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Autore: Britin_Kinney    25/07/2012    2 recensioni
"Adesso basta, devo andare a cercarlo" si dice Artù mentre si veste in fretta e organizza una spedizione, i suoi cavalieri lo seguono, nonostante lui li abbia abbandonati. Ma loro sono fedeli e leali. I cavalieri che ogni principe vorrebbe avere al suo cospetto. "Dobbiamo andare ad Ealdor. Cavalcata diretta, niente interruzioni o fermate. D'accordo?" i cavalieri annuiscono "Per amore di Camelot!" gridano in coro. Mentre il cuore di Artù grida, 'PER AMORE DI MERLINO!'
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Io amo questa canzone di Antonello Venditti. Mi dà sempre l'ispirazione giusta, tanto da arrivare a dedicargli un fanfiction su Merlin :) come al solito, se qualcuno vuole recenzire è PREGATO DI FARLO! XD e buona lettura, spero che possa piacervi. :)
Bacione! :*
Andry.



 

 

                                                          Noi due non ci parliamo..


 

"Mi senti idiota? Che ti succede in questo periodo? Sei più idiota del solito!"

Artù strilla, e strilla tanto, perchè Merlino non è più lo stesso da un pò di tempo.

Artù lo fà per mascherare i suoi sentimenti, che secondo lui sono irrimediabilmente indiscreti e sbagliati.  

Come potrà portare la corona in capo un giorno, sapendo di amare il suo servo?

Come potrà rendere regina una qualsiasi donna quando è Merlino quello che vuole?

Quello che vuole davvero?

Ancora prima di nascere?

'Nessuno di noi può scegliere il proprio destino. E a nessuno di noi è permesso sfuggirgli'

Già.

Proprio così ha detto il grande drago.

Lui che sa tutto.

Lui che ha sempre saputo tutto.

E Merlino è il destino di Artù.

E Artù è il destino di Merlino.

E non c'è niente che possa reggere.

Ma Merlino si vede trattato male e tace.

Non capisce che Artù lo fà per non mostrarsi debole, per non afferrarlo per un braccio, sdraiarlo sul letto, baciarlo e dirgli :

"ti amo, idiota"

fin quando la gola non gli si secca.

Poi, accade tutto troppo in fretta, Gwen bacia Artù, Gwen si intrattiene con Artù nelle sue stanze.

E per Merlino questa è una sferzata gelida al cuore.

Gli manca il respiro e sotto la mano di Artù appoggiata sulla sua spalla, cade per terra, in ginocchio.

Non parla, Merlino, non più.

E anche Artù ha perso ogni speranza.

"Devo andare via da Camelot"

pronuncia Merlino, e Artù non capisce.

"Cosa? Perchè? E dove dovresti andare?"

chiede Artù, e Merlino pur non avendo l'intenzione di rispondere, deve farlo. Artù, deve sapere.

"Tornerò ad Ealdor. Mia madre sarà felice di vedermi tornare"

Ma il principe ancora non comprende il perchè di quella partenza.

"Perchè vuoi partire? I Mercenari attaccano ancora il vostro villaggio?"

chiede il biondino, senza intuire niente.

"No"

è la risposta secca di Merlino.

"Allora?"

chiede ancora.

"Devo andare via. Addio, sire"

Merlino si alza, saluta, si reca nella sua stanza e si accinge a preparare la borsa.

Artù è nella sua stanza, le dita sospese a mezz'aria, sotto di loro, prima, vi era la spalla ossuta di Merlino.

Adesso?

Il vuoto.

 

Noi due non ci vediamo..


 

Merlino parte, senza neanche guardare il suo principe per l'ultima volta.

Rivolto alla finestra di Artù, soffia un augurio, sperando che con l'aiuto della brezza primaverile giunga alle orecchie del principe.

"Siete un grande guerriero, un giorno sarete un grande Re. Purtroppo io quel giorno non ci sarò. Ma sono sicuro che Albion con il vostro cuore buono, diventerà splendente e imponente. Mi dispiace non potervi aiutare. Ma non ho altro da dirvi se non .. vi amo, vi ho sempre amato e vi amerò sempre"

Dà due calcetti al cavallo.

L'equino dal manto nero parte.

Artù Capirà.

"Torna da me"

sussurra Artù.

Ma, ormai, è tardi.

Ti amo, ti ho sempre amato e ti amerò sempre.

Merlino, non capisce.

Noi due due foglie cadute dallo stesso ramo... 

è sempre stato destino tra loro.

Sempre.

Non c'è stato attimo in cui le loro azioni, o i loro destini non fossero intrecciati.

E Artù pensa seriamente che non potrà vivere senza quell'idiota del suo servitore.

Perchè Merlino, è Merlino.

E lui lo ama.

Lo ama così intensamente da sentire un dolore fisico al petto.

Lo vuole davvero.

Ma non sà che lo ha già avuto .. 

 

Noi due che per errore, abbiamo fatto l'amore...

Artù non ricorda quanto vino abbia ingurgitato quella sera al banchetto per l'investitura di sir Owen.

Sa solo di essersi ritrovato nel letto nudo il mattino dopo e poggiando la mano al suo fianco ha sentito il calore di un altra persona sulle lenzuola vuote.

Artù non sà cosa sia successo.

O con chi sia successo.

Ma chissà perchè qualcosa (il destino) l'ha indotto a pensare che forse quel calore indistinto, apparteneva a Merlino.

E lo spera, anche se secondo lui, è praticamente impossibile.

Merlino ricorda tutto.

Tutto.

Dita intrecciate, sguardi ardenti, carezze infernali, baci roventi, gemiti.

Calore, calore, calore.

E sudore.

Ricorda tutto.

Lo sguardo del suo signore mentre entrava in lui, l'ardore con cui lo ha guardato quella notte, nonostante fosse ubriaco.

Le risate marchiate a fuoco sulla sua pelle e tra i capelli dorati di Artù.

Sorrisi splendenti, che hanno portato luce tra i suoi capelli scuri.

E Artù che lo riempe di sè.

L'essere appagato, e stringersi al petto di Artù.

Ricorda tutto.

Perfino le carezze sulla fronte sudata, sulle spalle e sulla schiena nuda.

E le lenzuola pregne del loro profumo.

E i muri, colmi di ansiti e sospiri.

Ricorda tutto, Merlino.

E non vuole che Artù lo scopra.

Così da un pò di tempo tace, e quando lo veste per andare a dormire la sera, ha una fitta allo stomaco.

Ricorda la notte in cui lo ha amato davvero.

Ma chiude il becco, e ingoia la tristezza. 

Che pungepungepunge, da morire.

Ma Artù non deve saperlo.

Mai. 
 

noi due. due arterie diverse dello stesso cuore... 

E proprio questo che sono.

Che sono sempre stati.

E lo sanno, sanno che intreccio strano è la loro vita.

E la accettano.

Perchè è così e basta.

Diversi ma uguali.

Opposti e attratti.

Insieme.

Loroloroloro. 

 

tu, ora dove sei, se vivi un altra storia con chi stai?... 

"Ho bisogno di te"

sussurra Artù, non si è mai alzato dalla sedia dove Merlino l'ha lasciato a fissare il punto in cui è sparito.

Non ha voluto mangiare quella sera, e neanche la mattina dopo, e neanche quella dopo ancora.

Si stà ammalando, Artù.

Ma Merlino non lo sà, e forse non lo saprà mai.

"Dove sei, Merlino? Ti amo"

dice ancora, non si scolla da quella sedia.

E la maledice, come se fosse lei la fonte di quella apatia.

Non dorme più Artù, da una luna ormai.

Suo padre se ne preoccupa.

Entra un paio di volte nelle sue stanze e lo vede sempre seduto su quella sedia, senza degnarlo di uno sguardo mentre lo incita a reagire.

Qualunque cosa sia successa, suo padre non deve sapere.

No.

Sarebbe la fine.

"Sto poco bene"

dice Artù

"Voglio stare da solo"

questa è la sua frase da giorni, ormai.

E chiunque entri per parlargli, adesso, conosce la risposta.

E ci hanno rinunciato.

E Artù si sente abbandonato, da suo padre, dai suoi cavalieri, da Merlino.

Si dice che Artù, perse la fiducia in se stesso e negli altri dopo che Ginevra lo tradì con Lancillotto.

No, Artù perse la fiducia in sè quando Merlino tornò ad Ealdor, lasciandolo su quella sedia a fissare quella maledetta porta.


Chi ti prenderà? chi ti stringerà? Chi ti griderà sei unico?... 

Merlino termina il suo viaggio e raggiunge la sua meta.

Ha bisogno del suo amico, Will.

Ha bisogno di sentirsi appagato.

Di dimenticare tutto quell'oro che l'ha avviluppato quella notte.

Deve dimenticare.

Come uno che si tuffa nell'alcool per scordare i lati amari della vita, divora le labbra dell'amico.

E fanno sesso.

Sì, perchè Merlino non lo definisce amore.

Amore è quello che ha affrontato con .. No.

Deve concentrarsi su Will.

Non Artù.

Will.

E Will lo prende, lo stringe.

E mentre affonda nel suo corpo mingherlino geme un

"Sei unico, Merlino"

Dopo essersi sporcato l'anima di sensi di colpa, Merlino si lascia cullare dalle braccia del suo amico.

Oh, quanto sono sbagliate queste braccia.

Sono così .. così indecentemente errate, su di lui che lo stringono.

Come fosse di loro proprietà.

A Merlino mancano un altro paio di braccia.

Quelle che lo hanno stretto quella notte ...

"Merlino, posso chiederti una cosa?"

esordisce Will, poi.

"Perchè prima hai ansimato 'Artù'?"

e eccolo, il pugnale che colpiscecolpiscecolpisce, ripetutamente.

"Non.. io non .. non lo so. Ho bisogno di aria"

informa.

Si riveste, con ancora addosso l'odore sbagliato dell'amico.

Perchè?

Perchè, Merlino?

Perchè tutto questo dolore che ti porti dentro?

Eh?

Che succede, piccolo?

Riesce quasi a sentire la voce di sua madre che tenta di rassicurarlo, di farlo sfogare.

Ma Merlino resta zitto.

E pensa che probabilmente se non avesse avuto questo dono, questo destino, tutto questo non sarebbe successo.

E si maledice.

"Sei unico, Merlino"

il gemito dell'amico.

Perchè?

Perchè lo hai fatto?

Che succede Merlino?

"Sei unico, Merlino"

per te, Will.

Pensa.

Ma non per il futuro re di Albion. 

E passa il tempo lento, mi giro e mi tormento, perchè non ci parliamo?... 

Artù, ha fatto un passo avanti.

Dorme.

E sognasognasogna.

Cosa?

Merlino, ovvio.

Non può farne a meno.

Poi si sveglia sudato e preoccupato come non mai.

Si gira e rigira tra le lenzuola.

Tentando di invocare nuovamente le braccia di Morfeo.

Che sà, non arriveranno a stringengerlo.

Non più.

è un tormento, ogni notte è la stessa.

Tra urla spaventate e

"Torna da me!"

oppure

"Perchè mi hai abbandonato, Merlino?"

lo grida, lo strilla con le palpebre chiuse.

E un sogno che si affaccia alla sua mente, e al suo nobile cuore.

"Che succede, tesoro? Che problema c'è? è Merlino? Tornerà. O sarai tu a farlo tornare"

Gli sembra di sentire la voce di Igraine.

Sua madre.

Anche se è morta dandolo alla luce.

Forse proprio per quello sono collegati.

Ed è proprio per quello che adesso la sente vicina, stringendolo e accarezzandogli i biondi capelli.

"Mi manca, madre"

"Lo ami"

le sente dire.

E sorride.

"Lo so"

risponde

"L'ho sempre saputo"

Un altra carezza, un altra comprensione.

"Lo amo".
 

Perchè non perdoniamo?...


"Adesso basta, devo andare a cercarlo"

si dice Artù mentre si veste in fretta e organizza una spedizione, i suoi cavalieri lo seguono, nonostante lui li abbia abbandonati.

Ma loro sono fedeli e leali.

I cavalieri che ogni principe vorrebbe avere al suo cospetto.

"Dobbiamo andare ad Ealdor. Cavalcata diretta, niente interruzioni o fermate. D'accordo?"

i cavalieri annuiscono.

"Per amore di Camelot!"

gridano in coro.

Mentre il cuore di Artù grida :

'PER AMORE DI MERLINO!'


"Non piangere, shh. Merlino, non piangere, che succede? Che cosa c'è?"

lo consola, la dolce Hunith.

"Mi manca"

risponde tra le lacrime Merlino

"Chi?"

chiede lei

"A-"

singhiozza e scoppia di nuovo a piangere.

Povero tesoro mio.

"A- Artù"

risponde.

"Allora torna a Camelot"

risolve, lei.

"Non posso"

protesta il figlio.

"Perchè non puoi?"

alza un sopracciglio delicato.

"Perchè farebbe male. Farebbe terribilmente male. Lui sposerà Gwen. E .. mamma abbiamo fatto l'amore, capisci? E io lo amo! E mi-"

singhiozza.

"Mi manca!"

esplode dinuovo in lacrime.

Mentre Hunith, affettuosa come una leonessa con il proprio cucciolo, gli lascia posare il capo sul suo seno.

Come quando era piccolo, e correndo nei campi inciampava e si feriva.

E lei lo rassicurava portandoselo al petto e stringendolo nel suo abbraccio materno.

Era già maldestro allora.

"Merlino!"

quella voce, si dice Merlino, io la ..

"Non può essere"

soffia sorpreso il moro.

"S-sire, cosa ci fate quì?"

i suoi occhi sono rossi, e alcune lacrime solitarie tracciano il loro percorso, scendendo, lungo il suo mento e percorrendo la pelle lattea della gola, del suo collo.

E Artù pensa che non può vederlo così!

Cavolo, è la persona che ama!

Nessuno vorebbe vedere la persona che ama in questo stato!

Scende dal suo cavallo bianco e si precipita difronte a Merlino.

I segni del suo martirio interiore, sono ben visibili all'esterno.

Profonde occhiaie solcano i suoi occhi, macchiandoli di un viola chiaro.

è più pallido del solito.

è smagrito.

Il mantello rosso cade sulle sue spalle sciupate.

Il suo volto, sfigurato dalla fame, i suoi capelli hanno perso la loro lucentezza, ma Merlino pensa di non averlo mai visto così bello.

Il principe si avventa sulle sue labbra.

Davanti a tutti.

E se potesse lo urlerebbe, ma le sue labbra sono impegnate in ben altra attività.

IO TI AMO, MERLINO!

Un grido interiore. Che però arriva al mago, facendolo rabbrividire.

"Perdonami"

dice Artù poggiando la fronte sulla sua.

Lo abbraccia e lo stringe, lo stringe forte.

"Perdonami, perdonami, perdonami. Non ti lascerò andare, mai più. Ti amo, Merlino. Sei tutta la mia esistenza"

e sorride Merlino tra i suoi capelli dorato spento.

E lascia uno, due, tre, quattro, otto baci tra quelle ciocche bionde, che tanto ama.  
  
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