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Autore: Akemi_Kaires    24/07/2012    10 recensioni
{Human!Protagonista; Treecko}
Jill rivolse occhiate fugaci e ricolme di terrore alle sue spalle, rialzandosi e riprendendo a correre. Nell’ultima ora di incerta e confusa fuga, non aveva più visto alcun Sableye, ma ciò non significava che non li avesse alle calcagna. Poteva ancora percepire quegli occhi malvagi puntati sulla sua schiena, che la scrutavano e non la perdevano di vista neanche per un solo istante. Ridevano di lei, della sua corsa disperata e del suo vano tentativo di scampare alle loro grinfie.
Certo che c’erano.
Certo che l’avevano trovata, non appena aveva lasciato la Sala. Forse anche da quando Dusknoir l’aveva attaccata.
Perché i suoi inseguitori appartenevano a Dialga Oscuro. E lui la voleva morta. Assolutamente.

Prompt: Incubo
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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The One Hundred Prompt Project



Nightmare

Nightmare

 

 

{Vado via e non tornerò

Mentre nel mondo tutti dormono

Poi anch'io mi sveglierò}

 

Nonostante chiedesse un ulteriore sforzo alle sue già provate gambe, pur di sfuggire a quegli aguzzini che la braccavano senza tregua, Jill non riusciva più a correre.

In confronto all’ardere incessante e doloroso dei suoi muscoli, sicuramente le sfuriate dei Sableye sarebbero state un gran sollievo. In alternativa avrebbe accettato anche un modo più atroce di morire, purché qualcuno la salvasse da quella sfiancante agonia. Ancora meglio sarebbero state le mani forti e decise di Dusknoir, strette intorno al suo piccolo cranio e pronte per quell’orrenda e letale torsione. Un attimo, e tutto sarebbe finalmente finito.

In quel momento di panico, la morte sembrava l’unico mezzo efficace per sfuggire definitivamente a Dialga Oscuro e alla sua setta di mentecatti.

Ma arrendersi in quel modo miserabile non si addiceva a lei. Era da deboli e da stolti.

Strinse i denti, immergendosi nel buio della Grotta dello Spazio, sperando di riuscire a seminarli in quel Dungeon Misterioso. Non sarebbero riusciti a catturarla, non in quei vicoli intricati e in quelle minuscole stanze. Era troppo agile e astuta per cadere nelle loro trappole in quel luogo a lei fin troppo conosciuto.

L’aria viziata di quella caverna penetrò nei suoi polmoni esausti, mozzandole il respiro e costringendola a spalancare la bocca alla disperata ricerca di ossigeno. L’oscurità avvolgeva quel luogo maledetto, costringendo la ragazza a richiedere un maggiore sforzo di vista.

Rocce aguzze gravitavano sopra la sua testa, sospese da chissà quale forza mistica. Attorno a lei, solo il vuoto assoluto, nero e profondo, crudele e spietato.

Si era diretta alla Sala delle Torture di sua spontanea volontà, gettandosi direttamente nelle fauci del nemico, pur di salvare i Ribelli appena catturati. O almeno, per provarci.

Celebi non aveva fatto altro che ripeterle che quella era una vera e propria missione suicida, dalla quale non sarebbe uscita illesa. Aveva blaterato qualcosa riguardo tunnel temporali, Ingranaggi e stupidaggini simili, pur di convincerla a desistere e rinunciare al suo folle piano. Tuttavia, non era riuscita a dissuadere la giovane dal partire e salvare – o meglio, cercare di farlo – quei poveri innocenti.

Se Jill si era esposta così rischiosamente al nemico, quasi facendosi beffe di lui, era stato solo per strappare a Dusknoir – e metterlo così nei guai con il suo “devoto Maestro” – i prigionieri. Ma aveva fallito miseramente, per colpa del suo orgoglio e della sua spavalderia.

Chi avrebbe mai immaginato che lo Spettro si trovasse alle sue spalle, ridendo beffardo mentre lei liberava alcuni martiri? Quel maledetto genio aveva previsto tutto, e aveva tessuto una trappola nella quale lei era rimasta completamente invischiata.

L’aveva colta alla sprovvista, comparendo alle sue spalle, e se n’era accorta troppo tardi. La profonda ferita sulla testa doleva ancora, mentre sangue viscoso colava lungo la tempia. Stentava a credere di essere sopravvissuta ad un simile colpo. Doveva essere tutto merito della sua fortuna sfacciata, se era riuscita a rimanere abbastanza lucida da scampare appena in tempo dalle grinfie nemiche.

Lei, che di solito era così sicura, elegante e felina nei movimenti, inciampò. Con una mano esitante, si aggrappò ad una roccia sporgente, evitando così di precipitare in quel crepaccio oscuro che si apriva davanti ai suoi occhi spaventati. Se non avesse avuto i riflessi pronti, si sarebbe sicuramente sfracellata al suolo.

Rialzò il capo, osservando il panorama stagliato di fronte a sé, scorgendo la Sala delle Torture tra basse colline e rilievi montuosi. A quanto pareva, aveva fatto un bel po’ di strada.

Jill rivolse occhiate fugaci e ricolme di terrore alle sue spalle, rialzandosi e riprendendo a correre. Nell’ultima ora di incerta e confusa fuga, non aveva più visto alcun Sableye, ma ciò non significava che non li avesse alle calcagna. Poteva ancora percepire quegli occhi malvagi puntati sulla sua schiena, che la scrutavano e non la perdevano di vista neanche per un solo istante. Ridevano di lei, della sua corsa disperata e del suo vano tentativo di scampare alle loro grinfie.

Certo che c’erano.

Certo che l’avevano trovata, non appena aveva lasciato la Sala. Forse anche da quando Dusknoir l’aveva attaccata.

Perché i suoi inseguitori appartenevano a Dialga Oscuro. E lui la voleva morta. Assolutamente.

Maledizione. Maledizione!

Non poteva continuare così! Qualcuno doveva trovare assolutamente una soluzione, un modo per svegliarla da quell’orrido incubo.

Si permise di riposarsi un attimo, in una piccola insenatura fra due pareti rocciose, ormai fuori pericolo. Non era molto salutare, ovviamente, sostare nel territorio nemico, ma almeno sarebbe stata in grado di riacquistare nuove energie necessarie per la prossima, estenuante, corsa.

Scivolò a terra, le spalle poggiate contro le gelide pietre, poggiando una mano su quel cuore impazzito che premeva furioso nel suo petto.

Prese una bottiglia dallo zaino e bevve avidamente, con foga e disperazione. Il liquido si rivoltò immediatamente nel suo stomaco, e lo sputò fuori. Un fiotto d’acqua si riversò sul pavimento lurido, bagnando anche i suoi scarponi infangati.

Scostò le lunghe ciocce di capelli dal viso, imprecando sottovoce. Fiacca, tremante e scossa, si inginocchiò e cominciò a pregare. Non lo faceva da davvero tanto tempo.

A qualcuno, a una qualsiasi divinità clemente, importava se insultava quella Divinità corrotta durante le preghiere?

Ti prego. Dannazione, ti prego! Salvami!

Improvvisamente si accasciò al suolo, col viso nella polvere, senza riuscire a controllare i tremori, i conati di vomito, l’incessante e paralizzante nausea. Respirò sabbia e polvere, riempiendosene i polmoni. Sentiva i granelli di sabbia sulle sue guance, secchi e ruvidi sotto le unghie.

Chiuse gli occhi e attese.

L’avrebbero trovata là e, alla fine, avrebbe trovato la tanto agognata pace in un groviglio di carne, ossa e sangue.

All’improvviso qualcosa si mosse dentro di lei. Furiosa. Sconvolta. In profondità. Poi di nuovo, con ancor più forza e violenza, quella sensazione si fece sempre più tangibile e consistente. Nuove energie irrorarono il suo corpo, quasi rinvigorendolo.

No.

Non l’avrebbero mai presa.

Non dovevano assolutamente imprigionarla ancora una volta. Ne andava delle speranze della sua gente, di quel popolo sottomesso al giogo di una Divinità capricciosa e meschina. Se lei avesse perso, se quei dannati Sableye l’avessero catturata, per tutti loro sarebbe stata la fine.

Finché quella speranza albergava nel suo cuore, infondendole nuovo coraggio nei momenti critici, non si sarebbe mai arresa. Fino a quando non sarebbe riuscita a donare pace a quel mondo provato e sottomesso, non si sarebbe fermata.

Le suppliche silenziose dei Ribelli riecheggiarono nella sua mente, implorandola di rialzarsi e di continuare a combattere.

Jill fece leva sulle sue braccia e si rialzò.

 

{E tutto questo finirà così a un secolo da qui.}

 

Treecko rimase immobile, osservando tristemente le luci della Sala della Tortura in lontananza. Nella sua mente ancora saettavano i ricordi dello scempio al quale aveva assistito, dalla loro cattura all’arrivo di quella misteriosa ragazza.

Se non fosse stato per il suo intervento, non sarebbe ancora vivo. Se non fosse stato per lei, che lo aveva liberato dalla stretta di quelle corde mortali, sarebbe morto in quel campo, assieme ai suoi genitori.

Ricacciò indietro le lacrime, ingoiando quel groppo amaro che ostruiva la sua gola. Doveva essere forte, perché avevano dato la vita per lui. Anche quella giovane si era sacrificata per la sua salvezza, facendolo scappare poco prima di essere attaccata dalla ferocia di Dusknoir.

In quel mondo di malvagità, il bene non viveva mai a lungo.

In quel mondo di tenebre, non c’era posto per la luce.

In quel mondo di morte, la vita non poteva sbocciare in tutta la sua bellezza.

Riprese a correre perdifiato, non appena percepì gli sguardi dei Sableye puntati sul suo piccolo e fragile corpo.

Per un attimo, pensò di vivere in un grande incubo.

 

Il Grande Incubo – Max Pezzali

 

 

Nostalgiashipping. Il mio OTP assieme alla beneamata Dragonshipping, sulla quale non ho più scritto nulla da troppo tempo. Innanzitutto vi ringrazio per aver letto questa shot, perché per me significa davvero tanto. Non so se sono ancora in grado di scrivere, dato che è da un mese circa che non lo faccio… quindi non tiratemi addosso qualcosa, se vi fa così tanto schifo XD

Jill non è il mio OC. Ho solo voluto dare un nome alla Protagonista di Mystery Dungeon 2, dato che ne ho dato uno anche a quella di Mystery Dungeon 1 (Phoebe). Ho sempre pensato che con Grovyle formasse un’accoppiata magnifica, come afferma spesso lui nel gioco, e voglio provare a descrivere alcuni spaccati della loro vita prima della separazione. Quindi preparatevi, perché questa serie verrà aggiornata di tanto in tanto (come se non avessi altro da aggiornare, eh?).

…Ebbene sì. Akemi_Kaires è finalmente tornata sul fandom. Mi mancavate davvero tanto. Davvero. Ho avuto molti problemi – che non sto a spiegarvi perché… sono piuttosto riservati -, ma ora ritornerò più attiva che mai. Preparatevi!

In ogni caso, mi piacerebbe tanto che voi recensiste questa storia, dato l’amore che vi ho messo per scriverla. Qualunque cosa facciate, vi ringrazio di cuore per aver letto questa shot!

  
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