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Autore: Shira    08/02/2007    6 recensioni
Non sapevo se mettere questa storia come AU, o come What if... quindi li ho messi entrambi ^^ Poi decideranno i lettori qual'è di più^^
Questa storia è ambientata in saga cyborg, quando Gohan ancora non sapeva trasformarsi in SS e non tiene assolutamente conto delle saghe a seguire, he qui non esisteranno. Gohan sta tornando a casa da un allenamento, ma l'incontro con una persona e la successiva morte di lei cambieranno per sempre la sua vita
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gohan, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi scrutavano intorno, ma non vedevano niente, il sentiero sul quale si trovava non era per niente illuminato, e per di più era notte fonda. Gohan era spaventato! Aveva solo 11 anni e si ritrovava a dover tornare a casa da solo, di notte, al buio. Inoltre non ricordava se per andare a casa sua bisognasse passare per quel sentiero, aveva paura di essersi perso. Il sentiero passava in mezzo alla foresta ed ogni rumore faceva sussultare il ragazzino, era veramente spaventato. Cercò di guardarsi intorno, per trovare un punto di riferimento, che gli dicesse con certezza che non si era perso…ma non riusciva a vedere niente, era troppo buio, in cielo vi era la luna nuova, quindi non aveva a disposizione nemmeno la fioca luce lunare per guidare il suo cammino. La sua paura di essersi perso iniziava a diventare una certezza. Iniziò a chiedersi perché diamine era uscito…perché non aveva aspettato l’indomani per allenarsi? Doveva proprio allenarsi di sera? No, logicamente avrebbe potuto rimandare, ma non aveva voluto…Gohan in quel momento si sentiva tremendamente stupido! Iniziava a esserci sempre più buio e a fare sempre più freddo, Gohan si strinse le braccia al petto, per riscaldarsi un po’, ma era inutile, era stanco, infreddolito, impaurito e aveva fame. Sentì un ululato nella foresta e iniziò a correre, se i lupi l’avessero preso l’avrebbero sbranato! Inciampò in un ramo e iniziò a piangere. Voleva sua madre, suo padre, il suo maestro, qualcuno! Andava bene chiunque, purché non fosse costretto a continuare il cammino da solo. Si alzò faticosamente e ricominciò a correre, finchè non fu troppo stanco e si buttò per terra, con le ginocchia e i palmi delle mani che toccavano il terreno. Si sedette, raccogliendo le gambe al petto e ricominciò a piangere. Sentiva che il buio lo avvolgeva sempre di più, e continuava a sentire gli ululati dei lupi, il suo stomaco iniziò a brontolare e lui a piangere ancora più forte, pensando a come era stato stupido ad andare ad allenarsi di sera, e a non chiedere al suo maestro di accompagnarlo a casa. Era ancora a terra, piangente, quando sentì dei rumori, come se qualcuno stesse correndo nella sua direzione, e vide un’ombra apparire dalla parte opposta del sentiero. Si alzò di scatto e si buttò dentro un cespuglio, per non essere visto.
La sagoma si avvicinò, ma era troppo buio perché Gohan potesse vedere chi era, in effetti avrebbero anche potuto essere i suoi genitori, ma Gohan non voleva rischiare e preferì non uscire allo scoperto.
“Hey, moccioso, guarda che ti ho visto. Dove ti sei nascosto? Esci fuori” disse la sagoma misteriosa. Gohan restò stupito, com’era possibile che quella persona l’avesse visto da così lontano?
Comunque la voce era femminile, quindi Gohan si rincuorò, se era una donna non gli avrebbe fatto del male, giusto? Gohan non uscì dal cespuglio, ma, allontanandosi un po’ di più dal sentiero, stando comunque bene attento a rimanere sempre nascosto dalle foglie, chiese “Chi sei? Come hai fatto a vedermi?”. La persona iniziò a ridere “Io vedo anche al buio, moccioso…uhm…com’è che ti chiami? Qualcosa con la G, vero? Goro…no...Gohi…uhm, no, era diverso…ah, ecco, Gohan, giusto?”. Il ragazzo si spaventò, chi era questa donna? Come conosceva il suo nome?
“Chi…chi sei? Come fai a conoscermi?” chiese spaventato “Oh ma anche tu mi conosci, non mi vedi?”. Gohan strabuzzò gli occhi per vedere meglio, ma era troppo buio, e non vedeva altro che una sagoma. “No…è troppo buio…”. La donna prese qualcosa dalla tasca, ma Gohan non riuscì a vedere cosa, sperava solo che non fosse un arma con la quale ucciderlo. Ma si rincuorò appena si accorse che si trattava di un accendino, che la donna usò per accendere un pezzo di legno che si trovava ai suoi piedi. Quindi lo fece scorrere per tutta la sua persona, e Gohan potè finalmente rendersi conto di chi gli stava di fronte, ma non si sentì affatto meglio, iniziò a tremare e si alzò di corsa per scappare, ma così facendo si mise in condizione di essere visto. Si sentì afferrare per il colletto della maglia e la paura iniziò ad impossessarsi di lui.
“Lasciami C18, ti prego” piagnucolò, lei gli lasciò il colletto, ma lo fermò per un braccio “Stai calmo, moccioso, non ti farò del male…che ci fai qui?”. Gohan a quelle parole si rincuorò, e dovette ammettere a se stesso che non gli dispiaceva la compagnia di un adulta, adesso aveva meno paura. “Sono andato ad allenarmi dal mio maestro, e devo tornare a casa, ma temo di essermi perso” disse in tono mogio e abbassando la testa, C18 rimase un secondo pensierosa e poi chiese “Dove abiti?”. Gohan glielo spiegò con la maggior precisione possibile e la donna annuì “Sei completamente fuori strada, casa tua è da tutt’altra parte rispetto a qui…vuoi che ti accompagni io?”. Il ragazzino era entusiasta di questa proposta, e non lesinò nel dimostrarlo. La bionda sorrise e si incamminò lungo il sentiero insieme a Gohan, nella direzione opposta rispetto a quella da cui proveniva il ragazzino.
Ad un tratto si sentì chiaro e distinto il rumore di zoccoli di cavallo sul sentiero. C18 si girò allarmata e sbiancò nel vedere delle figure a cavallo farsi strada lungo il sentiero, dalla direzione in cui proveniva lei. “Peter Duglos” disse con terrore. Diede una spinta al ragazzo, buttandolo in un cespuglio, e raccomandandogli di non uscire da lì per nessun motivo. Lei invece iniziò a correre, ma aveva perso troppo tempo a raccomandare il ragazzino, quindi in breve fu raggiunta dagli uomini a cavallo. Uno di questi nel raggiungerla le diede un calcio, facendola finire per terra, lei si rialzò prontamente e si mise in posizione di difesa, ma una voce spuntò dal gruppo degli uomini. “Tz, tz, 18…stai buona…nelle tue condizioni non puoi farci niente…sei stata colpita con una freccia nel tuo circuito principale, quello che dava forza ed energia a tutto il tuo corpo, adesso tu sei poco più forte di una comune donna, e lo sai…inutile opporre resistenza” “Che cosa vuoi da me, Peter?” chiese C18. Il terrore era evidente, nella sua voce.
“Ehehe, secondo te?” chiese l’uomo scendendo dal cavallo e buttandola contro un albero, lei cercò di divincolarsi, ma l’uomo era molto forte e aveva iniziato a baciarla per tutto il corpo. Gohan non poteva sopportarlo! Uscì dal suo nascondiglio e diede una forte testata sul fianco all’uomo di nome Peter. Lui guardò il ragazzino con odio feroce e fece un gesto, C18 urlò qualcosa al piccolo, ma lui non riuscì ad udirlo, qualcosa di molto forte lo colpì alla testa e lui si sentì avvolgere dal nero.

Si risvegliò nello stesso punto in cui era caduto, in un primo momento non riuscì a ricordare cosa ci facesse lì, poi tutto gli tornò alla mente. Si alzò con terrore e si girò. Sbiancò per lo spettacolo che era costretto a vedere.
Il corpo di C18 giaceva a terra, quasi completamente squartato…il ragazzino si avvicinò, e non gli ci volle molto a capire che la cyborg era stata anche violentata, prima o dopo essere stata uccisa.
Il coltello insanguinato era ancora nel ventre di C18, e Gohan lo estrasse, mettendoselo in tasca. I suoi gesti erano spenti, stanchi, quasi programmati, non avevano vita propria. In quel momento qualcosa in Gohan si spezzò. Da una parte vi era la vita condotta fino ad allora, c’era il Gohan bambino, spensierato, senza pensieri. Dall’altra la vita che avrebbe avuto d’ora in poi, il ragazzo sapeva che sarebbe stata diversa…il vecchio Gohan non esisteva più…il ragazzo sentiva di essere cresciuto tutto in un colpo, si era appena reso conto che il male non era rappresentato solo da nemici come Freezer, ma il male lo fanno anche i terrestri, quelli che per Gohan erano sempre state le brave persone da difendere. Un pensiero in particolare colpì Gohan…quando suo padre aveva difeso la Terra da Napa e Vegeta, aveva sicuramente difeso anche quell’uomo…ne valeva la pena? Valeva la pensa rischiare la vita per proteggere persone del genere? No, per Gohan, no! In quel momento Gohan prese una decisione che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita, lui non sarebbe più tornato a casa, non avrebbe più difeso la Terra e i terrestri…ma anzi, l’avrebbe fatta pagare a quegli uomini che avevano osato fare tutto questo. Era una promessa, qui sul capezzale di C18, promise che la bionda cyborg avrebbe avuto vendetta per mano sua. Sganciò la collana di C18 dal suo collo e se la mise, per ricordarsi ogni giorno della sua vita la sua promessa, e per non aver pace finchè C18 non avesse avuto vendetta. Si alzò lentamente, il suo sguardo era determinato e duro, non era lo sguardo di un normale ragazzino di 11 anni, era lo sguardo di chi ha capito per la prima volta tutto il male che c’è al mondo, ed è deciso a ripagare il male con la stessa moneta.
  
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