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Autore: Ornyl    25/07/2012    2 recensioni
"Mi dissero che era chiusa,CHIUSA,la terra c'era sopra,C'ERA.
Di quel demonio maledetto,però nessuna traccia.
NESSUNA."
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno odiava Nora,in paese.
Era bellina,gentile,elegante e colta e raffinata. Decisamente impossibile odiarla.
Decisamente impossibile eccetto che per me e la mia piccola squadra di impresari di pompe funebri.
Qualcuno dirà ma come si può odiare una donna?
Beh,provammo questo verso di lei. Un odio incompreso per molti,a quanto pare. 
Quando e se morì davvero non lo seppi mai,disgraziata .
Perchè dico davvero?
Sedetevi e ascoltate questi deliri reali di questo vecchio becchino,amici,perchè ne sentirete davvero delle belle.
 
Bene.
Nora,ventenne nel fiore degli anni(maledetta!),si ammalò improvvisamente. Vomitava,urlava,sbraitava e poi cadeva giù,senza sensi. La nostra protagonista deperì velocemente e,occasione che attendevamo da una vita,la sua famiglia ci venne a chiamare per organizzare il funerale.
La sua vecchia madre quasi ci implorava:-Non posso più vedere la mia bambina soffrire,quasi quasi prego Iddio che se la porti con Sè!-
Signora cara,aspettavamo lo stesso da una vita ma con un esito diverso.
Mandarla tra le fiamme dell'Inferno,così,dove secondo me spesso ci avrebbe voluto mandare sua figlia!
Così,per scaraventarla giù e cuccarci presto il malloppo,ci venne un'idea forse crudele ma geniale.
Un mio caro amico e compagno,Alexander,sapeva molto di veleni e miscugli vari oltre ad essere un ottimo paramedico. Il nostro intento era quello di scambiare con delle pasticche mortali totalmente simili a quelle prescritte dal medico curante e,per farlo,il mio amico chiese alla madre di assistere la figlia.
- Sono stato un caro amico di Nora,signora-disse,con quegli occhi da cerbiatto che mi fanno sempre più ridere,pensandoci- Quindi vorrei occuparmene io,assistendola e salvando la mia anima compiendo un'azione buona-
Alle visite di Alexander partecipai anch'io,ovviamente per controllare che tutto andasse bene.
Così,in una settimana,le condizioni di Nora crollarono decisamente e,finalmente,sembrò morta.
Quella funesta e gaia sera io ed Alexander eravamo al suo capezzale. Nora ci osservò circospetta e,mentre apriva le labbra per ingoiare la pasticca,le sorridemmo quasi amorevolmente.
Provai forse una certa pena,era pur sempre una specie di omicidio,ma il suo sguardo torvo e ormai sul baratro della Morte fu per me ed Alexander la più grande soddisfazione.
Quando il vento fece spegnere la candela,finalmente fu data per morta.
Almeno,credemmo.
Felici e con i soldi in pugno,ci occupammo di tutto:dalla cerimonia alla sepoltura.
Sotto un cielo cupo e nuvoloso la puttana venne calata nella sua fossa e coperta di terra,ben bene.
Tutti si fecero il segno della croce e buttammo le pale a terra.
Gioivamo,gioivamo malsanamente:la sensazione più bella e tragicamente deliziosa di tutta la mia lunga e corrotta vita!
La pioggia bagnò il camposanto e ce ne tornammo festeggiando in silenzio alla nostra casetta,che stava accanto al cimitero. Ci ubriacammo e cantammo,giocammo a carte e ci ingozzammo fino a scoppiare.
 
 
Una notte,tornati da un circolo ricreativo,ci addormentammo stanchissimi e finalmente contenti di essere a casa mentre fuori infuriava un terribile temporale. Il nostro giaciglio ci sembrò quasi un letto da re.
La pioggia s'era fatta più forte quando sentimmo quel  tremendo urlo.
Un urlo di donna che squarciava il lamento d'acqua del mondo e il suo grigiore con il colore che,ben presto,avrebbe assunto dal sangue dei miei compagni.
Ci svegliammo di botto e indossammo i nostri cappotti,poi imbraccammo i fucili e uscimmo dal nostro covo. 
Doveva essere notte fonda,una terribile notte di novembre squarciata dai lampi e dai fulmini e dal vento.
L'urlo colpì di nuovo le nostre orecchie e lo seguimmo. Con stupore e con un po' di orrore ci accorgemmo di andare verso la tomba di Nora.
Arrivammo piano,ogni tanto nascondendoci dietro qualche lapide o angelo piangente. Quando fummo davanti alla tomba della donna,la nostra paura si mutò in orrore puro.
La terra era stata tolta e la bara era stata aperta e quasi distrutta. Qualcuno si era portato via il nostro cadavere dalle uova d'oro,ci dicemmo. Così caricammo i fucili e,più veloci,cominciammo a vagare per il camposanto.
I lampi erano le nostre uniche fantasmagoriche lanterne e orientarci ci era difficile anche per la pioggia.
Percorsi il cimitero verso nord,dove stava la cappelletta,stringendomi ogni tanto nel mio cappotto.
Ed è lì,LI',lì che la vidi.
Ritta nel suo abitaccio a pizzi nero,con quel cammeo che brillava ai lampi,grigiastro come la sua pelle da cadavere.
Con i lunghi capelli fiamma che brillavano e ondeggiavano alla tempesta,con quegli occhi di fuoco puntati verso di me.
Con quella fontana di bava verdastra che colava da ciò che rimaneva delle labbra e toccava terra,schiumando.
Con quella forza sovraumana per una donnicciola malata,una forza capace di distruggere una bara e di dissotterrare il corpo che la comanda!
Nora.
Tremai,balbettai,piansi ..NON LO SO!
L'avevamo mandata all'Inferno,maledetta puttana,all'Inferno!
Non mi aveva visto,forse,così cercai di nascondermi dietro una lapide.
I miei compagni vagavano ancora sotto la pioggia,ignari,ignari di quel demonio che avevamo sperato di mandare al proprio posto! Io,io avevo visto tutto,L'AVEVO VISTA,maledetta,VISTA,MORTALMENTE VIVA!.
Con un lampo la visione sparì e uscii dal mio nascondiglio,sempre cauto.
Poi un nuovo dolore mi colpì. Urla maschili,le urla dei miei amici.
Corsi a rotta di collo verso le urla e mi ritrovai davanti alla nostra casa.
La porta era aperta. Un brivido mi percorse la schiena.
Alexander pendeva dal soffitto,tenuto su con un gancio da macellaio che gli attraversava la gola e lasciava gocciolare il sangue;Xavièr aveva la testa spaccata,dalla quale riuscii ad intravedere quella splendida macchina che era stato il suo cervello;Mattew giaceva a terra,in un lago di sangue,con un profondo squarcio nella pancia.
Ma la cosa che notai e che mi fece morire era che a tutti e tre mancavano dei pezzi,DEI PEZZI: ad Alexander una gamba,a Xavier un braccio e a Mattew ..la testa. 
Una gamba,un braccio e la testa.
Mi avvicinai ai resti e cercai di esaminarli.
Le parti erano state strappate con ..con un morso,amici,con un morso!
Imbraccai di nuovo il fucile alla ricerca di quel mostro,quel demonio,quella COSA che mi aveva ucciso!
Sì,aveva ucciso anche me uccidendo i miei amici e fraterni compagni ..!
Un lampo squarciò di nuovo quella notte già troppo dolorosa.
Mi sentii chiamare una,due,tre,mille volte.
Mi sentii chiamare da quel demonio fatto donna,vedevo quegli occhiacci morti dovunque,dovunque!
Sparavo a destra,ma poi riappariva a sinistra,tra pioggia e lacrime,sparavo davanti a me e sentivo la sua voce infernale dietro,amici,dietro!
 
I medici della clinica dissero che mi trovarono fradicio e delirante davanti alla sua tomba.
Mi dissero che era chiusa,CHIUSA,la terra c'era sopra,C'ERA.
Di quel demonio maledetto,però,nessuna traccia.
NESSUNA. 
   
 
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