Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: micRobs    25/07/2012    2 recensioni
Che poi, a voler essere puntigliosi, non era neanche una situazione particolarmente complicata. Vi era solo quel piccolo ed insignificante problemino che gli rendeva difficile respirare e concentrarsi su ciò che lo circondava. Una robetta da poco, insomma.
Sospirò, passandosi distrattamente una mano tra i capelli e ondeggiando la testa al ritmo del motivetto che si stava canticchiando in testa.
«Sei ubriaco?»
Ah, già. C’era anche lui.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pairing: Sebastian/Thad

Genere: Generale, Sentimentale, Romantico

Avvertimenti: Slash, One shot, Fluff

Rating: Verde

Note D’Autore: Io non dovrei essere qui, e infatti non ci sono, LOL. Ho finito questa shot a notte fonda, l’ho inviata a Silvia (che ve la sta postando al mio posto) e poi sono andata a dormire e il giorno dopo sono partita per il mare. Ciò significa che… pare mentali a palla proprio perché – e non è MAI accaduto – non ho avuto il parere di nessuno prima di postare. Un bacio a Silvia che mi ha prompato qualche idea per scrivere e che mi ha distratto in maniera ispirosissima nel durante *manda baci*

Piccolissimo anticipo del regalo di onomastico di Vals <3 Senza alcuna pretesa, davvero: il regalo vero e proprio giungerà quando tornerò dalle vacanze. Buona lettura e nulla, ci vediamo giù!

 

 

 

A Vals,

perché per lei questo e molto altro ancora.

Ti adoro.

 

 

 

 

Feeling Good

 

 

Thad si agitò scompostamente sullo scomodo sediolino di plastica, maledicendo gente a casaccio senza una motivazione valida e precisa.

In realtà, la colpa per quella situazione era completamente sua, ma il ragazzo aveva cose più importanti su cui concentrarsi e quindi decise di mettere momentaneamente da parte i pensieri confusi e inutili che gli affollavano la mente e trovare una soluzione al casino in cui si trovava in quel momento.

Che poi, a voler essere puntigliosi, non era neanche una situazione particolarmente complicata. Vi era solo quel piccolo ed insignificante problemino che gli rendeva difficile respirare e concentrarsi su ciò che lo circondava. Una robetta da poco, insomma.

Sospirò, passandosi distrattamente una mano tra i capelli e ondeggiando la testa al ritmo del motivetto che si stava canticchiando in testa.

«Sei ubriaco?»

Ah, già. C’era anche lui.

Thad aprì un occhio, rivolgendo un’occhiata scocciata al suo compagno di cella che lo osservava divertito.

«È la battuta migliore che ti è venuta?»

Sebastian scrollò le spalle, accavallando le gambe e muovendo una mano con fare ovvio. «Ondeggiavi» spiegò sinteticamente. «O sei ubriaco, o stai avendo un attacco di epilessia e, davvero, non sono molto ansioso di venire fin lì per tenerti fermi gli arti.»

L’altro raddrizzò la schiena, si portò una mano al petto e, voce fare teatrale, commentò: «Dio, la tua disponibilità verso gli altri è davvero ammirevole.»

Osservò Sebastian prodursi in una risata leggera e abbozzare un mezzo inchino. «Dolcezza, stai parlando con me: qualsiasi cosa faccio è ammirevole.»

Thad roteò gli occhi e incrociò le braccia al petto: quel ragazzo aveva un ego ingombrante e assolutamente ingiustificato.

Stava per ribattere con un «Non sai quanto ti invidio» grondante di ironia, ma non ebbe tempo di finire la frase perché, nel contempo, accaddero più cose contemporaneamente e Thad si ritrovò a respirare profondamente e serrare nuovamente gli occhi.

«Cosa è stato?» Domandò allarmato.

Poteva quasi avvertire lo sbuffo infastidito di Sebastian e lo sguardo di sufficienza che gli stava rivolgendo in quel momento, ma quando poi quello parlò, il sarcasmo che immaginava gli avrebbe sporcato la voce era del tutto assente.

«Soffri di vertigini?» Volle accertarsi, quasi titubante.

E Thad annuì, non fidandosi della sua voce in quel momento e non pensando alle possibili conseguenze che avrebbe comportato una confessione del genere con un soggetto come Sebastian.

«Ma quanto sei idiota, Harwood?» Sebastian si agitò appena da qualche parte di fronte a lui, ma Thad preferì non accertarsene e rimase, invece, con gli occhi ben chiusi e il cuore che gli rimbombava nelle orecchie.

«Detto da te, lo prendo come un complimento» si costrinse a ribattere, debolmente, accennando un sorriso che – lo sapeva – somigliava molto di più ad una smorfia sofferente.

«Io almeno non decido di salire su una ruota panoramica sapendo che non posso guardare giù senza vomitare anche l’anima.»

Thad sentì lo stomaco dolergli a quell’affermazione, ma sarebbe morto piuttosto che mostrarsi così debole di fronte a Sebastian, così sospirò solamente. «Ma quanta finezza.»

«Certi concetti non possono proprio essere abbelliti» spiegò Sebastian e Thad non se la sentì di dargli torto.

Per un po’ nessuno parlò e Thad ebbe modo di recuperare parte di quell’autocontrollo che gli avrebbe evitato di avere un mancamento in quella cabina sospesa nel nulla.

Non doveva neanche mancare molto, poi. Insomma, due giri completi… e che ci voleva?

«E comunque» si sentì in dovere di aggiungere, «Jeff mi aveva chiesto di salire con lui» inspirò profondamente, «di solito lui sa come prendermi quando succede… questo

Sebastian non rispose subito e Thad considerò che, in effetti, di quella storia non doveva importargliene un granché.

Per questo si sorprese quando lo sentì domandare: «E poi cosa è successo? Che ci fai qui con me?»

E Thad davvero non ne aveva idea, perché si era ritrovato ad essere spinto nella cabina mentre Jeff spariva da qualche parte con Nick e non sapeva spiegarsene il motivo.

«Jeff si è appartato con Nick» spiegò brevemente.

«Stanno insieme?» Ridacchiò Sebastian.

Thad fece una smorfia. «Più o meno» considerò. «Si rincorrono, si raggiungono e poi si allontanano di nuovo. Io ci ho rinunciato.»

Sebastian ghignò appena, ma Thad non aveva modo di vederlo, dal momento che continuava a tenere gli occhi ben serrati e non aveva la minima intenzione di aprirli prima di toccare nuovamente la terra ferma.

«E Sterling cosa fa per distrarti quando succede… questo?»

L’altro scrollò le spalle, la testa che pulsava e il respiro corto. «Il solito» sospirò, «sai, dice scemenze, mi cita interi spezzoni di film, racconta barzellette» sorrise, «cose alla Jeff, insomma.»

«L’originalità fatta persona quel ragazzo, uh?»

Ma Thad non ebbe modo di fargli notare che almeno Jeff si sforzava di farlo stare bene, perché la cabina ricominciò a dondolare e lui si ritrovò di nuovo ad andare nel panico.

«Okay» affermò, risoluto, Sebastian, «calmati che così mi metti ansia.»

«È una parola» sbuffò Thad. Seriamente, calmarsi era l’ultima delle possibilità attuabili in quel momento.

Avvertì l’abitacolo muoversi scompostamente e, non senza agitarsi, immagino che Sebastian si stesse spostando. Thad non era certo di voler sapere cosa gli passasse per la testa.

«Cosa fai per... non lo so, rilassarti, di solito?»

E Thad lo sapeva che Sebastian stava provando a mostrargli un minimo di gentilezza, ma non per quello evitò di pensare alla stupidità della domanda in sé: tutto ciò che di solito lo aiutava a tranquillizzarsi non poteva essere fatto in uno spazio così stretto.

«Gioco a cricket» commentò, ironico, «ma non credo di poterlo fare agevolmente qui.»

«Avrei detto che fossi uno che canta per scaricare lo stress, sai?» Rivelò Sebastian. «Così, ad intuito.»

Thad fece una smorfia. «Caspita, che intuito formidabile. Come se non facessi parte dei Warblers, poi.»

«Ed io che credevo che fossi nella squadra di cricket.»

L’altro rise, ma poi scrollò le spalle. «Non mi va di cantare» chiarì. «Non mi sento abbastanza bene per farlo.»

«Ma tu lo fai proprio per stare bene» ragionò allora Sebastian. «Se no non avrebbe senso.»

E fu un attimo poi, una risata e una curiosità crescente: Thad si ritrovò ad aprire gli occhi giusto in tempo per vedere Sebastian che sorrideva – sorrideva, sorrideva.

Abbassò nuovamente le palpebre e sospirò. E, prima di rendersene conto, le parole lasciarono le sue labbra con una naturalezza che non credeva di possedere.

«Birds flyin high, you know how I feel» canticchiò, sottovoce. «Sun in the sky, you know how I feel

Quella canzone gli piaceva ed aveva la capacità di farlo stare davvero bene. Portò istintivamente il tempo con il piede, stupendosi della semplicità con cui riusciva a lasciar fuoriuscire l’ansia ed il panico e concentrarsi solo sulle parole da mormorare a mezza voce.

«It’s a new dawn, it’s a new day, it’s a new life… for me» sorrise, «and I’m feeling good

E stava bene davvero. In quel momento, in quel luogo, lui stava bene e tanto bastava.

Continuò a cantare sottovoce, senza preoccuparsi del fatto che non fosse solo in quella cabina e che, con ogni probabilità, Sebastian si sarebbe lasciato andare ad una lunga serie di improperi e prese in giro per quel piccolo attimo di cedimento. Non importava, non importava altro.

Sollevò le palpebre quando avvertì distintamente il peso di qualcosa gravargli sul braccio e, guardando alla sua destra, scorse Sebastian più vicino di quanto non ricordasse.

«Dragonfly out in the sun, you know what I mean, don’t you know

Non gli piaceva lo sguardo di Sebastian, affatto. Aveva una luce negli occhi che Thad non gli aveva mai visto e che non era certo di riuscire a comprendere e decifrare.

«Sleep in peace when the day is done, that’s what I mean.»

«Smettila» scandì Sebastian, all’improvviso. «Basta così.»

Ma Thad lo ignorò completamente e, anzi, continuò con la sua performance con maggiore intensità. «And this old world is a new world and a bold world.»

E non avrebbe saputo dire quand’è che si era avvicinato così tanto, ma Thad sentiva il suo respiro accelerato sul viso e le sue dita stringersi intorno al suo giubbotto e non era esattamente un contatto che gli dispiaceva. Affatto.

Deglutì quando Sebastian gli portò una mano dietro al collo e lo fermò in quella posizione. «Ho detto» ripeté, stavolta a voce più bassa, «smetti di cantare. Ora

Ma quella nuova, incredibile, consapevolezza era decisamente troppo invitante per lasciarsela scappare così.

«For me» intonò, appena.

E poi non vi fu il tempo di dire altro perché le labbra di Sebastian si scontrarono bruscamente con le sue e Thad avvertì distintamente il peso del mondo allontanarsi e il respiro morirgli in gola.

L’anossia, le vertigini, il battito accelerato. Era ritornato tutto, di nuovo.

E, Dio, si sentiva davvero bene.

 

 

 

The end.

 

 

 

Noticine carine carine.

A volte mi stupisco delle idee geniali che mi vengono, seriamente. Devo solo provare a farmele venire in momenti meno incasinati e quando ho più tempo per attuarle!

Questa.. emm.. cosa, sì, è stata scritta per l’onomastico di Vals e so che l’ho completamente colta di sorpresa, ma lei se lo meritava davvero <3

Un immenso grazie va alla mia meravigliosa Jeffie che ha caricato questa cosina al mio posto mentre, con ogni probabilità, io sono a prendere il sole in spiaggia. Ti adoro tanto tanto per aver reso possibile questa piccola ma significativa sorpresa <3

 

E nulla, la canzone che canta alla fine Thad è Feeling Good – da cui il titolo – e ne sono state fatte più versioni differenti. Io, personalmente, amo e venero quella dei Muse, ma anche il caro Bublè ne ha fatta una davvero deliziosa e, in particolar modo, è di quest’ultima che il santissimo Eddy Martin ha fatto la cover e, davvero, non potevo non farla cantare a Thad perché quella canzone è già bella di suo: cantata da lui, poi, è orgasmica. E vi lascio il link, giusto perché merita davvero ed io l’ho ascoltata in loop mentre scrivevo questa cosuccia (:

 

Ecco il link alla canzone:   http://eddymartin.tumblr.com/post/11174520953/one-of-my-favorite-songs-feeling-good-i-was

 

Robs

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: micRobs