Passarono cinque minuti di tensione prima che riuscisse a trovare il foglio con i nomi dei partecipanti, i cinque minuti più tesi della mia vita.
Dalla prima media progettavo questo viaggio insieme a Melissa e Vanessa, è il mio sogno e non credo di poter sopportare di non andarci, sarebbe orribile avere sempre immaginato come sarebbe stato andare in Francia a fare quello che mi piace di più: parlare il francese, e poi vedermi tappare le ali .
La professoressa si schiarì la voce per richiamare la nostra attenzione, questa volta era la mia professoressa a parlare senza che me lo aspettassi sentii il primo nome: Fenice Alberto… Ok potevo ancora farcela i posti per le ragazze c’erano ancora tutti. Si alzò con sguardo sognante, andò a prendere il suo cartellino mormorando ringraziamenti a più non posso e tornò in classe. Ecco il nuovo nome, improvvisamente mi sentii stringere le mani, erano loro Vanessa e Melissa, credo che in quel momento fossero più tese di me, stavo per parlare ma all’improvviso … Giudici Melissa, sì ce l’aveva fatta, ero molto felice per lei, dopo che prese il suo cartellino si girò e  augurò buona fortuna a noi due. Speravo davvero che ci saremmo state insieme. Ad un certo punto eccola di nuovo, stava per dirlo, il prossimo nome … Castelli Arianna.
Mio Dio ! È  fatta tutto quello che desideravo si era avverato adesso quello che volevo più di ogni altra cosa al mondo era fare le valige con le mie amiche. Mentre uscivo la mia prof. Mi guardò sorridendo, lei sapeva quanto io ci tenessi e diciamo che dal mio sorriso a trentadue denti si deduceva che ce l’avevo fatta.
Aspettai che Vanessa uscisse dall’aula, insieme a Melissa, per tornare in classe insieme. Ancora non ci potevo credere, anzi … potevo crederci era tutto quello per cui avevo studiato dalla più importante alla più scocciante delle  materie, il motivo per cui non avevo lasciato nessun dettaglio al caso.
Dopo dieci minuti eravamo già in undici fuori cioè rimanevano solo due posti, io ero ancora tesissima, passeggiavo su e giù per il corridoio parlando a vanvera e ad un certo punto sentii un gridolino felice, mi voltai e lei era lì, con il suo cartellino in mano e credo che quelli siano stati i momenti più belli della mia vita.
Subito dopo sentimmo qualcuno che piangeva, era una ragazza, io la conoscevo di vista e non le avevo mai parlato, ma sapevo perché piangeva, non poteva partire.
Allora dissi: « Ragazze … ehm io … io devo fare una cosa. Scusatemi ».
Cercai di avvicinarmi a lei che stava seduta sulle scale e piangeva ancora, cavolo non sapevo cosa dirle infondo non potevo sapere come si sentiva ma alla fine raccolsi il coraggio e le dissi: « Ehi ciao, va … va tutto bene? Tu sei Jessica vero? ». Mi rispose singhiozzando: « S-si s-sono i-io », capivo che era triste, allora mi sedetti accanto a lei, le passai un braccio attorno alle spalle e cercai di consolarla: « Ehi calmati dai, tremi come una foglia, sta tranquilla con me ti puoi sfogare … puoi dirmi tutto quello che adesso ti fa star male e vedrai che dopo ti sentirai meglio ».
« Grazie, ma non sei abbastanza convincente … sprizzi felicità da tutti i pori. ahah».
« Ahah. Ehi hai visto, hai riso vuol dire che ci sto riuscendo!! ».           
« Hai ragione, la verità è che ci tenevo, forse troppo . Quando non hanno detto il mio nome mi sono sentita delusa, arrabbiata, non lo puoi capire … è stato orribile ».
« Mi dispiace moltissimo, è vero noi non ci conosciamo, ma so come ci si sente ad essere rifiutati dopo che ci si è impegnati con lo scopo di farcela ».
« Già è vero e tu com’è che ti chiami? ».
« Arianna. Piacere. ».
«Mi ha fatto bene parlare con te, Arianna. Grazie mille ».
«Di niente, figurati».
« Io devo tornare in classe ciao ».
« Ciao ».
Tornai dalle mie amiche che erano letteralmente su di giri e rientrammo in classe. Quel giorno le lezioni passarono velocemente. Nel pomeriggio ci ritrovammo tutte a casa mia per definire i dettagli prima del viaggio cioè come fare la valigia, quali libri portare e tutto il resto.
Il giorno dopo mi svegliai di buon umore, mancavano solo due giorni alla partenza e poi mi sarei ritrovata in un fantastico college di Lione, con fantastici ragazzi francesi con cui parlare e con le mie due migliori amiche.
Le giornate seguenti trascorsero velocemente, tra i soliti litigi con la vipera della scuola, che era stranamente ancora più velenosa dopo che non era stata selezionata, ma in quel momento niente poteva rovinarmi la giornata. Tutto era perfetto, mi sembrava di vivere in un sogno, tra meno di un giorno saremo partiti, certo l’orario di sveglia non  era proprio uno dei migliori, ma avrei fatto qualsiasi pur di partire.
Il pomeriggio lo passammo tutte e tre a casa di Melissa, confrontando il contenuto delle nostre valigie (dentifricio, vestiti sportivi ed eleganti …), provando ad immaginare come ci saremmo divertite, quanti ragazzi carini ci avrebbero fatto la corte e anche come sarebbe stato parlare francese ovunque per quattro settimane. Credo che la mia parola preferita in quei giorni fosse “Fantastico!!”, perché era vero era tutto perfetto.
Finalmente ecco arrivare il giorno della partenza, i miei genitori mi svegliarono, come concordato con la professoressa, alle 3.30 del mattino e insieme ci recammo all’aeroporto, mio padre mi sembrava un po’ preoccupato, ma si calmò subito, vedendo che io ero felicissima e neanche minimamente spaventata.
Appena arrivati, vidi tutti radunati nel parcheggio dell’aeroporto, e aspetta un attimo c’era anche lei … Jessica. Vanessa e Melissa mi vennero incontro le salutai: « Ciao tutto ok? ».
« Si, tutto a posto » dissero in coro.
« Scusatemi solo un secondo, ragazze, torno subito» le avvisai.
Mi diressi verso Jessica, le dissi: « Ehi !! E tu come mai sei qui? Parti anche tu? » le chiesi in tono curioso e felice .
« Si è incredibile vero!! La professoressa mi ha avvisata ieri a scuola, una ragazza non è potuta più partire perché era malata, perciò eccomi qui » mi spiegò.
« Si è davvero fantastico che ci sia anche tu, sono molto contenta per te!! Così alla fine hai avuto quello che desideravi » le dissi con fare gentile. « Oh, aspetta vieni un attimo con me ti devo presentare due persone … ».
La trascinai per un braccio con la valigia al seguito fino al punto in cui stavo parlando prima con le mie amiche « Melissa, Vanessa lei è Jessica » dissi indicandola con la mano.
Loro risposero « Piacere di conoscerti, Jessica. »
«Piacere mio. Sono molto felice di conoscervi, sapete qui non conosco nessuno perché mi sono trasferita da poco. Vengo dal Brasile. » disse un po’ timidamente.
« Ti piacerebbe stare in stanza con noi al college, perché la prof. ha detto che probabilmente non hanno camere triple quindi se ti va puoi unirti a noi. Sempre se le altre non hanno nulla in contrario » le propose Vanessa. Lei guardò me e Melissa che sorridevamo.
« Si certo che mi va grazie mille ragazze!! » rispose cinguettando, mentre andava a dire alla professoressa che sarebbe stata in camera con noi.
                                                         *****
« Ragazzi, ragazzi un po’ d’attenzione per favore … » urlò la professoressa  «… Bene, grazie, allora, io e la professoressa Nabelle volevamo dirvi alcune cose: quando entreremo non vogliamo sentire schiamazzi, fate le persone civili. È necessario che per imbarcare il bagaglio forniate la carta d’identità e il biglietto, spero che tutti le abbiate; infine, ma non per importanza, sta il fatto che non dovete mai allontanarvi dal gruppo! Mi raccomando … bene adesso possiamo entrare ».
Wow l’aeroporto era immenso, io non ci ero mai andata, era il mio primo viaggio in aereo.
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Motyl