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Autore: Kim_HyunA    25/07/2012    3 recensioni
Kibum si passò nervoso la lingua sulle labbra, diventate improvvisamente secche.
-Sei meraviglioso in questo momento- gli sorrise Jonghyun, sistemandogli una ciocca di capelli neri sulla fronte.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Dovremmo..uhm..sperimentare qualcosa- disse Jonghyun esitante e arrossendo lievemente.

 Anche se era lui quello che più spesso prendeva l’iniziativa e aveva baciato per primo Kibum (in realtà non sapeva com’era riuscito a trovare il coraggio per farlo), anche lui aveva le sue incertezze, soprattutto perché erano le sue prime esperienze, per non parlare poi che era la sua prima esperienza con un ragazzo.
 
-Sperimentare? Cosa intendi?- chiese intimorito l’altro, alzandosi seduto accanto a Jonghyun, lasciando il suo posto da sdraiato sul letto sulle gambe del più grande e già sentendo la mancanza delle sue dita che gli passavano tra i capelli.
 
-Non lo so- ammise Jonghyun con gli occhi bassi e giocando con le dita delle proprie mani in segno di agitazione -Tipo baci e cose simili-.
 
In realtà non lo sapeva nemmeno lui quello che intendeva dire, voleva solo passare un po’ di tempo con Kibum mentre erano soli a casa e non c’era il rischio di essere colti dai genitori; né quelli di Jonghyun né quelli di Kibum erano al corrente della situazione. Sapevano solo che erano diventati amici mesi prima a scuola, ma ignoravano tutto il resto. Tutto il resto includeva qualche innocente bacio sulle labbra, qualche parola dolce e degli abbracci che sarebbero stati considerati un po’ troppo frequenti per una normale coppia di amici. Non si preoccupavano di dire la verità, c’era ancora tempo, dovevano ancora imparare a conoscersi del tutto e soprattutto c’era timore, timore di dire che la persona che faceva loro battere il cuore non era una ragazza.
 
No, non erano ancora pronti per affrontare l’argomento con i loro genitori.
 
Finché potevano, finché a loro stava bene, avrebbero continuato di nascosto. E a Jonghyun piaceva fare le cose di nascosto, come se in questo modo tutto assumesse un nuovo rilievo, come se si sentisse un eroe, come Romeo e Giulietta (“Io sono Romeo ovviamente” aveva tenuto a specificare Jonghyun, guadagnandosi una manata sulla spalla da parte di Kibum).
 
Il quindicenne Kibum guardava Jonghyun pieno di aspettativa, in attesa che facesse il primo passo. Non sapeva bene come comportarsi: era il suo primo fidanzato e si sentiva impacciato, aveva paura di mandare tutto all’aria con la sua inesperienza.
 
Jonghyun gli si fece più vicino, sfiorandogli le labbra con leggerezza e portando una mano al suo volto, le dita intorno alle guance.
 
Kibum sentì una stretta allo stomaco e chiuse gli occhi, lasciando che tutto il mondo si riducesse alle sensazioni che quel bacio gli stava procurando.
 
Con le gambe incrociate e il volto girato di profilo, Kibum muoveva le labbra a ritmo di quelle di Jonghyun, che gli aveva preso una mano facendo intrecciare le loro dita.
 
Le loro labbra si incastravano come i pezzi di un puzzle.
 
Jonghyun si sentiva il cuore esplodere mentre lo baciava, avvertendo tutta la fiducia che il più piccolo stava riponendo in lui, lasciandosi guidare in qualsiasi cosa avesse intenzione di fare.
 
Kibum portò la mano libera sulla spalla dell’altro, lasciandola riposare lì mentre le dita giocherellavano con i capelli della nuca, procurandogli la pelle d’oca.
 
La mano di Jonghyun posata su un lato del suo corpo, ne percorse il profilo, fermandosi alla sua vita, la curvatura dei fianchi così perfetta sotto le sue dita.
 
Kibum si fermò un istante quando sentì qualcosa di umido sfiorargli le labbra; spalancò gli occhi intimoriti che si incontrarono con quelli grandi e rassicuranti di Jonghyun. Schiuse le labbra lentamente, permettendo alla lingua dell’altro di scivolare nella sua bocca. A quel contatto fu attraversato da un brivido e poteva giurare che anche il più grande se ne fosse accorto.
 
Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare da quella nuova emozione, lasciando che la lingua di Jonghyun accarezzasse la propria. Era meglio di come lo descrivevano le commedie romantiche o i romanzi, nessun attore o nessuna descrizione poteva essere anche solo minimamente comparabile a quello che stava provando. Kibum decise in quel momento che Jonghyun era il miglior baciatore del mondo.
 
Con la mano dell’altro ragazzo intorno al suo volto e il pollice che gli accarezzava teneramente una guancia, era un susseguirsi di brividi lungo la schiena di Kibum.
 
Jonghyun si chiese se anche l’altro stesse provando le stesse cose.
 
Se anche lui sentiva delle scosse elettriche percorrergli la schiena ed ogni centimetro del corpo, ogni secondo che le loro labbra si muovevano insieme; se anche lui si sentiva scoppiare il petto per tutto quello che stava succedendo tra loro.
 
Approfondendo gradualmente il bacio, Kibum annodò le braccia intorno al collo del più grande, avvicinandolo a lui ancora di più.
 
Jonghyun si fece più vicino a lui, tenendolo più stretto per la vita e interrompendo quel contatto tra le loro labbra per baciargli il volto. La sua bocca seguiva il contorno del suo viso, tornava alle sue labbra e giungeva fino alle orecchie.
 
A Kibum piaceva sentire la sua bocca calda e morbida sul collo. Il suo tiepido respiro gli accarezzò l’orecchio e un brivido gli corse lungo la schiena.
 
Inclinò il capo dalla parte opposta per agevolarlo e non poté fare a meno di mugugnare soddisfatto.
 
-Ti piace qui?- chiese Jonghyun incuriosito, volendo sapere più di ogni altra cosa quello che piaceva o no all’altro.
 
Kibum annuì soltanto, non avendo la forza di parlare, era tutto così nuovo per lui che si sentiva pieno di imbarazzo. Si morsicò un labbro per cercare di trattenersi, non sapeva di essere così sensibile sul collo.
 
-Aah~- le labbra di Jonghyun erano dietro le sue orecchie e gli piaceva ancora più di prima.
 
-Ti piace di più qua?- il respiro caldo contro le sue orecchie era una delle sensazioni più piacevoli che avesse mai provato nella sua vita.
 
-N-non ti fermare- la voce di Kibum tremava, sentendosi il volto in fiamme a quelle parole.
 
-Sdraiati-
 
-Cosa?- Kibum si sentì invadere dal panico. No, no, no, no, no, non era pronto per qualsiasi cosa richiedesse di stare sdraiati.
 
-Tranquillo Bumie- lo rassicurò Jonghyun sistemandogli i capelli dietro le orecchie e lasciando che le sue dita vi indugiassero -Non ti faccio nulla-
 
E il modo in cui il suo sorriso si era esteso fino agli occhi, fece capire a Kibum che non aveva davvero motivo di preoccuparsi.
 
-O-ok- balbettò, sdraiandosi e lasciando le gambe piegate.
 
Jonghyun si sdraiò lateralmente, poggiandosi su un gomito e facendo di nuovo incontrare le loro labbra. Una mano poggiata sulla sua pancia e l’altro dietro il collo, Jonghyun assaporava la bocca di Kibum, non avendone mai abbastanza.
 
Kibum si sentiva come se fosse seduto al primo posto di un ottovolante durante un’interminabile salita prima dell’inevitabile discesa mozzafiato che sapeva dover arrivare. Il suo stomaco continuava a fare mille balzi al secondo e non poteva certo essere buono per la sua salute.
 
Sentì la mano di Jonghyun scendere e fermarsi sul lembo della maglietta che portava. Sussultò lievemente quando le sue dita entrarono in diretto contatto con la sua pelle e, senza saperne nemmeno bene il motivo, portò una mano all’altro braccio del ragazzo.
 
Jonghyun interruppe il bacio e lo guardò con un po’ di preoccupazione negli occhi.
 
-Tutto bene?- gli chiese, temendo di stare accelerando troppo i tempi e non volendo in alcun modo mettere fretta al più piccolo.
 
Kibum annuì.
 
-Fermami se non ti va, ok Bumie? Non faccio nulla se non te la senti- lo rassicurò ancora una volta e Kibum sorrise radioso, sentendosi la persona più fortunata dell’intero universo ad avere un fidanzato del genere. Fidanzato. Doveva ancora farci l’abitudine a quella parola; ogni volta che Jonghyun la diceva, si sentiva sciogliere.
 
In tutta risposta Kibum portò una mano dietro il suo collo, attirandolo a sé per un bacio. Con il suono delle loro labbra che riempiva la stanza, Jonghyun accarezzava delicatamente la pancia di Kibum e le sue dita avevano iniziato a salire verso il suo petto.
 
-Posso?- chiese cauto riferendosi alla maglietta.
 
Kibum si morsicò un labbro riflettendo per un attimo, poi annuì deciso.
 
Lasciò che Jonghyun gli sollevasse a poco a poco l’indumento, rivelando uno dopo l’altro ogni centimetro del suo torace, e che gliela sfilasse poi del tutto.
 
Jonghyun lo aveva già visto senza maglietta, ma non certamente in una situazione del genere e Kibum si passò nervoso la lingua sulle labbra, diventate improvvisamente secche.
 
-Sei meraviglioso in questo momento- gli sorrise, sistemandogli una ciocca di capelli neri sulla fronte.
 
Kibum si voltò dalla parte opposta, completamente imbarazzato dal complimento e arrossendo subito.
 
-..soprattutto quando arrossisci- Jonghyun adorava quanto fosse timido in quelle occasioni.
 
-Dai smettila- Kibum si coprì il volto con una mano, sentendoselo ancora più in fiamme, ma con il sorriso ben visibile.
 
-Ehi, dico sul serio- continuò, portando una mano al suo mento e facendolo voltare di nuovo verso di sé; il pollice che seguiva il contorno delle labbra -Sei splendido-.
 
Kibum gli sorrise, sentendosi al settimo cielo e sperava che quel suo sorriso e la luce che sentiva brillare nei suoi occhi, potessero esprimere tutto quello che provava, perché un semplice “grazie” non sarebbe stato abbastanza.
 
E fu in quel momento, quando Jonghyun si chinò per catturare le sue labbra, che la temperatura si fece più calda. Senza ben sapere come, Jonghyun si era ritrovato su Kibum e lo baciava con più passione che mai. Una mano gli stava accarezzando il torace e occasionalmente le sue dita venivano a contatto con i suoi capezzoli. Quando Jonghyun si accorse che a Kibum non dispiaceva essere toccato, iniziò a baciarlo lungo il collo, scendendo alle clavicole, per giungere poi al suo petto.
 
Non sapeva bene cosa stesse facendo, né se fosse il modo giusto di farlo, ma a giudicare dall’espressione di Kibum, dai suoi occhi chiusi e dal modo in cui la sua schiena si inarcava, non doveva poi tanto essere sbagliato come metodo. Jonghyun acquistò maggiore sicurezza, ma continuava a sentirsi agitato, si sentiva addosso la responsabilità delle sue azioni, perché lui era quello più grande, perché Kibum si fidava di lui con tutto se stesso e perché sapeva che era la primissima volta che sperimentava qualcosa del genere e voleva che Kibum ne conservasse un bel ricordo.
 
Con il corpo di Jonghyun sopra quello di Kibum, era inevitabile che i loro inguini si scontrassero ed era una sensazione così piacevole per entrambi che cercavano di prolungare quel contatto più che potevano.
 
-Vuoi fare tu qualcosa ora?- chiese prudente, non sapendo bene come formulare quella domanda ed alzandosi da Kibum.
 
-Q-qualcosa?-
 
-Non lo so, per esempio..uhm, togliermi la maglietta e..uhm- Jonghyun tossì imbarazzato, portandosi una mano dietro il collo e sorridendo timidamente.
 
Kibum si tirò su, ancora incerto, e guardò Jonghyun che sembrava agitato e nervoso quanto lui. Si mise in ginocchio davanti a lui e, sedendosi sui talloni, portò piano le mani verso la sua canottiera nera.
 
Con le braccia alzate verso l’alto, Jonghyun si lasciò sfilare la maglietta e per una volta aspettò che fosse Kibum a prendere l’iniziativa.
 
Gli occhi del più piccolo indugiarono per qualche istante sul suo corpo; non aveva addominali scolpiti o pettorali ben evidenti, ma questo non escludeva che avesse ugualmente un fisico perfetto, o almeno, agli occhi di Kibum.
 
Con una mano poggiata sulla sua spalla, lo fece distendere e, rimanendo in ginocchio, si fece più vicino a lui. Appoggiò un dito tra le sue clavicole, proprio accanto a quel neo che adorava, e lo fece scorrere lungo la linea dei pettorali, arrivando fino all’ombelico. Ed era un tocco così leggero e delicato che fece rabbrividire Jonghyun.
 
Kibum era così assorto in quello che stava facendo che il suo sguardo non lasciava nemmeno per un secondo il percorso che le sue dita stavano tracciando.
 
Il cuore di Jonghyun martellava così forte contro la sua cassa toracica mentre sentiva le dita dell’altro sulla propria pelle, ogni punto con cui entrava in contatto sembrava bruciare.
 
Kibum alzò per un attimo il volto verso Jonghyun; i suoi occhi, che fino a quel momento avevano seguito ogni più piccolo movimento delle sue dita, si incontrarono con i suoi e il suo stomaco fece una capriola.
 
Kibum, con le sue graziose labbra a cuore, rosse e gonfie per i baci di poco prima (solo il pensiero fece battere più forte il cuore di Jonghyun) e qualche ciocca di capelli fuori posto, era l’essere più perfetto che potesse esistere. Non c’era niente di più adorabile di lui. Jonghyun aveva poche certezze, soprattutto in quel momento, ma di questo era più che sicuro.
 
Kibum si sdraiò accanto a lui ed un braccio di Jonghyun si avvolse immediatamente intorno alla sua vita.
 
Lasciando che la sua mano riposasse sul suo petto, il più piccolo chinò il volto verso le labbra dell’altro. Un suo ginocchio finì intrappolato tra le gambe di Jonghyun e i loro corpi non potevano essere più vicini di così.
 
Kibum aveva iniziato a muovere delicatamente le dita, ma quando sentì la mano di Jonghyun posarsi sulla sua immobilizzandola, il ragazzo credé di aver sbagliato qualcosa e lo guardò preoccupato.
 
Cos’ho sbagliato? Sono uno stupido-sono uno stupido-sono uno stupido si ripeteva nella sua mente senza sosta.
 
Si sentì mancare il fiato quando si accorse che Jonghyun stava spostando le loro mani verso il basso. Non sapeva se essere sollevato per il fatto che non aveva rovinato nulla o se preoccuparsi per quello che stava per succedere.
 
Distolse gli occhi dal ragazzo, incapace di reggerne lo sguardo e si morsicò esitante un labbro.
 
Jonghyun si sentiva il volto in fiamme e aveva la mente in tilt, perché in condizioni normali non avrebbe mai avuto il sangue freddo di fare una cosa simile. Ma cosa gli era passato per la testa?
 
Certo, doveva essere per le dita calde e delicate di Kibum che lo stavano sfiorando, doveva essere perché voleva sapere come sarebbe stato provare quel calore poco più in basso.
 
Doveva pur trovare lo spirito di intraprendenza adatto per portare le cose ad un livello più alto prima o poi.
 
Gli sembrò il tragitto più lungo che potesse mai esistere (eppure non era così alto e il suo torace non poteva essere così esteso) mentre faceva scivolare la sua mano sopra quella di Kibum e stava già tremando in attesa.
 
Nel momento in cui le dita dell’altro toccarono finalmente i suoi pantaloni, Jonghyun gemette rocamente (il suono dritto nelle orecchie di Kibum che si sentì rabbrividire), il volto girato di lato e gli occhi chiusi. Era strano da spiegare, ma la semplice mano ferma di Kibum lo stava facendo sentire in paradiso.
 
Il più piccolo era sicuro che non era mai arrossito così tanto in tutta la sua vita come in quel momento. Si morsicò un labbro, intimorito e nervoso, completamente immobile ed incapace di intraprendere la mossa successiva.
 
Jonghyun si girò verso di lui in attesa di un qualche movimento che ormai era certo non sarebbe arrivato; si era accorto di quanto l’altro fosse agitato, vedeva la sua espressione e sentiva le sue mani tremare leggermente. Portò una mano sotto il suo mento, costringendolo così ad alzare il volto verso il suo, grato che, avendo lasciato libera la sua mano, Kibum non l’avesse ritratta da dove si trovava.
 
-Ehi, non essere preoccupato… sono agitato quanto te- no, forse non erano proprio le parole più adatte da dire in quel momento; avrebbe dovuto rassicurarlo e trasmettergli sicurezza. Troppo tardi, non poteva rimangiarsi quello che aveva detto.
 
-Mi sta scoppiando il cuore in questo momento- ammise Jonghyun, la sincerità era ciò che contava di più.
 
I loro volti si sciolsero in un sorriso.
 
-S-se non te la senti…- per nessuna ragione al mondo voleva affrettare le cose tra loro o farlo sentire a disagio, ed era questo che Jonghyun voleva dire, ma le labbra di Kibum si posarono sulle sue e la frase rimase sospesa a metà.
 
Senza chiedersi da dove arrivasse quell’improvvisa dose di coraggio, Kibum aveva iniziato a muovere le sue labbra contro quelle del più grande e, contemporaneamente, aveva preso a massaggiarlo con la mano.
 
Jonghyun gemette a quel contatto, non aspettandoselo, e strinse più forte il braccio che era ancora avvolto intorno ai fianchi dell’altro.
 
Kibum stava rischiando un infarto, non c’erano dubbi. Non riusciva nemmeno a deglutire e si sentiva il cuore esplodere e la bocca secca e le mani che tremavano e la testa che girava.
 
Si sentiva nervoso e lanciò un’occhiata verso Jonghyun che, con un sorriso, lo rassicurò e gli accarezzò il viso con una mano.
 
Kibum cercò di concentrarsi in quel bacio ma la sporgenza dei pantaloni della tuta di Jonghyun era sempre più evidente e tangibile. Poteva toccare con mano l’effetto che aveva sull’altro. Quando realizzò di esserne la causa, Kibum, se possibile, arrossì ancor più e nascose il viso contro la spalla di Jonghyun, intenzionato a non farsi vedere mai più.
 
Jonghyun ridacchiò.
 
-Come fai ad essere sempre così adorabile?- gli chiese, baciandogli i capelli, l’unica parte che poteva raggiungere in quella posizione.
 
-Smettila, la situazione è già abbastanza imbarazzante- le parole soffocate dal fatto che la sua bocca era a contatto con la pelle di Jonghyun.
 
Il più grande prese la mano di Kibum che ancora era poggiata sui suoi pantaloni e la riportò verso l’altro, posandola sul suo petto ed intrecciandovi le dita.
 
-N-non vuoi che…?- chiese a bassa voce Kibum, sollevando timidamente il volto dalla sua spalla e guardandolo negli occhi.
 
Jonghyun gli strofinava il dorso della mano con il pollice.
 
-Non abbiamo nessuna fretta, forse non siamo ancora pronti per “sperimentare”-
 
Kibum sorrise alle sue parole, colpito dal modo in cui Jonghyun si preoccupava per lui e non volesse spingerlo oltre, ma soprattutto ammirava la sua onestà: lui che era sempre quello sicuro ed esperto, aveva i suoi momenti di incertezza ed insicurezza. Vederlo così vulnerabile era come vederlo sotto una luce completamente diversa.
 
Kibum sciolse la stretta delle loro mani e lo abbracciò forte, non volendolo lasciare mai più. Gli diede un bacio sulla guancia e gli regalò il sorriso più luminoso ed affettuoso che potesse fare.
 
-Dai, vieni qui- lo invitò Jonghyun, aprendo le braccia per permettergli di sistemarsi meglio vicino a lui, con la testa appoggiata contro una sua spalla.
 
Il più piccolo si avvicinò a lui, rannicchiandovisi contro e lasciando che Jonghyun gli accarezzasse un braccio e strofinasse il naso contro il suo collo in un gesto affettuoso.
 
Non avevano bisogno di nient’altro.
 
In quel momento si sentivano le persone più felici dell’intero universo.

  
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