-Sai terrestre, il tuo problema è che parli troppo… e ogni volta che lo fai non usi il cervello- mi rispose lui con il suo solito tono sprezzante. Vegeta strinse la presa sul mio polso e non riuscii a trattenere i gemiti provocati dal dolore atroce a cui lui mi stava costringendo.
“Mi spezzerà il polso” pensai, ormai sopraffatta dal panico soffocante che mi riempiva il petto, mi faceva fischiare le orecchie e salire il sangue alle tempie. Sentivo le gambe deboli, come se fossero state due tubi vuoti (...).
Bulma aveva una mano poggiata sul cuscino, accanto al volto su cui regnava un’ espressione serena. Quel viso gli era mancato. Quel viso che lo aveva fatto imbestialire, stare male e odiare se stesso, gli era mancato. Davvero.