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Autore: Giady_910    24/07/2012    2 recensioni
Salve a tutti! Ho avuto l'ispirazione di scrivere questa storia guardando Doctor Who.
La storia parla di una ragazza di 17 anni che scopre di essere la figlia dell'ultimo signore del tempo.
Spero vi piaccia, Buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Doctor - 10, Jack Harkness, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1:
Conoscenza


Caro diario,

sono settimane che ho la testa confusa, piena di domande senza risposta e di dubbi.

É cominciato tutto dall'arrivo di quello strano tipo. Strano è dir poco. Parla in maniera precisa e senza peli sulla lingua. Ha un atteggiamento singolare e non fa mai nulla per caso. Sorride sempre ed è sempre allegro; un po' mi piace, e mi incuriosisce.

Non so perchè, ma ho l'impressione che molti dei suoi atteggiamenti siano uguali ai miei: stesso modi di parlare, stesso sorriso, stessi occhi e quella strana abitudine di sorridere prima e accigliarsi l'attimo dopo, proprio come me...

 

Penelope poggiò la penna sul tavolo incupita da quei pensieri.

In quella sera d'estate una lieve brezza soffiava nell'aria, e Penelope si perse a fissare il cielo fuori dalla finestra. Era limpido: la luna e le stelle riempivano i suoi occhi e per qualche istante Penelope riuscì a non pensare più a nulla. Svuotò la mente e si rilassò.

Ad un certo punto sentì qualcosa di peloso strusciarsi ai suoi piedi scalzi; era Rex, il suo cane. Scodinzolante, si fermò di fianco alla sua padroncina guardandola con quel muso adorabile. Penelope non poteva resistergli, ogni volta che le si avvicinava lo riempiva di coccole così decise di portarlo a fare una passeggiata: si sarebbe rilassata e non avrebbe pensato ai problemi che la tormentavano.

Lungo la strada del ritorno Penelope decise di prendere una scorciatoia che portava in un ampio spazio aperto con alberi e prati fioriti. In quel luogo, ci andava ogni volta che voleva restare sola e riflettere con calma. L'aveva scoperto all'età di dieci anni e da allora ci andava spesso.

Dopo un paio di minuti richiamò Rex e tornò a casa: si mise il pigiama e andò a dormire.

Il mattino dopo Penelope, si svegliò tardi. Non aveva dormito bene, e qualcosa dei suoi sogni l'aveva agitata. Guardando l'orologio perse un battito rendendosi conto che ancora una volta non sarebbe riuscita ad arrivare in tempo a lavoro: si vestì in fretta e afferrando una brioche si precipitò in strada.

Penelope lavorava in una pasticceria, e quello era proprio ciò che aveva sempre desiderato fare, peccato che la padrona del negozio, la Signora Carla, le avesse concesso solo la possibilità di servire i clienti “Non ti avvicinare per nessuna ragione alla cucina, mi sono spiegata?” Penelope ricordava ancora le parole esatte che le aveva rivolto il suo primo giorno di lavoro.

Arrivata in ritardo, filò dritta dietro il bancone sperando in cuor suo nell'improvviso arrivo di un cliente che l'avrebbe salvata dai rimproveri della Signora Carla. E così avvenne; come uno strano rituale, esattamente cinque minuti dopo il suo arrivo, nella pasticceria entrava il tipo strano.

<< Buongiorno! Come sta oggi la mia commessa preferita? >> le disse l'uomo entrando nel negozio sorridendo.

<< Buongiorno a lei, signore. Ma lei non ha fatto ritardo?. Non mi lamento , e lei? >> risposi con un sorriso.

<< Tutto magnificamente grazie. >>

<< Le solite ciambelle? >>

<< Mmmh si, mi stanno bene! Ne prendo due >>

<< Bene. Ecco a lei. >> dissi porgendo il sacchetto con le ciambelle.

<< Grazie. Posso farti una domanda? >> disse avvicinandosi al bancone e abbassando il tono di voce in modo cospiratorio.

<< Ehm, si mi dica? >> risposi perplessa e incuriosita dal repentino cambiamento del tono della sua voce, ma non fece in tempo ad aprire bocca che la signora Carla mi richiamò rompendo quel momento di tensione che si era venuto a creare.

L'uomo allora la salutò e le disse che l'avrebbe aspettata fino alla fine del suo turno. Penelope, stranita e stupita da quelle parole annuì e riprese il lavoro.

Incuriosita dalla persona di quell'uomo e dalla sua stranezza, Penelope era decisa più che mai a scoprire ciò che quell'individuo nascondeva: perché lei sapeva, se lo sentiva, che quell'uomo era molto più di ciò che lei potesse immaginare.

Quando il turno finì Penelope andò a cambiarsi ed uscendo trovò l'uomo che la stava aspettando. Si scambiarono uno sguardo e, senza motivo, sorrisero.

“Ma che mi prende? Perché sorrido? Non lo conosco! E allora perchè mi sento..come se lo conoscessi da sempre?” pensò Penelope avvicinandosi a lui.

<< Mi ha aspettato sul serio >> dissi.

<< Si beh, te lo avevo detto >>

<< Allora, cos'aveva di così importante da dirmi? >>

<< Beh si... >> ma in quel momento squillò il cellulare di Penelope che lo interruppe.

<< Scusi, mi è arrivato un messaggio >> prese il cellulare e guardò chi era: le scappò un sorriso felice.

<< È il tuo fidanzato? >> disse con uno sguardo pensieroso.

<< Si ma... come ha fatto a capirlo?>>

<< Oh, hai fatto un sorriso talmente dolce che non si poteva non capire >>

<< Ah, non me ne sono resa conto >> disse arrossendo.

<< Ti va di prendere qualcosa al bar? >> domandò indicando il bar di fronte.

<< Mi scusi ma non è un po' troppo vecchio? Nel senso, io ho diciassette anni e lei ne avrò trentacinque... >>

<< Oh sono più vecchio di quanto tu creda >> disse girandosi dall'altra parte.

<< Cosa? >> domandò la ragazza.

<< Niente, niente! Allora, accetti il mio invito? >> domandò lui, guardandola negli occhi.

<< Non so se.. >>

<< Tranquilla voglio solo parlare >>

<< Va bene >> disse Penelope esitando la risposta.

<< Allora andiamo >> disse lui sorridendole.

Si decise e seguì quell'uomo fino al tavolino di un bar dove si sedettero e parlarono.

<< Allora, come hai conosciuto il tuo fidanzato?>>

Senza riflettere troppo, Penelope iniziò a raccontare:

<< Ci siamo incontrati per la prima volta a casa della mia migliore amica, Alessia. Sguardi che si incontrano, amici in comune e abbiamo passato la tutta la serata a parlare di noi. La cosa è continuata fino a che non mi ha chiesto di essere la sua fidanzata.>> Parlando di lui, del suo amore, i suoi occhi si illuminarono ed un sorriso dolce le affiorò sul volto. Era così palese che fosse innamorata.

L'uomo di cui ancora non conosceva il nome, sorrise soddisfatto e felice. Di cosa, Penelope non riusciva a capirlo.

<< Ho detto qualcosa di strano? >> disse lei.

<< No, no. È che, il modo in cui parli di lui, di come lo descrivi...ne sei così innamorata >>

<< Si, perdutamente. >> disse lei sorridendo nuovamente e guardandolo negli occhi.

<< Ne sono felice >>

<< Allora di cosa voleva parlarmi? >> gli domandò sorseggiando una bibita precedentemente ordinata.

L'uomo d'un tratto divenne serio e dopo essersi guardato furtivamente attorno cominciò a parlare sottovoce: << Volevo aspettare un altro momento, ma non ho tempo. Ah! Io che dico di non avere tempo, che ironia...comunque volevo avvisarti di stare attenta >>

<< Attenta a cosa? >> chiese la ragazza, non capendo cosa intendesse.

<< A tutti, persone, animali...non fidarti di nessuno e soprattutto...non andare mai e ripeto mai in giro da sola >> disse lui guardandola negli occhi.

<< Così mi mette paura >> disse Penelope agitandosi.

<< Mi dispiace di questo ma devi tenere sempre gli occhi aperti >> guardando dietro di lei si accorse di una figura strana che li stava osservando.

<< I-io non riesco a capire >>

<< Devo andare >> disse alzandosi e correndo via.

Penelope rimase scioccata da quell'atteggiamento. Tentò di seguirlo ma era scomparso nel nulla, così come era arrivato.

: Angolo Autore :
Salve a tutti :3
Allora? Vi piace il primo capitolo? (se per favore mettete la vostra opinione ve ne sarei grata) E ringrazio la mia beta dodo per aver avuto la pazienza di correggerla
Ho avuto l'ispirazione alla sera mentre scrivevo altre storie; ascoltavo la musica e puff! xD (si lo so sono matta)
Comunque, vi rigrazio per aver letto il capitolo u.u
Ciao Ciao : D
  
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