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Autore: xtaylorssmile    24/07/2012    2 recensioni
L'ultima cosa che volevo fare quell'anno era rimettere piede in quello zoo, dove io ero la gazzella e tutti gli altri leoni affamati pronti a farti a brandelli in mezzo secondo. E nella piramide sociale della West High School io mi trovavo alla base, insieme ai secchioni del club di informatica e alle ragazze di taglio e cucito.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Alzarsi presto non era mai stata una delle mie attività preferite, soprattutto se era accompagnata dalla consapevolezza di dover trascorrere la prima - di un'interminabile serie - giornata chiusa in quel carcere.
Ero sempre stata un'amante del caldo e dell'estate e, voglio dire, chi non lo sarebbe stato vivendo in una città come Los Angeles?
Sapevo che era il sogno di molte ragazze fare un giro per le palme di LA e prendere il sole a Venice Beach, ed era proprio per quello che apprezzavo ogni centimetro della mia città; ma la scuola proprio non la sopportavo, solo a pensarci mi venivano i brividi!
L'ultima cosa che volevo fare quell'anno era rimettere piede in quello zoo, dove io ero la gazzella e tutti gli altri leoni affamati pronti a farti a brandelli in mezzo secondo. E nella piramide sociale della West High School io mi trovavo alla base, insieme ai secchioni del club di informatica e alle ragazze di taglio e cucito; cosa abbastanza illogica considerando che mio fratello maggiore, James, si trovava all'apice essendo il capitano della squadra di basket, nonchè il più desiderato della scuola. Tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi, mentre tutti i ragazzi continuavano a domandarsi che cosa ci fosse di sbagliato in me, ipotizzando (di tanto in tanto) un rapimento alieno o la mia adozione da parte della famiglia Carter.
Ma in fin dei conti non ero così diversa dalle altre ragazze della scuola: ero alta 1.68, magra, capelli castani tendenti al rossiccio e grandi occhi marroni. Non c'era niente che non andasse in me, eccetto per la mia irrimediabilmente unica abilità nel non riuscire in nessuno sport. 
E mi marchiai a vita nel giorno in cui decisi di presentarmi ai provini per fare la cheerleader: nel momento più cruciale, quello della piramide, caddi rovinosamente al suolo, e trovandomi alla base procurai grandi lividi a tutta la squadra e una bella slogatura al polso a Amber, la capo-cheerleader, meglio conosciuta come "vipera bionda". Era la ragazza più odiata, ma allo stesso la più venerata, della scuola, e, come c'era da aspettarsi, quel giorno mi giurò che me l'avrebbe fatta pagare cara, in un modo o nell'altro.
Non nascondo che in quell'istante me la feci sotto. Era anche fin troppo facile lasciarsi intimidire da quella ragazza, ma giuro che mai e poi mai mi sarei fatta mettere i piedi in testa da quella sottospecie di Barbie vivente.
Da quel momento tutti a scuola, e anche fuori, mi guardavano dalla testa ai piedi. Il video di quelle audizioni aveva fatto il giro del mondo grazie a "qualcuno" che aveva avuto la fantastica idea di pubblicarlo su internet, quindi potrete benissimo immaginare che i nomignoli e i commentini sarcastici si sprecavano ormai.
Fortunatamente non dovevo affrontare quell'inferno da sola, perchè al mio fianco c'erano le due persone più dolci che io avessi mai conosciuto: Liam e Irene, i miei due migliori amici. Ci eravamo conosciuti in prima elementare, e alle medie ci eravamo ripromessi di esserci sempre quando uno di noi ne avesse avuto bisogno, e di occasioni come quelle ormai ce n'erano state molte! 

Prima di iniziare la giornata però, come se non bastasse già la sveglia alle 7.00, dovevo sorbirmi le urla di mio fratello in preda al nervosismo.
<< Ally muoviti, altrimenti faremo tardi! Devo fare benzina prima di andare a scuola! >>
<< Solo cinque minuti! >> urlai io dal bagno, intenta a truccarmi. Ma non fece passare neanche quelli che subito:
<< Allyyy, la benzinaaa! >>
<< Cristo James, lo sai ora dove te lo ficco il tubo della benzina? >> 
Non fraintendete, amavo mio fratello, ma avrebbe anche potuto fare il pieno il giorno prima tornando dal mare, no?
Così, dopo altri 10 minuti passati ad urlare, ci incamminammo verso il mio più grande incubo.

Ad aspettarmi fuori davanti al cancello c'erano Liam e Irene, e ovviamente non persero l'occasione per saltarmi addosso come se non ci vedessimo da giorni ormai. E in un certo senso era vero, io e mio fratello avevamo passato l'ultima settimana a San Diego, da mio padre, e sette giorni erano un bel pò considerando che eravamo abituati a vederci tutti i giorni.
James e io dovevamo ancora abituarci al divorzio dei miei, dato che non era successo più di due mesi fa, ma ci stavamo facendo l'abitudine. L'unica cosa che proprio non mi andava giù era dover fare avanti e indietro ogni mese, ogni viaggio mi portava via del tempo prezioso da passare con la mia famiglia e i miei amici, e al diavolo se lui aveva deciso di stare meglio senza la mamma, poteva almeno rimanere in città.
Comunque sia cercai di non pensarci proprio in quel momento, e non fu tanto difficile sotto l'abbraccio soffocante di Liam e le urla di Irene che mi riportavano nel mondo reale.
<< Quanto mi siete mancati! >> urlai abbracciando entrambi.
<< Anche tu piccola, le giornate senza te sono una tortura. >>
<< Grazie, >> disse Nene con un tono indignato << ti voglio bene anch'io, Payne. >> 
Liam scoppiò in una risata << Vieni qui stupida! >> e abbracciò Nene.
La campanella suonò, e le nostre facce piano piano passarono da un sorriso a un muso lungo come la barba di mio nonno(?).
Non eravamo ancora mentalmente pronti per iniziare un nuovo capitolo, avevamo ancora il cervello in vacanza, seduto su una sdraio sotto un'ombrellone, che si godeva il vento fresco e l'infrangersi delle onde sulla costa.
Ma varcando la soglia capimmo che era tempo di uscire dal mondo dei sogni e di tornare in quello reale.
Un nuovo anno di scuola era appena iniziato ragazzi, e non sapevamo cosa ci stesse riservando.
  
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